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Autore: Merlins    31/01/2013    4 recensioni
Una giornata come le altre nella Livorno del 1983, se non fosse per un caso di omicidio che scoinvolge l'intera città e suscita scalpore tra la folla: la signora Morgan, una tra le donne più ricche nei dintorni, viene trovata morta nella sua stanza. Porta chiusa a chiave, finestre sbarrate. Tutto fa pensare ad un omicidio, eccetto il ritrovamento di un piccolo ciondolo d'oro a forma di angelo vicino al letto..
Volete sapere cosa accadrà? Restate con me e con la stravagante investigatrice Corsini, in questo viaggio tra gelosie, intrighi e ricatti, che faranno scoprire una faccia nascosta di quella famiglia.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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«Dai mamma muoviti!!»

Quella mattina dell’anno 1983 fui svegliata da mio figlio, Daniel, che continuava a correre e saltare sui letti.

«Ma sei impazzito?! Torna a dormire Daniel, sono solo le sei di mattina!» dissi, riportandolo in camera.

«Ma io credevo.. nonsono le otto? »

«No Daniel, mancano ancora due ore.. e adesso torna a dormire, altrimenti a scuola ti addormenterai sul banco!»

«Va bene mamma.. però quando sono le sette e mezza svegliami, non dimenticartelo.»

«Certo, tesoro. Notte»

Mi rinfilai sotto le coperte, il clima autunnale portava il freddo in casa; per giunta dovevo far riparare il riscaldamento, anche se avevo chiamato gli addetti più di una settimana fa.

Da quando mio marito ci aveva lasciati, morto mentre salvava delle vite in un incendio, vivevamo soli: era molto difficile, spesso il mio lavoro non era sufficiente per le spese familiari e dovevo assumere una badante che si prendesse cura di mio figlio.

In realtà, quella che ora non riusciva a dormire ero io. Pensavo a Daniel: domani era il suo primo giorno di scuola, per questo era così agitato. Sei anni.. stava crescendo il mio piccolo ometto.

Alle sette e mezza precise vidi arrivare un bambino un po’ sonnambulo, che si buttò sul letto, lasciandosi andare.

«Cosa ti avevo detto eh?» lo presi in braccio, portandolo in cucina.

Gli preparai del latte, aggiungendoci anche cacao in polvere, assieme a un pacchetto di biscotti.

«Allora, sei emozionato per il primo giorno?» gli chiesi, sorseggiando una tazza di tè.

«Si si certo.. però ho tanto sonno.. » si addormentò con la faccia nella scodella.

Presi tutte le sue cose e le riordinai. Dieci minuti dopo si sentì il clacson dell’autobus richiamare tutti i bambini.

Svegliai Daniel, gli diedi un bacio, poi lui si avviò verso il pullman, salterellando con il suo zaino sulle spalle.

«Mi raccomando Daniel! Non parlare con gli sconosciuti e comportati bene a scuola!» lo salutai.

Rientrai in casa. L’aria era leggermente più calda della scorsa notte, tuttavia il vento soffiava a grande velocità. Mentre stavo sistemando la cucina, suonò il telefono.

«Pronto?» sbadigliai.

«Pronto.. capo? Mi spiace averla svegliata, ma un anziano signore é passato in centrale, dicendo che aveva un problema. Mi ha pregato di avvisarla e di invitarla a raggiungerlo a casa sua e.. capo? Si sente bene?» era Lenzi, mio fido aiutante e investigatore.

«Oh si, scusami ma questa notte non ho dormito per niente.. dicevi?»

«Le stavo dicendo di questo signore, Sir Edwick Morgan, che ha richiesto la sua consulenza. La prega di raggiungerlo alla sua abitazione in Viale Italia 2. Penso sia importante.»

«Bene, sarò da lui tra mezzora. Ti dispiace accompagnarmi?»

«Oh no capo, si figuri!»

«Grazie mille, Lenzi. E non chiamarmi capo» dissi, riagganciando la cornetta.

Esattamente mezzora dopo, una macchina si fermò davanti a casa mia: una Volksvagen blu metallizzato, perfettamente pulita e senza un graffio.

Suonò il campanello, così andai ad aprire.

«Ah! Eccola qui, signor Lenzi. Bella macchina, nuova?»

Lui si limitò ad annuire con un cenno del capo, nascondendo le mani nel cappotto per il freddo.

Salimmo in macchina, dove mi avvolse un fresco odore di pino. Alberelli profumati per auto.

«È molto taciturno oggi. Va tutto bene?» chiesi al mio assistente.

«Non faccia caso a me, capo. Sono solo un po’ assonnato, ma è normale con questo tempo uggioso..»

«Già. A proposito, dove si trova la casa del signor Morgan?»

«Viale Italia 2, è qui vicino. Mi pare di aver capito che sua moglie sia una vera signora.. non so se mi spiego.. una di quelle ricche e potenti, che sono consapevoli della loro superiorità» abbassò lo sguardo.

«Agli occhi della legge siamo tutti uguali. Hai altre informazioni su questa donna?»

«Non molto in realtà. So che è vedova, ha due figli e vive in una grande villa, proprio nella zona meridionale di Livorno. La casa è molto bella, artistica, e in famiglia sono tutte persone perbene.»

«Angeli, insomma. Perfetto Lenzi, grazie delle informazioni.»

Cinque minuti dopo giungemmo a destinazione: una grande villa color ambra si ergeva in tutta la sua imponenza, illuminata dalla luce soffusa del sole.

«Sembra proprio che siamo arrivati nel posto giusto!» disse Lenzi, stiracchiandosi.

«Sì, senza dubbio. Tuttavia ho un brutto presentimento...» mi avvicinai al cancello d’entrata e suonai.

Neanche il tempo di terminare la frase che vidi un uomo sui quarant’anni correre verso di noi, ansimante.

«Salve, siamo gli investigatori Lenzi e Corsini. Siamo lieti di conoscerla e..»

«Sisi d’accordo molto piacere però adesso sbrigatevi, venite di qua, presto!» l’uomo correva e si disperava, ogni tanto lanciando imprecazioni e voltandosi per vedere se lo seguivamo.

«Diamine, che maleducazione!» Lenzi mi sussurrò all’orecchio.

«Non farci caso, ci deve essere un problema molto serio se si comporta così»

«Lo spero per lui, perché l’ultima cosa che voglio è farmi prendere in giro da un..»

Si bloccò. Lo spettacolo che si presentava ai nostri occhi era sconcertante. Il corpo giaceva li, inerme in mezzo alla stanza. Sangue sul tappeto e una pallottola nel petto. Era morta.

  
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