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Autore: Scaramouch_e    04/02/2013    3 recensioni
Molly Hooper non riesce a dormire.
[post-reichenbach; Molly e John pre-friendship.]
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Molly Hooper
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Notte2 Disclaimer. Io non scrivo a scopo di lucro. Tutti i personaggi sono rispettivamente della BBC.
Ringraziamenti. Ringrazio, Miserere, a cui ho pregato di farmi da beta per questa cosa che ho scritto. Grazie amica mia.
Dedica. Questa fanfic è dedicata a Charme: cara questa è per te fatta con il cuore, perchè so quanto adori Molly Hooper. Spero di averti fatta contenta.

Buona lettura ;)!

Molly Hooper non riusciva a dormire.
Era da quand’era morto Sherlock Holmes che non riusciva a prendere sonno.
Si girava e rigirava nel letto con l’immagine terrorizzante del volto di Sherlock spiaccicato al suolo grondante di sangue.
Non aveva potuto fare nulla, alla fine.
Nonostante fosse innamorata pazza di Sherlock, non aveva potuto fare nulla.
Ho bisogno di te.” Le aveva sussurrato il pomeriggio stesso prima di buttarsi giù.
Eppure non si era servito di lei, quando Molly si era dimostrata collaborativa con il detective, ma lui niente… l’aveva guardata come a ringraziarla della disponibilità e poi se n’era andato.
Ed era svanito definitivamente nella folla con il volto rosso di sangue.
No, Molly non riusciva a dormire.
Non era più la ragazza allegra che era stata; quell’esperienza l’aveva segnata nel profondo, ed aveva capito che nel cuore di Sherlock Holmes non c’era spazio per lei. E’ vero, lei credeva che la verità stesse in quello che le aveva detto Sherlock e non in quello che la stampa raccontava, ma aveva capito di non valere più niente per Sherlock. Forse era solo una buona amica, ma nulla di più.
Sospirò, Molly Hooper mentre tentava di dormire, gli occhi costantemente aperti a fissare il soffitto e le labbra tremanti… pensava ancora a Sherlock. Dopo due anni dalla sua morte, Molly pensava ancora a Sherlock. Certo, era importante per lei, ma c’era qualcun altro che soffriva come soffriva lei: John Watson.
Improvvisamente il volto scavato del ex soldato gli apparve in mente.
Non avevano mai parlato veramente, non si erano mai conosciuti bene, eppure non sapeva perché ma gli era simpatico.
Forse non doveva esserle simpatico –visto tutto il chiacchiericcio che c’era stato dalla morte di Sherlock, su una presunta relazione fra il soldato e il consulente investigativo - eppure gli era rimasta una buona impressione di John Watson.
Non si vedevano dal funerale.
Eppure nemmeno lì si erano parlati, anzi John non l’aveva neppure vista, ma lei aveva visto lui.
Era chinato su una sedia, la testa abbassata in assetto di preghiera e mormorava qualcosa. Vicino a lui c’era Mrs. Hudson: la vecchia padrona di casa gli stringeva la mano come a consolarlo, ma lui non la guardava.
Solo quando il funerale fu finito egli si era alzato per portare la bara nel suo loculo, e solo allora Molly aveva visto John Watson: un soldato e un martire, proprio come infondo era lei.
Sospirò pensando a quell’uomo… a cosa poteva essergli successo, adesso che non c’era più Sherlock Holmes, a dove vivesse – no, non viveva al 221b di Baker Street Molly aveva visto Mrs. Hudson e lei aveva detto che John aveva lasciato l’appartamento- a come vivesse.
Molly si torturò il labbro inferiore, sempre sveglia mentre le ore passavano e il ticchettio della sveglia si faceva sempre più insopportabile alle sue orecchie. Alla fine non ce la fece e si alzò. Andò in cucina accendendo la luce e decise che avrebbe sentito John quella notte.
Prese il cellulare e compose il numero di John che, chissà come si era segnata in rubrica.

Gli rispose la voce assonnata di John Watson, assonnata.
“John, scusa se ti disturbo adesso… sono Molly. E… ecco… come stai?” chiese perplessa anche lei di ciò che stava facendo.
“Molly? Molly Hooper? Ma… che ore sono? È l’una. Molly stai bene?”
Molly sospirò. “Sto bene John, sto bene, anche se non riesco a dormire. Tu?”
Sentì dall’altro capo del telefono un sospiro di sollievo. “Nemmeno io riesco a dormire, Molly. Ho gli incubi in realtà.”
“Incubi dove c’è lui?”
“Sì… in cui lui muore e… io non riesco a salvarlo. Come in effetti è successo.” Una pausa.
“Molly, perché è successo?” chiede la voce di John roca.
“Non lo so… John non lo so…. Forse è stata colpa nostra. avremmo dovuto capirlo che qualcosa non andava in lui da tempo.” Eppure lei l’aveva capito, aveva capito quando in quella testa stava già nascendo il pensiero di buttarsi giù.
“Molly, non è colpa tua. La colpa è mia. Io avrei potuto fare di più… non mi sarei dovuto arrabbiare quando Sherlock mi mandò da Mrs. Hudson… avrei dovuto capirlo che qualcosa non andava e tornare subito indietro… dio, Molly… scusa io… penso di non farcela.”
Molly poté quasi vedere le lacrime che solcano solcavano quel volto consumato mentre  sentiva i singhiozzi che le arrivano dall’altra parte del telefono.
“Mi dispiace John, la morte di Sherlock ha rotto qualcosa nel cuore di tutti noi.” Disse Molly mentre delle lacrime minacciavano di lasciare i suoi occhi.
“Hai ragione, Molly. Dio se non hai ragione.” Sospirò John.

“Sai, è un piacere avere qualcuno con cui confrontarsi.” Disse Molly.
“Ah… sono contento di essere utile a qualcuno. Sai da quando se ne andato lui mi sento inutile.”
“Ti capisco, non che prima la mia vita fosse questa grande utilità.” Precisò. Molly. “ma avevo lui che mi portava avanti.”
“Eh, si per me è stato anche così. Forse più che a te. Perché prima di conoscere Sherlock non avevo nessun motivo per combattere. Mi trascinavo. Come se la mia vita non avesse senso.”
“E adesso che lui non c’è più?” chiese Molly con un forte senso di paura per il povero soldato.
“Sono forte Molly. Sono forte per lui, perché lui rimarrà comunque qui con me, per quanto Moriarty possa averlo torturato lassù sul tetto, per quanto la stampa possa aver infangato il suo nome, noi abbiamo una parte di lui. E dobbiamo combattere.”
Molly rimase senza parole impressionata nel sentire la voce di John così rancorosa e al tempo stesso dolce, non sapendo come due sentimenti contrastanti possano convivere in un uomo.
“Penso che tu abbia ragione John.”

Altro silenzio, sia da una parte che dall’altra. Molly sentì di in sottofondo delle voci dal telefono di John.
“Che stai facendo?” chiese.
“Sto guardando Casablanca, stiamo agli ultimi minuti.”
Molly accese il televisore e sentì Humphry Bogart dire: “Louis, forse oggi noi inauguriamo una bella amicizia.” [1]
 “È il più bel finale di sempre.” Disse John e Molly sospirò. [2]
“È vero. Perché non è accaduto anche a noi?”
“Perché non facciamo parte di un film, Molly.”
“Hai ragione… hai dannatamente ragione.” Molly si mordicchiò l’interno labbra.
“Molly, mi dispiace, ma ti devo lasciare. Domani ho lavoro e devo svegliarmi presto.”
“D’accordo, John.”
“Però mi ha fatto veramente piacere sentirti. Ci dobbiamo vedere un giorno.”
“D’accordo, John. Allora buonanotte.”
“Notte Molly.”
John chiuse la telefonata, e Molly sentì che per quella notte non avrebbe dormito di nuovo.  

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[1]citazione da Casablanca, appunto.
[2] da "Sto guardando Casablanca" ... al "E' il più bel finale di sempre" è tutto merito del film Harry ti presento Sally.
Il più bel film del mondo, secondo i miei punti di vista.

Non so cos'altro dire, se non che lascio la parola a voi per commenti, insulti e minacce... 
   
 
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