Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: CHAOSevangeline    31/01/2013    1 recensioni
Non vedeva eccitazione da parte di quel demone che sapeva bramoso di divorare finalmente quell’anima che tanto aveva desiderato e atteso.
Percepì gli occhi diventare lucidi, ma non perché le lacrime si stessero dibattendo per uscire.
Non una lacrima avrebbe rigato quelle guance.
Lui era forte, lui era il conte Ciel Phantomhive.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Prima di lasciarvi alla lettura della fan fiction vorrei fare una piccola premessa: ho deciso di lasciare alcune frasi e parole nella lingua originale, semplicemente perché mi facevano sentire i personaggi più "vivi".
Per il resto ci sentimo alla fine della one-shot!

Nothing more.



Allungò una mano fuori dalla barca, verso quel manto che continuava incresparsi al loro passaggio.
Credeva che quella fosse acqua, quella. Già, credeva.
Quel luogo ombroso poteva essere qualsiasi cosa oltre a ciò che sembrava, chi gli diceva che non fosse un’illusione?
Poco male, tanto ormai era abituato alle illusioni.
Chiunque avrebbe potuto dire che la sua esistenza era stata sempre circondata da certezze. Certezze scolpite con il dolore, dolore nel quale era affogato per anni e anni nonostante la sua tenera età.
La verità era che nessuno sapeva.
Nessuno sapeva che la donna scarlatta che doveva essere una sua qualsiasi pedina si era rivelata carica di rancore.
Nessuno sapeva che la regina che aveva sempre servito era in verità l’artefice della morte dei suoi genitori e tutte le ferite nel suo orgoglio.
Nessuno sapeva che il mercante d’oppio che credeva tanto ingenuo fosse in verità abbastanza scaltro da farlo finire in una cella.
Neanche lui avrebbe mai immaginato di essere in grado di sentirsi in pena per un uomo che era morto difendendolo per fargli avere un futuro.
Chissà che cosa avrebbe detto quell’uomo se solo avesse saputo dove si stava dirigendo in quel momento.
Finalmente le sue dita pallide sfiorarono l’acqua. Era tiepida, abbastanza da fargli scorrere un brivido lungo il braccio.
Era vera, quell’acqua.
Raccolse il piccolo fiore blu che aveva attirato la sua attenzione e lo fissò in silenzio, facendolo girare lentamente tra le dita.
Alla fine, per quanto tutto ciò che lo stava circondando in quel momento fosse vero, la sua unica certezza era il demone che aveva alle spalle.
Sebastian Michaelis era stato al contempo la sua salvezza e la sua nemesi.
Colui che gli aveva permesso di vendicarsi, di dare pace alla propria anima dopo essere stata ferita dagli affronti passati. La stessa persona che in quel momento lo stava guidando verso la morte.
Se doveva essere sincero, non aveva paura.
Il terrore l’aveva attanagliato solamente quando aveva pensato che la ferita sul suo fianco gli avrebbe impedito di assistere alla fine per cui aveva combattuto tanti anni.
Invece se tutto fosse finito per mano di Sebastian, allora sarebbe andato bene.
Sarebbe stato giusto, perché era stato deciso con il contratto.
Si strinse a quella figura scura che era scesa dalla barca prima di lui, sollevandolo e incamminandosi verso una foresta dove spiccavano diverse rovine.
Quel posto emanava freddezza da ogni dove. Quel posto era la freddezza più totale.
Venne adagiato su una panca e si sfiorò con la punta delle dita la benda nera che gli copriva l’occhio destro.
« Farà male? »
« Sì, un po’. » Sebastian increspò le labbra in quel solito sorriso che sembrava di scuse.
“Tanto so che vuoi solo divorarmi.”
« Cercherò di essere delicato. »
Quella frase gli sarebbe dovuta essere di conforto, ma non sortì quell’effetto.
Il conte alzò lo sguardo rapidamente.
« No. Fa in modo che sia il più doloroso possibile. » fece una pausa, mentre lo sguardo si faceva più deciso. « Scolpisci il dolore della mia esistenza nella mia anima. »
Così non avrebbe dovuto temere di dimenticare. Non avrebbe scordato nulla, avrebbe sempre saputo che se era stato guidato fino a quel punto era stato per colpa del dolore, che qualsiasi cosa nella sua vita era stata accompagnata da quel sentimento.
Nient’altro.
Rimase a fissare il suo maggiordomo mentre si inchinava.
« Yes, my Lord. »
Quella parole gli sembrarono vuote, per la prima volta.
Socchiuse gli occhi mentre Sebastian gli sfilava con delicatezza la benda che gli copriva l’occhio marchiato; si comportava in modo così naturale da fargli sembrare che lo stesse preparando per la notte come faceva tutte le sere.
Non vedeva eccitazione da parte di quel demone che sapeva bramoso di divorare finalmente quell’anima che tanto aveva desiderato e atteso.
Percepì gli occhi diventare lucidi, ma non perché le lacrime si stessero dibattendo per uscire.
Non una lacrima avrebbe rigato quelle guance.
Lui era forte, lui era il conte Ciel Phantomhive.
Lentamente, il viso di Sebastian si avvicinò e l’unica cosa su cui riuscì a concentrarsi furono le sue labbra.
Le stesse che avevano sempre risposto affermativamente ai suoi ordini, ora l’avrebbero divorato.
« Allora, Bocchan… »
 
E poi fu il buio.


Angolo dell'autrice.
Kuroshitsuji è una delle serie che mi ha coinvolta di più, emotivamente parlando. Tutte le volte che rivedo le scene tristi - pur sapendo che forse nel manga sono diverse e c'è ancora speranza - mi immedesimo troppo.
Ho deciso di postare questa one-shot perché trovo che questo anime/manga sia troppo bello per non scriverci, ma ho il terrore dell'OOC e piuttosto di partire subito con qualcosa di inventato ho pensato di dare voce ai pensieri di Ciel in quella che è stata l'ultima parte dell'episodio 24.
Spero di esserci riuscita al meglio, mi farebbe davvero molto piacere leggere le vostre impressioni.
Grazie a chi deciderà di commentare, o anche solo di leggere.
Alla prossima!
   
 
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