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Autore: Bulma e C18    24/08/2007    4 recensioni
Una simpatica (e pazza) giornata del nostro simpatico cinese... Tutta in rima!
Genere: Parodia, Demenziale, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ren Tao
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA BALLATA DI TAO LEN

LA BALLATA DI TAO LEN

 

C’era una volta Tao Len il cinese,

che beveva il latte sessanta volte al mese.

Ma un giorno in dispensa il latte finì,

e da Jun sua sorella si lamentò così:

<

Che nel frigo il latte è ormai terminato!>>

Lei gli rispose: <ciccino,

vado a comprarne giusto un pochino!>>

Lei se ne andò a fare la spesa

Lasciando Tao Len con una pretesa.

Disse:<<Bason, vieni qui davanti!>>

Rispose lui:<>

<

tu pulisci e fai da mangiare!>>

 

Con passo veloce uscì di casa,

ma subito incappò in una sorpresa.

Camminando nel parco pianin pianino

Incontrò Yoh che schiacciava un pisolino.

<<Ma Yoh cosa fai? E i tuoi allenamenti?

Anna lo sa dei tuoi mancamenti?>>

<

potrebbe esser qui e vedermi riposare>>

Detto fatto, ella arrivò

E in un battibaleno lei si infuriò:

<

Se non vai ad allenarti ti gonfio come una zampogna!>>

<

lascia che io faccia almeno un riposino!>>

<<Forza coraggio, fai le flessioni,

finché non ti vengono le convulsioni;

E tu Tao Len, maledizione,

vattene ora, sei solo una distrazione!>>

 

Tao Len se ne andò e poco lontano,

incontrò Manta, il piccolo nano.

<<Piccolo Manta, dove stai andando?>>

<Faust che mi sta cercando!

Mi sta cercando per i suoi esperimenti,

per farmi morire tra atroci tormenti!>>

<

ho un impegno importante che non posso rimandare:

vicino ai fornelli, Bason ho lasciato

e chissà che pasticcio lui ha già combinato!>>

<Faust il losco,

non dirgli mai dove mi sono nascosto!>>

 

Tao Len se ne andò e poco lontano,

incontrò Faust con bisturi in mano.

<> gli disse tendendo la mano

<>

Tao Len non rispose, guardando Elisa

La moglie di Faust che era stata uccisa.

Il cinese pensò: <

Questa tipa mi piace davvero tanto!

Pensieri profani mi saltano in testa,

se stesse con me le farei la festa>>

Ma Faust il negromante, scemo non era

E capì subito che pensieri aveva.

<

ti conviene sparire dalla mia vista.

La dolce Elisa non toccherai mai,

altrimenti, stai certo, nei guai finirai!>>

<<Ma cosa vai a pensare, caro compare,

un simile affronto non ti saprei fare!>>

<

ma prima dimmi: dov’è andato il nano?>>

<<è andato di là, diletto compare,

ma mi raccomando, non fargli troppo male!>>

<<Ma cosa penso che gli farei?

Solo le gambe gli allungherei!>>

 

Tao Len se ne andò e poco distante

Vide Hao che faceva il cantante.

<a fare?>>

<voglio improvvisare!

Shaman King non son diventato

Ma al Festivalbar ho un posto assicurato!>>

<<Hao Asakura, dai retta a me,

fare il cantante non è per te!

Fai il cattivo, il gemello malvagio

Un ruolo in cui stai molto più a tuo agio!>>

<

Della reputazione che ho guadagnato.

Infondo, infondo, anche io ho un cuore

E sono indeciso se rivelare il mio amore!>>

<,

per chi è questo amore segreto?>>

<<è per Jun, la tua dolce sorella,

che tra le rose lei è la più bella!>>

<è problema, portala via,

non la voglio più in casa mia!

Ma uno scambio equo bisogna fare,

dimmi, in cambio, che mi vuoi dare?>>

<Opacho, servo ubbidiente,

ma ho anche altro, naturalmente,

scegli ciò che vuoi senza indugiare,

presto presto che mi voglio sposare!>>

<poncho di seta cinese,

splendida stoffa del mio paese;

se non ti dispiace vorrei anche i tuoi orecchini,

che da regalare son molto carini>>

<posso anche dare,

ma per il poncho non s’ha da fare!

A quest’indumento son molto legato,

me l’ha dato papà quando son nato!>>

<>
<..
perché va di moda!>>

<<Se non rispondi ai miei bisogni,

mia sorella Jun te la sogni>>

mentre discutevano in tono animato,

giunse Opacho che aveva ascoltato.

<grande signore, sua focosità,

la prego ragioni, per carità!

Quel che voi dite non ha alcun senso,

una follia… ma è ciò che io penso!>>

Hao ragionò e giunse ad una conclusione.

<Opacho, come hai ragione!

Come ho fatto a ragionare così da imbecille,

la tengo come amante, insieme alle altre mille!

Vattene Len, via da questo posto,

prima che di te io ne faccia un arrosto!>>

 

Tao Len se ne andò e poco lontano

Vide Silva, l’indiano Shamano,

<

Ma che brutta espressione: la tua gatta è morta?>>

<

son altri problemi che mi trafiggono cranio>>

<<Parla ti ascolto, qual è il tuo problema?

Se vuoi io per te do questo emblema.

Da mille pericoli ti proteggerà

E tutti i problemi da te allontanerà!

Ma attento, amico caro, c’è una condizione,

io te lo do, ma tu dammi un milione!>>

Tao Len saltò indietro come adirato.

<sfigato,

i miei soldi te li puoi anche sognare,

ed ora scusami ma me en dovrei andare!>>

 

Tao Len se ne andò e lì vicino

Vide qualcuno in un angolino.

Quand’era vicino si accorse ormai,

che era Amidamaru, il samurai.

<<Che fai senza Yoh? Lui si sta allenando!>>

<

Con Yoh oggi non mi voglio allenare

Basta, son stufo di così faticare!

Mi sa che contro Anna farò una rivolta

O mi farà crepare una seconda volta!>>

<devi scappare

Mi par di vedere Anna arrivare!>>

Il samurai scappò spaventato.

<Amidamaru, sei proprio sfigato!>>

Anna furiosa, in un battibaleno,

era arrivata correndo come un treno.

Sguardo adirato, capelli in tempesta

Gridava impazzita fuori di testa:

<<Dov’è Amidamaru, il samurai ingrato!

Per tutto il Giappone io l’ho cercato!>>

Poi voltandosi più forte gridò:

<<Raggiungimi sfaticato, corri Yoh!>>

Yoh arrivò più morto che vivo

E con un ultimo sforzo le disse <>

<

Niente più dolci finché non sei arrivato!>>
Tao Len lo guardò e con sguardo ammiccante

Disse maligno :<>

<

sparisci di qui e torna al tuo paese!>>

<

almeno per merenda dammi un dolcino!>>

<

Ti faccio pentire di essere nato!

Niente dolcetti ne ora ne mai,

finché non ritrovi quel tuo samurai!>>

<>

<>

Al cinese l’idea non piacque per niente

E così una scusa gli saltò alla mente:

<,

devo andare a casa, è proprio un tormento!>>

 

Così tornò a casa con passo veloce

 aprendo la porta gridò a gran voce:

<

dimmi, dov’è il latte che hai comprato?>>

<ho dimenticato,

ma tanto lo so che mi avrai già perdonato!

Che tardi che è, è già quasi sera,

dimmi fratellino cosa vuoi per cena?>>

Tao Len la guardò con sguardo infuocato

<  latte scremato che ti ho domandato,

neanche quello tu mi hai comprato,

almeno i biscotti, dimmi, li hai presi?>>

<ciccino, ma dove gli ho messi?

Porca miseria, mi è passato di mente,

mi sa che per colazione non avremo un bel niente>>

<,

e ora che facciamo? Ci affidiamo all’immaginazione?>>

dalla cucina Bason apparve,

sporco di farina e miele fin sulle scarpe.

<son stato al mercato,

di tutto il necessario, la dispensa ho colmato.

C’è solo un problema, mio caro padrone>>

<Bazon, sono in preda all’emozione>>

<

abbiate pietà, non siate adirato!>>

In un battibaleno, nacque una contesa.

<<Statevene qui, vado a fare la spesa!>>

 

 

Salve a tutti… Con questo abbiamo toccato il fondo… L’avevamo scritto tempo fa in una lezione di inglese, immaginate… Non è bellissima? Aspettiamo i vostri commenti su questa roba…

Ciao a tutti, PATATONI!!!

 

  
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