Anime & Manga > Kenshiro / Hokuto no Ken
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Autore: Pontomedusa    31/01/2013    5 recensioni
Quando la costruzione della piramide è solo agli inizi, qualcuno attira l'attenzione del Sacro Imperatore Souther. E' coraggioso, sadico e con un certo talento per l'omicidio...ed è una giovane donna.
Forse Souther ha trovato chi potrebbe fargli battere il cuore?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Raul, Souther
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Birds of a feather'
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Sono seduto sul mio trono, ammirando dalla terrazza del palazzo il mio monumento che sta crescendo, quando i rumori scomposti di un uomo che corre interrompono il silenzio.

Colonnello Souther!”

Il mio luogotenente ha ancora il fiatone e, anche alla rispettosa distanza che tiene dalla mia persona, posso sentire la puzza.

Di sudore. Di sporco. Di paura.

Paura?! Cosa può temere uno dei miei uomini, se non la mia ira?

Colonnello Souther, vengo dal villaggio di Blue Water...è stato terribile, il plotone che doveva conquistarlo è stato sconfitto!”

Cosa?? Sconfitto da quattro bifolchi, l'esercito di Souther? Il mio esercito??”

L'idiota è così spaventato da non accorgersi che dovrebbe avere paura di me.

Sono morti tutti, sono morti tutti...solo io...il loro capo, un vero demonio...ha risparmiato solo me, mi ha detto di tornare qui, ha detto che ero un messaggio...”

Solo a questo punto noto che le sue mani sono coperte da bende intrise di sangue.

Cosa è successo alle tue mani?”

E qui smette definitivamente di pronunciare frasi di senso compiuto e cade a terra, quasi privo di conoscenza.

Da un altro dei miei uomini, che si china ad esaminarlo, scopro con un misto di stupore, rabbia e ammirazione che gli hanno amputato tutte le dita.

 

È il primo, ma non l'ultimo.

Mando a quel dannato villaggio plotoni sempre più numerosi, e ai pochi soldati che tornano indietro manca sempre un pezzo. A qualcuno un occhio, ad altri le dita; uno deve averli fatti proprio arrabbiare, perché me l'hanno restituito senza palle. Sono stati gentili, però: prima hanno stretto lo scroto con una cordicella, perché non morisse dissanguato.

Sarei furioso con questi bifolchi che osano ribellarsi a me, se non fossi anche affascinato. E un po' invidioso. Alcune delle loro sadiche punizioni non sono venute in mente neanche a me.

 

 

Lascio il mio cavallo poco lontano dalle mura della città di Souther, in una radura. Almeno, si distrarrà mangiando.

Fai il bravo, mi raccomando. Resta qui finché non torno.”

Syrio fa un cenno con la testa, come se mi capisse. Ma certo che mi capisce, e ubbidirà. Lo fa sempre. È un bravo cavallo. Metto una mano in tasca e tiro fuori una carota. La spezzo in due e la offro al mio destriero. Mentre mangia dalla mia mano con delicatezza, attento a non ferirmi con i denti, mi volto a guardare la città sovrastata dall'enorme piramide ancora in costruzione.

Sono due mesi ormai che il nostro villaggio subisce attacchi continui. Io, lo ammetto, vorrei solo essere lasciata in pace.

Abbiamo costruito mura, abbiamo raccolto armi, ci siamo allenati a combattere, ma speravamo che tutto questo non si rivelasse mai necessario. Al primo attacco, lo ammetto, la rabbia ha preso il sopravvento: dopo avere sterminato i soldati (intrappolati sotto le mura, in basso, perché il villaggio vero e proprio è in cima a una collina, e costretti a entrare pochi per volta dalla breccia che erano riusciti ad aprire, non è stato difficile massacrarli) ne ho salvato uno. Volevo risparmiarlo perché mandasse un messaggio al suo imperatore, ma il bastardo ha osato chiamarmi puttana e ha detto che mi avrebbe staccato la testa.

Sono curiosa di vedere come farà senza dita.

Ammetto di averci preso gusto, con le truppe che sono arrivate dopo; le nostre tecniche di difesa funzionano, ma un po' di soddisfazione con quei prepotenti me la dovevo prendere. Ho un carattere irascibile, è vero, e i tempi in cui viviamo non mi hanno certo addolcita. E in più, speravo che il terrore supplisse alle nostre carenze di mezzi.

Non mi sbagliavo.

I soldati continuano ad arrivare, ma molti di loro sono così spaventati, appena ci vedono in azione, che se la danno a gambe. Così, è più facile per noi sconfiggere quelli che rimangono, che non hanno più la forza dei grandi numeri.

Circolo virtuoso.

Ma non possiamo continuare così all'infinito. Se Souther perdesse la pazienza e decidesse di affrontarci personalmente, non so se saremmo in grado di affrontarlo.

Siamo un esercito, non dei sacri guerrieri.

Devo prendere una decisione, ma per farlo devo prima vedere coi miei occhi quanto è effettivamente pericoloso. Il nostro grande nemico, il Sacro Imperatore. Souther.

Sono partita stamattina, all'alba. Elliott voleva assolutamente accompagnarmi, ma gli ho detto di no. È il mio vice, e anche un combattente migliore di me. Gli ho detto che se non dovessi tornare, deve prendere il comando. Gli ho dato indicazioni per le prime necessità, e poi l'ho salutato. Gli ho stretto la mano. Lui invece mi ha abbracciata.

Stai attenta. Per una donna sola quelle bestie sono ancora più pericolose. Se dovessero rapirti...”

Sai che so difendermi abbastanza bene.” Sorrido. “E comunque, è solo una ricognizione. Questa volta manterrò un basso profilo. E ad ogni modo, se dovesse capitarmi qualcosa, non fare follie per venire a salvarmi. Come quando combattiamo, è il villaggio la nostra priorità. Non i singoli.”

Non so se riuscirei a lasciarti lì, Azusa.”

Caro Elliott. La donna che ama è sposata col suo migliore amico. Io, l'ultima volta che mi sono innamorata, non me la ricordo neanche più. Ci facciamo compagnia...ma da un altro punto di vista, il sentimento che ci lega è più forte dell'amore.

Per ora sono ancora il tuo capo, e ti ordino di badare al villaggio. Abbi cura di te.”

L'ho abbracciato anch'io, fuggevolmente, poi sono salita su Syrio e sono partita.

 

Sono in città, confusa tra la gente. I soldati seminano terrore e fanno i gradassi. Come vorrei farne a pezzi qualcuno...ma oggi devo restare nell'ombra. Oggi.

Arriva finalmente l'Imperatore. Seduto su un trono montato su un autoveicolo, ha un sorriso crudele dipinto sul volto, e occhi freddi e chiarissimi.

Ammetto che rimango un po' interdetta; mi aspettavo qualcuno meno giovane, meno elegante, meno...

...Con un urlo che mi risveglia dalle mie riflessioni, un uomo si stacca dalla folla brandendo un coltello. È veloce: prima che i soldati possano fare qualcosa, è già balzato sul mezzo che trasporta il trono.

È veloce, sì, ma non quanto il Sacro Imperatore, che scompare alla vista per ricomparire dietro al povero ribelle e recidergli la testa con un colpo della mano di taglio. Poi, Souther scoppia in una risata malvagia.

Si muove più veloce dell'occhio, e i suoi colpi letali sono eseguiti con grazia ed eleganza. È la cosa più bella che abbia mai visto. La tecnica, intendo. La tecnica.

 

Torno sui miei passi immersa nei miei pensieri. Quello che ho scoperto oggi mi preoccupa. L'Imperatore è crudele, pericoloso, spietato.

E bellissimo.

   
 
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