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Autore: TheElektra    22/08/2007    5 recensioni
Seguito della one-shot "Dimmi Harry, come vuoi morire".
Quella stanza totalmente grigia era un dolore per la sua vista, come anche quel letto di ospedale, bianco acceso, lo uccideva ogni giorno che passava.
E lui li, quello che rimaneva di Draco Malfoy, immobile davanti ad un muro pieno di graffiti scritti col proprio sangue. Le braccia segnate da tagli vecchi e nuovi ricordavano il suo delitto. Draco Malfoy aveva ucciso degli Occhi Verdi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve a tutti quelli che avevano già letto questa ff e a chi si trova qui per la prima volta.
Premetto che questa Opera è rimasta incompiuta per molto tempo per via della mia vena yaoi Draco/Harry spentasi da qualche tempo. Misteriosamente si è riaccesa qualche giorno fa e mi sono rimessa a scrivere. Lo so che è passato del tempo ma spero che chi seguiva questa storia, ritorni di nuovo a leggerla.
Ricordo ai vecchi e nuovi lettori che questa fanfiction non si basa sul filo logico della storia di Harry Potter ma ha un suo universo in cui Silente non è morto al Quinto anno e i fatti qui narrati vengono svolti tra il Settimo anno e quello che succede dopo. Ricordo inoltre che questa storia è il seguito della precedente "Dimmi Harry, come vuoi morire?".
Di base "And the water runs red" può essere letta da sola poiché della storia precedente ne segue solo un filo conduttore, verranno fatti dei riferimenti alla prima storia ma non per forza va letta una per capire l'altra. Si potrebbe anche considerare questa seconda come la prima e a sua volta la prima ritenerla una sorta di ricordo o spin off per spiegare i fatti precedenti alla vicenda narrata qui.
Mi sto dilungando troppo, lo sapevo .
Ad ogni modo, questa storia è nata da un'immagine trovata un giorno nel web e la potete trovare a questo indirizzo qui sotto.
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NB. Dato che in questi ultimi anni la mia memoria è diventata come quella di un criceto con l'alzheimer, se la fanart sopra linkata vi appartiene o conoscete l'autore/trice non fatevi scrupoli a scrivermi per contattarlo/a di persona e ringraziarlo/a per avermi suscitato una storia attraverso una semplice immagine. Ah, anche per aggiungere gli adeguati diritti che spettano come citazione.
Detto questo, vi auguro buona lettura e se la storia vi piace, la trovate orrida o avete critiche lasciate pure un commentino e questo criceto sarà più che felice di rispondervi.
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Qualcuno si era messo in mezzo. Ma chi?
Non lo sapeva.
Cos’era quel posto? Mio Dio, che luce, ma non mi avevano detto che nell’aldilà ci fosse così tanta luce. E…oddio.. Quella è un infermiera? Ma che diavolo di paradiso è questo? Oh…Forse non sono in paradiso.
Si volse col viso altrove e vide nonostante la luce un luogo a lui sconosciuto. Una stanza completamente bianca.
Com’era possibile? Continuava a chiedersi. Ovunque ora si trovasse, non era certo il luogo del quale gli avevano parlato spesso, paradiso o altro luogo che fosse.
Cercò di assottigliare la vista assottigliando a loro volta gli occhi. La patina del sonno non voleva andarsene nonostante i suoi sforzi.
Dopo un attimo di intontimento generale, il soggetto si accorse di un particolare sfuggito alla sua mente ancora intontita: mancavano gli occhiali.
Sporse un mano fuori dalle lenzuola in cerca dell'oggetto desiderato.
Eccoli! Pensò tra sé afferrandoli con decisione e portandoli al viso.
Bene. Padrone Degli Occhiali, uno; Comprensione di ciò che lo circondava, zero.
Si guardò intorno cercando anche la minima forza di vota in grado di comunicare affinché gli spiegasse almeno dove si trovava, non voleva sapere perché, ma almeno dove.
Si alzò dal letto guardandosi intorno. Non era possibile che fosse sopravvissuto, ricordava benissimo l’Avada che Draco gli aveva lanciato.
Già, Draco…
Un morso allo stomaco gli diede un dolore sordo in tutto il corpo, come se...Come se qualcosa lo avesse davvero addentato.
Chissà Draco dov’era adesso? Si stava dannando? Si stava ammazzando? Stava gioendo della sua morte?
Fece qualche passo uscendo dalla stanza e si trovò in mezzo ad un lungo corridoio. Lo osservò girandosi a destra e a sinistra, lungo ed immenso. Totalmente bianco.
Come poteva non essere morto? Era certissimo di essere trapassato, sicurissimo!
Quindi quella che diavolo di anticamera era? Doveva passare un test forse? O forse per i maghi c’era un Paradiso e un Inferno differente? Facendo due conti, il Soggetto Con Gli Occhiali doveva trovarsi nel Purgatorio e quella era solo una zona di passaggio. Si, ora aveva le idee chiare. Lui, Harry Potter, si trovava nel Purgatorio in attesa di essere ammesso ai piani alti o bassi.
Si osservò. Ma dov’erano finiti i suoi vestiti? Cosa ci faceva con quella specie di camicia da notte di tela addosso? E poi quel azzurrino sbiadito non gli donava per niente.
Di colpo ci rifletté. Sicuramente serviva per il trapasso, come insegnavano i libri, le anime che salivano al Paradiso o scendevano all’Inferno, prima di essere giudicate indossavano un uniforme comune. Harry sorrise, gli sembrava di essere ritornato a scuola. Le uniformi, gli mancava un po’ la sua bellissima cravatta e il suo maglione col distintivo dei Grifondoro.
Fece qualche passo guardandosi intorno. Era tutto così bianco e verde in quel posto, sembrava quasi un ospedale. Alzò il viso verso l’insegna scritta in cima alla porta che, a parole di Harry, doveva essere un'uscita. 
Che strana insegna, si trovò a pensare leggendola.

"SECONDO PIANO - REPARTO MALATTIE MAGICHE

Che voleva dire? Non aveva senso! Se era morto che motivo c’era di un'insegna del genere?
“Signor Potter?” si sentì chiamare da poco lontano.
Harry si volse guardando chi fosse. Era un uomo, vestito completamente di bianco.
“Si..?” fece vedendolo avvicinarsi.
“Stia calmo…Non si agiti” continuò l’uomo sorpreso e giustamente allarmato mentre si avvicinava con le braccia lievemente tese Nella sua direzione.
Harry lo guardò. Era forse arrivato il suo turno? Bene, erano parecchio efficienti in questo Purgatorio, non ti facevano di certo attendere un'eternità!
“Io…Certo che no” rispose a sua volta, la voce un po' impastata per via del sonno e forse del mancato utilizzo.
“Allora non avrà...Obiezioni se la riporto nella sua stanza” terminò l’uomo che ora gli si era messo a fianco.
“No, nessuna. Ma lei...” Harry lo fissò mentre camminava e veniva condotto verso la stanza da cui era uscito.
“Lei è un angelo? Dove stanno le sue ali?”
L’uomo in bianco rise divertito “No, signor Potter, non sono un angelo…”rispose con un altro sorriso divertito. Con passo calcolato, il Finto Angelo riportò Harry nella sua stanza. 
Harry lo guardò arcuando le sopracciglia “E allora chi è lei? E poi mi scusi perché devo aspettare nel letto? Sono morto, non mi serve dormire" asserì guardandolo prima che l'Uomo in Bianco lo facesse sedere sul letto.
“Ma lei non è morto” gli proferì lui “Ed io sono un infermiere. Si trova al San Mungo, ricorda qualcosa prima del coma?"
Il moretto si alzò di scatto “Come non sono morto??? Al San Mungo??? Ma…C’è un San Mungo anche nel Purgatorio???” chiese ostinato mentre lo guardava.
“Lei non è morto, riesce a ricordare qualcosa prima di questo momento?” gli fece ancora l’uomo paziente.
“Io non sono morto??” chiese Harry più a se stesso che all’infermiere che gli stava a fianco.
“No signore. Lei non è morto. Ma ora si riposi" continuò facendolo risedere sul letto.
Harry gli si aggrappò con una mano al braccio “Mi spieghi" fece in tono basso stringendo la presa su di lui “Che giorno è oggi? Cosa succede? Quanto tempo è passato?” lo bombardò di domande mentre lo guardava fisso negli occhi.
“Lei i è rimasto in coma per quasi un anno” continuò l'uomo sistemandolo nel letto. Harry però non volle sentire ragioni.
“Un anno??” domandò scattando a sedersi “Ma io ricordo, ricordo la Maledizione che mi colpiva" continuò.
“Questo non saprei spiegarglielo"finì l’uomo mentre con un colpo di bacchetta faceva chiamare il medico.
“Dov’è Draco?” Domandò di punto in bianco chiedendosi come un cretino perché non lo aveva chiesto prima.
Già se lui non era morto, Draco dov’era?
“Mi scusi…Ma non si affatichi"
“No! Me lo dica! La prego!” lo supplicò senza lasciare la presa dal braccio dell’uomo.
“Non sono autorizzato. Sono desolato signor Potter" terminò mentre Harry lasciava la presa e rimaneva seduto a guardare davanti a sé. Tutto quello che credeva fosse vero stava radicalmente cambiando, come aveva fatto a sopravvivere al Avada, era impossibile, nessun incantesimo era in grado di proteggere da una tale maledizione.
E lui ormai non aveva più quel potere su Tom.
Doveva sapere dove stava Draco, doveva vederlo, doveva sapere se stava bene, cosa faceva, cosa gli era successo. E soprattutto…Perché gli aveva fatto quello.


Albus Silente fece in fretta ad arrivare al San Mungo. Con la solita calma e la pacata tranquillità venne condotto fino alla camera di Harry, nella quale il moretto era in piedi a guardare fuori dalla finestra aperta. Erano in autunno, suppose l'ex Grifone mentre vedeva le foglie staccarsi come se niente fosse dagli alberi.
In verità, Harry sapeva in cuor suo che l'intero mondo magico era cambiato. L'eroe salvatore della comunità magica, per tutti rimasto ucciso nello scontro con Voldemort. Nonostante sapesse del cambiamento, sentiva di avere al proprio interno ancora dei residui di quel giorno di liberazione. Tutti i pensieri riguardanti i fatti accaduti uno dopo l'altro come una successione di pedine del Domino. Un evento ne aveva scatenato un altro, il modo in cui si era avvicinato così tanto a Tom Riddle per poterlo avere tra le proprie mani e vendicarsi, la scaltrezza che aveva avuto nel compiere la propria missione aveva portato Draco alla pazzia all'inizio del settimo anno. Ripensandoci, tra le mille emozioni che lo attanagliavano, Harry poté sentirsi di nuovo una persona spregevole per come aveva ingannato Draco.
Guardandosi allo specchio del bagno, solo l' ombra di Harry Potter era rimasta di quel ragazzo sorridente e speranzoso. Nonostante la luce dei muri bianchi illuminasse il suo viso, Harry aveva sentito quasi il desiderio di nascondersi come un ladro. Fare del male alle persone amate al solo scopo di salvare il mondo. Un peccatuccio su cui si poteva passare sopra. Continuava a ripeterselo in testa fingendo di guardarsi allo specchio. L'immagine riflesse che ci vide non era quello di Harry, era quella del Potter salvatore del mondo o forse un suo sosia con un anno di barba e i capelli castani lunghi fino alle spalle.
“Le sue condizioni sono buone, ricorda ogni cosa come se fosse stato solo un lungo sonno”spiegò il medimago al vecchio Preside mentre sfogliava la cartella clinica svolazzante del ragazzo.
Silente annuì senza togliere gli occhi da Harry affacciato alla finestra aperta ad osservare il mondo sottostante.
“Lei, quindi crede che non abbia subito nessun tipo di lesioni anche temporanee?” domandò ad un certo punto il Preside al medico voltandosi finalmente a guardarlo.
“A livello fisico nessuna e per quanto riguarda i ricordi, non credo ci si debba preoccupare. Magari si sente un poco confuso” spiegò il dottore. Un gesto di bacchetta, la pergamena di avvolse su sé stessa e scomparve. “Ah...Un’altra cosa, l’infermiere che l’ha trovato sveglio ha detto che lui chiedeva di Draco Malfoy"
Il preside arcuò le lievi sopracciglia guardando il medico con espressione lievemente sorridente “La ringrazio. Posso entrare per fargli visita?” domandò gentilmente indicando la porta.
“Certo prego” annuì con un lieve sorriso “E per qualsiasi problema signore” gli fece non finendo la frase dato che Silente gli aveva già annuito con un ‘naturalmente’ prima di aprire la porta ed entrare.
Harry era appoggiato alla finestra in attesa della visita di lì a breve del Preside.
“Professore..”proferì guardandolo “Allora non sono morto se lei è davvero qui" disse “Oppure...Oppure è morto pure lei"continuò suscitando un sorriso dal volto magro dell’uomo.
“No Harry, non sei morto" riavvicinò ancora guardandolo meglio “Ragazzo..."sorrise.
Harry rispose al sorriso d’istinto per poi ritornare alla sua espressione normale.
“Mi spieghi...Io...Mi hanno detto che sono stato in coma per quasi un anno” iniziò con voce pacata.
“È vero Harry, è successo dopo la fuga di Draco" spiegò il preside guardandolo affettuosamente.
“Ricordo cosa è successo. Signore, Dov’è Draco ora? Dove lo avete portato?” chiese ancora.
“Calma, ragazzo…”rispose l’uomo anziano “Una domanda alla volta".
Harry si mise a sedere sul letto indicando al professore la poltrona che stava a fianco di esso.
Il Preside si sedette al lato del ragazzo guardandolo “Oh, quasi dimenticavo..”fece estraendo dalla tasca una scatola di colore blu non molto piccola ma nemmeno tanto grande. “Te la mandano i tuoi due amici, Ron ed Hermione..”glie la porse “Hanno detto di volerti far partecipare a tutto quello che ti sei perso in questo periodo ..”gli sorrise.
Harry prese la scatola aprendola. Dentro si trovava un album fotografico, simile a quello che Hagrid gli aveva regalato con le foto dei suoi genitori.
“Li ringrazi da parte mia” fece con un lieve sorriso poggiando l’album e la scatola sopra il comodino a fianco. Ritornò a guardare il Preside in attesa di spiegazioni, aveva un anno da recuperare e non solo, un anno nel quale pensava di essere morto.
“Immagino vorrai le risposte che cerchi ora..” gli proferì con tono pacato e tranquillo, mentre gli sorrideva da sotto gli occhiali a mezza luna.
“Sì Signore” mormorò lui guardandolo. Pensare che fino a poco prima credeva di essere nel purgatorio in attesa di essere giudicato.
“Harry, quella sera è vero, Draco ti voleva uccidere ma lo voleva semplicemente perché aveva perso la testa. Ora, non so chiaramente cosa sia successo tra te e lui prima che Draco ti lanciasse quella maledizione ma so che qualcuno si è messo tra voi deviando l’anatema di Draco” spiegò chiaro e coinciso Silente.
Ricordi che Harry già ricordava.
“Draco dove si trova adesso?” gli chiese come se non gli importasse niente di tutto il resto. Infatti era così, niente era più importante di Draco, niente.
“Si trova al quarto piano" riferì “Ma non credo che tu possa fare qualcosa per lui ormai" concluse con un sospiro.
"Voglio vederlo. Adesso” si impuntò Harry fermo ed immobile nella sua decisione.
“Harry, non ho mai fatto nulla per fermarti, ma credo che al momento tu debba stare ad ascoltarmi” gli proferì facendogli capire che Draco non sarebbe di certo scappato un’altra volta e che ora dovevano parlare di quello che lo aveva salvato quella sera.
Harry lo guardò con insistenza ma dovette comunque rinunciare ai suoi propositi, almeno per quel momento.
“Come dicevo, quella sera qualcuno deve avere deviato la maledizione di Draco e tu ne sei uscito solo sfiorato, per questo non sei morto, Harry”
Harry lo guardò interrogativo “Qualcuno? Ma non c’era nessuno con noi, me lo ricordo benissimo, eravamo solo io e Draco, ne sono certo..” spiegò Harry sicuro.
“Quindi tu non hai visto o sentito nessuno insieme con voi prima di perdere i sensi?” continuò Silente guardandolo tra il curioso e l’interrogativo.
“No signore” rispose passando una mano sul viso.
“Ora voglio vedere Draco. La prego. supplicò guardandolo e scendendo dal letto.
Silente sospirò alzandosi dalla poltrona “D’accordo Harry, ma ti avviso, Draco, non è più lui" mormorò con voce mesta.
“Come non è più lui? Cioè, che sia diventato pazzo lo sapevo, l’ho testato quella sera quando mi sono ritrovato legato con lui che stava per ammazzarmi " parlò senza riflettere guardando il professore.
“No Harry. Draco è peggiorato, prima almeno era socievole, parlava, riceveva visite di sua madre due volte a settimana…Invece, da quanto ha tentato di ucciderti, si è chiuso in sé, non vuole vedere nessuno, parla da solo, e disegna graffiti davvero strani, insoliti per un pazzo oserei dire” rifletté l’uomo mentre Harry si affrettava a cercare dei vestiti nelle varie ante di un piccolo armadio.
“Graffiti?” chiese Harry andando a vestirsi dietro la tendina che separava il letto dalla stanza.
“Si, Harry. Ma non per il contenuto delle scritte ma per il fatto che usa il proprio sangue per scrivere quelle parole” continuò aspettando una reazione da parte di Harry, la quale, non tardò ad arrivare.
“Come?” fece scioccato uscendo dalla tenda a guardare il Preside.
“Si Harry, purtroppo è così” mormorò infine Silente “Per questo ti dico non aspettarti molto da lui, probabilmente, non vorrà nemmeno vederti, non è più in sé”
Harry non rispose ma rimase a fissare il Preside “Mi porti da lui Professore. Voglio vederlo” si impose quasi fosse un ordine.



Due piani, una scala a cui piaceva cambiare il proprio percorso e una lungo corridoio, separavano la stanza di Harry da quella di Draco.
Due Auror imponenti si trovavano di fronte alla porta di Malfoy a fare la guardia. Silente li congedò con gesto ma i due armadi non si spostarono di un passo ignorando il suo ordine. Harry si affacciò al vetro della stanza, grande quanto quelli di molti film polizieschi che spesso di Dusley guardavano alla TV. Ciò che gli si presentò davanti lo scosse facendolo rabbrividire. Si appoggiò con le mani al vetro. Draco gli fece quasi impressione. Era seduto in ginocchio sul letto mentre ovunque compariva la scritta ‘Occhi Verdi’ e ‘Luce Verde’, sui muri, sul letto, sulle lenzuola. Ma la cosa più scioccante che Harry potette vedere furono gli immensi e numerosi tagli che Draco aveva sulle braccia.
“Signore, non riusciamo a medicarlo. Non si lascia toccare da nessuno” proferì un giovane medimago comparso dal nulla.
“Lasci provare me” fece Harry ripresosi, forse anche troppo velocemente da quella scena. Draco non era più se stesso.
“Lei???” lo indicò come se a parlare fosse stato un fantasma “No, è pericoloso, il ragazzo non si lascia avvicinare da nessuno” rispose il medimago al moretto.
“Oh, Signore, dovremmo dare una possibilità ad Harry ” proferì il Preside in aiuto del Moretto.
Harry sorrise a Silente come a ringraziarlo del sostegno.
Il medimago rimase ancora incerto ma passò lo stesso ad Harry l’occorrente che aveva in mano per medicare le ferite di Draco. “Stia attento e in ogni caso, ci sono gli Auror che entreranno con lei”
Harry annuì e guardò Silente che gli fece uno dei suoi soliti sorrisi rassicuranti.
All’interno, nella stanza, faceva abbastanza caldo. Draco sobbalzò vedendo la porta aprirsi e si nascose dietro al letto.
Harry si avvicinò cauto guardandolo “Ciao Draco” sorrise dolcemente appoggiando le garze e il disinfettante sul tavolo a due passi.
Draco guardò Harry semi nascosto dal letto.
“Sono Harry” sorrise di nuovo inginocchiandosi a terra. Draco lo fissò assottigliando gli occhi “Harry” proferì allungando una mano sulle lenzuola macchiate dalle scritte rosse del suo sangue.
Harry gli sorrise ancora dolcemente “Si, sono Harry”mormorò ancora.
Il Moretto si volse verso il vetro dove sapeva che oltre, il Preside osservava ogni cosa.
Draco infatti non stava scacciando Harry ma restava comunque nascosto nel proprio finto nascondiglio. Forse Harry poteva farcela.
Potter gentilmente porse la mano a Draco, il quale però non fu della sua stessa opinione, infatti la scacciò e si andò a nascondere quasi dietro alle sponde del letto. In realtà solamente il viso si stava nascondendo, il resto del corpo era ancora ben visibile.
Harry lo guardò davvero con un groppo in gola. Era davvero cambiato da quando lo conosceva a scuola, da quando tra loro, da una lite era sfociato dell'altro, da un bacio dato per puro dispetto a un amore che consuma. E ora? Ora Draco era più che un bambino. Un bambino impaurito della più piccola e minima cosa.
Harry lo guardò senza spostarsi. Gli sorrise teneramente un’altra volta.
“Ti ricordi di me Draco?” chiese con voce dolce come la sua espressione. Draco lo guardò nascondendo il viso dietro al braccio tagliato ed in alcune parti sanguinante.
“Che ne dici se curiamo quelle ferite?” domandò di nuovo prima di alzarsi. Non fu un male ma nemmeno un bene poiché Draco lo guardò appiattendosi ancora di più verso la parete come se dovesse venire inglobato da essa.
“Non voglio farti nulla Draco. Solo curarti le ferite” sorrise Harry andando verso un armadio aprendolo.
“Che dici se ci mettiamo dei vestiti puliti?” fece ancora mentre apriva l’armadio e notava una serie di camicie e pantaloni bianchi. Si fermò a riflettere e poi guardò verso il vetro che lo faceva specchiare e non vedere al di fuori. “Non è possibile avere dei vestiti normali per favore?” chiese continuando a guardare il vetro prima di prendere un completo pulito e chiudere l’armadio.
Ritornò da Draco poggiando il vestito pulito sul tavolo a fianco delle garze. Si rimise nella posizione di prima guardandolo.
”Che dici? Rimaniamo così per tutto il tempo?” di nuovo con un sorriso. Draco lo guardò staccandosi un poco dalla parete ma rimanendo comunque a presa ferrea contro lo stipite del letto.
“Sai, vorrei tanto parlare con te, mi sono perso un anno della tua e della mia vita ” proferì. “Vuoi venire a parlare con me?” chiese porgendogli la mano con espressione dolce in viso
Draco guardò quella mano e poi lui. Poi ancora la mano e ancora lui.
“Avanti..” sorrise incoraggiandolo. Poggiò la mano sul materasso. Draco si scostò lentamente avvicinandosi.
Harry sorrise “Mi daresti la tua mano?”
Draco lo fissò un attimo prima di alzare il braccio lentamente e poggiare allo stesso modo la mano in quella di Harry. Quasi gli sorrise.
Silente annuì sorridente mentre il medimago al suo fianco esclamava stupito che Harry era un miracolo. Era lui l’unico che fosse riuscito a toccare Draco in quel ultimo periodo e soprattutto, l’unico che Draco aveva deciso volontariamente di toccare.
Harry sorrise alla fiducia che Draco gli stava dando “Che ne dici se ora curiamo queste ferite?”
Draco guardò l’uomo poco più indietro di Harry e scappò staccandosi di colpo da lui. Si nascose sotto il letto lasciando Harry stupito a fissare il vuoto.
“Hey” proferì abbassandosi sotto il letto “Che succede?”
“Io...Ho paura” mormorò guardandolo mentre si rannicchiava su se stesso più che poteva.
“E di cosa hai paura?” chiese ancora Harry guardandolo.
Draco indicò col dito l’uomo che stava fuori.
Harry sorrise “Ma non devi avere paura, ci sono qui io con te”
Draco dissentì “Ho paura, ho paura, ho paura” prese a dire senza fermarsi. Harry riemerse da sotto il letto alzandosi.
“Per favore può uscire?”chiese al Auror-
“Affatto” rispose rimanendo immobile.
“La prego, Draco ha paura di lei e mi pareva stesse facendo dei progressi pochi attimi fa” continuò con una certa asperità nella voce.
“Questo soggetto è sotto la giurisdizione ministeriale. Ho l'ordine tassativo di non far avvinare nessuno senza la presenza di un Auror” gli rispose superiore.
“Bene io sono Harry Potter, questo le deve bastare” sbottò.
“Può essere anche Il Signore Oscuro per quanto mi riguarda. Gli ordini sono ordini ” ribattè l'uomo senza muoversi dalla propria posizione.
Ad Harry partì quasi l'Embolo della Cattiveria.
“Vada fuori” disse semplicemente a denti stretti.
La porta della stanza si aprì e l'altro Auror entrò sussurrando qualcosa all'orecchio dell'Armadio. Entrambi uscirono subito dopo.
Harry sospirò cercando di calmarsi. Fece qualche respiro e si volse di nuovo verso Draco. “Hai visto? L’ho fatto andare via” sorrise.
Draco guardò fuori e non vide più nulla, l’uomo era sparito.
“Forza…Dai...Curiamo queste ferite”
Draco uscì e si sedette sul letto guardando Harry ma mantenendo la distanza di sicurezza tra loro.
Harry prese il disinfettante e il cotone per pulire tutti quei tagli. “Forse ti brucerà un po’ ma poi andrà meglio” disse ancora. Draco guardò il ragazzo poggiargli il disinfettante ma non si lamentò molto.
“Harry.” proferì il Biondo guardandolo.
Harry gli sorrise “Sì Draco...Dimmi”
“Io...”
Harry rimase a guardarlo.
“Io...Io non sono pazzo”
Harry sorrise applicando alcuni cerotti sul braccio e sulla mano “Lo so che non lo sei. L’ho sempre saputo”
“Tu non mi lascerai da solo?”
“Ma no, no tesoro. Non ti lascerò solo, non lo farò mai”proferì dolcemente mentre lo medicava.
“Io...Ho paura. Io sono cattivo”mormorò “Cattivo...Ti ho fatto del male”proferì mentre le lacrime iniziarono a scendergli dalle guance bianco latte.
“Se mi convinco di essere pazzo, mi trattano da pazzo. Sono cattivo. Cattivo. Ti ho fatto del male Harry. Faccio del male a Harry”mormorò tra le lacrime.
Harry lo guardò “Ma no tesoro, no”gli mise entrambe le mani al viso. Azzardò ad abbracciarlo, non voleva che Draco lo scacciasse ma lui doveva abbracciarlo, non ce la faceva a vederlo così, non riusciva a rimanere immobile con Draco in quelle condizioni.
Draco non respinse il suo abbraccio ma rimase immobile nelle sue lacrime mentre Harry gli sussurrava parole gentili.
Come poteva Draco essere pazzo se ricordava tutto quello che era successo tra loro in quella sera? Cosa poteva esserci sotto? Harry rifletteva ma non capiva. Non poteva lasciarlo li. Quel posto lo stava uccidendo, gli faceva del male e lui sarebbe diventato di certo pazzo se avrebbe continuato di quel passo.
“Draco, che ne dici se usciamo da qui insieme? Io e te”
“Io posso uscire da qui? Posso farlo? “ domandò con un sorriso speranzoso. L'espressione mutò e divenne seria, quasi triste. “Non è giusto. Io non sono giusto. Ti ho fatto del male” ripetè poi.
“Amore tu non mi hai fatto nulla capito?” ripeté lui guardandolo fisso negli occhi “E sì, tu esci con me, forza andiamo a metterci questi abiti puliti ok?” gli asserì ancora guardandolo “Dai alziamoci” continuò facendolo alzare. Stava capendo cosa Silente voleva dire con è impazzito. Draco era diventato pazzo ma in quella sua pazzia c’era una nota di regressione che era sicuramente dovuta allo shock per quello che aveva fatto ad Harry. Per il resto Draco era sicuramente il solito ragazzo, solo un poco impaurito da qualcuno molto più forte di lui e da come veniva trattato, per non parlare poi del luogo in cui viveva, orrido.


Draco non ci mise molto a lavarsi. Insomma, non era un invalido come forse volevano farlo passare, aveva solo qualche problema alla testa, tutto qui.
Harry uscì dal bagno con lui “Guarda, ora sei bello pulito” sorrise il moretto facendo guardare Draco allo specchio. Il biondo sorrise guardando entrambi.
“Visto? Ora sei davvero tu” proferì Harry abbracciandolo da dietro. Draco spontaneamente volse il capo di lato e lasciò un bacio su una guancia di Harry.
“Allora Draco, andiamo?” fece porgendogli la mano. Draco fu parecchio incerto nel prenderla, non era uscito da quel posto da sempre e non sapeva cosa poteva trovare fuori.
“Ti porto a casa mia, ti fa bene l’aria fresca sai?”
Al ché Draco lentamente mise la mano in quel del moretto e lui glie la strinse.
“Ora usciamo” disse prima di aprire la porta.
Draco si strinse addosso a Harry mentre lui lo abbracciava con un braccio e lo portava fuori.
“Signor Potter io non credo che sia la soluzione adatta, riporti il ragazzo dentro” disse il medimago affiancato dai due Auror esterni.
“Non ci penso nemmeno, quel posto lo ucciderà! Come i suoi dannatissimi Auror! Deve uscire all’aria aperta e lo farà con me!” sbottò Harry camminando con un Draco a fianco tenutosi stretto al moretto intimorito dalla situazione.
“Signor Potter lei non può!” ordinò il medimago.
“Allora provi a fermarmi!” scoppiò Harry senza mezzi termini scansandolo e sorpassandolo tenendo a sé il biondo.
“Andrò tutto bene Draco, tieniti a me” gli sorrise baciandogli una tempia.
Silente si era allontanato per discutere di alcune pratiche con il medico che aveva assistito Harry per tutto il periodo del coma e vide passare Harry con Draco. Quasi non ci credeva.
Camminando lungo il corridoio, la scritta “USCITA” marcata in nero era sempre più vicina.
“Uscita..”proferì Draco indicandola col dito come se fosse un bimbo.
Harry sorrise “Si Draco, questa è l’uscita”




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- Angolo del Criceto Smemorato -

Come potete vedere (Per chi aveva già letto i primi due capitoli) sono state fatte delle correzioni e aggiunti brevi dialoghi (grazie anche ai commenti e critiche).
Ringrazio molto chi ha letto e commentato, chi ha solo letto senza recensire e chi lascerà la sua recensione.

 

   
 
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