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Autore: Lavandarose    04/02/2013    8 recensioni
What If con la mia interpretazione della decisione del Cappello Parlante per l'assegnazione della Casata del giovane Potter!
Storia quarta classificata al contest di Fight_4 "Il linguaggio dei fiori"
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nick Efp: Lavandarose

Raiting: Verde

Titolo: Dove il Cappello Parlante smistò Albus Severus Potter.

Genere: Introspettivo

Fiore e albero: Passiflora: "E' così difficile vedere il sole splendere sotto la pioggia. Lo so, a volte sembra che non abbia mai fine"- Fiducia.

Ciliegio: Albus Severus Potter.

NdA: What If con la mia interpretazione della decisione del Cappello Parlante per l'assegnazione della Casata del giovane Potter.

 

One shot quarta classificata al contest di Fight_4 "Il linguaggio segreto dei fiori - HP Version". Link del contest -->http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10369013&#idm119120193

 

Ce la stava mettendo tutta per non piangere.

Albus Severus Potter era seduto al suo posto nel treno espresso per Hogwarts, con suo fratello James Sirius e la cugina Rose Weasley.

Guardava fuori dal finestrino e cercava di non pensare a quello che stava per accadergli.

Intendiamoci, il più giovane dei fratelli Potter era contentissimo di andare a Hogwarts, il luogo più magico del mondo! Il posto dove la sua mamma e il suo papà si erano conosciuti.

E a lui piaceva studiare ed apprendere. Non vedeva l'ora di passeggiare tra i corridoi della scuola.

Però.

Però il problema era dato dall'assegnazione della Casata. Albus era terrorizzato dal fatto di poter finire in Serpeverde invece che in Grifondoro. Glielo avevano detto tutti, suo padre compreso, che non c'era nulla di male a essere una Serpe e non un Grifone.

Dove l'avrebbe smistato il Cappello Parlante?

Sapeva che tante cose erano cambiate da una ventina di anni a questa parte, grazie soprattutto ai suoi genitori e ai suoi zii Ron ed Hermione e che tra i Serpeverde non c'erano solo cattive persone.

Ma era agitato lo stesso. E tutto questo grazie a suo fratello James Sirius, per le mutande di Merlino!

Era dalla sera precedente che lo stava tormentando!

"Non dico che sia una cosa brutta, Al, ma considera la possibilità di poter finire a Serpeverde!", risentiva ancora le parole del fratello e la sua paura cresceva. E anche quella mattina, in macchina, James aveva continuato a ricordarglielo.

Non era bastata l'occhiataccia di mamma Ginny a farlo smettere e Albus era sempre più agitato.

Mille pensieri si stavano affastellando nella sua mente, mentre il treno sbuffava e avanzava verso la sua destinazione.

Sbirciò verso il fratello: tranquillo, stava chiacchierando con Rose, la loro cuginetta, anche lei per la prima volta in viaggio verso Hogwarts.

Ma lei sembrava più tranquilla di lui.

Sospirò.

"Forse dovrei concentrarmi su quello che mi ha detto papà", provò a riflettere il bambino.

Gli aveva detto che lui portava il nome di due dei più coraggiosi presidi di Hogwarts e che uno di questi era proprio un Serpeverde.

E poi, non dimentichiamo, papà Harry gli aveva anche rivelato che il Cappello teneva anche conto della volontà della persona. Quantomeno, con lui l'aveva fatto.

Glielo aveva detto a bassa voce, come per condividere con lui un segreto che nessun altro sapeva.

Al aveva capito che né James Sirius né Lily Luna lo sapevano. Suo padre aveva scelto proprio lui come depositario di questa confidenza.

Un po' rincuorato, tornò a guardare fuori dal finestrino inseguendo i suoi mille pensieri.

All'improvviso una voce fece breccia tra le parole che gli ronzavano in testa.

- Al? -

Il ragazzino si girò e vide suo fratello in piedi davanti a lui che lo guardava con aria interrogativa.

Si rese conto che doveva avergli fatto una domanda.

- Scusami, James, cosa mi dicevi? -

- Vado a cercare il carrello delle cibarie, vuoi qualcosa? -

- No, grazie -

- Ok, io vado. Fate i bravi -

Uscì e con un sorriso richiuse la porta dello scompartimento.

Rose e Al rimasero per un momento in silenzio. Poi fu lei a rompere il ghiaccio.

- Sei preoccupato per l'assegnazione del Cappello, vero Al? -

Il ragazzo la guardò. Non si poteva nascondere nulla alla sua cuginetta preferita.

Troppo sveglia e troppo osservatrice. Albus non poteva liquidarla con un "va tutto bene" o un "non ho nulla".

D'altra parte, loro due andavano così d'accorso perché si assomigliavano molto: entrambi riflessivi ed intuitivi, preferivano parlare poco e osservare molto.

Sorrise.

- Sì, sono preoccupato di finire in Serpeverde -

Lei si alzò e si mise a sedere vicino a lui.

- Anche io sono preoccupata, sai? Ma sono certa che ogni Casata sia qualcosa di speciale, quindi ben venga qualsiasi assegnazione -

- Sì, ma capisci, per me è importante finire a Grifondoro... -

- Perché, per me no? Tu sarai anche il figlio di Harry Potter, ma io sono la figlia di Ron Weasley ed Hermione Granger. Fatti due conti e pensa a cosa tutti si aspetteranno da noi! -

Albus fece una faccia contrita e a Rose scappò un mezzo sorriso.

- Dai Al, non farla più tragica di quel che non è -

- No, lo so. Anche papà mi ha detto che il Cappello tiene conto anche della volontà della persona -

-Lo vedi? Al, bisogna avere fiducia nella vita! - la ragazza si interruppe un attimo per alzarsi e andare a prendere lo zaino che aveva appoggiato sul sedile davanti a lei.

- Tu sei sempre un po' pessimista, ma devi pensare un po' più positivo - continuava a frugare nella borsa mentre parlava - E' così difficile vedere il sole splendere sotto la pioggia. Lo so, a volte sembra che non abbia mai fine...Ah, ecco qui! Prendi! -

Una boccetta rosa si presentò agli occhi del ragazzo.

- E questa cosa diavolo è? -

- Una pozione per tranquillizzarsi e vedere il futuro con altri occhi! Me l'ha fatta la mamma per i momenti come questo. C'è dentro passiflora, essenza di pietra di luna e qualche pelo di coda di scoiattolo -

- Bleah! -

- Smettila! E prendine qualche goccia, dai -

- Se proprio devo... - Al allungò la mano, prese la bottiglietta e l'aprì. L'annusò, non sapeva da nulla.

Rassegnato, ne prese qualche goccia che fece scivolare sotto la lingua.

Mentre restituiva la boccetta alla cugina si aspettava che capitasse subito qualcosa.

Invece niente.

Stava per dire qualcosa, ma poi vide gli occhi sorridenti di Rose e pensò che, sì, forse non sarebbe andato tutto male, che lui era lì con il fratello e con la sua cuginetta e che se anche lei che doveva essere smistata non si preoccupava allora forse doveva smetterla anche lui.

Sorrise, con una nuova consapevolezza dentro di sè.

- Stai meglio, vero? - disse una trionfante Rose

- Sì, devo dire che ora vedo le cose in un'ottica diversa. Zia Herm è davvero brava con le pozioni! -

- Spero di diventare come lei! Ora ne prendo qualche goccia anche io! -

I ragazzi finirono il viaggio ridendo e scherzando. Anche James, quando tornò nello scompartimento, vide che il fratello si era molto rilassato e decise di non tormentarlo più con quello scherzo.

Albus era felice di avere questa nuova consapevolezza, quasi una fiducia che gli stava nascendo da dentro. Ora poteva godersi il viaggio e fantasticare su come sarebbe stata la sua vita a Hogwarts.

"Che grande che sei, zia Herm", pensava il ragazzo, non sapendo che "zia Herm" era stata davvero una grande con quella bottiglietta.

Non esisteva nessuna pozione per aumentare la fiducia. Ma la donna, conoscendo bene la figlia e anche i nipoti, Al in particolare, aveva deciso di far finta di creare una pozione! In realtà aveva solo messo qualche goccia di essenza di passiflora in acqua e menta. Niente di più. Ma sapeva che questo sarebbe servito ai ragazzi più di mille discorsi e mille esempi.

Finalmente arrivarono a destinazione.

Scesero dal treno e una folla di nuovi e vecchi studenti si affollava attorno alle barche per raggiungere la scuola.

Al intravide la grande figura di Hagrid e si sentì ancora più contento di essere lì.

Mentre la sagoma di Hogwarts si avvicinava sempre di più, Al sentiva il cuore battere forte.

Una volta giunti sulla terraferma, il ragazzo prese la sua borsa e si avviò nella fila di quelli del primo anno.

- Quelli del primo anno, da questa parte! - seguirono tutti la voce e in un attimo il ragazzo si trovò nella Sala Grande, pronto per la cena e per essere assegnato alla Casata che lui avrebbe onorato per sette anni.

Qualsiasi fosse stata.

Albus prese posto vicino a Rose in un grande tavolo riservato ai novellini.

Vide il professor Neville Paciock seduto al tavolo dei docenti, vicino al preside, e accennò un timido saluto.

L'Albus Severus di qualche ora prima non l'avrebbe fatto, ma questo Al si sentiva diverso e più aperto a vivere con fiducia il suo futuro.

Dopo il discorso di apertura del preside, iniziò il momento dello smistamento.

Al vedeva tanti studenti salire al tavolo dei professori e accettare la decisione del Cappello con allegria, salutati dagli applausi degli studenti della Casata a cui erano stati assegnati.

All'improvviso sentì il suo nome.

- Potter, Albus Severus -

Il ragazzo si alzò tra il silenzio generale. Anche suo fratello James era rimasto in silenzio e stava tirando il collo per non perdersi nulla di quel momento.

Salì sul palco dove era il tavolo degli insegnanti e si sedette.

Gli fu messo il Cappello in testa.

- Ma chi abbiamo qui? Oh, un giovane Potter! - Mentre il Cappello parlava, Al continuava a pensare "Non a Serpeverde, non a Serpeverde!".

- Sì, sei proprio il figlio di tuo padre, sai? Anche lui continuava a pensare questa frase! -

Al interruppe di colpo i pensieri e guardò tra la folla di studenti che lo guardava in silenzio. Poi trovò gli occhi di Rose e vide che lei gli stava mostrando da lontano la boccetta con la "pozione della fiducia". Sorrise.

- E allora niente Serpeverde, credo che tu non saresti contento di finire lì, anche se riconosci le qualità di quella Casata -

Al annuì serio. Non voleva che ci fossero equivoci: stimava tutte le Case, solo non voleva finire lì!

- Vedo che ti sei rilassato, giovane Potter - il Cappello continuava il suo discorso - Sei un bravo giovane, riflessivo e buono. Ti piace leggere, sei leale. E sei anche molto acuto. Vediamo... Io credo che tu saresti perfetto per... -

Il Cappello fece una pausa.

Il silenzio nella stanza era pesantissimo. Anche i professori stavano attendendo il responso.

Alla fine solo una parola squarciò il silenzio: - Corvonero!-

Il Cappello aveva parlato.

   
 
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