Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: yllel    02/02/2013    4 recensioni
Il seguito della storia "Conseguenze". un caso misterioso porta ad affrontare la questione principale: puo' tornare tutto come prima?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Grazie a Bored94, EbeSposaDiErcole e IrregolarediBakerStreet che sono tornate a recensire le mie storie... e come al solito sono state entusiaste e gentili nei loro commenti.
 

L’ULTIMA AVVENTURA DI SHERLOCK HOLMES E MOLLY HOOPER
CAPITOLO 1
 

Nonostante tutti i problemi attuali, ritornare a vivere con Sherlock Holmes era stato per John Watson estremamente rinvigorente.
Una vera iniezione di fiducia.
Dopo tanti mesi di sofferenza e apatia, si sentiva di nuovo vivo e carico di energie e questo era un bene, perche’ altrimenti non avrebbe potuto affrontare le montagne russe che, attualmente, costituivano la base quotidiana della convivenza con il suo coinquilino.
Recuperare il loro vecchio rapporto era stato impossibile, ma anche questo era un bene, perche’ sarebbe stato davvero impossibile pretendere di tornare a vivere insieme e a collaborare come se non fosse successo nulla.
Era stato necessario costruire qualcosa di  nuovo, darsi delle nuove basi e dei nuovi modi di interagire in cui John si sentiva autorizzato ad esigere piu’ spiegazioni e piu’ comunicazione... riuscendo in casi estremi a giocarsi ancora la carta del “ti ho creduto morto per due anni, e ho sofferto tanto a causa tua”.
Non che cio’ scatenasse in Sherlock chissa’ quali sensi di colpa, ma di quando in quando lo induceva a moderare alcune sue reazioni o atteggiamenti.
Per lo meno qualche volta.
Questo, fino a che Molly Hooper non se ne era andata senza nessuna spiegazione o saluto: il fatto sembrava aver autorizzato Sherlock Holmes a tornare ad essere la stessa persona intrattabile dei primi tempi (anzi peggio, se possibile); John pensava che fosse perche’ in qualche modo, la patologa era stata l’unica tessera del puzzle della vita di Sherlock che non era rientrata al suo posto.
Questo l’aveva profondamente irritato e destabilizzato.
E il fatto che fosse lampante che fosse colpa sua, una sua responsabilita’, lo irritava ancora di piu’.
Gli faceva provare delle emozioni.
Per cui diventava ancora piu’ intrattabile.
Cosi, John aveva coinvolto Lestrade e la Signora Hudson nel tentativo di riportare Molly a casa: era di certo consapevole di quanto il loro tentativo fosse ben misero e che nonostante i loro sforzi, la loro riunione avesse piu’ che altro rappresentato un momento di sfogo, di confronto e condivisione;  loro erano le persone che dovevano a Sherlock Holmes la loro vita, letteralmente... non sembrava cosi ingiusto o strano desiderare che lui fosse felice.
O per lo meno tranquillo.
Il ritorno a Londra della patologa era qualcosa che andava al di la delle loro possibilita’, ma John era comunque deciso a non arrendersi.
Se fosse stato convinto del fatto che per lei e Sherlock sarebbe stato meglio non vedersi piu’, avrebbe lasciato perdere... ma sentiva che poteva valerne la pena.
Che Molly Hooper accanto a Sherlock Holmes poteva essere una cosa giusta.
Eh si, lo ammetteva: anche la prospettiva di tornare ad avere una vita vagamente normale senza dover sopportare uno Sherlock ancora piu’ disturbante del solito, era un buon incentivo.
John Watson era diventato anche un po’ piu’ egoista.
Oltre al fatto che la torta servita al bar era stata veramente eccezionale.

***

Una settimana dopo la “riunione” (senza che si fosse presentato il ben che minimo sviluppo), John rientro’ a casa dopo essersi fatto una passeggiata.
C’era silenzio...
Troppo.
Salendo le scale,  si preparo’ al peggio: per lo meno, quando lo sentiva suonare il violino, era segno che Sherlock si stava tenendo occupato in modo innocuo, anche se a volte davvero irritante.
Gli odori e i rumori erano gia’ piu’ allarmanti.
Ma il silenzio... il silenzio era davvero preoccupante ed era purtroppo sicuro che Sherlock fosse in casa, visto che il  suo cappotto era appeso all’entrata.
John si fermo’ sulla soglia e fece un profondo sospiro per prepararsi al peggio, poi si fece coraggio e apri’ la porta.
Si blocco’ stupito.
Mycroft Holmes sedeva su una delle poltrone, il solito vestito impeccabile e il solito ombrello in parte a lui.
Sherlock era seduto di fronte a lui, le gambe incrociate e le mani in grembo.
L’uno con lo sguardo fisso sull’altro, non diedero segni di essersi accorti dell’ingresso del Dottore.
Per un attimo, quest’ultimo considero’ davvero l’idea di girare sui tacchi e andarsene, poi pero’ si decise a entrare definitivamente nel soggiorno e si schiari’ la voce.
“Ah, John. Ben arrivato” Mycroft lo saluto’ senza distogliere gli occhi dal fratello minore. Sherlock non disse una parola, continuando a fissarlo con aria di sfida.
John chino’ il capo rassegnato.
Ma dove siamo, all’asilo?
Era la prima volta che incontrava Mycroft da quel giorno al club e naturalmente, era incuriosito dal fatto che fosse venuto fino a Baker Street, tuttavia non aveva proprio voglia di fare i conti con due adulti che si ostinavano a comportarsi invece come due bambini, uno piu’ ostinato dell’altro.
No davvero.
“Ehm, si. Buongiorno, Mycroft.
Bene, me ne vado in camera” esclamo’ quindi, dirigendosi verso le scale.
Era poco probabile che Mycroft fosse venuto per qualcosa che riguardava Molly, era stato ben chiaro quando aveva detto che secondo il suo parere, Sherlock non poteva gestire anche lei, in aggiunta a tutto quello che aveva affrontato al suo ritorno.
“Sherlock non vuole accettare un caso che gli ho proposto” esclamo’ infatti l’uomo che, qualche volta, era il governo in persona.
John gemette internamente: ecco il motivo che aveva fatto scomodare Mycroft, il che significava che avrebbe certamente -
“Sono sicuro che per il tuo blog, John, potrebbe essere veramente interessante. E, naturalmente, si tratta di un caso di sicurezza nazionale.”
Bingo.
Mycroft sperava
no, pretendeva
di avere il suo aiuto per convincere il fratello ad interessarsi alla faccenda.
Forse, se faccio finta di non aver sentito e continuo a salire le scale, non verro’ immischiato in questo braccio di ferro.
Incrociando mentalmente le dita, John abbordo’ il primo gradino.
“Hai un bel po’ di ferie arretrate, John. Sono sicuro che l’ospedale possa fare a meno di te per qualche giorno... Sherlock  non ha voluto neanche sapere di cosa si trattasse, ma confido nel fatto che il tuo spirito patriottico sia piu’ forte del suo” aggiunse Mycroft, provocandogli una smorfia e bloccandolo.
Si chiese distrattamente se ci fosse qualcosa, qualsiasi cosa, che quell’uomo non sapesse.
Si volto’ per ribadire che non voleva essere coinvolto nelle scelte dei casi di Sherlock, quando questo si decise a parlare.
“Smettila. Non mi interessa lavorare per te, quante volte te lo devo dire?” si alzo’ e ando’ a prendere il  violino, evidentemente per cominciare a suonare e cacciare cosi il fratello dall’appartamento.
Anche Mycroft si alzo’ e afferro’ il suo ombrello.
“Uno potrebbe pensare che ci debba essere un po’ di riconoscenza, per il fatto di averti aiutato a nasconderti nell’ombra per quasi due anni” dichiaro’.
Sherlock fece una smorfia di insofferenza e afferro’ il suo strumento.
Uno potrebbe anche pensare che sia ora che tu trovi un’altra argomentazione, per poter ottenere qualcosa da me, fratello caro. Il che ti anticipo e’ impossibile, in questo momento.
In sostanza, addio Mycroft.
E sta sicuro... portero’ i tuoi saluti alla Signora Hudson. Molto conveniente, che tu abbia deciso di venire mentre lei non c’era.”
Mycroft ebbe la decenza di abbassare per un attimo lo sguardo, poi riprese la sua aria di superiorita’.
“Peccato” commento’  infine, dirigendosi verso la porta “dicono che il Sussex sia magnifico, in questo periodo”.
John osservo’ l’espressione di Sherlock cambiare, mentre spalancava gli occhi e riappoggiava volocemente il violino nella custodia per poi raggiungere Mycroft e pararglisi davanti, sbarrando di fatto l’accesso all’uscita.
“Hai detto Sussex?” gli chiese in tono inquisitorio.
L’altro fece un sorrisetto.
“Oh, non te l’avevo ancora accennato? Si... Sussex. Sono sicuro che troveresti il paesaggio e l’aria di mare molto piacevoli e naturalmente, credo proprio che il materiale del laboratorio sarebbe di tuo gradimento. Ma se non vuoi andare, dovro’ rivolgermi a qualcun altro.”
John aggrotto’ la fronte: si era evidentemente perso qualcosa di quell’assurdo scambio, perche’ ora Sherlock aveva abbandonato la sua aria sostenuta.
“Non ho nulla di urgente, per ora. Penso di potermi dedicare al tuo caso” dichiaro’ infatti, cacciandosi le mani in tasca e facendo vagare il suo sguardo per la stanza.
John corrugo’ la fronte a quell’improvvisa dimostrazione di arrendevolezza.
Mycroft sorrise di nuovo.
“Bene. Ti comunichero’ via mail i dettagli. Arrivederci, John. Fate buon viaggio”
Il Dottor Watson non si curo’ neanche di specificare, che lui non aveva accettato di andare proprio da nessuna parte.

***

Sherlock non aveva pronunciato una sola parola, non una, da quando gli aveva annunciato che sarebbero partiti con il treno delle sette.
E, naturalmente, all’ospedale non avevano fatto problemi per il poco preavviso della richiesta delle ferie. Sul serio, non avrebbe dovuto davvero stupirsi di questa cosa.
Ora che si trovavano sul suddetto treno, John pensava di avere diritto a delle spiegazioni.
“Perche’ sapere che saremmo andati nel Sussex ti ha fatto cambiare idea?”
Sherlock si limito’ a continuare a guardare fuori dal finestrino.
Il Dottore decise di non arrendersi.
“Hai detto che non volevi sapere di cosa si trattasse, poi invece hai accettato quando Mycroft ha detto che il caso era li...”
Il suo compagno non lo degno’ di uno sguardo.
Era davvero irritante, quando faceva cosi.
John provo’ a ripensare alla breve conversazione a cui aveva assistito: se la richiesta veniva da Mycroft, la faccenda era seria, tuttavia non c’era nessun accenno sui giornali di fatti accaduti in quella zona. Qualcosa di top secret, quindi.
E il maggiore degli Holmes aveva accennato al contenuto di un laboratorio che Sherlock avrebbe trovato di suo gradimento... qualche apparecchiatura di cui non poteva disporre al Bart’s? Improbabile, il laboratorio dell’ospedale era uno dei piu’ qualificati e avanzati del paese, ma ovviamente se c’era di mezzo il governo poteva trattarsi di qualcosa di nuovo ed estremamente appettibile, tanto da far smuovere Sherlock e indurlo a compiacere suo fratello.
Improvvisamente, qualcosa nella mente di John Watson fece clic.
Non qualcosa.
Qualcuno.
“Stiamo andando da Molly” commento’ incredulo, guadagnandosi finalmente l’attenzione del suo amico, che tuttavia si limito’ a dichiarare
“Naturalmente”.
John rimase per un attimo a bocca aperta, poi scosse la testa.
“Tu... tu hai sempre saputo dove fosse”
Sherlock strinse le labbra irritato e giro’ il viso verso di lui.
“Ovviamente”
Il Dottor Watson alzo’ gli occhi al cielo.
“Stai scherzando, vero?”
Il consulente investigativo piego’ la testa con fare irritato.
“No di certo” quando si accorse che John non riusciva ad abbandonare la sua aria stupita, fece un sospiro.
“E va bene! Non sempre. Ci ho messo trentasei ore per scoprirlo” non riusci’ a nascondere un certo disappunto per dover ammettere la sua difficolta’ “in fondo, non dimenticarti che se ne e’ occupato Mycroft”
“No, no... Non sono stupito per questo... TU lo sai da quasi due mesi” ribatte’ John “e mi hai reso impossibile la vita per tutto questo tempo!”
Sherlock incrocio’ le braccia al petto.
“Non capisco assolutamente di cosa tu stia parlando!”
John conto’ mentalmente fino a dieci. Inutile cercare di fargli ammettere qualcosa di tanto umano come il sentire la mancanza di qualcuno (non c’era riuscito in due lunghissimi mesi) e al momento, era un’altra la questione che voleva chiarire.
“Sapevi dove fosse... e la cerchi adesso, perche’ c’e’ un caso di mezzo”
“Non essere sciocco. Il caso non c’entra nulla, ma evidentemente lei e’ pronta a tornare, quindi andiamo a prenderla”
John lo osservo’ stupito.
“Aspetta un attimo... cosa vuol dire che lei e’ pronta a tornare?”
Sherlock roteo’ gli occhi con insofferenza.
“Analizza i fatti, per la miseria. C’e’ sicuramente un assurdo problema, trattandosi del governo, e lei mi manda a chiamare.”
Mycroft, ti ha chiamato... per un caso di sicurezza nazionale.” Puntualizzo’ John.
 “Oh, per favore...ho avuto le prime informazioni, si tratta di qualche strano e isolato incidente avvenuto nei dintorni, la polizia di quelle parti e’ composta da gente inetta che e’ abituata a gestire per lo piu’ liti fra vicini ed episodi di ubriachezza all’annuale sagra di qualche prodotto locale... avevano bisogno di un intervento esterno, ma non vogliono attirare troppo l’attenzione sul laboratorio in cui Molly sta lavorando a chissa’ quale progetto segreto di ricerca del governo.
Evidentemente, lei si e’ pentita di essersene andata, ma e’ troppo orgogliosa per poter tornare sui suoi passi, quindi ha fatto leva su Mycroft (che dopo tutto, ne fa sempre una questione di sicurezza nazionale) e adesso, aspetta che io vada li e le porga le mie scuse per il mio comportamento dopo il mio rientro nel mondo dei vivi.
Ovviamente, sono pronto a fare questa piccola concessione, ora che lei e’ rinsavita... cosi sara’ tranquilla e potra’ tornare di nuovo a Londra”
Rinsavita?”
“Ma certo. La sua stupida fuga e’ stato un momento di sbandamento che le posso perdonare, anche se potro’ utilizzarlo piu’ avanti per ottenere qualche favore extra. Si sente in colpa per avermi abbandonato e cacciato nelle mani di un idiota come Travis... riconosco che alcuni miei atteggiamenti possano averla indirizzata verso questa scelta, ma ora e’ davvero il momento che tutto torni come prima.”
John era sempre piu’ stupito, il che gli consenti’ di passare sopra alla parola abbandonato, per concentrarsi su qualcosa di molto piu’ urgente.
Alcuni tuoi atteggiamenti?? Sherlock, credevo avessi capito perche’ Molly se ne e’ andata a quel modo!”
Negli occhi dell’altro, passo’ per un breve attimo un lampo di incertezza, poi si riprese.
“Non sono rilevanti, visto che lei ha deciso di tornare. Ci lasceremo tutto alle spalle, sara’ come se non fosse mai successo”
John represse l’impulso di cacciare un grido di frustrazione.
Sherlock non aveva capito proprio nulla.
Ma soprattutto, era di nuovo pronto a dare Molly per scontata.
Idiota.
E lui che aveva pensato che avesse il cuore a pezzi.
Scosse la testa.
“Tu, Lestrade e la Signora Hudson potrete finirla con le vostre stupide riunioni” aggiunse Sherlock, cogliendolo di nuovo di sorpresa.
John decise di aver raggiunto il limite.
“Vado a prendere qualcosa da bere”
E anche un dolce al cioccolato, per lo meno.
Si alzo’ e si avvio’ lungo il corridoio del treno, salvo poi ricordarsi di aver lasciato il portafoglio nella giacca.
Torno’ indietro e trovo’ di nuovo Sherlock concentrato sul paesaggio.
Mentre metteva la mano nella tasca, lui ricomincio’ a parlare, questa volta con voce molto piu’ bassa.
“Tornera’ tutto come prima, John.
Deve tornare tutto come prima”
Il suo tono incerto e sofferente fece comprendere al suo amico, che forse c’era ancora una speranza.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: yllel