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Autore: Ettie__    01/02/2013    14 recensioni
Londra.
Era lì che stavo andando.
Era il periodo di Natale. L’atmosfera che attorniava una delle più belle città inglesi, era briosa e ricca di allegria.
Londra era una fantastica vista in inverno, era una fantastica vista in generale, ma in quel periodo dell’anno era assai affascinante.
Piena di luci e decori natalizi, gente che scorrazzava da un negozio all’altro - ancora intente a comprare i regali per i propri parenti e amici -, felici famigliole che trascorrevano il loro tempo con le persone a loro più care.
Tutto ciò che vedevo, tutto ciò che mi passava davanti agli occhi, era tutto ciò che più desideravo in quel momento.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questa è la prima storia che scrivo, e mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate. Se non vi piace non è un dramma ahahah, se vi piace - invece - sarei molto felice.
Bene ora che vi ho detto ciò, posso anche rotolare via.
Se volete che il capitolo vi emozioni, visto che mentre lo scrivevo mi è successo (ahahah e non scherzo), mettete come sottofondo 
"A thousand Years - Christina Perri".
Per sentirla basta cliccare sulla parola in blu.
Ci vediamo a fine capitolo.



 1. London




Londra.
Era lì che stavo andando.
Era il periodo di Natale. L’atmosfera che attorniava una delle più belle città inglesi, era briosa e ricca di allegria.
Londra era una fantastica vista in inverno, era una fantastica vista in generale, ma in quel periodo dell’anno era assai affascinante.
Piena di luci e decori natalizi, gente che scorrazzava da un negozio all’altro - ancora intente a comprare i regali per i propri parenti e amici -, felici famigliole che trascorrevano il loro tempo con le persone a loro più care.
Tutto ciò che vedevo, tutto ciò che mi passava davanti agli occhi, era tutto ciò che più desideravo in quel momento.
Era ormai un’ora che viaggiavo su questo vecchio taxi ingiallito, ed era ormai da un’ora che pensavo da come la mia vita sarebbe cambiata da li a poco.
Non capivo perché i miei genitori avevano avuto l’idea di mandarmi qui, ma la cosa che mi sorprendeva di più era l’approvazione di mio fratello maggiore Liam nel tenermi con lui.
La felicità che avevo provato nel momento in cui la notizia - del mio trasferimento a Londra –era giunta alle mie orecchie, era paragonabile ad un bambino in un negozio di libri: inesistente.
Ero sempre stata una ragazza con un carattere chiuso e insicuro, avevo sempre avuto paura del giudizio degli altri e per questo mi era difficile fare amicizia. Non avevo molti amici - anzi -, l’unica persona a me cara era la mia migliore amica Blaire.
Ora che ero distante da lei, non avevo la minima idea di come integrarmi nella scuola, che da li a poco avrei dovuto frequentare. Venivo sempre esclusa dalle attività di gruppo che si facevano a scuola, venivo sempre esclusa da tutto in realtà; forse era il mio aspetto esteriore che lasciava a desiderare, già probabilmente era quello.
Chi voleva fare amicizia con una ragazza come me? Amavo – e amo tutt’ora – vestirmi in modo stravagante, portate occhialoni da nerd e colorarmi i capelli ogni tre per due.
Una tipa strana, no? Proprio così, mi piaceva distinguermi dalla massa, anche se comportava qualche difficoltà.
Al contrario di ciò che la gente diceva, io mi reputavo una ragazza molto carina, si carina.
Il mio viso era contornato da delle adorabili fossette, i miei occhi avevano il colore del cioccolato fuso, i miei capelli castano scuro ricadevano mossi sulla mia schiena magra e fragile, il mio naso – invece – era la fotocopia di quello di mio fratello.
Nel complesso, mi piacevo.
Le uniche pecche che deformavano la mia vita erano il fumo e l’autolesionismo. Già, io ero un’ autolesionista.
Ero vittima di bullismo – sia fisico, sia psicologico – da quando avevo iniziato il primo anno di liceo. Speravo vivamente di non trovarmi nella stessa situazione anche qui, non sarei riuscita a reggere tutto quello.
« Scusi signorina, potrebbe ripetermi cortesemente la via? » la voce del taxista mi aveva distratto da quelli, che in quell’arco di tempo erano stati i miei pensieri.
« Ehm, aspetti un secondo » dissi all’uomo, mentre cercavo nella borsa il foglietto.
« Trovato! » urlai trionfante, senza rendermi conto che il guidatore mi guardava spaventato. Ecco, un’altra persona che mi credeva pazza.
« Allora … W16 Notting Hill » gli risposi cordialmente io.
« Sei sicura? Girano strane voci in riguardo al quartiere; le persone scompaiono senza un perché… è pericoloso » mi si rivolse lui con un tono di voce misto tra il titubante e il preoccupato.
Aveva una faccia sconvolta.
« Si, devo andare là! Invece di impressionarmi con queste leggende metropolitane, potrebbe per favore ripartire » gli dissi io sbrigativa.
Non mi convinceva per niente quell’uomo, e non vedevo l’ora di arrivare a casa di Liam.
A seguito del piccolo inconveniente, l'uomo era stato zitto per tutto il viaggio, mentre io - intenta a guardare fuori dal piccolo finestrino - ascoltavo la sua musica. La musica di Ed Sheeran.


***

Dopo uno stancante viaggio in macchina ero finalmente arrivata alla meta prevista. 
Il taxista mia aveva aiutata a scaricare le valigie, dopo di che, aveva fatto retromarcia ed era partito come un razzo sulla strada ghiacciata appena percorsa. 
Che tipo strano.
Non aveva tutti i torti però, questo posto metteva davvero i brividi. 
Allora vediamo un po’. W12, W13, W14, W15, W16... Eccolo! 
Payne. Deve essere per forza questo. Tanto vale suonare no?
Dopo un po’ di scampanellate, sento dei passi avvicinarsi alla porta. Un flebile - ma ben udibile - "chi è?" si sentii dall'altra parte.
« Sono Lesly » avevo detto io con un tono di voce più alto.
La toppa dove era inserita la chiave scattò velocemente e - senza avere neanche il tempo di proferire parola -, due grandi braccia avevano avvolto il mio fragile corpicino. 
Il calore che emanava quell'abbraccio mi aveva rassicurato parecchio. 
Ero contenta di essere li.
Ero contenta di essere a casa di mio fratello Liam.
Ero contenta di essere accanto all' unico uomo che non mi avrebbe mai tradita.
Ero contenta di essere tra le sue braccia.
Dopo quell’ abbraccio pieno di affetto, mi aveva condotta in casa e - mentre portava le valigie al piano di sopra -, mi aveva detto di accomodarmi sul divano.
Al suo ritorno, munito di due fumanti tazze di tè e un vassoio colmo di biscotti, si era posizionato accanto a me.
« Allora, cosa mi racconti Les? » mi chiese lui, dopo aver addentato un biscotto alla cannella. I nostri preferiti.
Che cosa gli dicevo ora? Che la mia vita era una totale merda e che – per quanto mi era difficile ammetterlo – ero un’ autolesionista?!
No! Assolutamente no!
Dirgli una bugia e come tradire la sua fiducia. Mi era troppo difficile farlo.
Ma mi costava dirla.
Era la soluzione migliore.
Per me. Per lui.
« Niente di nuovo, le solite cose presenti in una vita di una quindicenne »  risposi io con un sorriso – indubbiamente falso – e sorseggiando quel poco di tè che mi era rimasto nella tazza di porcellana.
« Te la ricordi? » gli chiesi io, prima che potesse continuare con le domande.
Mi guardava con sguardo interrogativo e con la fronte corrugata.
Non aveva capito.
« Nonna, dico. Te la ricordi? » gli chiesi di nuovo. A differenza di prima, la mia voce si era intristita e quel fantastico sorriso che incorniciava la bocca di Liam , era  - ormai - diventato una smorfia amareggiata.
« Certo! Perché me lo chiedi? » mi si rivolse lui con un tono sorpreso.
Già, perché glielo avevo chiesto?
Forse perché, sorseggiando il tè – cosa che facevamo sempre io e mia nonna quando ero piccola – mi era venuta alla mente.
Si è sicuramente il motivo.
O forse, essendomi passata in mente una scena che ritraeva me, lei e Liam alle prese con i biscotti, era stato naturale dirlo.
Ricordando il contesto, mi venne spontaneo ridere.
Era davvero esilarante la situazione che si era creata.
La nonna e Leeyum stavano sfornando i biscotti e io, intenta a prendere un vassoio su uno scaffale – troppo alto per me – ero andata a finire contro il set di porcellana preferito della nonna.
Io ero così amareggiata, ma la sua voce calda e comprensibile mi aveva fatto rincuorare.
“Non ti preoccupare” mi aveva detto, “Sono cose che capitano”, aveva continuato lei.
Mi mancava davvero tanto.
Troppo.
Una calda lacrima aveva rigato il mio viso.
Per me era abituale piangere.
Ero abituata alle quantità industriali di lacrime – miste a trucco – che inondavano il mio volto ogni singolo giorno.
« Mi manca. Tutto qua! » gli risposi io sorridendo.
Un vero sorriso questa volta.
« Anche a me Les. Anche a me » mi disse lui con un sguardo dispiaciuto.
Avevano sempre avuto un rapporto fantastico.
Non mi sapevo spiegare il motivo della loro grande complicità. Erano sempre uniti, e questo mi faceva davvero felice. Ma la cosa che veramente non riuscivo a capire era il loro modo di intendersi.
Nonna sapeva sempre cosa stava per fare Liam, e viceversa.
Era una cosa strana, ma chi non lo era? Io in primis.
Un’altra cosa che mi veniva sempre alla mente era  la sua morte misteriosa.
Nessuno aveva visto, né sentito niente.
Come se si fosse volatilizzata.
Erano stati mesi difficili per me. Quelli. 
Lei era la mia unica fonte di salvezza. Era l’unica a sapere dei miei problemi. Era l’unica persona  – a parte Liam, ovvio – che mi capiva come solo una madre sapeva fare.
Già, per me lei era come una mamma, una mamma che non avevo mai avuto.
Non che la mia non ci fosse più. Ma lei si – la mia dolce nonnina –, che  mi sapeva capire davvero. Lei si, che mi ascoltava nel momento del bisogno. Lei si, che c’era sempre.
Sono Lesly Payne e questa, è la mia storia





Ehi ragazze!
Ho deciso di riscrivere la storia basandomi solamente
sul genere di Pretty Little Liars.
Spero vivamente che le recensioni saranno numerose come in questo capitolo;
e che naturalmente vi piaccia e coinvolga.
Per quanto riguarda i vampiri, ho preferito escluderli, quindi...
ci sarà molta suspance e agitazione.
Gente che si comporterà in modo sospettoso, strane idee e molto altro.
Alla prossima bellissime, 
kiss kiss Swag_Queen xoxox

P.s: vi lascio i miei account di facebook, twitter e ask
P.s.s: Non è figo il mio spazio autrice? Sisi c:




        

  
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