Un abbraccio.
Holly xxx
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Gennaio,clima d’esame per
la piccola Noemi Cunningham, il
che significava una sola cosa:studio.
Non che fosse una che tralasciasse lo
studio! Per carità!
Quei 9 in pagella,al quinto anno delle superiori,rendevano la
promozione più
che assicurata.
Noemi è sempre stata
così,tremendamente studiosa.Era anche
l’unico essere umano che,a mio avviso,riuscisse a studiare il
venerdì
pomeriggio.Era così dannatamente organizzata!
Ogni venerdì si ostinava a
volare a casa,salutando tutti
distrattamente.
Non io,naturalmente,io ero
‘speciale’ o almeno lei mi
definiva così.
Si ostinava a correre a casa e
sbrigava i compiti per il
lunedì con una velocità disumana! Non
c’era certo da meravigliarsi! Con tutti
quegli ottimi voti,tutto sembrava facile agli occhi di Noemi!
Da due anni a questa parte
però,le cose sono leggermente
cambiate.
Sono
2 anni che Noemi
non vive più come prima.Sono due anni che Noemi viene a
trovarmi tutti i
giorni.Con la pioggia,col sole,col vento e,mi ricordo quella volta 7
mesi
fa,con la neve.Non è cambiata di una virgola. Sempre la
stessa treccia laterale
e lo stesso ciuffo che le ricadeva sugli occhi 3 anni fa.
‘Capisci Nialler?! Un cane!
Aveva un chiwawa nella borsa!’
Ridacchio a sentirla
parlare.E’ così strano vederla
qui,appoggiata a questa stupida cosa di marmo.
Alzi la mano chi pensava che 3 anni
fa qualcuno mi
investisse.
‘Che poi,dico io,chi cavolo
viene a portarti i fiori,James?!
Questi non vanno messi qui e questi sono secchi! Dio che
nervi!’
Armeggia con i fiori gialli e rossi
che vi sono nel vaso poggiato
sulla mia lapide bianca.
‘Di me si ricordi il
meglio,di me si ricordi Jemi’ Spiccava
in nero,sotto una mia foto. Che frase ad effetto.Racchiudeva il meglio
della
mia vita.
Jemi eravamo io e lei.Lei che aveva
definito così il nostro
rapporto d’amicizia.
Mi ricordo che stavamo litigando per
qualche stupido motivo
quando mi urlò in faccia,anche se timorosa,se volevo che la
Jemi restasse
unita.
Fu lì che la baciai.
Fu lì che baciai la mia
migliore amica.
Fu lì che Noemi Cunningham
divenne mia.
‘Ah Nialler, guarda qui che
cosa ho fatto.’
Quasi mi viene un colpo quando si
scosta di poco la
maglietta per mostrarmi la scritta da poco tatuata sulla sua spalla.
Un tatuaggio. Mi aveva dedicato un
tatuaggio. Il terzo
tatuaggio.
‘James’ spiccava
sulla spalla destra.
Il terzo tatuaggio dopo il trifoglio
sulla caviglia e il
simbolo dell’infinito con il ‘My angel’
nella parte destra della
schiena,all’altezza del cuore.
‘Non preoccuparti,non ne ho
in programma altri,per il
momento’
Sghignazza,prendendo un libro dalla
borsa.
Sono circa 2 anni che Noemi viene qui
a studiare.
Era la mia
‘insegnante’di matematica e sempre,sottolineando
sempre,facevamo i compiti insieme.
Quando le condizioni lo permettono,si
poggia sulla lapide di
marmo e svolge gli esercizi parlando con me del più e del
meno,sotto gli occhi
pieni di pietà da parte dei passanti.
Non è solo questo,no!
E’ qui che impara le materie orali.
Quello che non ho imparato a
scuola,me lo sta insegnando lei
ora!
‘Dannato
aggeggio!’
La vedo sbattere una mano sulla
calcolatrice per poi alzare
gli occhi al cielo.
‘Sii buono, James, mandami
una calcolatrice decente
dall’alto dei cieli!’
Rassegnata,prende una matita e
comincia a svolgere i calcoli
cartacei.Mi viene da ridere a guardarla. Così concentrata in
quell’equazione
matematica.Una piccola ruchetta le si è formata al centro
della fronte,segno
della sua concentrazione.
‘Sai,è tornata
quella di fisica che avevamo al primo anno.’
Ancora intenta a scrivere numeri e
lettere,Noemi sembra
leggermente distante.
‘Avevamo ancora lei
quando…quando è successo quel che
è
successo.’
La osservo,mentre la sua voce si
abbassa di un ottava.Dove
voleva arrivare?
‘Mi ha scambiato per tua
sorella,ancora.’
La vedo ridacchiare anche se
l’ultima cosa da fare in questo
momento è ridere.Come si sarà sentita?
E’ così strano
vederla qui,appoggiata a questa stupida
lapide.
Tra tanta gente Dio ha deciso di far
soffrire proprio lei
e,parte peggiore,ha deciso che sarei stato io la causa della sua
sofferenza.
‘Horan,lei e sua
sorella siete pregati di fare silenzio!’
ridacchia,ripensando ai primi mesi delle superiori.’Noemi,mi
dispiace per
suo fratello.’
La vedo chiudere velocemente libro e
quaderno. ‘Come possono
le persone guardarmi ancora con tanta pietà?Sono passati
più di 3 anni ,Cristo
Santo!’
Così poco tempo?Mi
sembrava un eternità.
‘Non ti hanno perso loro,
James, perché si preoccupano tanto
di sapere come sto?Come se non si trattasse di un semplice modo
sparlare di me
come la piccola sfortunata irlandese.
Insomma,è così tanto importante
sapere come me la passi dopo 3 anni? Come vogliono che stia? Certo non
me la do
alla pazza gioia!Ma con altrettanta certezza non passo i giorni a
vomitare o a
imbottirmi di pillole,se è questo che vogliono
sapere.’
Armeggia con qualche
braccialetto.’Qualche’ adesso! Saranno
una centinaia! E credo che il motivo sia,per quando mi distrugga,ben
chiaro.
‘Mamma dice che sono pazza,
James’ Ridacchia da sola, come
divertita dall’immagine di quella donna
premurosa.’Ha visto i ricordi
che ho sulle braccia e vuole mandarmi dallo psicologo.
Massì! Diamo da mangiare
a qualche spocchioso!’
Ricordi sulle braccia.
Ricordi belli profondi, se è
per questo. Ricordi troppo profondi. I ricordi si tengono stetti nella
mente,non sulle braccia.
‘Mi manchi James,
perché sei andato via?’
La sua voce è calma e le
si forma un sorriso amaro sul
volto.
‘Perché Dio ha
scelto te, James??’
Un nodo un gola. L’unica
cosa che sento in questo momento è
un nodo in gola.
Gli angeli non possono piangere ma
intanto a me va il cuore
in pezzi.
‘Perché….Perché?!’
Non vi sono lacrime sul suo volto,vi
sono ricordi della
nostra vita insieme.
‘Adesso tutti in famiglia
mi trattano meglio, sai? Anche
Tom, strano ma vero, è più gentile.
L’ho trovato a piangere in camera sua con
le mani sul volto.Stava rimproverandosi di non essere stato un buon
fratello.Che scemo,è un ottimo fratello.’
La vedo appoggiarsi alla mia lapide e
sfiorare il “You are
in paradise because the angels can’t sing”
Aveva voluto lei quella scritta e
nessuno aveva osato
contraddirla. Diceva che cantavo come un angelo il che,secondo lei,era
strano
visto che da piccola aveva letto che gli angeli non potevano cantare.
La prima settimana dopo la mia
morte,continuava a chiamare
al mio cellulare e a chiedere a mia madre se fossi in casa. Era la
forza
dell’abitudine,erano anni che faceva così.
Ogni volta che mia mamma le
accarezzava la guancia e le
diceva che non c’ero e non ci sarei stato,lei rispondeva con
un sorriso
rassicurante e le chiedeva se potesse dirmi di chiamarla,una volta
tornata
dalla partita di calcio.Credeva davvero che fossi tornato.
‘Perché non
torni da me?’
I suoi singhiozzi mi riscuotono dai
pensieri.Vederla
lì,appoggiata alla lapide quasi fosse il mio
petto,è come una coltellata.
Mi avvicino e le accarezzo le
guance,consapevole che lei non
potrà vedermi,ne sentirmi.
Se dipendesse da
me,l’abbraccerei senza lasciarla neanche
per un secondo.
Ma non posso,perché Dio
non vuole,perché Dio non me lo
permette.
‘Perché non
capisci
che manchi? Perché non capisci che mi manchi da
morire? Perché non
torni? Manchi James,davvero…Perché mi hai
lasciata,Nialler?Io ti amo ’
Grida, ricevendo sguardi di
compassione da parte di qualche
presente non certo in condizioni migliori.
Non ho mai voluto che Noemi entrasse
in questi posti,sono
così tetri,tristi e malinconici.
Un singhiozzo.Un suo singhiozzo. Un
altro e un altro ancora.
Per la prima volta dopo 3 anni,Noemi
è qui,di fronte ai miei
occhi e piange,piange come non ha mai fatto.
Al funerale osservava tutto da
lontano e rispondeva con
indifferenza a chi le andava vicino.
Nel momento in cui il prete
recitò le ultime parole,scoppiò
in un pianto liberatorio,così forte da far commuovere anche
il prete e i
presenti. A un anno dalla mia morte,aveva fatto lei il discorso in
chiesa e
giuro,non avevo mai visto tanta gente piangere.Anche coloro che si
trovavano in
chiesa solo per ascoltare la messa,scoppiarono in un pianto silenzioso.
Tutti piangevano
mentre lei scrutava con cura il foglio bianco che teneva stretto tra le
mani
con avidità.
‘Eri la mia vita,come
faccio a vivere senza di te?Come si
vive al meglio la vita se la tua vita ti lascia?Come si va
avanti?’
Le sue parole si capiscono a malapena
in quanto oscurate dai
singhiozzi di dolore.
Mi porto istintivamente una mano alla
guancia per asciugare
quella che,con mia meraviglia,si dimostra una lacrima.Strabuzzo gli
occhi e,in
un millesimo di secondo,mi ritrovo a qualche metro di distanza da lei.
Possibile
che Dio mi
abbia punito per aver pianto?
Mi copro il volto con le mani e poi
resto a
guardarle,allibito.
Il colore della pelle non
è il tipico irlandese,è più scuro.
Se Dio vuole farmi impazzire,ci sta
riuscendo benissimo.
Mi avvicino cautamente alla tomba
dove è ancora appoggiata
Noemi.
‘Eri s-suo
amico?’
Chiede,singhiozzando. Mi volto,alla
ricerca del qualcuno a
cui ha rivolto un timido sorriso.
‘Ehi,dico a te.’
Mi…mi può
vedere?
Dio,so che mi vuoi far impazzire
perché prendo troppo cibo,ma
non puoi certo farmi questo.
Mi passo una mano timidamente tra i
capelli,per poi sgranare
gli occhi.
Perché i miei capelli sono
castani?Perché sembrano ricci?
‘Ehm si,sono un suo vecchio
amico…’
Rispondo,senza sapere come.
Se è il modo di Luck per
vendicarsi del suo panino,giuro che
quell’angelo lo faccio diventare più morto di
quanto già non sia.
‘Sta di fatto che non
riesco a controllare le parole,né le
mani che si fondano tra le tasche del pantalone.
‘Mi aveva chiesto di
mantenere questo scatolino, 2 anni
fa,mi disse che era per l’unica persona per cui si alzava
ogni mattino.’
Le porgo una piccola scatola blu
elettrico che afferra
timidamente.Con una lentezza snervante,scioglie il fiocchetto di raso
rosso e
estrae un piccolo campanellino.
E’ forse un chiama
angeli,quello?
Il chiama angeli è un dono
bellissimo,permette agli angeli
di impersonarsi nel corpo di qualcun altro in modo da star vicino alle
persone
cha hanno dovuto abbandonare sulla terra.
‘Credi che sia
io?’
Mi chiede,mentre io cerco ancora di
capire chi ha parlato
per me.
‘Dal modo in cui piangi,si
vede che era importante.Non perdi
lacrime salate,perdi ricordi.’
Arrossisce di botto,per poi passare
le maniche della felpa
sulle sue guanciotte rosse.
‘Ti va di prendere
qualcosa?’
Le chiedo,o meglio,chiede il
proprietario del corpo in cui
sono finito.
Dio non punisce i buoni,Nialler,ora
vai,vai e falla
tua,vai e falla felice.Vai e falla vivere di nuovo.
Sento le parole rimbombare nella
testa quando un vento
gelido si alza e mi scompiglia i capelli.
La risata di Noemi rimbomba
nell’aria.
‘ I tuoi capelli sono
proprio buffi ’
Sussurra,asciugandosi qualche ultima
lacrima.
Un anno dopo.
‘James,chiedo umilmente
perdono,davvero! Ho avuto una
settimana piena e strapiena di esami! Ti rendi conto?! Okay che non
sono la
prima dell’elenco ma non è bello avere anche 3
esami al giorno! Mi addormento
straziata la notte! E scusami se ti nomino e ti rompo le balle anche
con le
preghiere,ma se non mi aiuti tu,neanche Dio ce la fa’
E’
incredibile come
possa toccarla,sfiorarla e baciarla di nuovo,dopo 2 anni in cui mi sono
limitato ad osservarla.Non so cosa sia successo in quel preciso
istante,due
anno fa.So solo che ora sono qui,in un corpo che non mi appartiene ma
non me ne
può fregar di meno in quanto tra le mie braccia ho di nuovo
lei.
Mi racconta delle nostre vecchie
avventure con un sorriso
stampato in faccia,senza più lacrime o dolore. Alla
cerimonia della mia
morte,in chiesa,ha anche strappato qualche sorriso ai presenti.
Continua a litigare con chi tocca il
vaso sulla mia
lapide.Si è fatta altri 2 tatuaggi.
Una piccola margherita sul polso
sinistro che ormai non
sfiora più con coltelli o lamette,e un piccolo cuore che io
stesso ho disegnato
sul suo basso ventre.
‘Ah James,non so se questa
notizia lassù da te è arrivata ma
io e Liam aspettiamo un bambino’
Insomma,che parolona grassa
‘IO’.
Un piccolo cuore che Liam
ha disegnato sul suo basso
ventre.
Dio mi ha dato un’altra
possibilità.
Dio mi ha permesso di continuare a
vivere al suo fianco.
Dio mi ha rinominato Liam James
Payne e mi ha dato la
possibilità di essere felice.