Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Shiroohiohi    02/02/2013    0 recensioni
2015. Il dominio dell'uomo vuole estendersi oltre i confini a lui imposti dalla natura, ottenendo risultati negativamente inimmaginabili. Un gruppo di mercenari sarà richiamato all'ordine, e tramite il loro comandante inizieranno un conflitto che li porterà a dover salvare la loro vita, e, probabilmente, tutto il genere umano, senza però perdere loro stessi.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La mattina dopo, alle 5:57 erano già tutti in piedi tranne Dante. Anche se era sveglio, si era perso nei suoi pensieri filosofici, che, quando arrivano, non lo lasciano andare più finché non giunge ad una qualche spiegazione, anche non logica.

“Il bagno è mio!” urlò Shiro fiondandocisi dentro. Dopo 15 minuti non era ancora uscita e qualcuno iniziava ad avere bisogno di sfogare i suoi bisogni fisiologici.

“Shiro, puoi uscire? Daniel ha bisogno del bagno!” disse Daria bussando delicatamente alla porta.

Ma nessuno rispose.

Ti prego! Fammi usare il bagno!” gridò lui sbattendo il palmo della mano sulla superficie laccata di legno.

La porta si aprì di scatto, ne uscì Shiro, i lunghi capelli neri erano raccolti in una lunga coda di cavallo. Non l'avevano mai vista con i capelli legati, e così era molto diversa, a parte la fronte corrucciata che era ormai scontato avesse in quelle situazioni. Daniel la ringraziò e si precipitò verso il gabinetto.

Daria, che era stata la prima ad alzarsi, indossava la sua divisa e portava lunghi pantaloni grigio scuro che infilava dentro di pesanti anfibi neri. Seduta davanti al PC, assonnata, con una tazza di caffè bollente in mano, stava cercando di contattare Arrel. I capelli scompigliati le creavano sulle spalle mille disegni incomprensibili. Sara si avvicinò.

“Vieni qua, non puoi farti vedere da Arrel così.” disse sorridendo e portando la spazzola alla testa della compagna, che la ringraziò in maniera impacciata e imbarazzata.

Se qualcuno le avesse viste da fuori avrebbe pensato a due sorelle che si pettinano a vicenda e non alle due criminali che erano.

Dopo vari tentativi, riuscirono a contattare il loro comandante, e mentre Daria parlava, Sara le acconciava i capelli. Nel frattempo, anche Dante e Daniel erano impegnati a prepararsi.

Tirarono fuori dagli armadietti tutte le munizioni che avevano, più le armi di tutti. Solo un armadietto era rimasto chiuso.

“Aaaah, Gwen ha lucidato tutto!” esclamò Shiro, spuntando da dietro Dante. Poi gli occhi le caddero sul suo G36C.

“Il mio cucciolo! Dammelo!” urlò sporgendosi verso il tavolino, sbattendo il suo seno contro il viso, impreparato, del “povero” Dante.

“S-Shirooo!” le gridò, mettendole una mano sul petto e spingendola indietro. “Insomma, piantala di fare la sciocca!”

Ma lei, invece di adombrarsi, si girò verso la parete adiacente al divano dove era seduto Dante.

“Sei proprio scemo a spingerla via, potevi bearti di un così delicato tocco, e invece l'hai respinto. Vieni da me, Shiro.” disse Daniel aprendo le braccia.

Lei, che ormai era arrivata alla parete, si voltò di scatto ed iniziò a correre verso di loro. Daniel era convinto, certo, sicuro che le sarebbe saltata al collo. Invece la ragazza saltò, e con una ruota, riuscì ad atterrare con le mani sul tavolino, afferrare il fucile e ributtarsi dietro l'altro divano.

Daniel ci rimase male, mentre Dante fu percosso da una strana sensazione. I due uomini si guardarono, il silenzio era caduto su di loro. Poi, ad un tratto, sentirono un “click” tanto strano quanto inconfondibile.

Daniel si voltò, e dopo cinque secondi, da dietro il divano spuntò Shiro. Impugnò la sua arma e mirò verso Dante:

“Synyster!” urlò, poi sparò. Il ragazzo non si mosse di un millimetro, e il proiettile gli sfiorò i capelli, scompigliandoli leggermente. “Hai appena firmato la tua condanna a morte.” disse Dante alzandosi in piedi. Afferrò il suo ACR 6.8 ed ebbe inizio una piccola battaglia, nella quale non furono risparmiati colpi.

Daniel, non volendo venire coinvolto, strisciò per terra fino alla scrivania dove Daria e Sara continuavano a parlare con Arrel, non dando peso alla scaramuccia dei due assaltatori.

“Arrel, ti prego, fermali!” urlò Daniel da dietro di loro.

“Dieci minuti e arriviamo.” disse Gwen sbucando dalla destra del marito e chiudendo la schermata della videochiamata.

Ci volle mezz'ora prima che quei due arrivassero davvero, e in quel lasso di tempo, i due combattenti avevano devastato la base. Le uniche cose ancora intatte erano il PC di Daria e il bagno. Il resto era distrutto.

Arrel parcheggiò il suo furgone accanto a quello di Dante. Quando entrò nell'edificio, tutto il baccano si chetò.

“Che diavolo succede qui?!?” gridò tirando un'occhiata fulminea a Shiro e Dante.

“Dante mi tratta male!” urlò lei piagnucolando, come fanno i bambini piccoli.

“Shiro mi sbatte le sue tettone nel muso!” seguì lui indicando la ragazza che adesso era inginocchiata a terra e frignava.

“Smettetela tutti e due! Se mi avete fatto venire fin qui per questo, non è il momento di fare i cretini!” sbottò Arrel. Nessuno di loro lo aveva mai visto così arrabbiato, neanche Gwen, che viveva con lui da dieci anni.

“Dai, amore, calmati.” provò a farlo calmare, ma appena appoggiò la mano sulla sua spalla, percepì uno strano tremore.

 

“Arrel... Vogliamo combattere un'ultima volta!” disse Daria, seria in volto.

“Già, se dobbiamo morire, lo faremo insieme, sotto i tuoi ordini.” aggiunse Sara.

L'uomo si voltò anche verso gli altri tre, che annuirono. I coniugi percepirono la determinazione presente negli occhi di ognuno di loro.

“E così sia. Gwen, fai la visita ad ognuno di loro. Domani partirete per le Lande, da lì farete il percorso che vi segnerò, fino ad arrivare in una piccola città, dove potrete divertirvi un po', e se tutto andrà bene, vi invierò il punto preciso nel quale si trova la base della LOTD. Una volta là, vi darò ulteriori informazioni.”

Detto questo, Arrel si girò ed uscì dalla struttura. Era scuro in volto, ma non era la rabbia che si era intravista prima. No, era qualcos'altro che nessuno era in grado di capire, e forse neanche lui sapeva cos'era.

Gwen osservò il gruppo di mercenari, e sospirò. “Sistemate tutto. Sara, quando torno, sei la prima!” disse prima di seguire il marito. I cinque si guardarono tra di loro, e come dei ragazzini che hanno combinato qualche guaio, si misero a sistemare quello che poteva ancora essere salvato.

Fuori, Arrel guardava le macchine mentre si sfilava dalla bocca, con mano tremante, una sigaretta mezza piegata.

“Amore... Che c'è?” chiese gentilmente la moglie, avvicinandosi a lui e accarezzandogli la guancia ruvida e pungente.

“N-Niente.” rispose lui con la voce soffocata come se si stesse trattenendo dal piangere.

“Dai, non fare così. È quello che volevi, no? I tuoi bambini sono tornati.”

A queste parole, Arrel iniziò a piangere sul serio.

Lui e la moglie erano parecchi anni che cercavano di avere dei figli, ma non ci erano mai riusciti. Così avevano trovato un rimpiazzo con sei adulti nel corpo, ma bambini nell'anima.

Rimasero fuori una ventina di minuti. Quando rientrarono, il caos era stato leggermente migliorato, e i cinque continuavano a lavorare.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Shiroohiohi