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Autore: yourlips    03/02/2013    1 recensioni
Le gioie violente hanno fine violenta,e muoiono nel loro trionfo come il fuoco e la polvere che si consumano in un bacio. Il miele più soave nausea per la troppa dolcezza, e basta assagiarlo, per non averne più voglia. Amatevi ,dunque, con misura; così l'amore durerà più a lungo.
W. Shakespeare
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Niall, Niall, Niall. L'avrei rivisto? Saremmo riusciti a diventare amici? Beh, magari non proprio amici...è pur vero che non riuscivo a dimenticare i suoi biondissimi capelli,le delicate labbra rosee e quegli occhi da sogno. Era troppo bello per essere vero,in fin dei conti. Magari ci saremmo incontrati dopo qualche anno. "E se vive in un'altra città? Se si trasferisse da un momento all'altro?" Comunque per prima cosa era meglio alzarsi dal letto e prepararsi ad un nuovo giorno.
 

Così rieccomi a scuola,questa volta pioveva fittamente e arrivai al mio armadietto con i capelli bagnati e le scarpe zuppe. Un'entrata in scena da vera sfigata, devo dire. Chelsae non si era fatta vedere così decisi di andare direttamente in classe di chimica per la prima ora. Con mio grande sgomento la trovai lì,di solito entravamo sempre in classe insieme e il banco che dividevamo da tre anni per la prima volta era occupato da un’altra ragazza. Altri problemi, come se non bastassero quelli che già mi ritrovavo. Rimasi per un pezzo immobile quando la vidi avanzare verso di me e con un’aria delusa mi disse

- Ieri ho fatto trenta telefonate ma non ho ricevuta risposta,così ho deciso di fare una visitina al negozio e chi ci ho trovato? Solo tua madre.- aprii bocca per scusarmi ma lei girò i tacchi e andò a sedersi.

No. Sapevo che avrei dovuto confessarle del mio incontro con Niall ma non volevo. Doveva rimanere un segreto fra noi due. Così, senza farmi troppi scrupoli mi sedetti in un banco all'angolo dell'aula, da sola, e trattenendo lacrime di dispiacere cercai di darmi un contegno. La lezione iniziò e appoggiai la guancia sul palmo della mano sperando che finisse in fretta. Dopo circa dieci minuti qualcuno bussò alla porta interrompendo la spiegazione del professore. Un profondo silenzio calò nella classe seguito da un' insopportabile fetore di fumo che mi salì alle narici. Uno dei più detestabili elementi del corso e, con passo disinvolto e spavaldo, si sedette nell’unico posto disponibile, proprio accanto a me,Zayn Malik. Ok,non che mi abbia mai fatto nulla di particolare ma aveva l’aria,non so,del tipo a cui non frega nulla di nessuno e crede di avere chissà quale importanza.

 –Malik,quale sarebbe questa volta la giustificazione al suo ritardo?- chiese il professore irritato dal suo comportamento (beh, non era l'unico) e tutti si voltarono verso di noi.
Zayn guardò prima me, poi il professore –Beh,vede,io vengo qui ogni giorno a piedi ma non sempre riesco a svegliarmi alla stessa ora..puntuale - rispose con un tono calmo e rilassato.

-Si degni di dare il buongiorno la prossima volta, perlomeno.- conclude il prof. Smith e riprese la lezione. Così cercai di stare tutta l’ora persa nei miei pensieri ma sentivo continuamente addosso gli occhi del brunetto che provava in tutti i modi ad attirare la mia attenzione.

-Fire,toglimi un dubbio- disse all'improvviso– quand’è che farai il compleanno?- Se prima ero irritata,adesso ero proprio scioccata! Cioè Zayn Malik,in persona,uno di quelli che ‘ilmondomivienedietromaiofacciofintadinulla’ ,sapeva che in quel mese avrei fatto 17 anni? Com'era possibile? Lo guardai

-E tu come fai a saper…-

-Miss Dawson! Vedo che ha voglia di parlare oggi!- beccata! -Bene,allora mi spieghi la funzione dell’isotopo dodici di carbonio di cui stavamo parlando –
Stavo per rispondere quando Zayn mi precedette e, con mia grande sorpresa , disse –Veramente la colpa è mia…sono stato io a distogliere la sua attenzione. Mi dispiace non capiterà più-
Il prof. Smith sembrò credergli ma mi rivolse uno sguardo di ghiaccio –Solo per questa volta- e riprese a spiegare normalmente. Bella mossa Malik. Mi voltai verso di lui e mi accorsi che mi guardava sorridendo

 -Allora?- mi chiese

-Cosa?- risposi confusa.

 -Non hai risposto alla mia domanda- spiegò lui.

 -Oh,sì. emh... Il 15 dicembre –

- Benissimo,grazie- mi sorrise soddisfatto.
 


All’improvviso il trillo della campanella mi fece sobbalzare dalla sedia, volevo una spiegazione su quella domanda ma lui si era alzato di scatto lasciandomi sola. Vagai un po’ in giro per i corridoi aspettando la seconda ora,visto che Chelsae era ragionevolmente arrabbiata. Quando m'imbattei accidentalmente in Malik, rischiando di travolgerlo.

 -Oh scusa- mi affrettai a dire e feci per andarmene ma lui mi afferrò per le braccia e mi fissò -Quale sarebbe il tuo colore preferito?- chiese corrugando la fronte

-No,basta adesso voglio sapere perché! Cosa vuoi?- sbraitai tutto d’un fiato cercando di contenermi il più possibile

-Beh- s’intimidì -ti conosco perché siamo nello stesso corso e riguardo alla domanda..mmm…-

-Non cercare di fare lo spiritoso con me ,Malik. Cos’è? È tanto difficile rispondere?- continuai la mia performance da interrogatorio con un’aria di potenza

-emh..- Credetemi,era uno spasso vederlo in difficoltà

-Senti,non puoi continuare a farmi domande senza darmi una spiegazione,ok?- apparte il fatto che mi conosceva appena.

Mi guardò in deciso sul da farsi e poi,finalmente, pronunciò una frase senza mugugni perplessi –Ti fidi se ti dico che per ora è meglio che tu non lo sappia?- mi chiese,come se non avessi già abbastanza cose misteriose a cui pensare.
Tuttavia tirai un sospiro di rassegnazione e ammisi –Rosso- così,come fosse una cosa normale -Grazie- sorrise sincero e mi superò. Pensavo che fosse finita.
 



In quel giorno di merda a mensa mi toccò sedermi da sola, la mia unica compagnia era una sedia gelata e il mio stupidissimo pranzo che non avevo neanche voglia di mangiare. Tenevo gli occhi bassi sul panino,osservando la salsa scorrerne lentamente fuori,quando lo stridio di una sedia accanto alla mia mi fece alzare lo sguardo. Ed ecco che mi ritrovai nuovamente faccia a faccia con Malik.

-Emh…che ci fai qui?- non esitai a domandargli e colsi nei suoi occhi una scintilla di leggera incertezza ma anche un po’ di divertimento

-Ho visto che sei da sola e così ho pensato di farti un po’ di compagnia…. Mi stai…simpatica.- Ed è a quel punto che non riuscii più a trattenermi.

Alla Danfort ci sono due tipi di persone: quelle socievoli e simpatiche con cui puoi intavolare tranquillamente una conversazione in qualsiasi momento; poi ci sono quelle snob,quelle che, se non puoi permetterti degli abiti griffati, sanno solo squadrarti dall'alto al basso con un'aria di superiorità..un po' l'impressione che mi aveva dato dal primo momento Zayn Malik. Adesso lui,che non mi aveva mai,e dico mai, calcolato minimamente, con una sola e magra conversazione era addirittura arrivato a sedersi al mio tavolo visto che ero sola?! Inspiegabilmente bizzarro.

 -Senti,adesso tu mi spieghi davvero che cosa vuoi da me. Non hai mai avuto finora tutta questa...buona volontà..di parlarmi! Credi che tutto giri come vuoi tu? Quando ti gira vieni e ottieni le amicizie e la confidenza che desideri? In questo caso hai sbagliato persona. Non sono la tipa che cerchi se è questo ciò a cui vuoi arrivare- avevo alzato leggermente il tono della voce e qualcuno nei tavoli vicini si era girato a guardarmi. Lui invece aveva un'espressione indescrivibile,un mix di emozioni condensati in un sorriso e una fronte corrugata.

-Credo proprio che sia tu quella che ha frainteso tutto- rise

- E cosa avrei dovuto capire invece? Sentiamo- i miei nervi stavano salendo a mille, sollecitati dalla sua tranquillità

-Beh...intanto non cerco di rimorchiarti perché non sei il mio tipo, poi io non sono il genere di persona che credi e infine...no no,ho detto tutto- si corresse ma aveva il tono di qualcuno che nasconde qualcosa

 -Io credo che tu non lo abbia fatto- cercai di provocarlo ma suonò la campanella e allora dovemmo alzarci, sembrava che il tempo ce l'avesse con me.

-Non finisce qui- conclusi mentre si allontanava.
 

Ultima ora,aula di biologia. I posti sono stati segnati al primo anno, quindi avrei dovuto condividere il banco con Chelsae della quale non avevo notizie ma che,malgrado fosse passata solo una mattina,mi mancava da morire...un po' come Niall. Quando ci sedemmo un profondo silenzio calò fra noi,non ci guardavamo nemmeno,lei nella punta della sedia in una posa innaturale e io con le mani conserte a pensare qualcosa da dire. Per fortuna la situazione si sbloccò perché la prof. Graice aveva ordinato di sezionare una lucertola. Così ,tra una budella e l'altra, io feci pace con la mia migliore amica. Lei era una delle poche persone che mi capivano e perdonavano i miei triliardi di difetti. E poi come potevo abbandonarla in un momento così difficile per lei? Non sarei stata una buona se l'avessi fatto.
All'uscita della scuola scorsi Zayn da lontano che mi fece un cenno di saluto con il capo, in fin dei conti non era così snob.

 -Non ci capisco più nulla- iniziai a lamentarmi durante il tragitto di ritorno da scuola,mentre camminavamo fra la neve.


 - Cos’è successo?- chiese Chelsae confusa

 -E’ una storia … complicata- cercai di spiegare

-Ma io ho tutto il tempo del mondo- insistette lei e fece la faccia da cucciolo. Insomma come si fa a resistergli? Così le spiegai per filo e per segno tutti gli eventi che mi erano accaduti fino a quel momento.

–Cioè ,vorresti dirmi che hai rimorchiato due ragazzi in tre giorni semplicemente sedendotici accanto?- questa fu la semplice e,devo dire diretta, deduzione di Chelsae . Tuttavia risi a quella risposta perché in fondo, da come la vedeva lei, la situazione sembrava comica.
 
 




Mentre camminavo verso casa mia avvertii dei passi alle mie spalle ma ogni volta che mi voltai non vidi nessuno. Arrivata a casa mi sdraiai distrutta. Che dovevo fare? Andare al parco per vedere Niall? Lasciare andare quell'incontro al passato e restare in casa? C'era anche molta neve fuori e avevo le mani congelate...così..scelsi la seconda. Aprii il cellulare e scorsi la rubrica fino al suo numero.. volevo solo guardarlo, niente di che. Qualcuno bussò alla porta.

 -Avanti- invitai ad entrare. Vidi mia madre entrare e sedersi sul bordo del letto, io non dissi niente. Lei si limitò ad osservarmi per prima cosa.


 - Vorrei parlare con te- cominciò e io continuai nel mio silenzio -non abbiamo più un dialogo. Da quando sei entrata al liceo..sei chiusa in te stessa. Non ti curi più di raccontarmi cosa ti succede.- trattenni le lacrime e volsi lo sguardo al muro, lei continuò - Io vorrei sapere se la mia piccola sta bene o se c'è qualcosa che non va... Vorrei sapere se sei...-

-Mamma- la interruppi e ci abbracciammo.

 -Fra poco è pronta la cena, scendi se ti va- disse infine e con un dolce sorriso uscì.
 
Alla fine decisi di andare giù e dopo stetti fino a notte fonda in quella posizione mentre il cielo diventava sempre più buio finché non mi addormentai. In assoluto la giornata più stancante della mia vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ems corner.
Ehioh! Ecco qui un altro ‘bel’ capitolo adsgfgdh Se continuate a leggerla con frequenza, GRAZIE.
Per chi ha letto un solo capitolo ,GRAZIE.
Grazie di cuore comunque. Scusate,come al solito, eventuali errori di ortografia o di battitura.
Godetevi Titanic asdgnasd.
Ciaaaaaaaaooooooo e alla prossima settimana c: .
  
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