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Autore: deloslights    02/02/2013    5 recensioni
« Scommetto che non ci riesci » un sorrisetto di sfida accese il volto del bambino, mentre si faceva spazio nel cortile quasi deserto della scuola elementare. Prese la rincorsa e saltò la corda che due dei suoi amici gli tenevano all’altezza delle loro gambe. Era sempre stato portato negli sport, al contrario della sua migliore amica.
« Che bravo che sei! E se ci riesco anch’io cosa mi dai? » chiese innocentemente la bimba, battendo le mani. L’amico tornò verso di lei e le sussurrò, nell’orecchio: « Puoi diventare la mia fidanzata » un altro sorrisetto, malizioso.
Sam arrossì, poi lo guardò e sorrise anche lei. « Va bene, Liam, è una promessa? » tese il mignolo mentre si sgranchiva le gambe.
« È una promessa » sentenziò il bimbo, stringendo il ditino della bambina, mentre la guardava legarsi i lunghi capelli ricci e posizionarsi nello stesso punto da dove era partito lui.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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From Past With Love

 

A sunny April afternoon.

« Hei Sam! Vieni qua! » chiamò impaziente un bambino con i capelli castani chiari che gli ricadevano sugli occhi scuri.
« Che c’è, Liam? » accorse una bimba con gli occhi verdi che brillavano.
« Scommetto che non ci riesci » un sorrisetto di sfida accese il volto del bambino, mentre si faceva spazio nel cortile quasi deserto della scuola elementare. Prese la rincorsa e saltò la corda che due dei suoi amici gli tenevano all’altezza delle loro gambe. Era sempre stato portato negli sport, al contrario della sua migliore amica.
« Che bravo che sei! E se ci riesco anch’io cosa mi dai? » chiese innocentemente la bimba, battendo le mani. L’amico tornò verso di lei e le sussurrò, nell’orecchio: « Puoi diventare la mia fidanzata » un altro sorrisetto, malizioso.
Sam arrossì, poi lo guardò e sorrise anche lei. « Va bene, Liam, è una promessa? » tese il mignolo mentre si sgranchiva le gambe.
« È una promessa » sentenziò il bimbo, stringendo il ditino della bambina, mentre la guardava legarsi i lunghi capelli ricci e posizionarsi nello stesso punto da dove era partito lui. Gli altri due bambini misero la corda alla stessa altezza a cui l’aveva saltata Liam, il quale aveva fatto giurare loro di non barare.
La scena si svolse come a rallentatore, la bimba iniziò a correre più veloce di quanto Liam non l’avesse mai vista fare – che tenesse davvero a quella promessa? Lui l’aveva detto per prenderla in giro.. forse – e saltare elegantemente la corda. Per un momento il suo migliore amico credette che l’avversione per la ginnastica della ragazzina fosse scomparsa improvvisamente, ma poi la vide perdere l’equilibrio nel bel mezzo del salto, facendola atterrare con le ginocchia poco dopo aver superato la corda. Portò le mani avanti per non sbattere con la faccia sull’erba un po’ bagnata che le aveva già sporcato i pantaloni mentre  Liam e i due amici, unici testimoni dell’accaduto, le correvano incontro per controllare che non si fosse fatta male. Fecero capannello intorno a un’orgogliosissima Sam, che ignorò i due bimbi protendendosi invece verso il loro amico, che la alzò di peso per non farla sforzare e, costatato che non aveva né le ginocchia né le mani sbucciate, la strinse forte. Forse anche Liam ci teneva più di quello che voleva ammettere, a quella promessa. Si guardarono negli occhi, sorridendosi. « Quindi adesso stiamo insieme? » chiese Sam.
« Te l’avevo promesso » Liam le fece l’occhiolino, lasciandole poi un piccolo bacio sulla guancia che fece arrossire entrambi. Lei rafforzò la sua presa intorno al collo del bambino, sentendosi protetta e al sicuro fra quelle braccia. Per avere dieci anni, erano molto maturi.
 

A few months later.

« Liam, io domani mi trasferisco, mio padre ha cambiato lavoro e andiamo ad abitare dall’altra parte di Londra. Mi hanno iscritta a una scuola privata.. Hanno detto che vogliono il meglio per me » disse Sam, trattenendo a stento le lacrime. Liam la guardò senza afferrare subito il concetto.
« Vuoi.. vuoi dire che.. non ci vedremo mai più? » chiese, con la voce bassa e triste.
« Beh, chissà.. Magari un giorno, quando saremo più grandi, ci rincontreremo » la bimba sorrise, ma una lacrima la tradì scendendo sulla sua guancia rosea. Liam la catturò con la punta delle dita e se la portò alla bocca.
« Io ci credo davvero, Sam. Non voglio perderti così, per me la nostra amicizia non finirà mai. E poi, secondo te ho fatto tutti quei piani sul nostro matrimonio per niente? » nonostante cercasse di nascondere la tristezza dietro una battuta, quella trapelava dalle continue pause che doveva fare perché i singhiozzi non lo interrompessero.
« Io non ti dimenticherò mai, Liam » Sam lo abbracciò, mentre le lacrime ormai incontrollate bagnavano il colletto della polo del bambino. « È una promessa ».
« Neanche io ti dimenticherò, Sam » le sue braccia forti le cinsero la vita, finché la campanella non suonò per l’ultima volta e il loro ultimo anno alla scuola elementare terminò, separando i due amici. Per sempre? Non potevano saperlo.
 

November, 22. Six years later.

Perché ho scelto di fare quello stupido corso di scienze? Tanto so che lascerò le materie scientifiche dopo i GSCE!, pensava Sam irritata, mentre correva per il corridoio del secondo piano della scuola. Frenò con una scivolata a un metro dalla porta dietro cui sentiva già la voce della professoressa parlare. Okay, lei era perennemente in ritardo, ma le scocciava essere brontolata ogni volta.
Bussò due volte, abbastanza piano, e aprì la porta senza aspettare il permesso.
« Mi scusi, il professore dell’ultima ora mi ha trattenuta in classe e.. » spiegò, con il fiatone.
L’insegnante la squadrò per un momento, ma il sorriso spontaneo di Sam avrebbe ingannato chiunque. « Può succedere, non preoccuparti, avevamo appena iniziato. Siediti dove trovi posto » concesse, tornando subito a parlare dell’esperimento che avrebbero condotto quel giorno.
La ragazza si passò una mano sulla fronte scostando i ricci che erano sfuggiti allo chignon e si sedette al primo banco, senza degnare di un’occhiata gli altri cinque ragazzi del corso. Prese un quaderno con la spirale e iniziò subito a prendere appunti, con la sua calligrafia minuta e precisa. Dopo un quarto d’ora, era sicura di saper condurre nel modo corretto l’esercizio e si mise subito all’opera, iniziando a dissezionare una piccola foglia di magnolia.
« Guarda che non si fa così, devi tagliarne meno, sennò non vedrai niente » la interruppe una voce, mentre l’ombra di un camice bianco si stagliava sopra di lei. Alzò lo sguardo, pronta a fulminare chiunque avesse osato contraddirla, ma tutte le parole che aveva preparato per infamare lo sventurato le morirono in gola, quando vide quegli occhi. Erano identici all’ultima volta che li aveva visti, dello stesso marrone caldo che l’aveva rassicurata per così tanto tempo. E lei non era pronta a rivederli, così come non era pronta a rivedere il loro proprietario, quel ragazzo che aveva popolato i suoi sogni da quel maledetto giorno in cui aveva cambiato casa, cambiato vita. Non era pronta a rivedere chi le stava rovinando l’adolescenza, perché quello che considerava il suo migliore amico era, col tempo, diventato solo un fantasma del passato, un pensiero fisso e costante che non l’abbandonava mai. Spesso si ritrovava addirittura a parlare con i suoi ricordi, da quanto le mancava.
« Liam » sussurrò.
Certo, non lo aveva mai cercato, perché si vergognava troppo di essere sottostata senza protestare alla decisione dei suoi, di averlo lasciato, ma neanche lui si era mai fatto sentire.
« Ciao Sam. Ti avevo promesso che ci saremmo rivisti, e sai che io mantengo le mie promesse » si sedette vicino a lei, con un sorriso mozzafiato, mentre la professoressa passava tra i banchi commentando il lavoro che gli altri stavano portando avanti.
« Che.. che cosa ci fai qui? » chiese lei piano, per paura che la voce iniziasse a tremarle dallo shock di ritrovarselo di fronte senza preavviso.
Tutte le sue amiche l’avevano sempre presa in giro, ma lei non riusciva a togliersi dalla mente il bel ragazzo con cui aveva passato l’infanzia. Lei si era innamorata dopo che lui l’aveva lasciata e, anche se non aveva mai smesso di sognare di rivederlo un giorno, non ci credeva davvero.
« Crediti per gli esami » disse semplicemente. « Sono molto portato per le scienze e avere una zia professoressa aiuta. Quando non devo fare i compiti mi permette di aiutarla » La sua voce. Non prestò nemmeno attenzione a quello che le aveva risposto, per ripetersi nella mente quel suono così poco familiare. Era totalmente diversa da quella che ricordava, era così.. adulta. Ma stava parlando con lo stesso Liam? , le risposero gli occhi del ragazzo.
Calò il silenzio, mentre tutti gli altri studenti erano impegnati con le foglie e i microscopi, a cui Sam non faceva più caso. La professoressa, probabilmente avvertita dal nipote, o magari solo molto perspicace, li lasciò fare, conosceva la ragazza e sapeva della sua inibizione per quella materia, sapeva che forse nemmeno il suo caro nipote avrebbe potuto fargliela superare.
Sam, persa tra le sfumature degli occhi del vecchio amico, non riusciva a dire niente. La verità è che aveva paura, paura di qualsiasi risposta Liam avrebbe potuto dargli, paura che lui fosse andato avanti mentre lei, come una sciocca, si era ancorata a un passato a cui era impossibile tornare. Perché dentro di sé non ci sperava nemmeno, che Liam l’avesse aspettata, e di vedersi confermare quella supposizione non aveva proprio voglia.
« Allora.. come va? Ti ricordavo più chiacchierona » Liam sorrise gentile, guardandola.
« Io, ehm.. certo, bene. È solo che.. mi hai colta di sorpresa, ecco. Sei ancora l’unico in grado di levarmi l’uso della parola.. Ci sono cose che non sono cambiate da allora » disse, senza sapere da dove le fossero uscite quelle frasi, ma non era mai stato il suo forte riflettere una volta iniziato a parlare.
« Davvero, tu credi? A me sembra di vivere in un mondo totalmente diverso.. » mormorò.
« Ah, sì? » la voce della ragazza era quasi inudibile, mentre il cuore iniziava a batterle forte per la tensione.
« Il trasloco della mia migliore amica, la nuova scuola senza di lei, nuove amicizie di cui non potevo renderla partecipe.. Siamo cresciuti lontani, Sam, e questo è davvero triste » parlava poco più forte di lei, chissà se era ugualmente emozionato. Sicuramente stava mandando la ragazza in iperventilazione, per la dolcezza di quel discorso.
 Zitta Sam, non farti strane idee che poi ci rimani male, era sempre una scocciatura ascoltare la sua coscienza, specie quando aveva ragione.
 « E poi » continuò infatti, con il tono di voce di chi non vuole dire qualcosa ma questa gli esce comunque dalle labbra. « Da quando ho conosciuto Charlotte sento costantemente la tua mancanza.. » abbassò lo sguardo, imbarazzato.
Sam non comprese subito quello che le aveva detto. Charlotte? Lei non conosceva nessuna Charlotte, e neanche Liam.. Oh. Un intenso dolore che si propagò in tutto il suo corpo le fece sapere che qualcosa si stava sgretolando al suo interno, iniziava a sentirsi più incompleta che mai.
« È la tua ragazza? » disse dopo un po’, con un piccolo singhiozzo che spezzò la frase. Come poteva essere stata così sciocca da credere che lui l’avrebbe aspettata?
« Beh, sì, credo.. » rispose lui vago, alzando gli occhi. Vide una lacrima scendere dalle guance di Sam e, come tanto tempo prima, la catturò con la punta delle dita, assaggiandola. « Hanno ancora lo stesso sapore » commentò senza riuscire a trattenersi, prima di avvicinarsi al volto di Sam per guardarla negli occhi. « Ehi? Che succede? »
« Oh, no, non è niente, solo.. nostalgia, credo. Potevi chiamarmi se avevi bisogno di un consiglio » farfugliò, sperando che se la bevesse.
« Ci ho pensato, ma non ho mai avuto il coraggio per farlo » sorrise, senza allegria. « Io.. non so perché, forse sono solo un codardo, spesso mi ritrovavo steso sul letto a pensare a tutti i momenti che avevamo vissuto, e mi sentivo strano. Ma poi.. Mi sono accorto che ormai non sapevo più niente di te, e.. » s’interruppe.
« Ti rende felice, Charlotte? » chiese la ragazza, cercando inutilmente di fermare le lacrime silenziose. Pronunciare quel nome le fece provare una strana sensazione allo stomaco, ma non aveva né la forza né la conoscenza adatta per classificarla.
« All’inizio, forse. In realtà io.. No, niente » era confuso, gli si leggeva negli occhi. « Ma perché ti interessa? »
« Perché..  » sospirò. Che cosa doveva fare? Avrebbe potuto dirgli la verità, ma.. Non aveva possibilità di vedere il suo sentimento ricambiato, per lui sarebbe sempre stata la sua migliore amica, perché farlo sentire in colpa, allora? Forse così avrebbe trovato il coraggio di lasciarlo nel passato.. « Perché desidero la tua felicità, ti voglio ancora bene, sei il mio migliore amico. Sai, nessuno ha mai occupato il tuo posto ».
Liam la guardò per un po’, forse capendo più di quel che Sam si aspettava. Era sempre stato molto intelligente.
« Charlotte non ha mai saputo di te » disse infine, guardando un punto imprecisato fra la spalla di Sam e il muro dietro di lei. « Io.. non sono mai stato leale con lei. Non le ho mai detto che ogni volta che la vedevo la paragonavo a un ricordo d’infanzia ». Sam rimase in silenzio, senza capire il vero significato delle parole di Liam, e troppo ferita per esprimere qualsiasi cosa. Cosa si aspettava quel ragazzo? Che lei gli facesse da consulente amoroso?
« Fammi vedere come si taglia questa foglia » mormorò infine, mentre si asciugava le ultime lacrime. Gli altri ragazzi stavano già annotando i risultati, mentre lei non aveva nemmeno cominciato.
Liam la guardò, forse si aspettava che anche Sam avrebbe iniziato a parlargli delle sue avventure amorose, ignaro che non ce ne fossero mai state; alla fine, visto che lei non accennava a voler riaprire l’argomento, prese dalle sue mani foglia e taglierino, iniziando a spiegare. Sam lo seguiva, a volte perdendosi nel cioccolato fuso degli occhi del ragazzo, altre incantandosi ad ascoltare il suo timbro di voce per imprimerlo nella memoria, altre ancora riuscendo a capire quel che lui le mostrava. In un modo o nell'altro, raggiunse il livello di tutti gli altri in un tempo da record, osservando al microscopio la struttura della foglia e prendendo appunti su quel che vedeva. Doveva ammetterlo, Liam era davvero bravo in biologia, nessuno era mai riuscito a farle sezionare come si deve una foglia, o in generale a farle riuscire un qualsiasi esperimento di scienze.
« Abbiamo finito per oggi » disse dopo troppo poco tempo la professoressa, mentre la campanella confermava le sue parole. Sam si voltò spaventata verso il ragazzo ancora seduto vicino a lei, con uno sguardo interrogativo negli occhi.
« Io.. Ehm » esordì, senza sapere come continuare. Cosa voleva da lui, che la lasciasse in pace per sempre o che rientrasse nella sua vita? Probabilmente entrambe le cose.
« Senti, qui.. Non c'è stato abbastanza tempo per parlare, e chissà quanto altro ne passerà prima che io possa tornare a fare l’assistente a mia zia. Quindi.. se non hai impegni, visto che domani è sabato, puoi venire a casa mia e.. stiamo un po’ insieme.. Non voglio perderti un’altra volta, Sammie » la voce di Liam divenne sempre più disperata, trasformando l’ultima frase quasi in una supplica.
La ragazza gettò quaderno e astuccio alla rinfusa nello zaino e si affrettò a stringere la mano che l’amico le porgeva. Quanto le era mancato quel calore, quel tocco delicato. Annuì convinta mentre si alzava, per poi seguire a fatica il passo svelto del giovane, che la condusse nel parcheggio della scuola; si fermò davanti a una moto nera, ordinaria ma ben curata, cominciando ad armeggiare con lucchetti e catene.
« Oh » fece Sam, gemendo. « Oh no ».
Liam la guardò, sorridendole incoraggiante. « Cosa c'è? » chiese, mentre estraeva un casco grigio scuro dalla sella.
« Non mi piacciono quegli affari. E se poi cado? » disse infantile la ragazza, mettendo il broncio. Aveva sempre avuto paura delle cose con due sole ruote, lei riusciva a finire a terra anche quando si reggeva sulle sue sole gambe, figuriamoci su qualcos'altro.
Liam colse subito la nota di panico nella voce dell'amica, e si affrettò a farle un altro sorriso. « Hai paura di cadere? Non ti fidi di me? »
Sam lo guardò come se avesse bestemmiato. « Cosa? Io.. Certo che mi fido di te! Oh, e va bene » si arrese, come avrebbe potuto ignorare quei denti perfetti che ammiccavano verso di lei? No, okay, Sam, i denti non ammiccano.
Liam le porse il casco. « Ne ho solamente uno.. » mormorò, guardandola. Lei afferrò titubante l'oggetto e lo soppesò, per poi indossarlo. Afferrò le due piccole cinghie, cercando di allacciarle, invano. Sospirò rassegnata, sotto lo sguardo divertito del ragazzo.
« Ferma, faccio io » la salvò, trattenendo una risata. Le si avvicinò pericolosamente, sfiorandole il collo mentre prendeva le due cinghiette e le univa con uno scatto. Per un lungo istante si guardarono, vicini come non erano da sei anni, con il cuore di Sam che batteva tanto forte da mozzarle il respiro. Poi lui si voltò di scatto, arrossendo, mentre la ragazza abbassava la visiera, cercando di nascondere l’imbarazzo.
« Dai, salta su » disse in fretta il ragazzo, montando sulla moto. Sam lo guardò male per un momento, poi ubbidì goffamente, aggrappandosi più forte che poteva alla vita di Liam. Lui si voltò un attimo, sorridendole di nuovo con quel fare rassicurante, che le era mancato così tanto, poi partì. All'inizio fu letteralmente traumatizzante, tutta quell'aria che le entrava sotto i vestiti, provocandole un’infinità di brividi non desiderati – anche se le sorgeva il dubbio che la vicinanza eccessiva di Liam non favorisse – e la paura che non riusciva ad abbandonarla la faceva sobbalzare ogni volta che lui girava o frenava.
Mentre aspettavano che un semaforo scattasse, Liam prese senza un apparente motivo una delle mani che Sam stringeva sulla sua pancia e la accarezzò dolcemente, per poi far intrecciare le loro dita, rassicurando la ragazza. Sul punto di ripartire gliela lasciò, ma non prima di averle tolto ogni briciolo di paura con quel semplice gesto. Quando si fermarono nel vialetto della casa di Liam, la ragazza si rifiutò di credere che quel viaggio fosse durato così poco e si rannicchiò sulla schiena dell’amico, così calda e scura.
« Sam » sussurrò il ragazzo, di nuovo divertito, dopo alcuni minuti. « Adesso puoi lasciarmi ».
Lei arrossì, affrettandosi a sciogliere l’abbraccio. Liam le sorrise, smontando elegantemente, dicendole con un gesto della mano di fare lo stesso. Neanche a dirlo, nella fretta di poggiare i piedi a terra, Sam perse l'equilibrio. Mentre tentava di afferrare qualcosa per risparmiarsi la figuraccia e il dolore, prese la mano dell’amico, che non riuscì a tenerla e la seguì, atterrando sul piccolo giardinetto, sopra di lei.
« Oddio, Sammie, stai bene? » chiese lui, immobile e terribilmente preoccupato.
« Uh, credo di sì.. » mormorò la ragazza arrossendo. « Scusa, sono sempre la solita » aggiunse triste; era ovvio che Liam l'avesse lasciata nel passato, una così era meglio perderla che trovarla.
« Oddio mi hai spaventato a morte! Ma sei sicura? Ti fa male da qualche parte? Vuoi che andiamo all'ospedale? Se vuoi ti chiamo un medico, no, aspetta, ho fatto un corso di pronto soccorso l’anno scorso, dovrei sapere.. »
« Liam » lo interruppe Sam. « Cado in questo modo almeno cinque volte al giorno, le mie ossa sono abituate ormai. Solo.. Puoi togliermi il casco? Non respiro »
« Oh, certo, scusami » disse lui, e puntandosi sui gomiti lo slacciò e glielo tolse più in fretta che poteva. Gli occhi chiari di Sam brillarono, mentre gli sorrideva riconoscente.
La ragazza si sentiva a disagio, con il peso dell'amico che la pressava terra, ma non osava dirglielo, e se poi si fosse offeso? In fondo, stava così bene adesso che c'era anche lui.. bene come non succedeva da sei anni. In quel momento, più che mai, sentì che non si erano mai lasciati davvero, che la loro amicizia era ancora lì, intatta. E l’istinto ebbe la meglio su di lei. Osservò la bocca ben modellata dell'amico stringersi leggermente, mentre studiava la sua impressione, e prima che Liam si decidesse a spostarsi, lo fece. Colse l'attimo, e lo baciò.
Non che fosse un'esperta, tutt'altro, ma non poteva sperare che le capitasse ancora un'occasione del genere, e magari si sarebbero persi di vista per altri sei, o dodici anni. E Sam il primo bacio voleva darlo al ragazzo di cui era innamorata da tutta la vita.
In quel momento non le importò né che esistesse una Charlotte, né che lui avrebbe potuto respingerla – cioè, che sicuramente l'avrebbe fatto – o peggio che l'avrebbe odiata. Non le importò nemmeno di aver rotto quel sentimento che la rimandava all’infanzia, non le importò di tutte quelle volte in cui i suoi amici avevano preso in giro la storia della scommessa, che aveva scioccamente raccontato nella nuova scuola, o che probabilmente era sciocca per lo stesso Liam. Non le importò di mostrare quanto era rimasta attaccata al primo e unico ragazzo che l’aveva fatta sentire felice, finché non pensò che lui avrebbe potuto sentirsi offeso e tradito per quello che lei gli stava facendo. Bene, l'aveva perso prima ancora di ritrovarlo, e si sarebbe odiata per il resto della vita. Tanto valeva raggiungere il Tamigi e buttarcisi dentro.
Fece per staccarsi, ma poi le labbra di Liam iniziarono a muoversi insieme alle sue, colmando il misero bacio a stampo cui si era limitata Sam; chiusero gli occhi e, incuranti di tutto ciò che li circondava, andarono avanti così finché non sentirono il bisogno di riprendere fiato. Si separarono lentamente, aprendo gli occhi, accertandosi di non aver sognato. Per un lungo, infinito momento nessuno dei due osò fare niente, poi Liam si alzò, tese le mani a Sam perché potesse fare lo stesso e la guidò nella casa deserta.
Era accogliente, una villetta su due piani con tanto di giardino e balcone, sapeva molto di Liam e del calore che la sua famiglia emetteva, Sam l’aveva sempre amato. Dentro era ammobiliata con uno stile semplice, senza fronzoli né complicate decorazioni, esattamente come lei se la ricordava. Il giovane si diresse verso la cucina e si sedette al tavolo di legno, gettando il giaccone sulla sedia di fianco. Sam lasciò cartella e cappotto su un'altra sedia e prese posto nell'unica rimasta, dall'altro lato del ragazzo, sentendo improvvisamente il peso di tutte le parole che non si erano mai detti. Era il momento di parlare, e prima che il ragazzo potesse cacciarla di casa affermando che era stata solo una svista, lei si affrettò a mettere le cose in chiaro.
« Scusa » esordì con voce tremante, risvegliando Liam da una specie di trance. « Io so che non avrei mai dovuto baciarti, hai detto che hai una ragazza e tutto quanto, ma sono sei anni che aspetto di ritrovarti, e adesso che è successo io.. quasi non ci credo, ecco. Sai, già da quando diventammo migliori amici tu mi piacevi, anche se eravamo dei bambini, quindi mi limitavo a cacciare dalla mente la voglia di abbracciarti che avevo, così da potermi divertire. Mi hai regalato un’infanzia meravigliosa » si fermò il tempo necessario di cancellare i propositi che si era data neanche un'ora prima. « E poi.. Ecco.. Io a quella promessa ci tenevo davvero, sai? Abbiamo passato dei mesi meravigliosi, finché non ci siamo detti addio e.. E io non sono più riuscita a togliermi dalla testa il mio migliore amico, il ragazzo che non avrei più rivisto. Quello che sto cercando di dirti è che.. Mi sono innamorata di te » concluse, senza riuscire a trattenersi dall'aggiungere un « mi dispiace » sommesso, continuando a studiare lo sguardo di Liam, che si era fatto pensieroso ascoltandola. Sam stava per rimettersi a piangere, lo sapeva. Avrebbe aspettato cinque secondi, poi non sarebbe più riuscita a trattenere le lacrime. Al quarto, Liam parlò.
« Tu parli come.. Come se per me non fossi mai stata niente, ma non è vero. Vedi, Sam, quello che tu non hai mai capito è che le relazioni sono fra due persone, non a senso unico. Anche per me sei stata importante, molto più di quanto io stesso abbia mai ammesso. Sono stato io a continuare quel che tu hai iniziato, perché mi sono sentito di farlo, perché lo volevo. Io ti conosco, e non sei cambiata, so che probabilmente stai pensando che da un momento all’altro ti dirò che sei stata un errore, ma io non lo farò. Perché anche se tu lo fossi, saresti l’errore più bello del mondo. La verità è che nemmeno tu sei mai uscita dalla mia testa da quando te ne sei andata. Ti ho sempre aspettata, cercando nelle ragazze che mi si avvicinavano qualcosa che mi ricordasse te. Amore? Sì, probabilmente è questo ciò che provo adesso, solo che non me ne sono mai accorto. Tu, in questo, eri un passo avanti a me, devo ammetterlo » il suo sguardo si intensificò, mentre Sam digeriva quel discorso. Era ovvio, in realtà aveva battuto la testa quella mattina e in quel momento si trovava in un sogno meraviglioso. Si tirò un leggero schiaffo, sussurrando « svegliati »; di solito funzionava.
Liam, che aveva assistito alla scena, non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, facendo arrossire la povera ragazza, incapace di muovere un altro muscolo.
« Ma.. » disse dopo che lui si fu calmato.
« Non chiedermi di Charlotte. L'avrei lasciata comunque, sono tre mesi che cerco il momento giusto per farlo. È una ragazza fantastica, ma troppo concreta, non fa per me » la anticipò, facendola arrossire ancora di più. « Sam » aggiunse subito dopo, sporgendosi verso di lei. « Potrai mai perdonarmi di aver aspettato così tanto ad accorgermene, di non averti cercata? »
« Non sono mai stata arrabbiata » gli assicurò. « E poi.. » fece per continuare, ma le labbra di Liam la interruppero, riprendendo da dove si erano fermati in giardino, con tutta la passione e la dolcezza di cui erano capaci. Si staccarono solo perché il tavolo era dannatamente in mezzo, ed era faticoso sporgere il collo. Sam si alzò, sedendosi sulle gambe del ragazzo che le accarezzò la schiena prima di riprendere a baciarla.
« ..Ne è valsa la pena » concluse Sam, minuti dopo. Liam si limitò a sorriderle, mentre prendeva la sua mano destra e incastrava il proprio mignolo con quello della ragazza, come quel pomeriggio di sei anni prima, sigillando quella nuova promessa silenziosa con un altro bacio, ancora più dolce dei precedenti.



 

 Running from the Madhouse
Okay, sono ufficialmente emozionata, questo è il mio primo Spazio Autrice, e.. wow, non so che dire lol
Inizio con il ringraziare in anticipo tutti quelli che hanno letto la mia storia, che gli sia piaciuta o meno.
Ora, io tengo particolarmente a questa fanfiction, perché i due flashback iniziali sono ripresi da una storia vera - la mia. 
Non ho mai fatto una scommessa con il mio migliore amico delle elementari, ci siamo messi insieme con il classico bigliettino lol.
Ma poi alla fine delle elementari abbiamo preso strade diverse, due scuole diverse, e non abbiamo più parlato, l'amicizia più bella della mia vita.. scomparsa.
E sapete qual è il colmo? Che io, come Sam, questo ragazzo lo penso ancora, perché viene nella mia stessa scuola, anche se in un'altra sezione.
Non ci salutiamo mai, né credo che i nostri occhi si siano mai incontrati, ma io so che lui c'è e.. fa male.
Per questo ho scritto un lieto fine alla mia storia, voglio averne uno almeno nella finzione. 
Certo, lui non è Liam-Perfetto-Payne, e perciò non ho speranze, però.. è uscito fuori questo, e sono un po' soddisfatta, anche se ad occhi esterni potrà sembrare banale, o sciocca.
Se vi va di farmi sapere cosa ne pensate, io sono qui, e ne sarò più che felice c: inoltre accetto consigli/critiche/offese di qualsiasi tipo, se dovete dire qualcosa, quindi, fatelo.
Altra precisazione a cui tengo, questa è l'unica One Shot degna di questo nome a cui sia mai riuscita a dare un finale, e ne vado orgogliosa.
Ora, capitemi: io sono profondamente pigra, frequento il terzo anno di Liceo Scientifico e ho una mente che lavora troppo.
Tanto per la cronaca, adesso ho la bellezza di 9 storie iniziate e probabilmente non arriverò alla fine di nemmeno una. Ma questa l'ho finita, perché? Non ne ho idea.
Bene, per essere il primo, ho riempito questo spazio delle mie chiacchiere anche per troppo, quindi..
Buona domenica, e tanti auguri al mio papino che fra ben 2 minuti compirà sessant'anni! (sì, è vecchio, ma gli voglio bene lo stesso lol)
See you soon, 
Vivy.

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