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Autore: __Sayuri__    03/02/2013    0 recensioni
[Prima classificata al 'Worldwide contest' indetto da Yuki_, poi sostituita da sulfuslove, sul Forum di EFP]
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Due persone lontanissime ed estremamente diverse vivono intrappolate nelle loro stesse paure, immobili riflessi dei desideri di qualcun altro. Un imprevisto li farà incontrare, scontrare, confrontare e, forse, persino cambiare.
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[COMPLETA]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - La caduta di un dio

Capitolo 6 – Arrivederci


Abigail gli aveva chiesto di riaccompagnarla nel villaggio in cui si era confinata da sola per mesi, nella stessa casa/prigione in cui si erano incontrati, ma stavolta non era per restare rinchiusa nel passato.

Era per chiudere i conti e dire addio a chi non c'era più, e per recuperare i cocci della propria vita, e imboccare un nuovo sentiero. Avrebbe recuperato le sue cose, e poi avrebbe ricominciato a vivere, nella sua vera casa, la sua vera vita.

Ovviamente Miriam aveva voluto riaccompagnarli a tutti i costi, ma per fortuna si era addormentata sul sedile posteriore, risparmiandogli la tortura dei suoi virtuosismi canori.

Jake e Abigail, invece, avevano parlato di così tante cose da perderne il conto, e quando era giunto il momento di salutarsi erano totalmente impreparati all'idea. Si lasciarono così, di fretta, senza che lui scendesse nemmeno dalla jeep, realizzando subito dopo che quello che avevano trovato uno nell'altra era prezioso e bellissimo, ma che l'avevano già perso.




Dopo essere giunto alla base, mentre spiegava le sue ragioni al maggiore Ray, senza ascoltare le sue grida di scherno e le sue vuote proteste, Jake pensò a quanto una singola persona è in grado di aprirti gli occhi, di cambiare il corso della tua vita, di farti crescere. Rivide davanti ai suoi occhi il volto di Abigail mentre faceva i bagagli, il suo sguardo deciso mentre abbandonava la base arroccata in quelle montagne aspre, con il cuore sempre più leggero.

Non poteva lasciare le cose a metà con lei, doveva dirle quello che sentiva in fondo al petto, anche se era un sentimento appena concepito, al quale non sapeva nemmeno dare un nome. Era gratitudine, mista a calore, speranza, forse perfino affetto.

Lei doveva sapere.

Non si rese conto di accelerare sempre più, e in meno di un'ora era di nuovo in quel villaggio, che era tutto fuorché dimenticato da Dio, inspirando profondamente l'aria salmastra.

Lasciò la jeep alla bottega di Ibrahim, che non gli chiese nemmeno perché fosse tornato, forse lo aveva capito. Negli occhi dei vecchi, in fondo, giace la memoria dell'esperienza che i giovani ancora devono vivere.

Jake corse a perdifiato verso quella casa di mattoni e legno erosi dal sale e dal tempo, e ritrovò di nuovo sulle sponde del Mar Morto, dove tutto era cominciato, a fissare due figure che non avrebbe mai dimenticato.

Miriam a Abigail erano immerse nelle acque placide e fresche del lago, e i loro movimenti ne increspavano la superficie, dove si rifletteva l'azzurro intenso del cielo.

La bambina si accorse della sua presenza ed iniziò ad uscire dall'acqua, mentre Jake sorrise ed estrasse dalla tasca la sua amata fotocamera, pronto ad immortalare anche quell'ultimo, prezioso ricordo.

La ragazzina lo abbracciò di slancio, felice, poi corse in casa canticchiando, probabilmente lasciandolo solo di proposito con la sorella. Poi dicono che i bambini non capiscono tante cose.

Abigail sicuramente aveva avvertito la sua presenza ma non si muoveva, e galleggiava pigramente sul pelo dell'acqua, vicino alla riva.

Jake poggiò a terra la borsa e la macchina fotografica, e cominciò ad avanzare verso di lei, finché non entrò anche lui nell'acqua, che ondeggiò rumorosamente al suo ingresso. La ragazza socchiuse gli occhi e sorrise lievemente mentre lui si inginocchiava accanto a lei, in attesa.

“Hai dimenticato di dirmi addio?” Bisbigliò Abigail, aggrappandosi alle sue braccia e tirandosi a sedere con leggerezza.

Lui si specchiò nei suoi occhi, per la prima volta così vicini e sinceri, e le cinse la vita con un braccio, attirandola verso di sé. Lei, con studiata lentezza, fece scorrere verso l'alto le sue dita sulle braccia forti del ragazzo, fermandosi all'altezza delle spalle.

Jake si sentì mancare il respiro, mentre minuscole goccioline d'acqua gli solleticavano la pelle, e mormorò:

“No, ho dimenticato di dirti arrivederci.”

Le labbra di Abigail sorridevano ancora quando le coprì con le sue, alla ricerca di quel bacio impetuoso e necessario, intriso di speranze e di parole non dette.

Un momento di perfetta fusione tra moto e staticità.

E mentre la stringeva sempre più più forte e sempre più vicino, tanto da sentire il suo cuore battere all'impazzata contro il suo petto e i suoi capelli umidi e freddi sul collo, pregò che quel momento non finisse mai.






***






Angolo autrice

Eccoci qui, all'ultimo capitolo ufficiale della storia, resta solo l'epilogo, ormai. Ringrazio come sempre chiunque abbia letto e/o recensito, 


Alla prossima!


Sayuri



   
 
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