Serie TV > White Collar
Ricorda la storia  |      
Autore: M4RT1    01/02/2013    4 recensioni
Neal aveva sperato fino alla fine che Peter si fosse sbagliato, che la nipote di El compisse ventotto anni e non otto, ma non era andata così: l'altezza della festeggiata lentigginosa e quella dei suoi sdentati invitati non lasciava dubbi.
E così aveva provato a fare quello che Peter gli aveva detto.
Falli giocare a cose da bambini, falli divertire con la musica. Niente cose illegali.
Ripeteva quella frase nella sua testa da almeno mezz'ora, ma il piano sembrava non funzionare a dovere.
//
Una piccola Shottina (?) ambientata in un tempo imprecisato della seconda serie, credo.
Un Neal alle prese con qualcosa di... insolito!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Ti ho mai detto che rischi di tornare in prigione per questo?

-Almeno una decina di volte, Peter.

-Te lo ripeto di nuovo: hai contribuito ad un furto, Caffrey! Un furto!

-Sai che novità...

-Zitto, Mozzie!

-Non zittirmi, agente FBI!

-Oh, io ti zittisco eccome!

-Ragazzi... ragazzi, calmatevi.

-Zitto Neal!

 

Neal Caffrey dondolò avanti e indietro, annoiato: era quasi un'ora che andava avanti quell'inutile storia, e ancora i suoi due migliori amici battibeccavano.

E tutto per uno stupido furto!

 

-Senti, Peter, non ho alcuna voglia di stare qui a sentirvi litigare, chiaro?- esclamò dopo un po', avvicinandosi al poliziotto. Di fronte, Mozzie stava fermo, a braccia conserte.

-E allora fai in modo che entro le quattro quel dannato fascicolo sia sulla mia scrivania!

Neal guardò Peter allontanarsi e sbattere la porta, adirato.

Sospirò:

-Mi sa che stavolta ci conviene dargli ascolto, Moz.- sussurrò guardando quella mattonella removibile dietro cui si celava il fascicolo 04590. Il fascicolo di Mozzie.

-Non se ne parla! Nessuno può violare la mia privacy, Neal... nemmeno il tuo amico!- pronunciò le ultime parole con evidente disprezzo, poi si gettò sul divano.

-Moz... tornerò in carcere!- lo supplicò Neal: -E stavolta anche tu verrai con me.- aggiunse serio, sorridendo.

Fu forse quell'ultima affermazione a far cambiare idea al suo strambo amico.

 

 

-Che c'è, Caffrey? Vieni a costituirti?

-Passavo per caso.

-Aaah! Per caso...

 

Peter era seduto alla scrivania: una pratica in mano, qualche altro foglio sul tavolo, una tazzina di caffè accanto alla penna. Alzò lo sguardo e fissò il suo collaboratore, poi annuì.

-Ed è per caso che questo- e prese uno dei fogli: -sia riapparso proprio ora, vero?

-Coincidenze, Peter!- confermò Neal, fissando di sottecchi il caso a cui l'agente stava lavorando. -Ristorante Al vecchio ponte... di che si tratta?- domandò, sporgendosi ancora.

-Oh, non è un caso!- borbottò l'uomo, chiudendo di botto il fascicolo: -Si tratta di Elizabeth... sta organizzando una festa di compleanno per sua nipote Lizzie e...- si interruppe, perso nei suoi pensieri. -Caffrey!

-Dimmi, Neal.

-Tu sai che potrei prendere casualmente le impronte sul fascicolo e che, sempre per caso, potrei confrontarle con le tue, vero?

Neal trasalì per quel colpo basso:

-So-sono le tre e venticinque!- balbettò, fissando l'orologio: -Avevi detto che se entro... se entro le quattro avessi riportato il...

-L'ho detto.- confermò Peter, ridacchiando: -E ora ho cambiato idea. Credo proprio che darò una controllatina, a meno che...

-A meno che?- incalzò il truffatore, sulle spine.

-A meno che tu non mi aiuti con la festa.

Seguì un secondo di silenzio.

-Dimmi pure quel che devo fare.

 

-Alla caricaaaa!

-Ferma, piccola... ferma!
-Sta' fermo tu, invece! Devo infilzarti con questa spada!

-Con... con una spada?

-Questa spada!

-Fai pure...

 

Forse Alex avrebbe pagato oro per vedere quella scena, ma per fortuna non c'era. Quella che invece c'era, e forse sarebbe stato meglio se non ci fosse, era la folla urlante di bambine e bambini di otto anni.

Neal aveva sperato fino alla fine che Peter si fosse sbagliato, che la nipote di El compisse ventotto anni e non otto, ma non era andata così: l'altezza della festeggiata lentigginosa e quella dei suoi sdentati invitati non lasciava dubbi.

E così aveva provato a fare quello che Peter gli aveva detto.

 

Falli giocare a cose da bambini, falli divertire con la musica. Niente cose illegali.

 

Ripeteva quella frase nella sua testa da almeno mezz'ora, ma il piano sembrava non funzionare a dovere.

Qualcosa di molto pesante gli schiacciò la testa, facendogli strizzare gli occhi e battere i denti.

-Ma che diavolo...

 

D'accordo: basta così.

 

Si alzò, strofinandosi i pantaloni pieni di briciole di patatine:

-Basta così, ragazzi!- esclamò, riacciuffando due bambini che stavano per azzuffarsi: -Dunque... vi andrebbe qualche bel gioco di prestigio?

 

 

A pensarci bene, quell'idea gli sarebbe dovuta venire parecchio tempo prima: ora i bambini pendevano dalle sue labbra.

 

-...e così: PUFF! La moneta non c'è più!

 

Un silenzioso "Oooh!" schiuse le bocche dei quindici bambini.

 

-Tu, piccola, come ti chiami?

-Samantha!

-Vieni qui e prova a fare come faccio io: dunque, prendi in mano la moneta, passala di qui, poi...

-Caffrey! Cosa stai facendo?

-Peter!

-Avevo detto niente giochi di...

-Non è come sembra!

 

Neal si guardò intorno, sperando che quei marmocchi lo coprissero. Proprio in quel momento però, un bambino dall'aria saputella si alzò:

-Guarda qui, signore! Ho imparato a fare un gioco di prestigio!

 

L'occhiataccia di Peter fu una delle peggiori.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > White Collar / Vai alla pagina dell'autore: M4RT1