-che stai facendo?-
Me lo sono chiesto molte volte.
 Chissà perché è qui.


Non c'è niente...



Se ne sta seduto sulla sommità di quel monte a fissare qualcosa d'indefinito,impreciso. Forse inesistente.
 -perché te ne stai li?non c'è niente non vedi?-
No, probabilmente non vede.
I suoi occhi sono chiusi.
Li apre solo raramente.
 Forse spera che qualcosa sia cambiato.
 Però tutto è come prima.
 Li richiude.
 Aspetta.


I capelli li tiene sciolti sulla schiena.
Se gli è fatti crescere parecchio.
 Anche così non sta male...
-se non torni a casa ti sgrideranno-
Ma forse non te ne importa nulla.
 Come non t'importa che io sia qui, da anni dietro di te.
Ormai ti sei abituato alla mia presenza.
 Le prime volte non facevi che voltarti e guardarmi come se fossi stato una delle cose più orribili di questo mondo.
 Mi spiace, non sono stato io a volerlo.
Eppure non hai avuto paura.
Ti sei girato e basta.
Non un fremito ho sentito dal tuo corpo.
 E ancora fissasti il nulla davanti a te.


-stai aspettando qualcuno?-
Forse ti trovi qui perché qualcuno ti ha detto di restare.
 Che un giorno sarebbe venuto a prenderti.
Sono passati tanti anni ormai.
 Quella persona non tornerà di certo.
 Ma tu aspetti.
Resti seduto al bordo del monte.
 I piedi penzolanti al di fuori, per nulla impaurito dal vuoto al di sotto.
 Non mangi, non dormi.
Solo raramente ti giri per vedere se sono ancora qui.
 Mi spiace, ma non me né andrò senza sapere il motivo per il quale ti trovi qui.
 E dire che in tutto questo tempo non ti ho neanche mai parlato.
Non ne sento il bisogno.
 Come tu non sei intenzionato a parlare con me.
Va bene così.








 Il vento comincia a muoversi impetuoso.
 Mi solletica e piedi.
 Mi scompiglia i capelli.
Mi accarezza il viso.
 Vuole che me ne vada.
 Che spieghi le ali e che fugga lontano.
Non mi muovo.
Voglio vederti.
 Sempre.
Come adesso.
I capelli biondi smossi e il leggero sospiro della tua ala bianca accarezzata dal vento.

- dov’è finita l altra?-
 Anche questo mi piacerebbe sapere.
 Chissà cosa hai fatto per meritare un simile castigo.



 Un sacrificio?




Ti osservo seduto a pochi metri da te.
 Appoggiato a quest'ultimo albero, aspetto la fine del mondo.
 Di tutto.

 ...


Forse sei disceso per farmi compagnia.
Oppure ti ci hanno mandato.

Strano..

Ho sempre saputo che gli angeli stavano in cielo.
 Quello era il loro posto.
Là erano liberi.

...

-sei prigioniero?-
Non vedo catene sui tuoi polsi, sulle caviglie... su di te.
Forse è questo posto che ti ha rinchiuso.
Questo finto paesaggio ti ha incatenato gli occhi.
E rubato le tue candide piume.


 Non puoi tornare.
Resti a sperare che qualcuno arrivi in tuo aiuto.
 Che ti salvi.

 Non verrà nessuno.
Ormai te ne sei convinto pure tu.






Lentamente ti giri e mi guardi.
Sorridi.
Io non lo faccio.
Non è nella mia natura.
Solamente mi limito a un semplice cenno con la mano.
Annuisci.

Rigirandoti, porgi il busto in avanti.
Allarghi le braccia.
Spieghi l'ala.


 E cadi.






Volgendo altrove lo sguardo dorato, l'angelo cadde sconfitto dal monte verso l'oblio.









-sapevi di non poter volare-
Un'affermazione.
 Mi siedo sul tuo giaciglio.
 È caldo.


-Sai, ora capisco che cosa facevi qui.-







 Con la punta della coda, il diavolo perforò il suo occhio destro, così da non cadere vittima di quel luogo.
Lo avrebbe aspettato.
 Per sempre.




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Se ne sta seduto sulla sommità di quel monte a fissare qualcosa d'indefinito, impreciso. Forse inesistente.
 No, probabilmente non vede.
 I capelli li tiene sciolti sulla schiena.
 I piedi penzolanti al di fuori, per nulla impaurito dal vuoto al di sotto.
Non mangia, non dorme.
 Solo raramente si sporge per vedere se c'è qualcuno.







 -che stai facendo?-







 FINE