Film > James Bond 007
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Autore: DontMindMe    04/02/2013    0 recensioni
[Skyfall] [00Silva (James Bond/Thiago Rodriguez)]
[Companion fic di "Ad M e a noi" e "Buio (pesto)"]
Quattro volte in cui James Bond sapeva di non avere più freddo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il lavoro gli aveva insegnato ad ignorare i più elementari segnali del suo corpo, come il freddo. Sapeva solo di non sentirne più quando quel corpo caldo si stringeva a lui, come sotto l’ombrello in una delle tante nottate nevose londinesi.
Si erano incontrati in un anonimo bar, dopo un brevissimo scambio di SMS. Avevano passato la serata a studiarsi da lontano, come predatori con le loro prede. Raoul Silva, completamente diverso, ormai, i capelli scuri, così come gli occhi, seduto al suo tavolo, gli aveva fatto recapitare un Vodka-Martini, agitato, non mescolato, senza una parola né cenno alcuno. James Bond aveva alzato appena il bicchiere in sua direzione in un brindisi silenzioso.
Finito il suo drink si alzò, pagò per gli altri due che aveva bevuto da solo al banco, ed uscì sotto la neve gelida, ad aspettare. Semplicemente.
Il tempo che il freddo penetrasse nelle sue ossa, che la neve gli bagnasse appena il viso, i capelli e il gessato blu che indossava, e lo sentì sospirare alle sue spalle.
Bondad, che razza di inglese sei se non esci con un ombrello?” fu tutto ciò che disse aprendo il proprio ed accomodandovi sotto entrambi.
 
*
 
Era uscito per una sigaretta. Non ne fumava di frequente, ormai, ma solo quando serviva.
Erano stati giorni freddi, quelli. L’aria era pungente e Bond sentì un brivido leggero percorrergli il corpo. O forse era solo la vibrazione del suo cellulare.
Lo tirò fuori dalla tasca e guardò il display. Un SMS di Raoul Silva, o Thiago, come ormai lo chiamava. Per nome.
“Usciamo a bere qualcosa?” era tutto quello che diceva. James Bond diede un altro tiro stringendosi nella giacca. Sorrise.
Thiago Rodriguez piombava nella sua vita all’improvviso, come un temporale estivo.
Si prese un attimo per finire la sigaretta, poi, con quel sorrisetto obliquo ancora stampato in faccia, rispose al SMS.
“D’accordo.” Gli scrisse.
Le cose fra loro non richiedevano tante parole, non l’avevano mai fatto, eppure era bastato così poco per fargli dimenticare tutto quel freddo.
 
*
 
James Bond digitò il codice per aprire il portone dell’edificio con dita congelate. Controllò distrattamente la cassetta della posta e chiamò l’ascensore. Si spolverò la neve dal cappotto, fradicio, e ricontrollò il cellulare, invano. Erano passati quindici giorni da quando aveva visto Thiago Rodriguez l’ultima volta.
Al suo piano, notò che la porta del suo appartamento era socchiusa. Infilò la mano nella giacca, tirando fuori la sua Whalter PPK-S dalla fondina e, ancora intirizzito dal freddo di Londra, entrò cauto nella sua abitazione, in guardia.
Nulla era fuori posto, solo la luce della cucina era accesa, il tavolo imbandito per due.
Abbassò la pistola e sorrise.
Alle sue spalle, un paio di braccia forti e calde si avvolsero alla sua vita, delle labbra morbide gli si posarono sul collo.
“Sei in ritardo, mi amor. Si fredderà tutto.” 
James si voltò appena verso di lui, guancia contro guancia, occhi chiusi. Quindici giorni di gelo dimenticati in un istante.
“Non sia mai.” Sussurrò prima di baciarlo, dolcemente.
 
*
 
Si svegliò intirizzito, la coperta non era sufficiente a sconfiggere il gelo del suo nuovo appartamento ancora spoglio. Dalla finestra entrava la luce artificiale della strada, era ancora notte fonda.
“Che fai, non torni a letto?” sbuffò, stropicciandosi gli occhi.
“Ti manco di già?” gli rispose Thiago uscendo dal bagno, con un sorrisetto malizioso.
“Il letto è freddo.”
Bueno!” Sospirò infilandosi fra le lenzuola e prendendolo in un abbraccio che parlava d’intimità. “Meglio?”
“Molto meglio.” Rispose Bond, appoggiando il capo sulla sua spalla, e in un attimo non c’era più freddo, non c’era più solitudine.
 
  
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