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Autore: Erys    22/08/2007    1 recensioni
Odio il fumo perche' e' un atto incredibilmente egoista che ti distacca da tutti coloro che ti stanno intorno...
Perdere qualcuno per un vizio puo' essere distruttivo per chiunque... perderlo per sempre e' ancora peggio...
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odio il fumo... Lo odio.
Sono un ex fumatore accanito e no, prima che tu lo chieda, nessuno dei miei amici o familiari e' morto a causa delle sigarette, dei sigari o della pipa.
Odio il fumo per tutto quello che esso comporta; almeno per me non era una dipendenza, era una maniera per darmi piacere, una sorta di perversa e autodistruttiva masturbazione fisico-mentale.
Fumavo molto, quasi un pacchetto al giorno; ho fumato per dieci anni, forse anche di piu', sempre di nascosto dai miei genitori benche' fossi adulto e non ci fosse nulla di assurdo nell'ammettere con loro questa mia "colpa".
Un giorno uno dei miei zii ebbe un infarto molto grave, il suo cuore voleva praticamente smettere di funzionare a causa di anni e anni di sigarette a qualsiasi ora del giorno. Mio padre (lo zio in questione era suo fratello) la prese molto male e si "impegno'" nel trasmettere ai suoi nipoti, amici e conoscenti i rischi dell'abuso di sigarette.
Questo non mi fermo'... quell'infarto nella mia mente era il destino del mio zio, non il mio, non quello di milioni di fumatori che nonostante decine e decine di sigarette al giorno non soffrono nemmeno di un po' di tosse al mattino.
Odio il fumo perche' e' un atto incredibilmente egoista che ti distacca da tutti coloro che ti stanno intorno. Quando una persona esce dall'ufficio con un collega a fumare una sigaretta per me e' come se andassero a letto assieme per masturbarsi l'uno di fronte all'altro, un gesto di sommo egoismo e piacere strettamente personale.
La mia storia e' molto normale; sono un ragazzo come milioni altri al mondo. Un po' sovrappeso, con un lavoro normalissimo, ne' eccelso ne' poco appagante. Sono simpatico, ma nemmeno quello che diventa il centro e l'anima di una festa. Sono sensibile ma come tutti i maschi del mondo a volte il mio cervello ragiona su lunghezze d'onda completamente sfasate rispetto a quello che dovrebbe.
Odio il fumo... questa e' l'unica cosa che riesco a scrivere in questo momento, con l'ultima sigaretta della mia vita ancora spenta a fianco del portatile, vicino all'accendino e al posacenere... la fumero' appena finito di scrivere, faro' l'amore con la nicotina un'ultima volta ancora poi spariro' da questo mondo.
Odio il fumo perche' mi ha tolto l'unica cosa veramente bella ed importante che mai fossi riuscito ad avere nella mia vita... il fumo mi ha tolto l'unica persona che amavo.
Forse dovrei tornare un po' indietro nel tempo e spiegarmi meglio, cosi' non rischio di fare la figura del perfetto bambino di un anno e mezzo che si piange addosso perche' la sua ragazza lo ha lasciato...
Oltre due anni fa la conobbi: non dico che fu amore a prima vista, fu molto peggio; fu una di quelle storie che nascono delicatamente, uno di quegli innamoramenti che scopri di stare "subendo" troppo tardi per tornare indietro. Lei era una mia collega, appena trasferitasi nella mia citta' dalla sede principale dell'azienda dove lavoro...
Lei era... direi il massimo a cui chiunque su questa terra possa mai aspirare... Era bella, alta, proporzionata, intelligente, di successo, spiritosa, eccitante, disinibita ed aveva pure il gigantesco "difetto" di non tirarsela nemmeno un po'... Una di quelle persone alle quali la vita sembra abbia riservato il premio speciale della fortuna fin dal loro primo vagito in questo mondo.
Abbiamo iniziato frequentandoci in modo tranquillo, da colleghi prima, poi da amici... In solo sei mesi mi sono reso conto di pensare troppo spesso a lei e ho capito che mi ero innamorato. Ho fatto la cosa giusta in quel momento... Ne ho parlato direttamente con lei... Per fortuna ha apprezzato la mia sincerita', il mio modo di pormi da ragazzo meno superficiale della media.
Da cosa nasce sempre cosa si sa... Dopo un anno e mezzo oramai era diventata una "cosa seria" alla nostra maniera. Non convivevamo, ma mi aveva lasciato le chiavi di casa sua e spesso e volentieri stavo con lei, le preparavo la cena, dormivamo assieme, litigavamo facendo le faccende di casa... Una sorta di paradiso anti-stress, una vita di coppia edulcorata dallo stare sempre e comunque assieme, dove io non dovevo sopportarla quando diventava irritabile e lei non doveva stressarsi raccogliendo i miei calzini sporchi in giro per casa per lavarli.
Guardo quell'ultima sigaretta che mi chiama, sento la sua voce spingermi verso di lei e il mio corpo VUOLE quel piacere...
Lei non fumava, ma non le dispiaceva che io lo facessi... Mi diceva sempre che vedermi fumare o sentire l'odore delle sigarette che mi accompagnava, le ricordava quei vecchi film in bianco e nero dove dei distinti signori sono nella loro splendida casa, in biblioteca, con l'immancabile "bionda" accesa tra le dita, seduti in poltrona che leggono indisturbati... Le sigarette le davano questa idea di "benessere" e rilassatezza... Guardarmi fumare, diceva, mi faceva apparire come il ricco protagonista della sua vita, quello che sarebbe sopravvissuto a qualsiasi sconvolgimento o disgrazia e che l'avrebbe salutata con un sorriso tra le volute di fumo al suo ritorno a casa... Il bianco e nero fumoso dell'immortalita', quel colore che nella cinematografia moderna non esiste.
E' stato cosi'... io sono sopravvissuto ad ogni disgrazia, lei no...
Quel sabato me lo ricordero' fino al mio ultimo momento di vita, fino all'ultima boccata d'aria e fumo che tra poco i miei polmoni aspireranno con brama infinita.
Era da tempo che lei aspettava quel concerto. Mi aveva chiesto piu' e piu' volte se volevo accompagnarla, ma la musica reggae non mi e' mai piaciuta... Il piano era praticamente perfetto. Lei sarebbe andata a questo concerto, io invece sarei stato fuori per una cena con degli amici, poi ci saremmo ritrovati a casa sua per passare la notte assieme cosi' come la domenica successiva; del resto era un qualcosa che piu' di una volta era capitato... passare il sabato notte con persone diverse per poi condividere assieme il resto del fine settimana.
Tutto era andato benissimo; io ero arrivato a casa sua ancora un po' brillo per qualche bicchiere di vino di troppo bevuto durante la cena; lei mi aveva mandato svariati messaggi sul cellulare per rassicurarmi che con le sue amiche si stavano divertendo un mondo e il concerto era stupendo.
Alle undici e mezzo la ho sentita per l'ultima volta: mi telefono' per dirmi che di li' ad un paio d'ore sarebbero partite (il concerto si teneva in una nota citta' sul mare) e che quindi sarebbe rientrata a casa verso le tre di notte... Mi avrebbe trovato sveglio, nel suo letto, nel nostro letto, con un libro tra le mani ed un sorriso sulle labbra.
Non fu cosi'...
Verso le due decisi che volevo fumare, cosi' mi alzai, presi sigarette ed accendino per andarmene sul balcone a godermi il fresco (ma soprattutto a godermi la mia dose di nicotina e piacere).
Finita la sigaretta tornai a sdraiarmi e al mio libro...
Quando il display della sveglia accanto a me indico' che erano oramai le quattro del mattino presi il telefono e solo allora notai la chiamata che avevo perso... era lei.
Richiamai il suo cellulare immediatamente ma la voce che mi accolse non era quella familiare della mia ragazza.... era una delle sue amiche... parlava a scatti, spaventata, mi disse che erano in ospedale... Un incidente in macchina... Un povero coglione ubriaco e fumato guidava sulla corsia sbagliata ed aveva centrato la loro macchina, la macchina dell'unico amore della mia vita, in un terribile scontro frontale...
Non capii piu' nulla. Mi feci dare qualche indicazione in piu' e partii guidando in stato quasi catatonico verso l'ospedale della citta' che l'amica mi aveva indicato...
Quando arrivai scoprii che non c'era piu' nulla da fare... Lei era morta... emorragia interna... L'urto era stato violentissimo e l'airbag non era scattato...
Le sue amiche mi dissero come prima di chiamare i soccorsi, il suo primo pensiero fosse stato quello di chiamare me e rassicurarmi del fatto che stava bene, che alla fine non era successo nulla, solo quella notte non avremmo potuto dormire insieme...
Ma io la stavo tradendo in quel momento; stavo dandomi piacere da solo con del tabacco incandescente... Per colpa della mia lussuria, del mio desiderio di "stare bene" e darmi piacere, persi le ultime parole che lei ha pronunciato prima di morire... parole che erano per me, per il suo ragazzo, per la persona che amava...
Odio il fumo... ma nonostante cio' quell'ultima sigaretta ora e' accesa...
Quando sara' finita arrivero' da te amore mio, mi vedrai comparire all'improvviso in quella solita nebbiolina grigio-azzurra che da sempre mi circonda.

  
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