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Autore: samaralove    03/02/2013    4 recensioni
In solo tre giorni aveva cambiato tutto. Il mio mondo era completamente cambiato e anch’io lo ero. Si può amare cosi un uomo appena conosciuto? Prima di ora avrei tranquillamente risposto: Non è possibile. Solo nei libri. Il mio destino aveva già scelto ora toccava solo a me fare l’ultima mossa. Una mossa che avrebbe cambiato la vita a tutti, non solo a me per sempre.
Dal capitolo 5 :
< Perfetto! Angelo, così ti chiamerò quando sono felice, e amore anima mia quando sarò super felice e mia adorata moglie quando sarò arrabbiato. > Continuò stando al gioco.
< E tu come mi chiamerai? > Mi chiese sussurrandomi nell’orecchio, il suo profumo era afrodisiaco sapeva di bosco e menta.
< Vediamo, mio dolce amore in privato, amore tra amici , mio Signore marito in pubblico e Mio Re quando sarò furiosa. > Dissi tra un bacio e l’altro
Dal capitolo 12 :
< Sì amate Robert. Ma amate anche me. Non potete negarlo . Anche Robert l'ha capito. >
< Negarlo o no , non cambia la situazione. Rimane la stessa. E l'unico a soffrire sarete voi. >
< No, se sceglierete me. >
< Io, ho già scelto. >
Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
Capitoli:
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Il mio nome è Elisabeth Bennet e questa è la mia storia …
 

Prologo


Come tutto ebbe inizio ...


***

       
L'eta della fanciulleza è il periodo più bello della vita umana. L'eta dove i doveri e le decisioni non lasciano segni indelebili nell'anima. Dove una decisione sbagliata può essere modificata e un dolore dimenticato. In quell'eta si pensa solo a giocare, correre e ridere come se fosse l'ultima volta.Le emozioni e i sentimenti sono amplificati da una visione pura e semplice, quella sterile dell'infazia. E' così che ricordo con amore la mia infanzia, dove il potere e l'ambizione non aveva avvelenato la mia famiglia. Dove i miei fratelli ed io potevamo sperare in un futuro tutto nostro, felice e libero. Ma con un padre che amava picchiare i figli e maltrattare la moglie, perchè di casta inferiore, non potevamo sperare a qualcosa di diverso di matrimoni combinati dove l'unico collante era la ricchezza e non un sentimento di amore o di amicizia.
Ricordo ancora le corse nei prati, con mio fratello più grande di me di tre anni. Ma soprattutto ricordo le volte che mi ha difeso prendendole al mio posto. Per me lui era tutto , un fratello , un amico e un padre. Il sentimento che ci legava era unico e indistruttibile. La felicità dell'uno, rendeva felice l'altro. Come fratello maggiore desiderava proteggermi e vedermi felice. Il nostro motto era insieme per sempre. Sapevamo che poi con il tempo tutto sarebbe cambiato, tutto cambia. Ma il nostro volerci bene no, mai. Anche da lontano il sentimento non sarebbe cambiato. L'arrivo di Maria ci unì ancora di più, era una creatura così piccola e fragile, sembrava un angelo bisognoso di protezione. La piccola doveva essere protetta e solo Enrico ed io potevamo, nostra madre era troppo debole e fragile per contrastare nostro padre.
Enrico era un bambino, dolce e premuroso con un grande cuore. Un bellissimo bambino, sin da tenera età. Aveva capelli neri e occhi chiari.
Maria sin dalla nascita era bellissima, sembrava un angelo. I suoi capelli erano biondi come il grano e i suoi occhi azzurri come il cielo in estate. La sua pelle era candida e perfetta. Lei era l'angelo di casa. Da bambina perfetta, passò molto velocemente a ragazza perfetta per il matrimonio. Non si poteva non amarla, la sua dolcezza non aveva eguali.
Mia madre Cristina, è una donna bellissima, di basso rango rispetto a mio padre, bella ma debole, che non è mai riuscita a contrastare mio padre, ma solo a subire. Ma in fondo è nostra madre e per quello che ha potuto c'è stata accanto e ci ha amato con tutto il cuore. E' una donna magra dalla carnagione chiara, capelli biondi e occhi chiari, con un viso dolcissimo.
Mio padre William Enrico Bennet è un uomo burbero dagli occhi scuri e capelli scuri. Un bell' uomo , se non si considera il suo carattere e la sua indole.
E' un mostro, non ha cuore, ma c'e di peggio, no? Si c'è di peggio, ma io ancora non ne ero a conoscenza, il mio destino stava per bussare alla porta ed io dovevo rispondere, contenta o no questa è un’altra storia.
Io sono sempre stata una bambina ribelle, che amava cavalcare e giocare come se fosse un maschio. Io ero la ribelle, la strega sedotta dal demonio, perché contrastava il volere di nostro padre. Prima per gioco, poi per passatempo e infine, dovere, per proteggere i miei fratelli. Infondo cosa ci si poteva aspettare, da una bambina dalla pelle diafana, occhi azzurri cosi chiari da sembrare ghiaccio e capelli neri come la pece, ricci e ribelli, che con un solo sguardo può gelarti il sangue.
Mio padre diceva che ero carina, ma solo se stavo zitta, peccato che non lo accontentavo mai.
Amavo andare a caccia e cavalcare con il mio fidato cavallo Aria, insieme a mio fratello, lo so non è molto da signore, ma che importa.
Senza badare agli alti e bassi nella nostra famiglia, non stavamo male, in fondo eravamo una famiglia nobile di campagna e nulla ci mancava. Bè se non contavi la mancanza della libertà, peccato che il mio unico desiderio era proprio quello. Non desideravo l'amore né una famiglia. Ma non avevo fatto i conti con il destino. Un destino tessuto alla mia nascita, più grande di me, che non poteva essere cambiato e che io non avrei volevo cambiare, ma questa è un’altra storia. Io sono una semplice ragazza a cui sta stretto il mondo che la circonda. Dove ti viene imposto cosa dire e fare, chi amare e sposare perchè sei donna, qui si usa così. Gli uomini sono padre padrone, passi sotto la podestà del padre per finire in quella del marito, che ovviamente non ti sei scelta. Io non voglio questo. IO voglio essere libera.
Ma ancora non sapevo che amare é essere liberi... l'amore è un’altra faccia della libertà... ma andiamo per gradi.
Il tempo passava e i figli Bennet crescevano e da bambini diventarono ragazzi. Enrico diventò un bellissimo uomo con un corpo snello e atletico, incorniciato da occhi penetranti e un sorriso che scioglie il cuore. I suoi lineamenti erano marcati e perfetti. Amava andare a caccia e vestirsi con abiti comodi. Indossava sempre pantaloni di pelle e camicie bianche che lo rendevono molto intrigante e sensuale.
Maria è Maria, un angelo, non si poteva dire altro. Era fine ed educata, riusciva a incantare con la sua dolcezza e bellezza chiunque, come si poteva dirgli di no.
Io bè ero sempre la solita, capelli ricci al vento ,indomabili e lunghi che incorniciavano una ragazza forte e ribelle. Ero considerata bella, molto bella ma, c'e sempre un ma con me: troppo testarda e capricciosa non adatta per il matrimonio, come se a me importasse qualcosa.
Il mio nome è Elisabeth Bennet la ribelle e questa e la mia storia...
Poi un bel giorno, per così dire, tutto cambiò. Avevo appena compiuto sedici anni e in tutto il regno giunse voce che il Re avrebbe fatto visita a ogni feudo, per allacciare amicizia e alleanze. Il Re era succeduto al fratello, dopo la morte di quest’ultimo, sopraggiunta a causa di una ferita mortale ricevuta durante una guerra sanguinosa, senza vincitori né vinti per una terra che non ci apparteneva. Una guerra che ha ucciso tantissimi fratelli in nome di un Re senza spina dorsale né cervello e probabilmente anche questo Re non era da meno. Ma tutti sapevano qual era il vero motivo della venuta del Sovrano. Il vero motivo era di consolidare il suo potere appena ricevuto e di trovare moglie. A quanto pareva le donne a corte non erano di suo gusto. Oppure avendole già provate, aveva voglia di carne fresca.
Ma non è questo il punto, non volevo che venisse perché immaginavo cosa sarebbe successo con la sua venuta.
Dopo aver visitato ben tre nobili, arrivò il nostro turno, per la felicità di nostro padre.
Era mattina e fui convocata in biblioteca, da lui. Cosa che portava sempre guai, per chi era convocato.

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Studio del signor Bennet ...

Arrivai davanti alla porta e bussai...

<< Entra Elisabeth ho bisogno di parlarti ... >> Disse mio padre, felice, con una luce strana negli occhi.

<< Ditemi padre, che cosa è successo? Se è per ricordarmi che tra poco arriverà il Re e dovrò fare la brava, lo so già, non vi dovete preoccupare. >>. Dissi guardandomi attorno, la situazione non mi piaceva per niente.

<< Non è per questo che ti ho convocato. Quando arriverà dovrai essere gentile con lui e accontentarlo su ogni cosa. Hai capito cosa intendo... su ogni cosa... >>. Mi disse con fervore.

<< Cosa? Non credo di aver capito, cosa mi state chiedendo! Volete che diventi la sgualdrina del re? >> Risposi indignata .

Vedendo che non rispondeva cominciai ad urlare...

<< No. No, non lo farò padre. E' immorale e sbagliato, ho detto di no e non lo farò! >> Dissi infuriata, urlando.

Mio padre infuriato, a causa della piega che aveva preso il discorso si avvicinò e mi schiaffeggiò facendomi cadere a terra...

<< Non ti permetto di parlarmi così. Tu farai quello che ti ho detto, che ti piaccia o no. Sono stato chiaro? >> Disse infuriato ad alta voce mio padre.

<< Tu non sai che prestigio riceverà il nostro casato, se diventerai la sua amante. Poi ti farà sposare con un conte e sarai ricchissima, tu non capisci... se Maria fosse una po’ più grande... >> Disse risoluto.

Infuriata e stufa dei discorsi di mio padre, risposi senza che finisse di parlare...

<< Chiedo scusa, non volevo, mancarvi di rispetto padre. Farò quello che mi avete ordinato... a modo mio però... >> Dissi uscendo dalla biblioteca senza aspettare la risposta.

Uscita dalla porta corsi in camera di mio fratello, sperando che fosse solo. Ultimamente stava facendo strage di cuori.

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Camera di Enrico...

Arrivata bussai.

Dopo pochi minuti mio fratello aprì e vedendomi con un taglio sul labbro mi fece entrare in camera sua, infuriato, maledicendo nostro padre e nostra madre che lo permetteva. Entrata mi sedetti sul suo letto e lui mi stinse a se come usavamo fare da piccoli. La camera era grande con un armadio di noce coloniale a due ante e un baule, entrambi strapieni di vestiti. Vicino alla finestra c'era una scrivania in noce, dove vi erano posati fogli e libri da lettura. Il letto a due piazze si trovava al centro della stanza vicino alla finestra. In estate quella stanza era il nostro ritrovo per la lettura.

<< Tesoro, che cosa è successo questa volta? Ho una voglia matta di ucciderlo, non sai quanto. >> Mi disse premuroso.

<< Vuole che diventi la sgualdrina del re … >> Dissi fissandolo.

<< Cosa? >> Chiese mio fratello non riuscendo a capire.

<< Sì, ma il gioco è nelle mie mani ... non otterrà niente di quello che desidera. >> Risposi risoluta e sicura di me.

Detto, questo esco dalla stanza e vado alla ricerca di mia madre...

La trovai nella stanza del cucito...  

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Stanza del cucito ...

Appena mi vide entrare ...

Vedendo il labbro gonfio mi si avvicina …

<< Che cosa é successo tesoro? >> Mi chiese mia madre preccupata , esaminando il danno.

<< Papà vuole che diventi la sgualdrina del re … >> Dissi a bruciapelo.

Non udendo nessuna risposta da mia madre...

<< Tu sapevi madre come puoi accettarlo... fai qualcosa ti prego... >> Continuai pregandola.

<< Non posso tesoro... sai come è tuo padre... se Maria fosse più grande... >> Rispose triste.

Udendo queste parole cominciai ad urlare...

<< Madre cosa dite? Non potete dire questo... poi di Maria ... è così fragile... non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico... a Maria poi... non ci posso nemmeno pensare... meglio me ... io so difendermi... so cosa devo fare... >> 
Dissi furiosa. Con questo uscì dalla stanza ... dove stava per entrare Maria incredula che io avessi alzato la voce con nostra madre, non lo avevo mai fatto.

<< E’ questo il problema >> Rispose, ma non capì mai cosa intendeva con quelle due parole...

I giorni passarono velocemente mentre il mio piano prendeva forma e si consolidava. Sembrava intelligente e ben articolato... un piano semplice ed efficace... infatti, un ottimo piano, riuscito alla perfezione tranne che...

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Continua ...




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Le foto dei personaggi:


    Elisabeth Bennet        Enrico Bennet       Maria Bennet




    Cristina Bennet        Wiliam Enrico Bennet

 




 
   
 
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