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Autore: Jeck86    01/02/2013    1 recensioni
[Kull di Valusia (di Robert E. Howard)]
Chi non conosce Conan il barbaro?
Ovviamente lo conoscono tutti.
Kull di valusia è un personaggio dello stesso autore Robert E. Howard.
Kull, in un certo senso, è il gemello sfigato di Conan.
Anche Kull è un barbaro: Conan è un Cimmero mentre Kull viene da Atlantide
Anche Kull è un re: Conan è re di Aquilonia mentre Kull è re di Valusia.
Ed entrambi vivono durante l'immaginaria epoca hyboriana.
Uno vive all'inizio dell'epoca hyboriana ed uno alla fine.
La differenza tra i due è che mentre le storie di conan il cimmero sono un ciclo lunghissimo quelle di Kull sono un libro di 200 pagine.
Personalmente ho sempre preferito Kull a Conan.
Questa storia parla di una delle tante campagne militari di re Kull di Valusia.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note di inizio ff.
 

Chi non conosce Conan il barbaro?
Ovviamente lo conoscono tutti.
Kull di valusia è un personaggio dello stesso autore Robert E. Howard.
Kull, in un certo senso, è il gemello sfigato di Conan.
Anche Kull è un barbaro: Conan è un Cimmero mentre Kull viene da Atlantide
Anche Kull è un re: Conan è re di Aquilonia mentre Kull è re di Valusia.
Ed entrambi vivono durante l'immaginaria epoca hyboriana.
Uno vive all'inizio dell'epoca hyboriana ed uno alla fine.
La differenza tra i due è che mentre le storie di conan il cimmero sono un ciclo lunghissimo quelle di Kull sono un libro di 200 pagine.
Personalmente ho sempre preferito Kull a Conan.
 
Questa storia parla di una delle tante campagne militari di re Kull di Valusia.
 

Kull e la regina di Zarfhaana


Era il tramonto di un afoso giorno d'agosto.
Kull, re di Valusia, era seduto a cena coi suoi due consiglieri.
Erano in una sala della sua principesca dimora, in parte ancora in via di costruzione, ad un giorno di cammino dalla città delle meraviglie, capitale del regno di Valusia.
Dalle finestre aperte entrava la tiepida brezza della sera.
Si udì, a distanza, lo scalpitare di un cavallo.
Preannunciava l'avvicinarsi di qualcuno dalla strada, lastricata di nere pietre squadrate.
 
I tre uomini credettero che si trattasse di un ambasciatore, proveniente dal vicino stato di Thule.
Invece entrò un servo di re Kull a portare una lettera.
Kull la lesse, poi la diede ai suoi due consiglieri, con un gesto che richiamava su di essa la loro attenzione.
Fu l'anziano Thu il primo a leggerla e quando ebbe finito rimase accigliato, senza far commenti.
Brule della Lancia, invece, esclamò allegramente: "Lodato sia il dio Valka, per averci dimostrato, ancora una volta, il suo favore! Non avevo sperato che potessimo avere qualche altra cosa da fare, prima di ridurci nei quartieri d'inverno. Questo ti dimostri che il tuo regno non ti lascerà molto tempo per riposare."
 
Rideva, così dicendo, il Guerriero Pitta, socchiudendo gli occhi azzurri.
Il contrasto tra lui e l'anziano Thu, alto e spigoloso, era in quel momento acuita: perché quest'ultimo pareva incupito in viso, quanto gaio era Brule.
Poi Thu, accarezzandosi la grigia barba, prese di nuovo la lettera e la rilesse.
Era della regina Clodia di Zarfhaana.
Stando a ciò che c'era scritto, Ferippox Knut, Khan di Commoria, si armava per invadere il regno di Zarfhaana, al quale diceva di aver diritto, per la parentela col defunto marito di lei.
 
Il popolo di Commoria era un guazzabuglio di Tribù nomadi che non conoscevano l'agricoltura.
Avevano, secoli prima, imparato ad addomesticare le capre e le pecore e campavano di pastorizia.
Ogni Commoriano era un feroce guerriero ed un abile cavaliere.
Gli arcieri a cavallo commoriani erano temuti in tutto il mondo.
Le tribù di quella nazione, da sempre divise tra loro, non si erano mai dimostrate un pericoloso nemico per gli altri imperi del continente, bensì un valido scudo contro i demoni provenienti dalla terra delle ombre.
Ma, di recente, Ferippox Knut aveva assoggettato tutte le altre orde e si era proclamato Khan di Commoria.
Il Khan sapeva bene che, per quanto feroci, i cavalleggeri e gli arcieri a cavallo delle sue orde non avrebbero potuto reggere il confronto con la cavalleria pesante di Zarfhaana.
Così decise di arruolare anche dei mercenari a mezzo soldo, cioè con la promessa di ripagarli con i beni saccheggiati agli Zarfhaaniani.
Le risorse del Khan, assottigliate dalla lunga guerra per la supremazia in Commoria, non gli permettevano di assoldare una delle compagnie di ventura sempre pronte a combattere per chiunque le avesse pagate.
Quindi aveva spedito agenti reclutatori a Thule, affinché reclutassero soldati fra quei montanari, i quali avrebbero fatte più modeste condizioni.
 
Così il tempo diveniva alleato della regina,avvertita in tempo delle intenzioni dell'avversario.
Ella perciò avrebbe voluto prevenirlo, assalendolo prima, e invadendo il territorio di Commoria, mentre il Khan non era ancora preparato.
Dopo di che avrebbe imposto la pace, a condizioni che l'avrebbero salvaguardata, in avvenire, da simili pretese e da conseguenti pericoli.
Per raggiungere questo scopo, ella pregava Kull di combattere al suo fianco.
 
"Ecco una donna che ha prontezza di spirito!" Commentò Kull.
Immediatamente fece radunare l'esercito per la campagna militare.
"I cavalli! Chiamate le Guardie Rosse e fatele mettere in marcia. Dove è Kelkor? Muovetevi, idioti lenti e rimbambiti!"
Thu si allontanò rapido dalla sala del trono, con le vesti che gli sbattevano sul corpo rinsecchito dagli anni.
"Suonate le trombe di guerra! Presto! Chiamate Kelkor e mandatelo dal re, prima che sua maestà ci uccida tutti per l'impazienza."
 
Quattrocento cavalieri vestiti di rosso, con rosse corazze anatomiche e mantelli scarlatti, scelti fra i montanari di Valusia dai capelli color rosso porpora, aprivano la strada.
Ed a guidarli stava il capitano Kelkor di Lemuria
Benché di infima origine, Kelkor, era assurto al comando supremo con le sole sue forze.
Sui fianchi stavano gli alleati Pitti comandati da Brule della Lancia:
scudi di legno, lancie con punte di pietra in resta e spade nei foderi.
I pitti indossavano la loro tipica gonna a quadri o pantaloni aderenti e mocassini di pelle.
In testa portavano delle piume legate ai loro capelli neri, il petto nudo ed il viso dipinto dei colori di guerra.
Al centro dello schieramento cavalcava il re, con il consigliere Thu alla sua destra.
 
"Questa campagna non ha senso."Sbottò il vecchio consigliere. "Che ne guadagnerà Valusia da questa guerra?"
"Tanto per cominciare, indeboliremo Commoria, che altrimenti potrebbe dimostrarsi una spina nel fianco." Rispose re Kull.
"Una accozzaglia di barbari che non potrebbero mai rappresentare un pericolo per la grande Valusia."
"Io sono un barbaro ed ho ucciso il vecchio re di Valusia" Rispose Kull.
"E Valusia è ancora lì, più salda e potente di prima."
"In secondo luogo, andiamo a portare soccorso ad una vedova indifesa."
"A 22 anni ha seppellito due mariti. Sapete che Clodia era solo una schiava, prima che il vecchio re di Zarfhaana ne facesse la sua sposa? Poi questi è morto lasciandola erede del suo regno. Il consiglio della corona l'aveva, allora, obbligata a contrarre un matrimonio con il re di una tribù dell'oriente, per rendere sicuri i confini orientali. Anche costui è morto, misteriosamente, durante il viaggio di nozze. Donne come quella è meglio perderle che trovarle."
"Terzo: avevo voglia di far guerra, ché le mollezze della città delle meraviglie mi risultano tediose."
"Ma state attento, se la regina è bella come si dice, può far impazzire d'amore il più savio degli uomini!"
Il cancelliere Thu stava  per ribattere ancora qualcosa ma il re spronò il cavallo per mettere fine alla conversazione.
 
Quando arrivarono al palazzo reale di Zarfhaana, furono accolti, con grandi manifestazioni di apprezzamento, dalla popolazione in festa e, in particolare, dalla regina.
Ella era bella di una bellezza esotica: aveva i capelli viola della gente di Kamula e delle montagne di Valusia.
Ma portati lisci e lunghi, come le donne dei pitti.
La sua pelle era di carnagione abbronzata o olivastra ed i suoi occhi avevano un taglio selvaggio, da pantera.
Finiti che furono i festeggiamenti, Kull fu condotto, da una ancella, negli appartamenti della regina, per discutere della campagna.
La regina se ne stava mollemente adagiata su un divano, con un abito che poco lasciava all'immaginazione.
"Mio signore, ci giunge notizia che una nave Lemuriana ha portato un'armata di soldati da Thule a Commoria."Disse la regina. "I Tuliani sono poco più che uomini delle caverne, ma temibili in battaglia. Abili con la lancia e con l'ascia, non conoscono l'uso del cavallo ma sono marciatori infaticabili. Non hanno armature, ad eccezione di scudi ed elmi con le corna."E nel dire queste cose sospirava e sbatteva le palpebre, con una espressione languida. "E non possiamo impegnare al vostro fianco la nostra cavalleria pesante. Ci è assolutamente indispensabile per sbarrare la strada al nemico, se voi non doveste avere successo. Ma non temete. Stiamo reclutando soldati da mettere a vostra disposizione."
 
Occhi da pantera guardavano il barbaro Atlanteano, con uno sguardo che aveva su di lui l'effetto di un dolce, inebriante, veleno;
labbra sensuali, stupendamente rosse nel viso abbronzato, si socchiudevano a sorridere.
Ed il forte re se ne stava come un ebete, a guardare cotanta bellezza, senza nulla profferire.
"Che condizioni ponete per questa alleanza?"
"Già, le condizioni." Il re si riebbe.
Stava per dirle che si annoiava ed avrebbe combattuto anche per niente, quando la regina intervenne.
 
"Mi rendo conto che sarebbe meglio cementare la nostra unità di intenti con un matrimonio politico. È logico, per la nostra dinastia, legarsi stabilmente a Valusia."
"Un matrimonio tra me e voi?"
Kull era uomo di mondo.
Ma era soprattutto un uomo e nessun uomo avrebbe detto no alla bella regina.
Ma Kull la sorprese dicendo:"Prometto di prendere la cosa in considerazione." Che in terminologia politica significa "No!".
 
"Il mio Cancelliere mi ha avvertito contro una cosa simile. Vi chiama vedova nera."
Ghignando, la regina rispose:"Sarei proprio lieta di conoscere questo consigliere..."
Poi si fece seria e proseguì:"Non ho ucciso il mio primo marito, se è questo a cui vi riferite. Non volevo che mi sposasse nè che mi facesse la sua regina. Io ero una schiava. Ma lo amavo. Ed egli amava me. Per questo, egli decise di andare contro la legge che impedisce di sposare una schiava. Forse, proprio per questo, è morto. È stato un intrigo di palazzo, volto a mettere sul trono un'altro. Il khan Exantron Knut. Dando in sposa me a lui i miei consiglieri speravano di difendere il regno dai barbari. Io ho avuto la mia vendetta su quasi tutti i congiurati: Exantron per primo. Voleva essere mio marito, lo sciocco, ma non si comanda al cuore di una donna. Per completare la mia vendetta mi manca solo…"
"Fatemi indovinare: Ferippox Knut?"
"Giusto!"
"Vedremo ciò che possiamo fare."
 
E così l'esercito partì per Commoria, lasciandosi dietro il vecchio Thu, perché trattasse le condizioni dell'alleanza fra le due potenti nazioni.
In retroguardia era stato messo il nobile principe Ronaro di Atl Volante, con cui re Koll usava giocare a scacchi.
Ronaro era giovane ed inesperto di guerra; solo il suo rango gli dava diritto al comando della retroguardia.
Ma Kull voleva impedire che diventasse un cortigiano e farne, invece, un vero generale, come Valusia non ne enumerava da anni.
 
Ronaro comandava le truppe di fanteria: raccogliticci manipoli, reclutati tra la feccia della capitale di Zarfhaana.
Ma quel giovane ne aveva fatto un contingente disciplinato ed infaticabile.
Li aveva armati, a sue spese, di lance lunghissime con punte di pietra.
Per apprendere l'uso di esse non occorreva un grande addestramento.
E li aveva equipaggiati di scudi di legno, alla maniera dei pitti.
Ma più grandi, di modo da coprire l'intero corpo.
Aveva inoltre insegnato loro a combattere, compatti ed ordinati  in una formazione che oggi diremmo di falange.
Kull non aveva alcuna fiducia in quei tagliagole ripuliti ma pensava che potesse essere un buon inizio per Ronaro.
 
Nella piana di Drommonia, l'esercito Valusiano incontrò l'esercito Commoriano.
I due si apprestarono a dare battaglia.
La tattica dei Commoriani era semplice ed efficace: avrebbero mandato avanti gli arcieri a cavallo perché tempestassero di frecce l'esercito nemico.
Quando quest'ultimo si fosse gettato all'inseguimento, avrebbero fatto dietro front, tirandoselo dietro, senza smettere di bersagliarlo di frecce.
Poi i cavalleggeri, armati di sciabola, avrebbero richiuso il nemico in un cul de sac, circondandolo e macellandolo.
Era una tattica brillante che aveva dato grandi risultati nelle guerre tra Commoriani e Commoriani e, anche contro l'esercito di Valusia, non mancò di dare alcuni frutti.
 
Il re, al comando della guardia rossa, si gettò sul nemico con furia cieca.
Su di lui scattò la trappola.
La guardia rossa, l'elite dell'esercito valusiano, si trovava in un vicolo cieco.
I lancieri di Thule, assorbirono l'urto della cavalleria nemica senza fare una piega, mentre la cavalleria leggera avrebbe fatto a pezzi la retroguardia con sciabole scintillanti.
Ma la guardia rossa non cedeva di un passo.
Kull non era un damerino ma un guerriero valente ed assetato di sangue e, sebbene in pericolo mortale, non smise un attimo di scannare nemici, mentre Kelkor di Lemuria, capitano delle guardie, lo riparava dai colpi avversari, con il suo scudo.
 
Nel momento in cui Brule vide l'amico Kull circondato dai nemici, si lanciò, con l'ala destra della cavalleria Pitta, a dargli soccorso.
 
Al comando di ciò che restava dell'esercito, rimaneva solo il giovane Ronaro, con uno sparuto gruppo di fanti stranieri e l'ala sinistra della cavalleria Pitta.
La sua fanteria era troppo lenta per finire nel cul de sac e troppo ben protetta per essere scalfita dalle frecce commoriane.
 
Trovandosi ufficiale più alto in grado, Ronaro, fece smontare da cavallo i Pitti rimastigli e li mise in prima linea.
All'arrivo della cavalleria commoriana, su suo ordine, i pitti scagliarono le loro lance contro il nemico.
"Mirate ai cavalli!"Disse. "Sono bersagli più grossi e quando cadono fanno inciampare le file successive."
Dopo di che, estrassero le spade e sostennero l'urto della cavalleria, decimandola.
I cavalleggeri si ritirarono per ritornare, successivamente, all'attacco.
Questa volta puntarono sui fianchi che sembravano meno protetti.
Ma la mossa era stata ampiamente prevista da quell'astuto giocatore di scacchi che era il principe valusiano.
Egli aveva spostato i Pitti, più mobili e meno vincolati a combattere in falange, sulle ali.
Quando il nemico attaccò le ali, si trovò ad affrontare le affilatissime spade, nell'uso delle quali, i Pitti erano maestri.
L'avanguardia commoriana, invece, fu impalata sulle lance lunghe della falange, che aveva uno stile di combattimento troppo compatto per essere attraversata.
Frattanto, le guardie rosse non avevano perduto coraggio e, spronate dall'esempio del loro re, si erano aperte una breccia, pur tra le enormi perdite, fino all'ultima linea, dove riformarono i ranghi e si prepararono per un nuovo attacco.
L'esercito commoriano fu preso tra due fuochi, i fanti da una parte ed i cavalieri dall'altra e fu facilmente sconfitto.
 
Ferippox Knut e Kull dichiararono la pace alla maniera di quei tempi antichi: senza trattati. Solo dando la propria parola d'onore.
A quei tempi, la parola di un uomo era tutto.
Di ritorno a Zarfhaana, Kull fu sorpreso di non essere ricevuto con il trionfo che si meritava.
Fattosi largo  fino agli appartamenti della regina, fu colpito nel trovare la regina in compagnia del consigliere Thu...
...nell'attività che fra tutte è la più piacevole.
L'abbronzata pelle di lei faceva una strana impressione, avvinghiata al corpo magro e bianchiccio dell'anziano consigliere.
 
Per la stanza aleggiò un silenzio imbarazzato,prima che Brule della lancia lo spezzasse con una battuta.
"È  proprio vero che l'amore e cieco…"Disse il robusto Pitta. "…ma io no! E sarebbe per me molto bello se voi vi rivestiste."
"Madonna,"Disse il re guerriero alla regina."mi avevate detto che era logico per la vostra dinastia legarsi stabilmente alla mia ed avevate promesso di prendere la cosa in considerazione."
"Ed in considerazione la cosa io presi. Ma vi dissi pure che al cuore di una donna nessuno può comandare. Neppure il re di Valusia. E poi io ho un debole per gli intellettuali spigolosi."
 "E tu,Thu, non dici niente? Come ti giustifichi per avermi sottratto il premio della mia vittoria? Non era per te una impresa illogica difendere una vedova nera? Non andava forse contro gli interessi di Valusia?"
"Io vi dissi, signore, che la bellezza di una donna può stregare il più saggio degli uomini."Ribattè il Canceliere. "A chi pensavate mi riferissi, con l'epiteto di più saggio degli uomini, se non a me stesso?"
 E Brule della lancia scoppiò in una fragorosa risata, alla quale si associarono, di seguito, anche lo stesso re e Kelkor di Lemuria.
 
"Non mancano, a Kull, le concubine felici di condividere il suo letto."Disse ancora, fra le risate, il re. "Ne ho mai ambito alla corona di Zarfhaana perchè so quanto pesa quella di Valusia. Ma voi ci dovete festeggiamenti e banchetti e danze ed un trionfo..."
"E vino che rimpiazzi, nelle nostre vene, il sangue versato."Aggiunse Brule.
"Ed un matrimonio tra Reanis, la figlia ed erede della regina Clodia di Zarfhaana, ed il principe Ronaro di Atl Volante, per rinsaldare l'alleanza tra i nostri paesi ."Disse il cancelliere Thu. "Queste le condizioni che sono riuscito a strappare come ambasciatore di Valusia."
A chi lo guardava stupito, l'anziano cancelliere rispose"...sarò anche impazzito d'amore. Ma non tanto da dimenticare i miei doveri verso il mio paese."
   
 
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