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Autore: Leelo    03/02/2013    2 recensioni
“Sai quando scopri di essere al limite? Quando un giorno, per una stupidata, ti vengono le lacrime agli occhi.
Quando una parola di troppo, un gesto insignificante ti colpiscono a fondo.
Non significa essere fragili o deboli, significa aver sopportato troppo a lungo.
Aver detto sì al posto di no.
Aver risposto sempre “sto bene”.
Aver sorriso al posto di piangere.
Aver baciato una persona pensando ad un’altra.
Aver amato qualcuno che non ti considera nemmeno.
Non sei debole se un sorriso in meno può rovinarti una giornata. Hai solo sofferto troppo.
Non sei debole. Probabilmente sei solo innamorato.”
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bhe non riesco a trovare un'itroduzione adeguata a questa one shot, anche perchè è stato veramente difficile mettere in parole le emozioni che mi affliggono in questo periodo.
Sì insomma vi lascio alla vostra lettura, sempre se leggerete!




"Sai quando scopri di essere al limite? Quando un giorno, per una stupidata, ti vengono le lacrime agli occhi.
Quando una parola di troppo, un gesto insignificante ti colpiscono a fondo.
Non significa essere fragili o deboli, significa aver sopportato troppo a lungo.
Aver detto sì al posto di no.
Aver risposto sempre “sto bene”.
Aver sorriso al posto di piangere.
Aver baciato una persona pensando ad un’altra.

Aver amato qualcuno che non ti considera nemmeno.
Non sei debole se un sorriso in meno può rovinarti una giornata. Hai solo sofferto troppo.
Non sei debole. Probabilmente sei solo innamorato.”


Faceva male, fottutamente male…
Ed io? Bhe io non potevo fare niente, solo restare nella mia stanza color smeraldo a guardarti attraverso uno schermo.
Da quando me ne sono andata via da te, dai miei sogni, dalla mia famiglia tutto è andato a puttane, ma dovevo farlo.
Ho visto le tue foto dopo la mia partenza, ho visto il tuo viso sbattuto e i tuoi occhi perdere un po’ di quella brillantezza.
Sono stata via per 3 anni ma sono tornata lo sai?
Non credo.
Ho deciso di tornare nel mio paese d’origine ma ho avvertito solo Bom di questo, le ho fatto promettere di non dire niente a nessuno, soprattutto a te.
Mi hai sempre vista come la tua migliore amica e mai come una ragazza capace di amarti fino a star male.
Quante lacrime versate la notte, quanti cuscini bagnati e quante urla.
Rannicchiata sul mio letto ascolto la tua voce.
L’ho sempre amata sai? Sì, è grazie alla tua voce che il mio debole cuore ha preso a battere per te.
So che stai bene, so che hai riacquistato la tua vivacità di sempre e ne sono felice, ma io sto morendo piano piano.
Fa male sapere di averti così vicino ma sentirti comunque lontano.
Guardo fuori dalla piccola finestra, sta nevicando. Sorrido.
Tu amavi la neve, eri come un bambino piccolo quando i primi fiocchi bianchi iniziavano a scendere incontrollati dal cielo.
*Toc Toc*
Ah la porta, sarà Bom.
“Kiki è pronta la cena!”
Annuisco piano udendo un sospiro venire dalla mia amica che lentamente mi lascia ancora ai mie pensieri.
Mi alzo da letto passando davanti allo specchio attaccato alla parete, mi fermo un attimo.
Non mi riconosceresti sai?
Sono dimagrita tanto e mi sono alzati di qualche centimetro, i miei capelli non sono più color del cioccolato ma sono rossi, anche i miei occhi sono cambiati, non sono più di quel marrone brillante.
Un sorriso triste viene ad accennarsi sul mio viso e chinando il capo esco dalla stanza.
Bom è seduta a tavola ma non è sola.
5 ragazzi sono seduti davanti a lei di spalle.
Scuoto la testa velocemente, arretrando per non farmi notare.
No, no questo è solo un incubo.
“Kiki…”
Merda, Bom mi ha notato ed ora 6 paia di occhi sono puntati sulla mia figura.
Con uno scatto arrivo alla porta della stanza e molto velocemente mi rifugio al suo interno.
Il suo sguardo, i suoi occhi. Lame affilate nel mio cuore.

“Non ti ama, non ti ha mai amato e tu non ce l’hai fatta a dimenticarlo”

Non piango, ho imparato a non farlo, sono stata brava.
“Kiki apri la porta…”
La sua voce. La sua melodiosa voce rimbomba nella mia testa come un martello pneumatico.
Urlo.
Scaglio contro la finestra la lampada che c’è sul comodino e queste due vanni in mille frantumi.
L’aria fredda di Febbraio mi taglia il viso ferocemente e capisco…
Ho sofferto troppo.
Pochi passi e tutto finirà.
Pochi secondi e potrò finalmente riposare senza incubi.
Pochi attimi e quel dolce manto candido si tingerà di un rosso scarlatto.
  
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