Ore 12:50; finalmente il suono dell'ultima campanella di questa giornata senza fine. Portai lo zaino su una spalla e presi i libri sottobraccio scendendo al piano terra per metterli nell'armadietto.
Neanche il tempo di mettere il codice, che il solito gruppo di bulletti sfigati mi fece cadere tutti i libri dal braccio che li teneva saldi. Scoppiò, subito dopo, una rumorosa risata che contagiò tutto il piano terra. Diventai rossa in viso e mi accucciai velocemente per riprenderli, quando sentì delle urla; alzai lo sguardo.
- Dovete smetterla di prendervela con lei, state seriamente rompendo il cazzo. - vidi Justin arrabbiato davanti a loro, a qualche centimetro di distanza dal suo viso e quello di Jakon, il capo di quella 'banda'.
- Stanne fuori Bieber. - rispose.
- Se no? Non potete farmi nulla, avete paura ad incontrare il mio sguardo..figuriamoci a picchiarmi. -
I ragazzi abbassarono lo sguardo apparte Jakon che invece fece una smorfia di disgusto. Justin sorrise soddisfatto.
Era stupendo, soprattutto quando mi difendeva; lo faceva sempre. Eravamo migliori amici da una vita e per quanto stronzo potesse essere il suo carattere, con me non alzava mai la voce esageratamente e non faceva nulla contro la mia volontà.
Sono stata innamorata di lui, si, ma non ho pututo portare avanti questo sentimento per via delle frequenti litigate causate dalla mia solita gelosia. Justin è sempre stato pieno di ragazze che gli andavano dietro e a lui ciò piaceva..come a tutti i maschi, del resto.  Così, un giorno, decisi di smetterla di illudermi a lui e da quel momento tornai a vederlo come un amico..cioè quello che era.
Tornai alla realtà quando vidi una scena da brivido. Justin sferrò un pugno in pieno volto a Jakon che cadde indietro.
Si rialzò e portò una mano alla bocca sanguinante. - Te le stai cercando, Bieber -
- Ohohoh che paura! - replicò Justin.
Non feci a meno che ridere cercando di non dare nell'occhio. Appena vidi, però, che la situazione si stava surriscaldando, andai da Justin e lo presi per il braccio sussurrandogli di lasciar perdere. Annuì ed uscimmo da scuola avviandoci verso il pullman  quando vennì spinta e caddi a terra, sull'asfalto. Vidi Jakon fulminarmi con gli occhi. Era solo, il resto della banda se n'era dato a gambe sicuramente. 'Sfigati' pensai. 
Justin spalancò gli occhi e fece un passo indietro per poi sganciare un altro pugno a Jakon che rispose e si buttò sopra di lui riempiendolo di pugni. Avevo paura, iniziai ad urlare ma nessuno aveva il coraggio di dividerli.

Notai il volto di Jus pieno di sangue, pregai Dio che ne uscisse illeso.
Forse per miracolo o per sola fortuna, il preside notò il casino e accorse immediatamente lasciando a tutti e due una sospensione di due settimane. Finalmente tornammo a casa e lo feci entrare nella mia date le sue ferite.
- Se non fosse stato per il preside chissà cosa sarebbe successo - dissi mentre lo accompagnai in bagno.
- Non sarebbe successo nulla se quei coglioni non ti avrebbero fatto cadere i libri -
- Ma Justin, dai. Erano solo libri - gli passai il disinfettante sulle ferite in viso.
 - Ai! -
- Scusa.. - cercai di fare più piano.
Sbuffò. Oh dio, era perfetto anche quando sbuffava e per la prima volta in tanti anni, gli stavo a pochissimi centimentri di distanza. Subito dopo aver passato il disinfettante, presi un pò di crema con le dita e gliela misi sul viso accarezzandoglielo. Non riuscivo a trattenermi dal baciarlo, sorrise.
Sentì una vampata di calore sulla mia faccia, così mi allontanai ricambiando il sorriso. - Finito. -
- Alleluia! - rise e corse nella mia stanza. Io misi le cose mediche a posto e mi avviai anche io. Lo trovai sul letto, con le mani dietro alla testa e la TV accesa.
Mi fece segno di sdraiarmi accanto a lui e obbidì. Mi levai le scarpe e mi posizionai accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto. Lui mise un braccio attorno a me e mi diede un bacio sulla fronte, mi guardò e io guardai lui.
- 'Cause nothing could ever, ever replace you
Nothing can make me feel like you do.
You know there’s no one, I can relate to
And know we won’t find a love that’s so true. - iniziò a cantare.
- Canti? - risi.
- Si - sorrise avvicinando il suo viso sempre più al mio, fino a far toccare le nostre labbra.
Si staccò qualche secondo dopo. - There's nothing like us, there's nothing like you and me, together - sorrise, tornando a baciarmi.