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Autore: ddeathlips    02/02/2013    2 recensioni
Seguito di "Kiss in the morgue".
Molly abita da sei mesi a Baker Street,il suo rapporto con Sherlock è cresciuto,fino a diventare quasi indissolubile.
Un'aggressione ai danni di Molly sconvolgerà per sempre le loro esistenze.
Molly/Sherlock.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano sei mesi che Molly viveva a Baker Street,tutto si era stabilizzato in una strana routine che prevedeva parti umane dentro il frigo,casi di omicidio e spari sul muro.
Molly aveva preso la stanza al piano di sopra,la Signora Hudson era stata felice di avere compagnia femminile in casa.
Aiutava con le pulizie,con la spesa e con gli esperimenti.
John aveva intuito qualcosa sul rapporto di Molly e Sherlock,ma di certo non avrebbe mai immaginato che il suo migliore amico sgattaiolasse quasi tutte le notti in camera di Molly.
Era piena notte,un temporale infuriava,il vento e la pioggia scuotevano con forza le finestre.
Un lampo improvviso illuminò leggermente la stanza,facendo sobbalzare Molly Hooper.
Dove diavolo era Sherlock?
A quel punto dovrebbe essere già arrivato.
Si coprì la testa con la coperta quando un tuono rombò in cielo,aveva sempre odiato i temporali,fin da piccola.
La porta si aprì lentamente,Sherlock uscì dalla penombra togliendosi la vestaglia da camera e infilandosi nel letto insieme a Molly.
Immediatamente fu stretto in una morsa soffocante da due braccia  delicate.
-Hai i piedi congelati-osservò lui restituendo la stretta.
-Stai zitto-sorrise lei strofinando il naso sul collo del moro.
Praticamente ogni notte succedeva così,battibeccavano un po’ e poi si addormentavano.
Un altro tuono fece sobbalzare Molly,che strinse più forte le braccia intorno alla vita del moro.
-Soffocherò- sospirò lui.
-Credo che John sappia qualcosa- disse sovrappensiero Molly.
-Certo,gliel’ho detto io-fece spallucce lui.
-Dovevamo dirglielo insieme-sussurrò indispettita.
-Stavamo andando a Scotland Yard e mi ha fatto delle domande a cui io ho semplicemente dato una risposta-.
-Che tipo di domande?-chiese Molly sulle spine.
-Mi ha chiesto perché ogni volta che un uomo si avvicina a te mi innervosisco e mi ha chiesto perché ogni notte sgattaiolo in camera tua- disse il moro.
-Dovevi semplicemente dirgli che sei geloso-considerò lei.
-Io non sono geloso,non voglio che gli altri tocchino quello che è mio- sussurrò stringendo la presa sul fianco di Molly che in risposta alzò gli occhi al cielo.
-Tu che gli hai risposto?-chiese Molly.
-Gli ho detto che ormai da sei mesi abbiamo instaurato un rapporto stretto,con conseguenti effusioni e rapporti sessuali regolari-
Molly sentì tutto il sangue concentrarsi sulle guancie,come poteva aver detto a John che facevano sesso?
-Non potevi essere un po’ più fine?-chiese spiazzata lei.
Sherlock fece finta di non sentirla,baciò piano le labbra di Molly,accarezzando  la curva del suo fianco.
Molly rispose al bacio tibutante poi si staccò,guardandolo negli occhi chiari e languidi.
-Ti amo-sussurrò prima di poggiare le labbra sulla fronte del moro.
-Ti amo-rispose sorridendo.
Molly sgranò gli occhi sorpresa,era la prima volta che riusciva  a dirglielo ad alta voce.
-Sei stato bravissimo- sorrise lei mettendogli una mano fra i capelli.
-Ora me lo dovrai dire tutti i giorni-sorrise lei.
-Accontentati e zitta-disse lui.
Molly scoppiò a ridere,facendosi abbracciare.
Fuori dalla finestra il temporale si era calmato,diventando una leggera pioggia.
Molly sbadigliò poco educatamente e si sistemò per bene sotto le coperte,si mise meglio fra le braccia di Sherlock.
-Buonanotte- disse lei.
-Buonanotte- disse lui.
 
 
 
La mattina dopo Molly si svegliò al trillo della sveglia sul comodino.
Diede un pugno alla sveglia e si girò a vedere se Sherlock era ancora addormentato.
Dal bagno sentì lo scrosciare dell’acqua della doccia,Sherlock aveva lasciato il pigiama per terra,insieme alle mutande.
Molly si alzò,ciondolante e mezza addormentata,avrebbe voluto rimanere a dormire,ma dei cadaveri aspettavano le sue attenzioni.
Con uno sbadiglio andò a lavarsi i denti poi si rese conto di una cosa.
Sherlock faceva la doccia,quindi era impossibile che Molly si potesse lavare i denti senza che l’acqua della doccia diventasse gelida.
Con uno scatto del braccio spostò la tenda della doccia,Sherlock era impegnato ad insaponarsi con la spugna,alzò lo sguardo e la guardò inarcando un sopraciglio.
-Se mi volevi vedere nudo dovevi chiedere-
-Devo lavarmi la faccia,finisci in fretta la doccia,io vado a fare colazione-disse indispettita prima di scendere.
In salotto trovò John che metteva sul fuoco la teiera,si girò e le fece un saluto accennato.
John era un orso appena sveglio,non riuscivi a spiccicare mezza parola con lui.
- Sherlock sta facendo la doccia-disse versandosi un po’ di caffè.
-Ok,io devo andare in ambulatorio fra un ora-disse sbadigliando.
-Io devo andare in obitorio,devo finire di fare le cartelle e devo fare anche un paio di autopsie-borbottò lei girandosi,Sherlock era appena entrato in cucina,con i soli pantaloni addosso e i capelli che  grondavano acqua.
-Vai ad asciugarti Sherlock,ti prenderai un malanno- borbottò John.
-Non ho bisogno dei tuoi consigli,John- disse saccente.
- Sherlock,vai subito ad asciugarti i capelli- disse Molly tranquilla.
-Si,vado subito- borbottò prima di finire il caffè ed eclissarsi dalla porta.
John la guardava stralunato,come riusciva Molly a far obbedire Sherlock a ogni suo richiamo?
-Quindi è questo il vantaggio di fare sesso con lui?Farlo obbedire a ogni tuo richiamo?-chiese John sconvolto.
Molly annuì ridendo e andò a cambiarsi.
Mise un maglione pesante,fuori faceva freddo,mise i jeans e andò giù a prendere la borsa con le cartelle cliniche.
-Ci vediamo dopo,ragazzi- salutò sorridendo.
John le sorrise dal bordo della tazza mentre Sherlock la guardò in modo strano.
La ragazza sospirò e si avvicinò alla poltrona,si chinò e arrivò all’altezza del viso di Sherlock,appoggiò piano le labbra contro quelle del moro,baciandolo delicatamente.
Si staccarono e Molly sorrise,salutando John con la mano.
Il biondo era rimasto abbastanza spiazzato  dalla dimostrazione di affetto dei due.
-Ma lo fate spesso quando non ci sono?-balbettò il medico.
-Soprattutto quando non ci sei- osservò lui prendendo il violino e l’archetto.
John fece finta di niente e continuò a sorseggiare il tè.
 
 
 
 
Arrivata in obitorio,Molly venne sommersa dalle cartelle e dai cadaveri.
Con un sospiro si mise al lavoro,sicuramente avrebbe dovuto fare un'altra volta i doppi turni per non portare il lavoro a casa.
In pieno inverno i barboni morivano come le mosche,tutti gli obitori erano intasati,il lavoro era raddoppiato.
Con uno sbuffo si alzò e iniziò a spogliare il cadavere di un barbone morto per assideramento.
Con sgomento si accorse che vicino al linguine dell’uomo c’era un foro di proiettile,prese le pinze e lo asportò,il proiettile era vecchio e rovinato.
Sherlock non aveva casi in quei giorni,forse avrebbe potuto dargli un occhiata.
Prese il telefono e compose il numero,in attesa.
-Pronto?-la voce roca e sensuale di Sherlock le fece salire un brivido sulla schiena.
-Amore,forse ho qualcosa che ti potrebbe interessare!-disse entusiasta.
-Cosa ci sarà di interessante in cinque cadaveri di barboni assiderati?-chiese annoiato.
-Vuol dire che non errai a controllare come mai un barbone morto assiderato abbia una pallottola conficcata nel basso  ventre?-chiese insinuante.
-Molly,ti amerò per sempre-giurò felice come un bambino.
Molly rise chiudendo la chiamata,fissò il proiettile,sembrava molto vecchio,era arrugginito e pieno di tagli.
Lo mise in una bustina di plastica,con su scritto “Sherlock”.
 Dopo meno di mezzora,la porta del laboratorio si aprì rivelando la figura slanciata di Sherlock Holmes.
-Dov’è il cadavere?-Chiese burbero.
-È sul tavolo da laboratorio-disse leggendo la cartella di un altro barbone.
-Mostrami il foro d’entrata e il proiettile-mormorò iniziando a esaminare il cadavere.
Molly gli allungò il proiettile e tutti gli altri reperti.
-La pistola che hanno usato era molto vecchia,mio nonno andava a caccia e  usava le pistole d’antiquariato-osservò Molly.
Sherlock strinse gli occhi,osservando da vicino il foro d’entrata e il cadavere.
-Ci sono residui di polvere da sparo-disse lei osservando il ventre magro e ossuto dell’uomo.
Molly annuì piano,prendendo da una busta un paio di forbici per tagliare i vestiti dell’altro cadavere.
Con un bisturi iniziò piano a tagliare il petto dell’uomo.
Sherlock si fece più vicino a lei,osservando il cadavere,per guardare meglio poggiò le mani sulla vita della donna e la testa sulla sua spalla.
Molly girò la testa e lo guardò perplessa,Sherlock le poggiò le labbra sul naso,poi a un centimetro di distanza si gelò a una voce fin troppo nota e femminile.
-Che coppietta adorabile-la voce zuccherosa e leggermente acuta di Irene Adler rovinò uno dei rari momenti in cui Sherlock si dimostrava veramente umano.
Sherlock si girò,ghiacciandola con lo sguardo.
La Donnaera vestita di un corto vestito nero,aderente su fianchi e seni.
-Donna- Sherlock ghiacciò con gli occhi la donna che si avvicinò e gli circondò il collo con le braccia.
-Vattene,dovresti essere morta,se qualcuno ti vede penseranno che sei  resuscitata-disse  lui,togliendo sgarbatamente l braccia dal proprio collo.
Molly si sentì morire dentro,cos’èra lei in confronto a una donna di bellezza statuaria?
Irene si girò e la guardò divertito.
-Molly Hooper,patologa,coinquilina e fidanzata di Sherlock Holmes - la guardò dall’alto verso il basso.
-Già,desidera qualcosa da questo laboratorio?-chiese gentilmente.
-No,volevo solo controllare con i miei occhi che il grande Sherlock Holmes si fosse davvero preso una sbandata per un essere così insignificante - sorrise lei.
-Sai,se non ti spogli in continuazione e non vai a letto con chiunque magari le attenzioni di un uomo le riceverai in modo speciale-disse con sguardo divertito.
Irene sorrise sfacciata e si girò verso il moro,impalato dietro di lei.
-Allora le sai usare le unghie,piccolo micino?-rise sfacciata.
Molly fece finta di non aver sentito e continuò a fare l’autopsia.-
-Sai Sherlock,vorrei che tu venissi  con me a Parigi,la città dell’amore-sorrise sedendosi e accavallando le gambe.
Molly fece finta di non aver sentito,anche se aveva il cuore in gola.
-Non verrò-disse perentorio.
Molly si lasciò sfuggire un piccolo sospiro di sollievo,non voleva neanche pensare cosa aveva in mente quella donna.
-Come mai?non vuoi lasciare qui il tuo piccolo micino?-
Sembrava che la Donnasi divertisse parecchio.
-No credo che siano affari suoi,Miss Adler- borbottò lei.
-Non arrabbiarti tesoro-rise lei.
Avrebbe voluto conficcargli il bisturi in pieno petto.
Finita l’autopsia,passò al prossimo cadavere.
LO spogliò e notò lo stesso foro di proiettile,lo guardò da vicino e notò che il foro stava andando in cancrena.
La causa della morte era assideramento,ma il cadavere aveva perso moltissimo sangue.
Sherlock e la Donnanon parlavano più,si fissavano in silenzio e in cagnesco.
-Forse dovresti venire qui a dare un occhiata-disse Molly.
Sherlock si avvicinò e osservò da vicino il  cadavere.
-Controlla gli altri cadaveri-ordinò perentorio.
-Subito-
Spoglio gli altri tre cadaveri,due di loro avevano il foro di proiettile,mentre l’altro non aveva niente di strano.
-Il proiettile è stato sparato da vicino-osservò Sherlock con la lente di ingrandimento.
-Come si chiamano?-chiese rivolto a Molly.
-IL primo Edward Coffrey e il secondo Johnny Blash- disse leggendo il referto.
-Farò delle ricerche e  contatterò Scotland Yard- disse riflettendo ad alta voce .
Si girò verso la Donna,era sempre nella stessa posizione .
-Vattene da qui,prima che Microft ti vede- Fu freddo come una lastra di ghiaccio,la guardò un attimo poi si girò da Molly.
-Noi ci vediamo stasera,se riesco a chiudere il caso entro oggi-disse girandosi e sfiorandole la fronte con un  bacio.
-Come siete carini,Sherlock mi sai consigliare un buon albergo?Forse dovrei ritornare dove ci siamo incontrati l’ultima volta?-sussurrò maliziosa.
-Non credo che rimarrai a Londra a lungo,se non vuoi che chiami Microft per dirgli che  sei tornata dall’aldilà per farci una visitina-disse torvo il detective.
-Forse non ti danno abbastanza da mangiare,perché hai la dolcezza di uno yogurt scaduto da tre anni –disse scoprendo i denti candidi in una smorfia di disappunto.
-Me ne vado,addio Molly Hooper,arrivederci Sherlock Holmes -  salutò con un occhiata seducente e se ne andò.
Molly prese un respiro profondo,cosa voleva dire quel “arrivederci” per Sherlock?
Aveva intenzione di ritornare?
Magari,di sedurlo e portarglielo via?
-Non farlo-la interruppe bruscamente Sherlock,aveva la mano sulla maniglia.
-Cosa?-disse perplessa.
-Non dubitare della mia fedeltà,Molly Hooper - disse prima di andarsene e lasciare Molly da sola impalata in mezzo all’obitorio.
 
 
Dopo aver finito le autopsie scrisse tutto sulle cartelle,lavorò anche durante la pausa pranzo per non dover fare gli straordinari.
Avrebbe voluto continuare a lavorare per non dover pensare all’incontro con quella brutta stronza.
Aveva sezionato i cadaveri,solo uno era morto in fretta,gli altri erano stati tutti martoriati dalla cancrena.
Con un sospirò Molly finì l’ultima autopsia e si tolse i guanti.
Andò verso il suo minuscolo ufficio,dove stavano il suo cappotto e la sua borsa.
Accese la luce,rimase shoccata,un uomo grosso quanto un armadio a quattro ante,l’uomo si girò e la guardò con gli occhi iniettati di sangue.
Non riuscì a evitare il pugno che arrivò a ferirle lo zigomo,Molly indietreggiò con una smorfia di dolore sul viso,provò a urlare ma il tizio la prese per i capelli e la sbatté sul muro.
-Guarda guarda che bel bocconcino-sussurrò l’uomo.
Molly sbiancò,ci mancò poco che non svenne.
-Che ne dici se ci divertiamo un po’,piccola?-disse con voce roca,il suo alito puzzava di fumo e vodka.
Il panico assalì la gola della ragazza,non voleva neanche pensare un minuto che cosa intendesse lui per divertirsi.
Risalì una mano sulla coscia di Molly,in un vano tentativo di sedurla.
Molly si divincolò,ma l’uomo era molto più grosso di lei,non sarebbe mai riuscita a liberarsi.
I polsi erano stretti in una morsa sopra la testa.
L’uomo provò a baciarla,ma lei scostò la testa,l’uomo le diede uno schiaffo,Molly sputò sangue.
Con un singhiozzo la ragazza iniziò a piangere in silenzio.
L’uomo le respirava sul collo,mentre continuava a palpare i seni della ragazza.
Con gli occhi chiusi sentì improvvisamente di non avere più quella viscida presenza addosso.
Aprì gli occhi e vide Sherlock che teneva per il bavero della maglia,con un pugno lo buttò a terra e lo riempì con dei calci al ventre.
L’uomo sputò del sangue e provò  ad alzarsi ma Sherlock glielo impedì,prendendolo per il collo e lo sbatté sul muro.
-Chi sei?- chiese il detective rancoroso.
John arrivò dalla porta e la trascinò letteralmente fuori di peso.
- Molly lascia fare a lui,sa quello che fa- le sussurrò all’orecchio.
- John,potrebbe farsi male-mormorò tentando di andare verso l’ufficio.
- Stavi per essere stuprata e vuoi andare da Sherlock – disse lui stupefatto.
Tutto il panico che aveva subito negli ultimi minuti gli risalì come acido nello stomaco,la vista le si annebbiò e perse i sensi,svenendo fra le braccia di John Watson.
 
 
 
Sherlock cammina nervosamente su e giù per la camera,Molly era svenuta da quasi mezz’ora,insieme all’aggressore.
-Chi è l’aggressore?-chiese John indicando il corpo esanime dell’uomo gonfio di botte.
Sherlock c’era andato pesante,se John non l’avesse fermato molto probabilmente sarebbe morto.
-In questo momento non mi interessa- disse osservando Molly,era sdraiata su un piccolo divano.
Era bianca e il livido sullo zigomo si vedeva quanto i segni sul collo.
Le mani di Sherlock iniziarono a prudere,avrebbe voluto ucciderlo in modo lento e dolorosa.
Non sopportava l’idea di non aver capito in tempo che Molly stava per essere aggredita.
Molly si mosse e aprì lentamente gli occhi,mormorando il nome di Sherlock.
John si fece avanti e le aprì gli occhi.
Sherlock spostò quasi di peso il dottore e si mise davanti agli occhi della donna.
-Cosa è successo?-chiese confusa.
-Hanno tentato di- Sherlock non finì mai la frase,causa una potente gomitata nel costato da parte dell’ex militare.
-Dov’è quell’uomo?-mormorò tentando di alzarsi.
- Molly, sei al sicuro adesso-la rassicurò l’ex militare.
-È venuto qui per le cartelle cliniche dei barboni,vero?- chiese Molly guardando Sherlock negli occhi.
-Si,c’è qualcosa di grosso dietro questi omicidi e voglio sapere cosa- disse mormorando e aggirandosi per il laboratorio con una provetta in mano.
-Voglio andare a casa- mormorò Molly con una smorfia di dolore in volto.
-Devi farti fare una lastra,credo che quello strozzino ti abbia incrinato una costola- disse John con una smorfia in volto.
-Dovrò fasciarla,ma credo non ce ne sarà bisogno-.
-Io penso proprio di si- disse Sherlock   male.
-Stanno arrivando quelli di Scotland Yard a fare un sopraluogo- borbottò Sherlock innervosito.
-Dove sono le cartelle cliniche?- disse lei entrando nel panico.
-Sono al sicuro-la tranquillizzo Sherlock.
-Hai rubato delle prove?- chiese John in tono di rimprovero.
-Tecnicamente finché non arriva la polizia non sono prove- disse Molly con un sorriso tirato.
-Ha ragione Molly - disse annuendo Sherlock.
-Forse è meglio se state zitti,sta arrivando Lestrade - disse Sherlock a sottovoce.
-Ragazzi,come state?-chiese -Ragazzi,come state?-chiese Greg rivolto in particolar modo a Molly.
-Un paio di lividi non mi butteranno giù Greg - tentò di sdrammatizzare lei.
- Molly ora mi devi dire tutto quello che è successo- disse Greg prendendo uno sgabello e andando a sedersi vicino a lei.
Molly gli raccontò tutto quello che era successo,per filo e per segno.
Tralasciando ovviamente che l’uomo che l’aveva aggredita voleva le cartelle cliniche.
- Molly,ti sei già  fatta visitare da un medico?- chiese premuroso.
-No,ma non credo che ce ne sarà bisogno- lo rassicurò Molly  alzandosi e barcollando leggermente.
-Tu ti devi far  visitare subito,Molly - disse Sherlock guardandola negli occhi.
Molly fece un piccolo cenno di assenso e scese piano dallo sgabello.
Sherlock andò verso la porta,prendendo Molly per la mano e la accompagnò fino al pronto soccorso.
Lestrade e John non ebbero il coraggio di seguirli.
 
 
Molly avrebbe  dovuto subito fare una lastra per assicurarsi che la costola non avesse perforato il polmone.
Rimasero soli nella saletta con il lettino,Sherlock seduto nello sgabello,Molly seduta sul lettino.
-Sei arrabbiato?-chiese guardandolo.
Sherlock era curvo,con le mani sotto il mento e un ‘espressione corrucciata sul viso.
-Si- rispose sbuffando.
-Con me?- chiese titubante.
-No,con me stesso-disse con lo stesso tono piatto di prima.
-Perché?-chiese leggermente preoccupata.
-Non sono riuscito a proteggerti come avrei dovuto-disse con tono arrabbiato.
- Sherlock,tu non dovresti proteggermi ventiquattrore  su ventiquattro- tentò di consolarlo lei.
- Molly,il nostro legame sentimentale prevede che io non ti dia solo il mio amore e la mia libidine,ma anche sicurezza e protezione-disse guardandola negli occhi.
-Cosa stai dicendo Sherlock?A me basta che tu sia te stesso,che tu mi dia il tuo amore,per me così è perfetto- disse sorridendo,nonostante il dolore al viso e allo stomaco.
-Per te non è abbastanza!Come farò a proteggere i nostri figli,se a malapena riesco a proteggere me stesso decentemente?-
Sherlock si stava arrabbiando,era nervoso come mai in vita sua.
Molly sorrise,da quando il più grande investigatore voleva dei figli?.
-Quanti ne vuoi?-chiese Molly sorridente.
-Voglio tre femmine e un maschio-disse facendo un sorrisino sghembo.
-Cavolo,sai che dovrò partorirli tutti io?-chiese ridendo.
-Lo so,ma sono io che dovrò metterti incinta-rispose,mentre il sorriso sul suo volto si allargava.
-Appunto,a te spetta la parte più divertente-disse facendo segno a Sherlock di avvicinarsi.
Lui si avvicinò e Molly incrociò le braccia sulla schiena del moro,che poggiò la testa sulla spalla della donna.
Sherlock baciò piano il collo,mentre Molly si inarcava nonostante il dolore.
Bussarono piano alla porta e Sherlock si staccò da Molly,mentre la dottoressa entrava con le lastre in mano.
-Bene,Dottoressa Hooper la sua costola ha bisogno di una fasciatura ma non possiamo farle la lastra-disse entusiasta.
-Come mai non potete farmi la lastra?-chiese Molly preoccupata.
-Devo dirle che è stata molto fortunata-sorvolò la domanda.
-Ci vuole spiegare perché la mia compagnia non può fare la lastra?-chiese Sherlock spazientito.
-Signorina Hooper,lei aspetta un figlio-disse sorridendo.
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Buongiorno,mi sono appena svegliata è ho appena trovato un modo per pubblicare il continuo di “Kiss in the morgue”,ho scritto questa storia in meno di due giorni.
Non ho altro da dire se non che nella mia città:
È ARRIVATO IL CIRCO!!!
Sono strafelice,se non per il fatto che sono momentaneamente bloccata  a casa,causa un colloquio con la mia cara professoressa di matematica. *si mette le mani nei capelli e piange disperata in un angolo*
Vi vorrei annunciare che sto scrivendo altre cinque storie su questo fandom e non so quando potrò pubblicare il seguito,vi farò stare sulle spine ancora un po’.
Ci vediamo alla prossima storia.  
  
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