Giorno 1.
Mi hanno lasciata qui e sono andati via.
Avevano messo tutta la mia vita dentro un borsone, le sigarette le tenevo nel giubbotto insieme a qualche spicciolo ed un elastico.
Dovrei entrare oppure potrei restare qui e pensarmela, che poi è la mia scusa a tutto per non far nulla.
Devo entrare. Entro.
-Salve, posso aiutarla?- una signorina gentile, sulla trentina mi accoglie.
-Sì, salve. Sono Rebecca, io..-sbuffo- dovrei, non lo so, una riunione.. Senta, io già qui non ci voglio stare, mi renda più facile presentarmi!-
-Starla, sì. Sapevo del tuo arrivo. Hai la riunione alle 6 e la tua stanza è al primo piano, numero 6 .-
-Bene, c’è qualcos’altro che devo sapere?-
-No, per ora è tutto. Tu piuttosto, hai qualcosa da dirmi o… da darmi?-
-Ho solo le sigarette, quelle posso tenerle?-
-Sì, quelle puoi tenerle. Armi?-
-Armi? Cos’è uno scherzo?-
-Niente affatto, hai armi con te?-
-NO! Le ho restituite tutte!-
-Bene, in questo caso spero che la stanza ti piaccia. Ci vediamo alle 7 e 30 nel salone. Sai dov’è?-
-Lo troverò. Grazie.- prendo il borsone e salgo in camera.
Devo nascondere la Beretta, dietro il materasso andrà bene.
Aprendo il borsone trovo la scritta “Proprietà del Governo degli Stati Uniti”.
Avrebbero potuto levarla.