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Autore: dreamlikeview    03/02/2013    11 recensioni
Louis:
Maledetto Nick, maledetto Harry, maledetto litigio, maledetto Dude che aveva scritto, maledetto compleanno, maledetta fama, maledetta finzione, maledetto amore, maledetta vita.
Harry:
Maledetto Nick, maledetto Louis, maledetto litigio, maledetta gelosia, maledetto compleanno, maledetta fama, maledetta finzione, maledetto amore, maledetta vita.
[Se non è Larry, cosa può essere? Larry, ovviamente]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I'm out of touch, I'm out of love
I'll pick you up when you're getting down
And of all these things I've done
I think I love you better now
(Lego House – Ed Sheeran)

 

 
“Harry Styles, sei un fottuto stronzo!” – tuonò Louis, guardando male il suo fidanzato, che usciva di casa sbattendo sonoramente la porta, dopo una discussione infinita tra i due.
Come aveva potuto accettare l’invito da Nick? Come? Era vero, era il suo compleanno, aveva diciannove anni, poteva fare quello che voleva, ma allora perché lo lasciava solo dopo tutto quello che aveva preparato lui in suo onore? Perché aveva accettato quell’assurdo invito?
Corse in cucina, la cucina di casa loro, quella che loro dividevano da sempre, da quando erano usciti da X-Factor, e scaraventò a terra tutto quello che aveva preparato quella mattina. Piatti, bicchieri, tovaglioli colorati, Haribo di tutti i gusti, la torta che ad Harry piaceva tanto, il film che aveva scelto da guardare, così come avevano fatto al compleanno del liscio. E invece no, dopo che Louis si era fatto in quattro, Harry Styles, riccio dagli occhi smeraldo, componente dei One Direction, aveva lasciato la casa, andando alla maledetta festa di Nick, alla quale Louis gli aveva chiesto di non andare, per l’evidente odio che il castano dagli occhi azzurri, compagno di avventura e di vita di Harry,  provava per il radiofonista.
Dopo aver buttato tutto per terra, si fermò un attimo a guardarsi intorno.
Perché non potevano essere tranquilli a casa loro, da soli? Dovevano avere sempre qualche problema? Perché per loro era impossibile essere felici davvero? Dovevano esserlo di nascosto, senza farsi vedere da altri. Dovevano fingere di non amarsi in pubblico, dovevano fingere di non volersi. Ma perché?
Harry era andato via. Harry era uscito da quella maledetta porta lasciandolo solo. Harry aveva preferito un’altra festa a quella intima che Louis gli aveva organizzato. Gli scappò la prima lacrima, la prima di tante, che furono seguite da forti singhiozzi. Odiava con tutto se stesso discutere con Harry, ed odiava quando usciva da quella maledetta porta, e andava da altre maledette parti che non fossero accanto a lui, accanto a Louis, accanto al suo Boo.
Dovevano essere sempre insieme, se l’erano promesso, e invece Harry ogni volta che litigavano lasciava dietro di sé un piangente, disperato e triste Louis.
Si ricordò che non aveva inviato ancora nessun tweet ad Harry, perché erano stati tutta la mattina a girarsi tra le lenzuola, a baciarsi, a fare l’amore, a coccolarsi, a –come diceva Harry – giocare a nascondino sotto le coperte, e non aveva avuto il tempo materiale per scrivergli qualcosa. In quel momento non ne aveva praticamente voglia, ma lo fece lo stesso. Tutto quello che tirò fuori fu un “@Harry_Styles happy birthday dude!”
Lanciò il cellulare per aria, che dopo un po’ vibrò. Tutte le fan gli si stavano accanendo contro per quel dude. Importava davvero così tanto un tweet, nella vita reale? Lui avrebbe voluto scrivere “Darling, love, my life, babycake” ma si era dovuto trattenere. A parte che sapeva che sarebbero entrati con il suo contatto e avrebbero cancellato il post, ma poi non era psicologicamente pronto a chiamarlo amore. Era incazzato, e triste allo stesso tempo.
Ignorò tutti i commenti, a piangendo ancora, chiamò Liam, per chiedergli consiglio, come aveva sempre fatto.
Dopo un paio di squilli, l’altro rispose allegramente.
“Ehi Lou, che succede? Come mai mi chiami? Pensavo fossi impegnato con Harry e la festicciola che gli avevi organizzato” – disse così in fretta che Louis perse qualche domanda, mentre parlava.
Non appena sentì “Harry”, però scoppiò di nuovo in lacrime, singhiozzando forse più forte di prima.
Liam appena lo sentì, gli disse velocemente qualcosa, per poi riattaccare e correre a casa sua, per vedere cosa effettivamente succedesse a casa Stylinson.
Louis era sul pavimento della cucina, in ginocchio, in lacrime, circondato dal caos lasciato da ciò che aveva scaraventato a terra, si teneva la testa tra le mani e piangeva a singhiozzi. Non riusciva a capacitarsi di ciò che era accaduto, non poteva farlo. Non ci riusciva.
Sentiva che il mondo gli crollava sulle spalle, forse l’aveva già fatto, ma non riusciva a non pensare a tutto quello che era accaduto in quel poco tempo. Se quella mattina i due erano felici, ora quella sera, erano tristi. O almeno, Louis lo era. Non come Harry, che forse si stava divertendo alla maledetta festa di Nick.
Maledetto Nick, maledetto Harry, maledetto litigio, maledetto Dude che aveva scritto, maledetto compleanno, maledetta fama, maledetta finzione, maledetto amore, maledetta vita.
Liam arrivò nel giro di circa una mezz’oretta, suonò il campanello diverse volte, ma nessuno gli andò ad aprire, e si preoccupò forse troppo, perché chiamò Zayn, chiedendogli se sapesse dove i due piccioncini avessero le chiavi di riserva, il moro gli disse di vedere sotto allo zerbino, e Liam le trovò, entrando di tutta fretta e cercando Louis, trovandolo addormentato sul pavimento circondato dal caos e con gli occhi talmente gonfi; probabilmente si era addormentato mentre piangeva. Lo alzò piano dal pavimento, portandolo in soggiorno dove lo mise sul divano, e poi andò a sistemare il macello combinato in cucina. Al risveglio di Louis gli avrebbe chiesto cosa fosse accaduto.
Louis, nel suo sonno, sentì dei rumori e credette che Harry fosse tornato a casa.
“Ha-Harry..?” – chiese, ancora gli occhi chiusi. Liam sorrise triste, la sua sensazione era giusta, avevano litigato, di nuovo.
“No, Lou, sono Liam, mi hai chiamato prima” – rispose mortificato il castano, raggiungendo l’amico, e sedendosi accanto a lui. –“vuoi raccontarmi cos’è successo?”
Louis annuì appena, e si sfogò raccontandogli della maledetta festa, che aveva portato a quella maledetta litigata con Harry, che aveva rovinato la maledetta serata romantica che aveva organizzato.
Era maledetto tutto. Anche loro.
No, loro no. Loro si amavano. Loro si volevano. Loro vivevano l’uno per l’altro, loro non erano maledetti, erano solo un po’ sfortunati. Gli eventi erano contro di loro, ma loro si amavano. Louis ne era certo.
“Perché non vieni con me? Andiamo a salutare Harry alla festa di Nick e poi andiamo alla festa di Andy, così almeno non resti solo qui a casa” – propose Liam.
“Va bene, verrò con te, ma non fingerò allegria.” – fece Louis, sicuro. Liam alzò le spalle ed accettò. In fondo, non poteva costringerlo a divertirsi. Almeno, l’avrebbe tenuto sottocontrollo, e si sarebbe assicurato che si distraesse.
 
Harry era uscito di casa sbattendo la porta. Non gli importava più di niente.
Non sopportava quando Louis si ostinava sulle sue idee. Non gli stava simpatico Nick? Allora Harry non doveva più frequentarlo, ma lui poteva frequentare quel gran coglione di Stan, senza che Harry si ingelosisse, vero?
Lui poteva fare quello che gli pareva, mentre Harry era costretto a stare a quello che diceva?
E per questo aveva sbottato, si era incazzato, aveva urlato contro il suo ragazzo dicendogli che non gli importava quello che pensava, lui sarebbe andato a quella festa, e non gli importava niente di quello che aveva preparato Louis.
No, non voleva che Louis governasse la sua vita.
Non capiva perché doveva essere così maledettamente geloso.
Maledetta gelosia.
Davvero credeva che lui avesse potuto tradirlo ad una festa? Davvero aveva così poca fiducia in lui? Davvero erano arrivati a quel punto? Perché si erano ritrovati in quella situazione? Perché il suo Louis non si fidava di lui?
Da dopo dicembre, e tutto il casino con Taylor Swift il loro rapporto era leggermente cambiato, ma Harry era tornato, Harry aveva mandato tutto a puttane per lui, aveva mandato via la copertura. Perché doveva complicare tutto con quell’assurda gelosia? Poi gli rinfacciava il bacio a mezzanotte, perché doveva rinfacciarglielo? Lui avrebbe potuto rinfacciargli tutto quello che aveva fatto con Eleanor.
Ma Harry sapeva, che Louis quando perdeva la pazienza, andava in escandescenza, urlava, e sbraitava di tutto, spesso senza credere davvero ciò che diceva. Harry lo conosceva bene come le sue tasche, ma quel giorno il ragazzo aveva esagerato. Ed Harry non ci aveva visto più, aveva fatto lo stesso, e come conclusione avevano avuto un litigio e una porta sbattuta da Harry, il giorno del suo compleanno.
Come avrebbe fatto a fingere di essere felice alla sua festa?
Aveva bisogno di qualcuno. Ma chi?
Liam era impegnato con Andy per la festa, Zayn aveva la mano rotta, e già gli aveva detto che non sarebbe andato alla sua festa, c’era Niall, ma aveva paura di disturbarlo, insomma. Eppure era l’unico libero.
Decise di farsi coraggio ed andare da lui, in fondo non gli aveva mai detto di no, perché avrebbe dovuto farlo proprio stavolta?
Arrivò a casa del biondo e bussò alla porta, sperando che fosse in casa. Aveva bisogno di supporto, aveva bisogno di qualcuno che lo facesse ridere. Sì, per ridere Niall era il migliore dopo Louis. Riusciva sempre a trovare il lato comico nelle cose. Chi era che diceva che Niall Horan era lo sfigato e debole del gruppo? Tutt’altro. Niall era una roccia solida, almeno per Harry.
“Oh Harry!” – esclamò il biondo vedendolo sulla porta. –“che succede? Louis aveva detto che oggi non ci sareste stati per nessuno!”
“E’ lui il problema, Niall.. posso?”
“Certo, vieni!” – esclamò smettendo di sorridere il biondo.
Harry non poteva crederci. Aveva davvero litigato con il suo Boo, il giorno del suo compleanno?
Era frustrante una cosa del genere. Gli veniva quasi da piangere. Ma lui doveva ostentare sicurezza, vero?
Trattenne i singhiozzi nel petto, mentre l’amico lo invitava ad entrare e lo faceva accomodare su una sedia, pronto ad ascoltarlo. Harry, invece, seguiva meccanicamente i movimenti di Niall, e non riusciva a capacitarsi di quello che era accaduto.
La gelosia di Louis riusciva sempre a sopportarla, ma quella volta aveva esagerato, aveva risposto male, gli aveva urlato contro, gli aveva detto che non era importante quello che aveva fatto, che lui andava alla festa di Nick.
Maledetto Nick, maledetto Louis, maledetto litigio, maledetta gelosia, maledetto compleanno, maledetta fama, maledetta finzione, maledetto amore, maledetta vita.
Più ci pensava e più malediceva tutto. Più ci pensava e più temeva che dopo quel litigio avrebbe perso l’amore della sua vita.
Inevitabilmente, gli venne da piangere, e le lacrime sfuggirono ai suoi occhi. Non riuscì a trattenersi. Tutto si stava abbattendo su di lui, il suo mondo crollava ogni volta che litigava con lui, il suo mondo era Louis. Non avrebbe vissuto senza di lui. Non  avrebbe potuto farlo. Lui amava Louis.
Lo amava da quando erano ad X-Factor, da quando lo aveva incontrato in quello squallido bagno da quattro soldi, da quando gli aveva fatto il suo primo autografo, da quando gli strapazzava le guance nei video diary, da quei baci “finti” durante le interviste, da quando aveva confessato, “scherzando”, che il suo più grande amore fosse stato proprio lui. E ora che pensava che Louis non c’era accanto a lui ad asciugargli le lacrime non ce la faceva più, non riusciva a respirare, odiava litigare con lui, odiava non averlo accanto, odiava non riuscire a far nulla senza la sua presenza, odiava la sua assenza, odiava le lacrime che uscivano dai suoi occhi, odiava se stesso per quello che gli aveva detto, odiava tutto in quel momento. 
Niall prontamente lo abbracciò, stringendolo subito, cercando di fermare le sue lacrime, ma l’unica cosa che l’avrebbe fatto star meglio era Louis. Solo lui avrebbe potuto fermare le lacrime di Harry, solo lui aveva il potere di calmarlo, solo lui, nessun altro.
“Harry, ascoltami. Non serve a niente piangere, raccontami cosa è successo.” – disse Niall, sicuro.
Harry, balbettando, raccontò tutto. In lacrime, singhiozzando, raccontò a Niall cosa era successo poco tempo prima. Poco prima che uscisse, di quando il suo mondo era crollato per il litigio, di quando aveva sbattuto la porta ed era andato via, di quando aveva sentito il cuore di Louis spezzarsi alle sue parole, di quando aveva ferito la persona che amava, di quando si era sentito un vero stronzo. Louis non meritava tutto quello, soffriva come un cane da due anni, e non voleva che con lui fosse triste, Louis con Harry doveva essere felice, no?
“Effettivamente, avete esagerato. Facciamo così, io ti accompagno alla festa di Nick, ti distrai un po’, poi torni a casa e chiarisci tutto con Lou davanti ad una tazza di the e un film romantico. Va bene?”
Harry sembrò titubare appena, prima di rispondere. Da una parte voleva correre a casa, baciarlo e dimenticare tutto, ma dall’altra voleva distrarsi.
“Va bene, facciamo come dici tu, capitano.” – rispose sicuro il riccio, facendo un sorriso un po’ smorto.
 
Louis era con Liam, fuori dal locale che Nick aveva prenotato per Harry.
Non se la sentiva di entrare, aveva paura di vedere qualcosa che gli avrebbe fatto davvero troppo male, aveva decisamente paura di vedere Harry in atti poco casti con qualcun altro. Ma perché non doveva avere fiducia in lui? In fondo, sapeva che Harry lo amava. Eppure aveva così maledettamente paura di perderlo da non riuscire a respirare.
Aveva paura che quel Nick – che lui non poteva né vedere né sentire – lo portasse via da lui, che li allontanasse. Ma se loro due avevano superato due anni insieme, tra coperture, litigi, insulti e management che li ostacolava, avrebbero superato anche un litigio, no?
Per questo, si fece coraggio e insieme a Liam entrò dentro. Le luci erano basse, e la musica assordante. Liam voleva trovare Harry per fargli gli auguri e poi allontanarsi e raggiungere il suo amico, portando con sé Louis, ma appena riuscirono a scorgerlo, Louis lo vedette. Una spogliarellista si stava strusciando contro di lui, e lui cercava di non guardarla nemmeno. Louis si schifò e contemporaneamente si divertì. Il suo ragazzo alle prese con una ragazza era una cosa stupenda, ma non riuscì a contenere la rabbia verso quel tale, Nick. Sapeva che lui non avrebbe sopportato di vederlo con una ragazza, o con qualsiasi altro essere respirasse.
E appena Nick si avvicinò ad Harry e lo avvicinò prepotentemente ad una delle spogliarelliste, che – detto volgarmente – gli infilò la lingua in gola, Louis non ci vide più. Pur di non rovinare la serata al suo ragazzo, uscì dal locale con grandi falcate, cercando di non pensare a quello che aveva appena visto. Era sicuro che Harry l’avesse mandata via, ma in quel momento sentiva solo tanta rabbia crescere dentro di sé.
Liam lo raggiunse dopo pochi istanti, gli diede una pacca sulla spalla e lo portò al locale dove Andy aveva organizzato la sua festa. Evitò di dire a Louis che Harry sembrava un po’ ubriaco e non aveva subito respinto la ragazza.
Una volta alla festa di Andy,Louis cercò di svuotare la testa il più possibile e non pensare alla scena raccapricciante che aveva in mente. Ballò con chiunque gli capitasse a tiro, fece le foto con qualcuno che glielo chiedeva, bevve qualcosa senza eccedere, ma non dimenticò quelle scene davanti ai suoi occhi.
Doveva chiarire con lui, il desiderio era troppo forte.
Cercò Liam e lo avvisò che sarebbe andato via, doveva chiarire con Harry. Gli avrebbe fatto trovare tutto in ordine per quando sarebbe tornato, avrebbero guardato un film e tutto sarebbe tornato a posto, maledizione, loro si amavano, dovevano essere felici per una maledetta volta.
Era questo che pensava mentre correva verso casa, sotto quella pioggia che all’improvviso aveva preso a cadere su Londra.
Quella pioggia che simboleggiava il suo dissidio interiore, quella pioggia che lo bagnava, ma lui non si interessava, anche se quella gente gli stava sulle scatole, Harry aveva i suoi amici, gelosia o meno, lui doveva accettarlo, lasciarlo libero, ma tenerlo stretto a sé, vicino al suo cuore, dentro al suo cuore, vicino a sé, dentro di sé, con sé, in tutte le situazioni.
 
 
 
Harry era intontito. Si sentiva uno stupido. Aveva respinto quella ragazza, e quando aveva visto Liam, si era chiesto come mai non ci fosse anche Louis con lui, ma poi l’aveva visto correre via, e si era sentito ancora più uno stronzo per quello che aveva fatto. Lui non aveva ricambiato, ma non era riuscito ad allontanarla subito, colto alla sprovvista. Ma era sicuro di averla allontanata in tempo, prima che Louis uscisse dal locale.
La festa stava passando troppo lentamente per i suoi gusti.
Aveva bevuto un po’, aveva ballato, aveva anche visto quell’imbarazzante torta rosa con le carote. Stava festeggiando i suoi diciannove anni senza l’amore della sua vita, stava facendo una cosa che il suo cuore non voleva. Il suo cuore gli diceva di andare via, di tornare da Louis, di amare lui, di stringerlo, di dirgli che era solo suo, di baciarlo e cancellare l’orribile sapore di donna  dalle sue labbra, di farci l’amore finché non sarebbero caduti sfiniti sul letto, e magari avrebbero visto un film romantico, facendosi le coccole, Louis gli avrebbe portato la tazza di the che del the non aveva nemmeno il sapore, era acqua calda sporca, ma Harry lo beveva lo stesso, perché glielo preparava lui, e poi si sarebbero addormentati stretti l’uno all’altro fino alla mattina successiva, e avrebbero ripetuto le stesse operazioni, fino alla fine dei loro giorni.
Doveva tornare a casa, doveva chiarire con Louis. Era tutto per lui, non poteva perderlo così.
Magari sarebbe riuscito ad arrivare prima di lui, avrebbe sistemato la loro camera con candele e petali di rosa, quelli che teneva conservati segretamente per passare con lui il giorno di San Valentino, lo avrebbe aspettato, per poi farsi perdonare a modo suo.
Andò da Nick, ringraziandolo per la splendida festa, ma doveva correre a casa, non gli interessava nient’altro se non rivedere il suo ragazzo. Doveva rivederlo, era questione di vita o di morte.
E corse, corse sotto la pioggia, cercando di evitare le auto che sfrecciavano. Perché non aveva preso l’auto? Era stato stupido, poteva prenderla invece di correre come un cretino sotto l’acqua, ma a lui non interessava, correva, correva sotto l’acqua e sperava di scorgere casa sua, casa loro, presto. Di entrarci, di sistemarla, di aspettarlo.
La pioggia lo bagnava, e lui non se ne accorgeva, in mente aveva il loro bacio sotto la pioggia, quello del loro primo “ti amo”, quella del loro primo litigio. Quella maledetta pioggia.
Maledizione, l’amore era la cosa più assurda del mondo. Ti prendeva, ti faceva arrabbiare, ti stordiva, ti aiutava, e ti faceva ragionare, ti faceva felice, ti faceva soffrire, e ti faceva fare ragionamenti assurdi che nemmeno un matematico avrebbe potuto fare.
Harry rideva da solo, come un pazzo, mentre correva sotto l’acqua diretto verso casa sua per andare dal suo Louis, per chiarire con il suo Louis, per amare il suo Louis.
Perché in fondo, Louis era tutto suo, e nessuno gliel’avrebbe portato via, nemmeno il management, nemmeno un litigio, nemmeno la più grande catastrofe, avrebbe abbattuto il loro amore.
 
Non appena Louis mise la mano sul pomello della porta, un’altra mano si posò sulla sua.
Entrambi affannavano per la corsa, entrambi erano bagnati da capo a piedi.
Le loro mani erano unite sul pomello della porta, e non accennavano a togliersi. La pioggia continuava a cadere su di loro, e loro mani non si muovevano.
Le labbra di Harry si piegarono in un sorriso, e non appena entrambi alzarono  lo sguardo, incrociando l’uno gli occhi rossi dell’altro, scoppiarono a ridere.
Le loro risate si estero per tutta la via dove vivevano, le loro risate risuonarono tra i palazzi, il suono delle loro voci unite in quella risata era la sinfonia più bella del mondo, persino più bella dell’ Inno alla Gioia di Beethoven.
Maledizione, siamo stati due stupidi, pensò Louis, guardando gli occhi del fidanzato, ridendo a crepapelle, mentre l’altro rideva con lui.
Maledizione, siamo due coglioni, pensò Harry, perdendosi nelle pozze marine del fidanzato, senza staccare gli occhi da lui, senza smettere di ridere.
Le loro mani erano ancora attaccate al pomello della porta.
E fu un attimo.
Smisero di ridere, quasi in sincrono, e mentre i petti salivano e scendevano nell’atto di respirare decentemente, le loro labbra si cercarono, bisognose di trovarsi, bisognose di amarsi, scambiandosi mute scuse attraverso quel bacio.
Si amavano, erano fatti l’uno per l’altro.
Si amavano, non potevano vivere l’uno senza l’altro.
Si amavano, semplicemente, si amavano.
E veloci come due fulmini entrarono in casa, senza pensare a tutto quello che c’era in giro, senza pensare a tutto quello che si erano detti, senza pensare a tutto quello che era successo, salirono le scale continuando a baciarsi, continuando ad amarsi.
Si baciarono a lungo stesi sul letto, e finirono per fare l’amore, tra quelle coperte ancora sfatte da quella mattina. Si amarono come mai prima d’ora, bisognosi l’uno dell’altro. Il loro amore era la cosa più forte che esistesse al mondo.
Loro due si amavano, era questa la verità.
E si addormentarono stretti l’uno all’altro, mutamente avevano fatto pace. La mattina dopo avrebbero chiarito tutto come al solito, probabilmente avrebbero litigato ancora, avrebbero fatto pace ancora, per poi litigare e fare pace, come in un circolo vizioso senza mai fine, ma si sa: l’amore non è bello, se non è litigarello.
 
-
 
“Ah, e così io sarei solo dude?”
“No, stupido, solo ero incazzato.”
“Ora sono stupido?”
“Sì,babycake.”
“Ti amo, Boo
“Ti amo anche io, my love.”
 

 



No, Jimmy Protested!!
Buona domenica sera, lettori, lettrici, cani, gatti, draghi, maghi, streghe, babbani!
E chi più ne ha più ne metta, qui è Forever_Young che parla, alias Chiara.
Vogliamo smetterla di dire che Louis è una merda? Eh? 
Grazie. Sono due giorni che non faccio altro che leggere che Louis sia uno stronzo e una merda, e una delusione e non so quanti altri insulti. Okay?
Basta, non se ne può più. Non si può insultare una persona da una fottuta scelta sbagliata che ha fatto. Stop.
Non scrivo quasi mai di loro famosi, e voi sapete che amo le AU, ma questa è uno sfogo, infatti è breve rispetto alle mie solite shot, ma dovevo scriverla, perchè non ce la facevo più, insomma.
Basta, okay? Basta. 
Porca miseria. 
Okay mi sono sfogata, ah mi sento meglio. 
E poi era tanto che volevo mettere una canzone di Sheeran come introduzione, e questa si adattava ieah. Almeno per tutta la prima parte. Uh.
Amo Louis ed Harry insieme cosa posso farci?
Gneee! 
Okay, mi dissolvo nel nulla... 
*woooosh*

P.s ringraziamo sempre Lu che mi sopporta, e mi aiuta :3

P.p.s un saluto caloroso a tutti i membri del gruppo "Larry Stylinson is the way" perchè sì, e perchè lì dentro c'è gente che mi conosce, quindi *w* grazie a tutti! Siete tutti adorabili :3 iscrivetevi a quel fantastico gruppo e.. FOTO E GIF NEGLI ALBUM! 

P.p.p. s( giuro che la smetto) I personaggi non mi appartengono purtroppo :c e non voglio offenderli, voglio spronarli a dire a tutti il loro amore.

Bene ho finito stavolta, byeeeee! <3



PPPPPPS! Presto troverete tutte le Larry "belle" raccolte in una serie, per fare ordine nel profilo u.u quindi quando vorrete leggerle basterà andare direttamente su "serie" per trovarle. Ho finito sul serio u.u ciao :3

   
 
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