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Autore: Red Rope    01/02/2013    1 recensioni
[Dalla storia]
Se mai dovessi volare, si disse, sono sicuro che la sensazione sia come essere abbracciati da lui.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You give me the wings to fly
You are the clear blue sky
I'm floating so free, so high
Falling in grace
For you – and I

(The wings – Gustavo Santaolalla)

Aprì gli occhi, svegliato dalla luce del sole che filtrava attraverso la finestra semi aperta; mugugnò, mentre il mal di testa, alimentato dal fastidio per la luce, si faceva strada nella sua mente. Se gli piaceva bere, in egual modo odiava il dopo sbornia – ma per lo meno quella sera era tornato a casa sua, riconosceva il muro davanti a sé.
Si stiracchiò, arricciando le punte dei piedi, per poi tirarsi su, liberandosi delle lenzuola sfatte: la prima cosa che notò fu la camicia a quadri ai piedi del letto, chiaramente non sua. Col mal di testa martellante era difficile pensare, e di ricordare non se ne parlava neppure, quindi la provenienza – e l'appartenenza a – di quell'oggetto erano sconosciute. Mentre lentamente cercava di pensare, il rumore di una tazza poggiata nel lavandino lo tirò di nuovo nella realtà. C'era qualcuno in casa, quindi.
Si alzò dal letto, ancora stordito, e cercò qualcosa da indossare – il fatto che fosse nudo lo rassicurava poco e nulla. Aprì piano la porta della camera, strusciando i piedi per terra e barcollando, un po' per la sbornia, un po' per il sonno, e si affacciò alla cucina, solo per rischiare di scontrarsi con il suo ospite.
Heath era lì, in piedi davanti a lui, con addosso solo un paio di jeans bassi, che lasciavano ben poco all'immaginazione.
Oh...” biascicò Heath. “Io...stavo andando via, ecco”.
Jake lo guardò, cercando di fare chiarezza nella propria mente offuscata. “Perché?”. Gli uscì così, non voleva nemmeno dirlo ad alta voce. “Cioè, voglio dire...” guardò dietro Heath, alla ricerca dell'ispirazione per continuare la frase, e vide sul tavolo una tazza piena di caffè e una ciambella. Oh, gli aveva preparato la colazione, che pensiero carino. “Voglio dire...potevi svegliarmi, avremmo mangiato insieme...”
Ahn, no, ecco...” Heath si passò la lingua sulle labbra, cercando le parole. “Non...Non sapevo se avrebbe potuto farti piacere”.
Jake esitò: gli avrebbe fatto piacere? Non ricordava nemmeno perché Heath fosse lì, quindi rimase in silenzio, annuendo, e lo superò, sperando che prendesse il suo comportamento come quello di chi è stanco, o in post-sbornia. Si sedette al tavolo, cominciando a sorseggiare il caffè: zuccherato il giusto, come se Heath sapesse perfettamente come lo preferiva.
Beh...io allora andrei” mormorò Heath, che era rimasto in piedi sulla porta. Jake lo guardò per un lungo istante, per poi posare la tazza.
Heath...”. Il biondo si fermò, guardandolo come speranzoso. “Ieri sera...” Ieri sera cosa? Scosse la testa, come a mandare via dei pensieri che non riusciva nemmeno a formulare. “Lascia stare, non so nemmeno io cosa voglio dire...”.
Heath annuì, arrossendo un poco. “Ci sentiamo presto, Jake” disse frettolosamente, andando in camera a recuperare la sua camicia. Jake continuò a bere il suo caffè, guardandolo passare nuovamente davanti alla cucina, per andare via. Il suo cervello lavorava a rilento, ma piano piano pensava: dopo 'Brokeback Mountain' si erano visti poco, e sempre con un certo imbarazzo a causa di ciò che era successo. Jake ci aveva pensato spesso: all'epoca non era sicuro dei propri sentimenti per Heath, e per non ferirlo – non più di quanto non avesse già fatto – aveva preferito evitarlo, ma dopo il loro ultimo incontro – o forse penultimo, visto che a quanto pare l'ultima volta era stata la sera prima -, qualche mese prima, Heath era stato sempre di più al centro dei suoi pensieri.
Si alzò di scatto, e corse giù per le scale, sperando di fare in tempo, e quando si trovò quasi alla porta, per poco non andò di nuovo a sbattere contro Heath.
Jake?”. Lo guardava accigliato, forse cercando il motivo per cui il ragazzo si fosse catapultato giù dalle scale.
Non andare” disse, cercando aria per i suoi polmoni. “Rimani, non andare” ripeté, vedendo l'espressione confusa di Heath.
Jake...” mormorò, ma si fermò subito, vedendo gli occhi chiari del moro, supplicanti. “Io...” scosse la testa tristemente. “Dovevo lasciar stare molto tempo fa, sarebbe stato meglio per tutti e due se non ti avessi detto nulla”. Il volto di Jake si rabbuiò.
Heath, mi dispiace per ciò che è successo” iniziò. “Io...era tutto troppo confuso, e non sapevo cosa fare”. Deglutì. “Ma ora voglio provarci, voglio che possa funzionare”
Lo so”. La risposta di Heath lo lasciò spiazzato.
Cosa?”
Stanotte, mentre noi...” si schiarì la voce. “Insomma, stanotte lo hai ripetuto spesso”.
E tu...?”. Heath abbassò gli occhi, e la risposta evidente colpì Jake come un pugno. “Tu non vuoi” disse, forse un po' troppo duramente.
Non lo so, Jake” ammise, torturandosi le mani. “Non so cosa voglio, ora come ora. Sono uscito con una ragazza per un po' di tempo, ma non ce la facevo, pensavo a te”.
E allora vuoi stare con me! Cosa c'è che ti frena?” gli chiese, irritato.
Il fatto che tu non ti sia ma fatto vivo!” sbottò, rosso in viso per la rabbia. “Ogni volta mi evitavi, facevi di tutto per non parlarmi!” lo guardò, con la gola sempre più stretta in un nodo. “Ho pianto come una ragazzina ogni santissima volta. E alla fine sono riuscito a dimenticarti” disse, abbassando il tono di voce. “O almeno, era quello che ho creduto fino a ieri sera”.
Non riusciva a capire, Jake: perché se voleva stare con lui, semplicemente non lo faceva? Heath mise una mano sulla maniglia, e fece per aprire. Jake avrebbe voluto piangere, urlare, gridargli di rimanere, abbracciarlo, ma non fece nulla fino a che Heath non fece il primo passo per uscire.
Non andare” disse di nuovo, con la voce incrinata, afferrandolo per una manica in un gesto disperato. Heath si fermò, sentendo le lacrime salirgli agli occhi.
Non puoi cancellare così tanti anni con due parole” rispose, mentre le lacrime iniziavano a scendere.
Non voglio cancellarli”. Ormai aveva iniziato a piangere anche lui. “Voglio aggiungercene altri mille, però più belli, più dolci, più...amati”.
Heath si voltò, e vide Jake asciugarsi gli occhi con il dorso della mano, tirare su con il naso. Si guardarono per qualche lungo attimo, prima che Heath lo stringesse a sé, piangendo entrambi come non avevano mai fatto.

Era la sensazione delle mani di Heath sulla sua pelle che lo faceva impazzire. Anche le sue labbra sul collo, là, vicino all'orecchio e alla mandibola. E anche la sua schiena premuta contro il petto di Heath. E pure le loro gambe intrecciate, se proprio doveva.
Forse era Heath che lo faceva impazzire.
Lo sentiva respirare lì, accanto a lui, dietro di lui, nel grande letto sfatto. Le lacrime erano scivolate tutte via, mangiate tra sospiri e baci, e non c'era stato nient'altro che carezze sulla loro pelle. Le braccia di Heath ora attorno al suo corpo erano un balsamo.
Se mai dovessi volare, si disse, sono sicuro che la sensazione sia come essere abbracciati da lui.

 

Angolino dell'autrice

Brokeback Mountain mi ha spezzata, occhei?
E ero in vena di fluff e angst ovunque, ecco, forse perché la mia vita ultimamente è racchiusa in queste due sensazioni, lol
Bene, spero sia piaciuta, quindi recensiteeeee! :3

   
 
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