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Autore: 9Pepe4    04/02/2013    2 recensioni
[Scott/Harvey]
«Cosa devo fare per farti riposare?» sospirò Scott. «Puntarti una pistola alla tempia?»
Di fronte a quella domanda, Harvey non riuscì a trattenere un sorriso. «Oh, sono sicuro che conosci altri metodi di persuasione…»
Scott gli posò un bacio veloce sulla punta del naso. «Smettila con queste stronzate e vieni a letto».
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alle tre di notte

I can fly higher than an eagle,
You are the wind beneath my wings

Sepolto a petto nudo sotto le coperte, Scott sospirò pesantemente.
Le tre di notte.
Erano le tre di notte e lui continuava a fissare il cuscino vuoto accanto al proprio. Erano le tre di notte e Harvey non era ancora venuto a letto.
Scott capiva il nervosismo del compagno: le elezioni erano alle porte e si trascinavano dietro il solito miscuglio di ansia e speranza, senza contare che sembrava ci fosse sempre qualcosa da fare.
Però, diavolo, candidato o meno, era sempre un essere umano… Doveva pur dormire!
Con uno sbuffo, prese una decisione: gettò le coperte di lato e si alzò dal letto. Sistemandosi i pantaloni con la mano destra, attraversò la stanza adiacente a piedi nudi, sbucando in cucina.
E lì, naturalmente, lo accolse la visione di Harvey, seduto al tavolo con una tazza di caffè accanto.
Scott scosse la testa e gli si avvicinò, abbracciandolo da dietro.
L’altro ebbe un piccolo sussulto, poi si sciolse in un sorriso e gli scoccò un bacio sull’avambraccio.
«Credevo stessi dormendo» commentò.
«Credevi male» replicò Scott, tenendolo stretto. Rimase un istante in silenzio, guardando gli appunti buttati giù dal compagno, poi aggiunse: «Vuoi sapere cosa credo io?»
Harvey girò appena la testa verso di lui. «Cosa?»
Scott accennò col mento ai fogli sparsi sul piano del tavolo. «Che dovresti lasciar perdere queste scartoffie e venire a letto».
Harvey prese un respiro. «Mi dispiace, tesoro, ma…»
Scott lo interruppe: «Se credi che sia venuto a San Francisco con te per passare la notte in compagnia di un materasso, ti sbagli».
«Mi dispiace».
Scott lo lasciò andare, e Harvey poté girarsi per guardarlo in faccia, con un’espressione a metà strada tra il rammarico e il senso di colpa.
«Cosa devo fare per farti riposare?» sospirò Scott. «Puntarti una pistola alla tempia?»
Di fronte a quella domanda, Harvey non riuscì a trattenere un sorriso. «Oh, sono sicuro che conosci altri metodi di persuasione…»
Scott gli posò un bacio veloce sulla punta del naso. «Smettila con queste stronzate e vieni a letto».
«Davvero non sai fare di meglio?» chiese Harvey, fingendosi deluso.
«Okay, senti questa: o vieni a letto immediatamente, o stanotte dormi sul pavimento».
«Oh». Harvey aggrottò la fronte. Si era aspettato un ricatto diverso. «Ecco, questo… questo è un ottimo argomento».
Le labbra di Scott si rilassarono in un sorriso. «Vero».
«Hai dovuto pensarci molto?» lo stuzzicò il compagno.
«No, mi è venuto spontaneo» replicò lui, per poi tendergli la mano. «Su, andiamo».
Gli occhi di Harvey saettarono verso i fogli. «Io…»
«Cazzo, Harvey, nessuno ti porta via il lavoro. So che sei preoccupato, ma un candidato che non si regge in piedi perché non ha dormito non ha una grande utilità. Finirai domani».
«Devo fare una lista per Jim, gli avevo detto che…»
«Harvey, puoi finirla questa mattina e dargliela di pomeriggio» lo interruppe Scott. «Se ti vedesse ora, sarebbe d’accordo con me: devi dormire».
«Ma…»
Scott non voleva ascoltare ragioni. «È un ordine. Finisci. Domani».
Harvey sbatté le palpebre. Gettò una lunga occhiata ai fogli, poi si voltò verso Scott.
«Va bene» cedette, e l’altro approvò con un cenno del capo.
Mentre attraversavano il corridoio, Scott gli passò un braccio attorno alle spalle, stringendolo a sé.
Ad Harvey venne da sorridere. Aveva diciott’anni in più del suo giovane amante, ma spesso era Scott a prendere in mano la situazione, a prendersi cura di lui.
Per lui, Scott era un appoggio prezioso. Era Scott che lo aveva spinto a smettere di nascondere la propria omosessualità, era Scott il primo a cui aveva esposto il proprio progetto di tentare di candidarsi, e senza di lui… Harvey non credeva che sarebbe arrivato sino a quel punto, tanto con le elezioni quanto con la vita.
Probabilmente, se non ci fosse stato Scott, lui avrebbe continuato a nascondersi e basta.
Mentre si infilavano a letto, il più giovane mormorò: «Che cosa faresti senza di me?»
Ad Harvey venne da sorridere, perché sembrava quasi che gli avesse letto nel pensiero. «Oh, suppongo dormirei di giorno».
«Spiritoso» borbottò l’altro, muovendosi sotto le lenzuola.
Sempre col sorriso sulle labbra, Harvey lo osservò nella semioscurità.
«Scottie?» lo chiamò.
Come risposta, gli arrivò un «Mmm?» piuttosto assonnato.
«Credevo che, per farmi venire a letto, avresti proposto un’altra cosa».
Non riusciva a vederlo in faccia, ma lo sentì sorridere.
Poi, dopo un momento, Scott prese un lembo delle lenzuola e lo strofinò contro la faccia di Harvey.
«Cosa ti salta in mente?» gli domandò, mentre l’altro si ritraeva. «Devo farti dormire, non sperimentare piaceri».
Ad Harvey venne da ridere. «Peccato, però» sospirò, cercando di usare un tono pieno di rimpianto.
«Non preoccuparti» replicò Scott, un po’ confusamente. «Rimedieremo».
Harvey sorrise tra sé e sé. Dopo qualche istante, un leggero russare lo informò che Scott si era addormentato.
Anche senza vederlo, Harvey sapeva bene che espressione doveva avere il compagno in quel momento: quando dormiva sembrava sempre un ragazzino, inconsapevole di tutto. Ed era quasi ironico, considerato quant’era forte e maturo nella realtà.
Stando ben attento a non far rumore, Harvey si allungò un avanti, e depositò un bacio a fior di labbra sulla fronte liscia di Scott.


















Note:
Oggi è l’anniversario della morte di Scott Smith.
Se vogliamo, questo testo è il mio piccolo tributo – insignificante, lo so, ma non è che io abbia molto da offrire – alla sua memoria.
Le righe in corsivo lì in alto sono un pezzo della canzone “Wind beneath my wings” di RyanDan.
E che la differenza d’età tra Harvey e Scott fosse di diciott’anni è vero – se non sbaglio, anche tra Sean Penn e James Franco passa la stessa differenza.
Sia come sia, spero di non aver combinato pasticci, e che questa one-shot sia piaciuta a qualcuno.
  
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