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Autore: Melpomene Black    03/02/2013    7 recensioni
Pioggia. Tic tac, tic tac sull’asfalto scivoloso. Tic tac, tic tac sull’ombrello rosa confetto.
I tuoi passi veloci, la tua corsa disperata. Cos’è quella fitta che avvolge il tuo petto? Cos’è quella brutta sensazione che ti attanaglia il cuore? Corri più veloce, corri più veloce.
Automobili che sfrecciano, il tempo che scorre frenetico. Nulla si ferma, nulla ti aspetta. Corri più veloce, corri più veloce.

E se invece della storia che conosciamo tutti...?
Breve OS senza pretese, il mio primo tentativo nel fandom di DC.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 TIC TAC

 

 

 

Pioggia. Tic tac, tic tac sull’asfalto scivoloso. Tic tac, tic tac sull’ombrello rosa confetto.

I tuoi passi veloci, la tua corsa disperata. Cos’è quella fitta che avvolge il tuo petto? Cos’è quella brutta sensazione che ti attanaglia il cuore? Corri più veloce, corri più veloce.

Automobili che sfrecciano, il tempo che scorre frenetico. Nulla si ferma, nulla ti aspetta. Corri più veloce, corri più veloce.

Sirene assordanti, luci lampeggianti. Rosso e blu, rosso e blu. Automobili immobili. Minuti congelati, attimi sospesi.

Tre uomini sotto la pioggia, avvolti nei loro impermeabili bianchi. Esitano davanti al grande cancello di ferro. Chi sono? Cosa vogliono?

Uno di loro si accorge di te. Scuote mestamente la testa nella tua direzione. Chi è? Cosa vuole?

Tic tac, tic tac; pioggia sull’asfalto. Tic tac, tic tac; pioggia sul tuo viso. Tic tac, tic tac; pioggia che si confonde con le lacrime.

«Chi siete? Cosa volete? Cos’è successo?» Domande, domande che si accatastano nella tua testa senza ricevere risposte. Ma forse le risposte sono tutte lì, nel tuo cuore. Ed è inutile ricacciarle indietro e tentare di ignorarle. La verità è sempre e soltanto una sola.

 


C’è qualcuno laggiù. Sembra un ragazzo, forse ancora  liceale. Il petto poggia a terra; le braccia si allungano come alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi, i pugni stretti attorno a  fili d’erba. La guancia preme contro il fango, il viso è una maschera di sangue. Chi è? Cosa ci fa lì?

I poliziotti si avvicinano a quel corpo abbandonato. Uno di loro gli posa una mano sul collo in cerca di un battito, di un respiro, di un qualche segnale. Nulla da fare, il ragazzo sarà morto già da qualche ora.

Chi può essere stato? Chi può aver commesso un così terribile delitto?

L’ispettore da disposizioni affinché si scopra l’identità del giovane. Si avvicina, lo osserva bene, trasalisce. È lui, non ci sono dubbi. Ma perché, perché?

Non resta che indagare.

 

 

«Ispettore Megure?» La voce trema, il cuore batte forte.

L’uomo esita, visibilmente in difficoltà. Non sa cosa dirti, come si può dare una notizia così orribile senza colpire nel profondo?

«Ispettore, sta cercando Shinichi? È successo qualcosa di grave?»

Sospira. Non può sottrarsi, è suo dovere informarti.

«In verità sì, signorina Mori. Vede, abbiamo ritrovato un cadavere nei pressi di un Luna Park.»

«E avete bisogno di una mano, non è così? Sono sicura che riuscirete a risolvere il caso.» Sorridi cordiale, ma in fondo sei turbata. Preghi, preghi affinché quella voce maligna dentro di te taccia.

«Abbiamo già identificato il ragazzo. Beh, si tratta di…»

 


*****

 

 

Tutti ti guardano, tutti si osservano. Sguardi, tanti sguardi. Sai cosa pensano, e fa male. Fa male, ti senti braccata e intrappolata in quegli sguardi.

Non hai bisogno della loro compassione. Non hai bisogno del loro aiuto, puoi farcela benissimo da sola. Anche se, in fondo, sai che non è così.

A scuola i tuoi compagni si offrono di sostenerti, di aiutarti. Ma tu li respingi, non sai che fartene di tutte quelle mani protese verso di te. Potresti anche essere circondata da centinaia, migliaia di persone, eppure tu ti sentiresti comunque sola. E lo sei, lo sei.

Due settimane. Da due settimane il suo banco è vuoto. Da due settimane non vedi il suo volto, il suo sorriso.

Non sai cosa più ti manca di lui. Forse il suo sostegno, la sua presenza costante, i suoi abbracci fraterni. Quasi quasi ti mancano anche i suoi interminabili monologhi su Sherlock Holmes, le arie che non smetteva di darsi. La dolcezza con cui trattava te, solo e soltanto te.

Era amore, Ran, e tu lo sai. Lo sapevate entrambi. Timidi e un po’ ingenui, troppo per riuscire a dichiararvi l’un l’altra. E ora… ora è troppo tardi.

Lui non c’è, e non è giusto. Te l’hanno strappato via con la forza. Non è giusto.

Se n’è andato, se n’è andato e non tornerà. Dovresti fartene una ragione. Eppure, nel profondo del tuo cuore, sai che non smetterai mai di aspettarlo.




Writer's Corner

Mi presento, sono Mene Black e questa è la mia prima shot su DC.

Lo so, non è granché, ma spero vi sia piaciuta comunque. Spero che lasciate una recensione.


Mene

  
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