SSSSSSSalve
a tutti, Sono Kamelye~
VOLEVO PUNTUALIZZARE CHE QUESTA FFC NON HA E NON AVRA' NULLA A CHE
VEDERE CON LA SERIE DI TWILIGHT! IL TITOLO, è 'ECLIPSED' NON
'ECLIPSE' :) Giusto per, ripeto, puntualizzare.
Buona lettura!
"The Rise of the Guardians: Eclipsed"
-Chapter First: Prologue-
Paura.
Terrore.
Stanchezza.
E' questo che provi.
Amarezza. Tanta, tanta amarezza.
Rabbia.
Oh si, tanta, tantissima rabbia.
Dolore.
ODIO.
Correre, correre, più forte! Più veloce!
O ti prenderanno.
Maledetti
alberi! MALEDETTI! Ti ostacolano la corsa...
Quando
cadi la terra è dura sotto di te e l'impatto ti toglie il fiato dai
polmoni.
Due occhi gialli ti fissano.
Ora sono otto, sedici, trentadue, migliaia… senti il loro respiro sul collo...
Sei in trappola.
Nel tuo cuore, serpeggia niente altro che Caos.
Ah, dimenticavo, tu non hai un cuore!
O forse si?
Gridi. Ma ormai è troppo tardi. Nessuno può sentirti.
Tanto, "l'Uomo Nero non esiste."
Di te, Pitch Black, non rimane altro che cenere.
Rinasci allora.
VIVI!
Rinasci dalle tue ceneri, e come una fenice spalanca le tue ali al cielo!
Vivi, sotto la tenebra del lato oscuro della Luna.-
°•.°•.°•..•°.•°.•°
Un
brivido gelido corse lungo la schiena del Coniglio di Pasqua.
"Giuro che se è di nuovo quella peste di Frost, le uova marce non glie
le risparmia nessuno stavolta.", pensò fra sè e sè.
Tuttavia qualcosa gli diceva che non era colpa del turbolento Spirito
dell'Inverno. E il suo istinto non sbagliava mai. O quasi.
Fece un rapido giro delle gallerie sotterranee che erano il suo regno,
ma nulla. Tutto sembrava al suo posto, eppure... le sue piccole uova
erano più agitate del solito, nonostante la Pasqua fosse passata da un
pezzo, ormai. Era metà maggio e questa sorta di strana tensione
aleggiava nelle gallerie già da qualche giorno.
"Eppure c'è qualcosa che proprio non mi quadra. Sarà meglio andare da
Nord, lui saprà cosa fare. " concluse.
Prese
dunque il campanellino che Babbo Natale aveva donato ad ognuno dei
Guardiani e lo suonò deciso, aspettandosi l'apertura di un portale.
Neanche il tempo di posare l'oggetto dorato su una roccia muschiata li
vicino che due Yeti giganteschi lo afferrarono per le braccia, lo
scaraventarono dentro ad un ruvido sacco rosso e lo gettarono in un
tunnel magico.
Dopo un paio di giravolte ed un mal d'aria -se di mal d'aria si poteva
parlare- da paura, il povero coniglio si ritrovò finalmente a
destinazione, con il muso spiaccicato sul marmo freddo e la morbida coda
all'aria. Si rialzò dolorante, scoccando un'occhiata truce all'omone
panciuto e di rosso vestito che se la rideva alla grossa alla faccia
sua.
"NORD!
DIAMINACCIA! QUANDO INSEGNERAI A QUESTI CAVOLO DI YETI L'EDUCAZIONE?!"
gridò il Coniglio di Pasqua.
"AHAHAHAHAH! Veramente, amico mio, è stata idea mia!- rispose
quello senza smettere di tenersi la pancia. Il coniglio pasquale dovette
far appello a tutto il suo autocontrollo. Non appena l'amico in rosso si
fu calmato, iniziò a parlare.
"Ho un brutto presentimento, Nicolas. Le mie uova sono agitate,
nonostante la Pasqua sia passata da un pezzo. Ed anche io inizio a
preoccuparmi."
"Più che di tue uova, amico, io mi fido di tuo istinto. Se tu hai
presentimento strano, di solito hai ragione. Dimmi, amico mio, cosa
turba te?"
"In realtà non lo so, Nord. Ma sento che sta per succedere qualcosa. Non
riesco a togliermi questa sensazione di dosso."
"Sarà meglio chiamare altri Guardiani allora."
Nord si mise due dita sulle labbra e fischiò. Tre piccoli elfi dal
cappello a punta si presentarono con l’aria un po’ scocciata.
"Andate a chiamare altri Guardiani, forza! Ho Ho Ho! "
***
Nel frattempo, lo Spirito dell’Inverno se ne stava placidamente fluttuando nei pressi di una cima siberiana. In qual periodo dell’anno era suo compito mantenere ghiacciati i luoghi più freddi. Era un compito abbastanza arduo, in effetti, di quei tempi, a causa del riscaldamento globale causato dagli uomini e si stava godendo una piccola pausa... Finchè uno strano oggetto volante (e urlante) non identificato lo colpì in pieno, scaraventandolo giù dal crinale della montagna.
Pur preso alla sprovvista, il giovane spirito utilizzò il suo bastone per creare una pista di ghiaccio, che gli permise di rallentare la caduta.
Appena ebbe riacquistato l’equilibrio, con uno scatto brandì l’arma ricurva davanti a se, pronto per ogni evenienza. I suoi occhi color del mare guizzavano rapidissimi, in cerca di qualsiasi movimento sospetto. Improvvisamente, un piccolo cumulo di neve iniziò a muoversi. Di colpo, fece capolino nel manto bianco una testolina sormontata da un cappellino rosso a punta, che terminava con un grazioso campanellino.
Riconoscendo nel piccoletto uno degli elfi di Babbo Natale, corse ad aiutarlo, tirandolo senza sforzo fuori dalla neve.
"Hei piccoletto, stai bene?" chiese lo spirito della Neve, beccandosi un’occhiataccia dal piccolo elfo che, sdegnato dall’appellativo, si liberò dalla presa del giovane cadendo con un tonfo sulla neve morbida. Jack sorrise sotto i baffi.
Sorriso che si spezzò in mille piccoli pezzi, quando uno stridio allucinante squarciò l’aria, portando il ragazzo a tapparsi subito le orecchie.
Una sensazione di puro terrore lo avvolse, facendolo rabbrividire e rizzandogli i capelli sulla nuca.
Sentì una presenza alle sue spalle.
Giratosi di scatto, si trovò a pochi metri da una non meglio definibile creatura. Era paralizzato dallo sconcerto: quella cosa, un gigantesco grumo nero, si stagliava e si contorceva davanti a lui, producendo un devastante stridio simile ad un urlo straziato di dolore.
Ad un certo punto, una specie di arto, un tentacolo, si staccò parzialmente dal grumo principale allungandosi a dismisura. Intuendo le sue intenzioni, Jack strinse il suo bastone e spiccò il volo, pochi secondi prima che fosse troppo tardi: con una forza semplicemente inaudita, la creatura schiantò la sua propaggine proprio dove poco prima c’era il ragazzo, sollevando una tonnellata di neve per la forza dell’impatto.
“Se mi prende, mi ammazza.” Pensò lo Spirito, col cuore che batteva all’impazzata e l’adrenalina in circolo.
Schivò velocemente i colpi della creatura, che si stavano facendo sempre più incalzanti e feroci, uno dopo l’altro. Intravide la macchiolina del cappello rosso dell’elfo che tremante si era nascosto dietro ad un cumulo di neve.
"VAI A CHIAMARE GLI ALTRI, PRESTO!!"
Urlò
con tutto il fiato che aveva nei polmoni, poco prima di essere
schiantato con una forza colossale contro il crinale roccioso della
montagna.
***
Ebbene, il prologo di questa storia è concluso. Spero che vi sia piaciuto!
Nel prossimo capitolo:
“
Il raggio di luna che filtrava dalla finestra del castello di Nord
illuminò il pavimento davanti a loro, rivelando una figura
incappucciata. La pesante mantella nera non permetteva di vederne alcun
dettaglio,
eppure pareva chiaro che celasse una figura femminile. Jack scrutò i
volti angosciati dei suoi compagni Guardiani. Aveva come la sensazione
che la conoscessero da tanto, tanto tempo…"