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Autore: Delyassodicuori    03/02/2013    1 recensioni
Dal testo:
“Siamo… come due fiori… che non riescono a sbocciare….” Pensai. il mio solito modo di paragonare le nostre vite a qualcos'altro.
“Questo perché…” pensò lui, ridendo “è sempre notte!”
“Quando arriverà il giorno, allora?” pensai, fissando il cielo buio sopra le nostre teste.
“Spero il più presto possibile… ma una cosa è certa, Leah” pensò serio lui “Anche se subirò la magia… quel mattino non sarà mai vero…”.
“Lo so” pensai, coccolandolo “Per questo… per questo ti proteggerò, Jacob”.
Yeeeeee, questa è la mia quarta ff! stavolta è ad un solo capitolo... una cosa breve, insomma, che mi è venuta in mente oggi. spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater | Coppie: Jacob/Leah
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più libri/film
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Due fiori… che non riescono a sbocciare….



Vuoto.
 
Era tutto vuoto, in me.
 
Non c’era più quella persona…
 
Quella che ero…
 
Ero un'altra persona… o forse, meglio dire…
 
ERO UN ANIMALE!
 
 
 
 
 
 
 
Le foglie si staccavano dai rami, roteando in aria, quasi come una danza, davanti ai miei occhi. Cadevano al suolo, anzi, si sdraiavano al suolo.
Le foglie, quando toccavano il suolo, venivano calpestate, staccate dalla loro casa o portate via dal vento, non sentivano dolore, né tristezza… quasi quasi le invidiavo. Avrei voluto essere una foglia in quel momento. Ma purtroppo ero qualcosa di decisamente peggio di una foglia secca, senz’acqua. Magari ero diventata vuota come loro, ma ancora la sensibilità ce l’avevo. Le calpestai, decisa a frammentarle tutte con la corsa, con i miei artigli affilati come rasoi. Loro non potevano soffrire, io si. Perché? Le odiavo, le foglie secce, che non sentono dolore. Correre, seguendo il soffio del vento, era l’unica cosa che riuscivo a fare. L’unica cosa che poteva rendermi libera per pochi istanti.
Volevo essere come il vento, libera, veloce… forse ero veloce come il vento, ma nonostante ciò, non riuscivo a scappare. Non potevo essere libera in alcun modo. Ero bloccata. Il mio cuore.. era bloccato…
Le zampe graffiavano il terreno fangoso, schizzando gocce di fango ai miei lati, microscopiche, quasi invisibili. Un umano non avrebbe potuto notarli.
Ma dove stavo andando? Nemmeno io sapevo dove, sapevo solo che.. andavo. Andavo e basta. A cercare la libertà? Forse, probabile. Ma dov’è questa libertà?
Alzai la testa, annusando l’aria che mi schiaffeggiava il muso. Odore di bosco, di muschio, pino bagnato. Quell’odore, era ormai parte di me. Io stessa emanavo quell’odore. Fissai il cielo, nuvoloso. Le nubi si facevano via via più scure, minacciando la pioggia. La pioggia è triste, per quanto bella essa sia… le nubi sono spaventose, se grigie… 
Inciampai contro una radice grossa. Che idiota. Mi metto a guardare il cielo quando dovrei pensare al tragitto! Caddi con un tonfo pesante sul terreno umido. Rimasi immobile, sdraiata su un fianco, mentre una goccia di pioggia mi cadeva sul muso. Venne seguita da altre gocce, che via via si facevano più numerose e fredde. Chiusi gli occhi, respirando lentamente. Non mi importava molto se mi bagnavo. Non mi importava di niente, ormai.
 
-Ecco… io e Sam ci sposiamo… questo mese….-
 
 
Quelle parole mi ritornarono nella mente, dure e spinose, anche se dette con un tono dolce e timido
 
 
-Ecco… vorresti.. si, insomma… essere la mia damigella d’onore?-
 
 
Strinsi i denti, cercando di scacciare via quell’orrendo pensiero. Perché capitavano tutte a me? Perché?
 
 
 
 
 
 
“Cosa stai combinando, Clearwater?”
Aprì gli occhi di scatto e mi rimisi subito a quattro zampe. Non ero sola. Il lupo dal pelo rosso era ad una cinquantina di metri di distanza da me, ma ovviamente riusciva a sentirmi forte e chiaro. Riservatezza a zero, qui.
“Sparisci, Black!” ringhiai, e ripresi la corsa, più velocemente possibile, stavolta.
“Aspetta…”
“Non inseguirmi, chiaro? Lasciami stare!” continuai a ringhiare, acida, aggressiva. Jacob smise di seguirmi, bloccandosi in mezzo alla foresta, mentre mi osservava. Cercai di chiudere la mente. Non volevo questo. Non volevo parlare con nessuno. Volevo stare da sola, era chiedere troppo? Non potevo scappare da nessuno, nemmeno da me stessa.
Feci un balzo, mi ritrasformai in aria e atterrai su due piedi. Slegai il laccetto alla caviglia e indossai i vestiti (canottiera bianca e jeans lunghi e chiari) e continuai a correre. Dopo aver superato diversi pini, mi accorsi che mi stavo avvicinando alla scogliera di La Push. Superai il confine della foresta e mi avvicinai al terreno roccioso. Avevo corso per ben tre ore…. Ed ero ancora alla riserva? Ma allora avevo girato a cazzo!
Mi sedetti sul bordo roccioso, osservando il cielo scuro della notte. Niente stelle e luna. Vuoto, come me….
Mi diedi un colpetto alla testa.
-Smettila con questi paragoni, cavolo!- mi dissi, stringendo il pugno sulla fronte.
-Ma quando lo fai, sei una poetessa!-
Mi alzai di colpo e mi voltai, il cuore a mille. Anche quel lupo-meccanico aveva ripreso la sua forma umana e mi fissava dal confine del bosco. Sembrava severo, ma allo stesso tempo comprensivo. Che cavolo voleva adesso?
-Non ti avevo detto di sparire?- ringhiai, voltando la testa da un’altra parte.
-Sam mi ha mandato a cercarti. Era preoccupato, sai?- disse, avvicinandosi. Il suo profumo, simile al mio (tranne per il fatto che allo stesso tempo sapeva anche di benzina), mi entrò nel naso.
-Tsk, come no!- dissi, acida.
-E’ la verità!- insistette Jacob –Dopo quella figura che hai fatto, poi! Ti sembrava il modo di scappare?-
-E che altra scelta avevo?- urlai, forte. La mia voce risuonò tra gli alberi. –Tu… non hai idea… di quello che sto’ provando!-.
-Tu dici?- disse, sempre più vicino. Il suo tono era sicuro e forte:-Ti devo ricordare che…-
-La tua amata troia insegue i vampiri?- dissi, voltando la testa, con uno strano sorriso malizioso in faccia. Volevo che se ne andasse. Non volevo che si sorbisse altra sofferenza. Sapevo perfettamente come stava lui. E mi dispiaceva. Davvero. Sperai che con quelle parole si allontanasse, lasciandomi da sola, preoccupandosi più per i suoi problemi che per i miei, invece mi afferrò per il gomito e mi fece voltare definitivamente verso di lui. I suoi occhi erano carichi di rabbia e fastidio, ma anche di pietà e tristezza. Perché? Perché?
-Non… guardarmi in quel modo!- dissi, voltando la testa ed abbassandola.
-E tu non parlare di Bella in quel modo, allora!- ribatte lui, furioso.
-Puah, “Bella”?- dissi, tornando a fissarlo negli occhi, ricomponendomi. –Forse fuori, ma dentro è solo sporcizia, quella donna!-.
Fu un attimo. La stretta del lupo si fece più forte. Alzò la mano, stringendo il pugno. Questo finì in pieno petto, sullo sterno. Se fosse stato più forte, avrei sentito le ossa scricchiolare. Avrei barcollato all’indietro, se Jacob non mi avesse tenuto. Abbassai la testa, mentre il dolore al petto svaniva a poco a poco.
-Idiota… sono abituata a questo tipo di dolore…- sputai ai suoi piedi.
-Fa poco la figa, Leah!- disse Jacob, ghignando. Ok, un punto a lui, questo glielo dovevo aggiudicare.
-Già.. scusa, ora puoi cortesemente togliere il tuo pugno dal mio petto?- chiesi, indicandogli la mano che stava tra i mei seni.
-Ca….. scusa….- disse lui, ritirando in fretta la mano, arrossendo.
-Oh, che timidone!- dissi, togliendomi dal braccio la sua stretta e superandolo, verso gli alberi.
-Ehi, un attimo, non ho finito!- disse, raggiungendomi.
-Che palle! Vai a leccare il culo a Mrs “Amo i Ghiaccioli”- dissi, sempre in modo acido.
Di nuovo Jacob mi prese per il gomito, ma stavolta mi fece sbattere con la schiena sul tronco, bloccandomi.
-La vuoi smettere? Piuttosto…- disse, agitato, per poi ricomporsi –Perché sei scappata in quel modo? Hai rotto la porta e mezzo salotto!-
-E allora, che ti importa?- chiesi, cercando di sgattaiolare via, ma Jacob mi bloccò per le spalle. Fantastico.
-Ti hanno detto quella cosa, eh?- chiese, avvicinandosi sempre più a me. Per qualche ragione sconosciuta, il mio cuore batte forte, e le mie guance si surriscaldarono.
-E con questo? Sei fortunato che tu non possa ancora provare quel tipo di dolore- dissi, fissando da un'altra parte.
-Forse per poco, chi lo sa?- fece lui, triste e comprensivo.
Stavo per rispondergli, ma lui mi afferrò per le spalle e mi strascinò verso di sé. Con le sue enormi braccia mi strinse per la schiena, affondando la testa sulla mia spalla e afferrando da dietro la mia testa con una mano, affondandola nei miei capelli neri e corti. Rimasi immobile, incredula.
Jacob Black mi stava… abbracciando? Momento momento, ma in che universo sono finita?
Arrossi il doppio e i miei battiti accelerarono ancor di più. Il suo profumo mi invase le narici. Il suo corpo era caldo, ma in quel momento sembrava bruciare al contatto con la mia pelle.
-J-Jacob…- tentai di dire, ma il ragazzo ringhiò:-Zitta!-.
Ubbidì, senza una ragione precisa. Forse perché… volevo quell’abbraccio? Era questo che cercavo? Un po’ di affetto?
La risposta era ovvia: Si. Non stavo cercando solo la libertà, ma anche l’affetto….
 
 
 
 
Qualche tempo dopo….
Bosco zona Cullen, qualche minuto prima della trasformazione di Bella.

“Ma sei stupida?” mi rimproverò Seth, leggendomi nel pensiero, una volta che fu sveglio.
“Dirgli queste cose in un momento simile? Che hai bevuto?”
“Niente, ok?” ringhiai, facendogli rizzare il pelo per la paura. Non c’era bisogno che mio fratello mi sgridasse. Sapevo benissimo da sola cosa avevo combinato. Non avevo il diritto di dirgli quelle cose. Che stupida… proprio ora che io e Jake stavamo diventando… amici….
Mi ero incasinata la vita da sola, su questo non c’erano dubbi. Che stupida. Stupida Leah, stupida.
Mossi le orecchie da lupo, quando sentì un auto attraversare il vialetto. Jacob era tornato.
“Oh, bene!” pensò mio fratello, correndo verso di lui.
“Seth!” gridai “Digli che voglio parlare un attimo con lui!”
“Ok” disse, ritrasformandosi e interrompendo la connessione mentale.
Rimasi seduta lì, in mezzo a quel piccolo prato. Il vento si alzò, facendo muovere il mio pelo bianco-grigio.
Dei passi si avvicinarono, superando il confine degli alberi. Deglutì. Senza stare lì a ripensarci sulla cosa due volte, mostrai a Jacob cosa volevo dirgli. Passarono cinque minuti buoni, dopo di ché lui si mosse, avvicinandosi. Non sembrava furioso, come me lo aspettavo. Era calmo. Ma anche triste, ovviamente.
“Leah…” pensò, cercando forse le parole giuste.
“Scusa” mi sfuggì. Gli avevo mostrato il mio rimorso per l’errore che avevo fatto, ma quella frase, quel scusa mi uscì dalla mente, come un sibilo, un singhiozzo mezzo rotto.
“Non…Non importa, è passato….. anche se sono ancora arrabbiato con te….” Pensò lui, sempre più vicino. Voltai la testa da un'altra parte. Non volevo mostrargli la mia espressione. Non volevo mostrarmi così davanti a lui.
“Leah? Eddai, guardami!” pensò, quasi supplicando.
“No.. per favore…. Non guardarmi….” Pensai. Ma perché? Perché diamine non riuscivo a smettere?
“Leah… stai… piangendo?” chiese lui, incredulo. Voltai la testa, senza volerlo. Le lacrime continuavano a scendermi lungo il muso, infrenabili.
“La.. odio…” pensai. Non ce la facevo più.. sapevo che avevo detto cose orribili, prima, e che avevo sgridato Bella, ma questo… era troppo…
“Chi, Bella?” chiese lui, sempre triste, ma anche stranamente curioso.
“Si!” ringhiai. Saltai addosso al lupo, facendolo cadere di schiena sul terreno. I nostri petti erano attaccati, come quella volta, quando avevo tentato di scappare via…
“Leah….cosa…” pensò sbalordito e incredulo Jacob, fissandomi negli occhi. Le lacrime caddero dal mio muso al suo.
“Perché…?” pensai, singhiozzando “Perché??? Non bastavo solo io, adesso devi star male anche tu?”
“Ma…”
“Niente “’Ma’”!!!” ringhiai. Le mie zampe non reggevano più. Caddi definitivamente sopra Jacob, con la testa sul suo collo peloso. Perché stavo facendo questo? Perché gli stavo mostrando tutta mia debolezza? Perché, poi, stavo piangendo per la sua sofferenza?
Jacob rimase fermo per un po', finché con le zampe grosse e rosse non mi strinse per i fianchi ricambiando l’abbraccio. Come alla caccia, le nostre menti erano una cosa sola. Io capivo la sua sofferenza, e lui capiva la mia…
Riuscivamo a comprenderci fino questo punto?
Più passavo il tempo con lui, più sentivo di aver bisogno di Jacob, del calore che mi dava con le parole e gli abbracci. Ormai era mio amico, l’unico che poteva comprendermi. L’unico amico che potessi avere al mondo.
Non mi sentivo più sola. Ero “quasi” felice. Ma non ero ancora me stessa.
Anche Jacob la pensava esattamente allo stesso modo. Telepatia?
“Scusa.. sono pietosa…” dissi, cercando di alzarmi. Jacob, però, mi fece sdraiare sul terreno sotto di lui. I suoi occhi, cioccolato fondente, erano sui miei. “Non sei pietosa” disse, sorridente, ma con una lacrima che scendeva dall’occhio. Mi abbracciò, forte e dolcemente. Ricambiai l’abbraccio, consapevole che un giorno avremo smesso di abbracciarci così. Sapevo perfettamente che, un giorno, il mio amico licantropo avrebbe subito la magia, e allora…
“Leah, devo chiederti un favore…” pensò lui, improvvisamente, serio. alzò la testa, fissandomi.
“Si?”
“Se… se subissi l’imprinting…”pensò, tremando “Ti prego… Fermami!”
“C-come…?” pensai, confusa. Fermarlo? In che senso?
“Fammi tornare in me, se dovessi subire la magia” pensò “io… lo sai che lo detesto… e io… non voglio un amore artificiale…. Costretto… io… voglio amare sul serio!”.
Sgranai gli occhi. Jacob piangeva e sorrideva allo stesso tempo. Stavolta erano le sue lacrime a scendere sul mio muso.
“Certo… te lo prometto!” pensai, sicura e decisa. Non volevo che soffrisse ancora. No, non lo avrei permesso. Se voleva essere salvato dalla magia… lo avrei salvato! Non avrei permesso a nessuno, nemmeno all’imprinting, di distruggergli la vita ancora. Non stava già male di per sé?
Poggiò la testa sotto il mio muso, sul mio collo, coccolandomi. Lo coccolai anch’io. Entrambi, in quel momento, ci sentivamo più sicuri. Jacob aveva fiducia in me. Non volevo deluderlo. No, volevo salvarlo. Dovevo salvarlo!
“Siamo… come due fiori… che non riescono a sbocciare….” Pensai. il mio solito modo di paragonare le nostre vite a qualcos’altro.
“Questo perché…” pensò lui, ridendo “è sempre notte!”
“Quando arriverà il giorno, allora?” pensai, fissando il cielo buio sopra le nostre teste.
“Spero il più presto possibile… ma una cosa è certa, Leah” pensò serio lui “Anche se subirò la magia… quel mattino non sarà mai vero…”.
“Lo so” pensai, coccolandolo “Per questo… per questo ti proteggerò, Jacob”.




  
Angolo Autrice: Saaaaaalve genteee! Si, lo so, sono così scema da farne pure 4 di ff! ma questa è diversa, perché è solo un capitolo! Spero vi piaccia! Un saluto grande! 
P.S. lo soooooo! è l'ennesima roba che scrivo sulla coppia Lecob Blackwater, ma cosa posso farci? li STRAAMO! sono una coppia perfetta, secondo me! l'ho sempre pensato, sin da quando leggevo eclipse e breaking dawn!


 
 
   
 
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