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Autore: M4RT1    04/02/2013    4 recensioni
"Peter parla. Peter parla sempre, ultimamente.
Non ha smesso un attimo di farlo.
Non ha smesso un attimo di tenerti con sé."
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Storia partecipante al Contest "Red Carpet: Fanfiction da Oscar" indetto da clalla97 :))
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Una piccola What if? ambientata verso la seconda/terza serie: Peter e Neal sono prigionieri di una stanza, e Neal è ferito. Un modo "originale" per parlare dei pensieri del ragazzo nei confronti dell'agente :P
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ricordati che finché tu vivrai, e un amico è con te non ti perderai in strade sbagliate, percorse da chi non ha nella vita un amico così” ["Un amico è così" – Laura Pausini]


Luce.

Luce e buio.

Puntini luminosi simili a quelli con cui Georges Seurat riempiva i suoi quadri.

Sprazzi di luce bianca e gialla, e poi il buio.

Luce e buio.

Luce e buio.

Un po' come la tua vita.

 

Buoni e cattivi.

Buoni o cattivi.

E tu? Tu cosa sei?

 

-Neal! Neal, mi senti?

-Ti... ti sento, Peter.

-Continua a parlarmi, Neal.

 

Luce e buio.

Su e giù. Su e giù. Su e giù.

 

-Arriveranno presto, Neal. Resisti.

 

Peter parla. Peter parla sempre, ultimamente.

Non ha smesso un attimo di farlo.

Non ha smesso un attimo di tenerti con sé.

 

-Che... che cosa devo dire, Peter?

 

La tua voce è strana. La senti strana.

Debole.

Parlare è doloroso. Tutto è doloroso, in questo momento.

Il mondo lo è. Il mondo fa male.

 

-Quello che vuoi, Neal. Dimmi quello che vuoi!

 

Peter è agitato.

Senti le sue mani tremare mentre preme il punto che ti fa male.

Senti anche qualcos'altro, qualcosa di caldo.

La camicia nuova, quella che Elizabeth ti ha regalato, è attaccata alla tua pelle in modo strano. Come se fosse bagnata.

 

-Che... che succede, Peter?

-Stai calmo, Neal.

-Ti ho chiesto che succede, Peter.

 

Il sangue caldo continua a bagnarti la camicia.

Tremi.

Tremi sempre più forte.

 

-Mancano pochi minuti e poi starai bene, Neal. Te lo prometto.

 

Peter non ti ha mai mentito, lo sai.

Peter è sempre stato accanto a te ad aiutarti, a proteggerti.

Anche quando ti inseguiva, cercava sempre di non farti ferire.

 

Non lo ha mai fatto, in effetti.

 

-Mi dovrei fidare?- sussurri a fatica.

-No.- risponde Peter. Il suo tono, però, è scherzoso: -Ma potresti provare a farlo, una buona volta.

-Giusto...- mormori.

 

Poi il buio ti riavvolge.

Di nuovo.

E ancora una volta passa, lasciandoti su quel freddo pavimento di marmo dove sei disteso. Non senti più Peter, ma sai che è lì, accanto a te. Senti una delle sue mani premerti ancora sulla ferita. L'altra ti cinge il polso sinistro.

 

-C'è... c'è del sangue, vero?- mormori, giusto per fargli sapere che sei sveglio.

 

Il petto di Peter sobbalza. Lo senti respirare profondamente, per calmarsi.

Cerchi di spostare la testa dalla sua camicia.

 

-Sta' fermo, Neal.- ti dice lui, trattenendoti.

-Sporcherò... sporcherò la tua camicia, Peter.

 

Lui sorride ancora.

Vorresti aprire per bene gli occhi e sorridere a tua volta, ma non ce la fai. Morirai.

 

-Morirò, vero?

-Nessuno è mai morto per... d'accordo, qualcuno l'ha fatto, ma tu non morirai. Il proiettile ti ha colpito poco più su dello stomaco, ma non tanto da beccare un polmone. Al massimo ti avrà scheggiato qualche costola, ma niente di più.

-Rassicurante, Peter.

-Dovrei dirti che sei in procinto di morire?

 

Un brivido ti percorre la schiena. Fa freddo.

Il tempo passa.

 

-Peter io...

-Non parlare, Neal. Conserva le forze.

-No, devo... devo dirti... io volevo dirti... grazie.

-Di cosa?

 

Su e giù. Su e giù. Su e giù.

 


Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore della morte? Cercatelo sempre nelle ore di vita. Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto. [Kahlil Gibran]

 

-Non c'è tempo, presto!

-Ferita da arma da fuoco! Il proiettile ha sfiorato il polmone di pochi millimetri. Ci serve immediatamente del sangue!

 

Voci.

Voci e rumore.

E dolore.

 

-Fa male, Peter...

-Sssh! Neal, non parlare. Andrà tutto bene, Neal.

-Lo so, Peter.

 

E poi, all'improvviso, le voci non ci sono più.

C'è silenzio. Un silenzio dolce, ovattato, bello.

Silenzio. Tranquillità.

 

-Si sta svegliando.

-Neal? Neal, come va?

-Sta' zitto, Peter.

-Volevo solo sapere...

-Andava meglio prima.- mormori, e sono le prime parole che ti escono dalla bocca senza farti male.

 

Apri gli occhi e sobbalzi: davanti alla tua faccia, proprio lì, a pochi millimetri da te, cinque volti ti fissano.

Il più vicino è quello di Mozzie: il suo naso sfiora il tuo, e non è piacevole. Il tuo viso si riflette nei suoi occhiali: pallido, assonnato, gli occhi un po' gonfi. I capelli (i tuoi splendidi capelli!) sono spiegazzati in tutte le direzioni. Indossi un comunissimo pigiama grigio troppo grande.

Poi vedi Elizabeth, a poca distanza. Ti guarda come se temesse di vederti morire da un momento all'altro: ha le lacrime agli occhi e sorride.

Ai lati ci sono Diana e Jhons. Loro sembrano tranquilli, sorridono. Non li hai mai visti farlo, non Johns, almeno.

E poi, alla fine, proprio accanto alla porta, c'è Peter.

 

-Non farlo mai più.- sussurra avvicinandosi a passi lenti.

-Non fare più che cosa?

-Oh, scusa!- esclama lui, serio: -Per te è normale gettarti in una sparatoria, disarmato e senza un minimo di protezione, vero?

Trasali.

Lo fissi, ancora appoggiato ai cuscini, e deglutisci.

 

È vero, ti sei gettato in una sparatoria.

È vero, i cattivi erano quattro e tu eri solo.

Ma l'hai fatto per salvare la situazione, cavolo!

 

E poi Peter scoppia a ridere di gusto.

E tu capisci.

Capisci che sta scherzando e che è il suo modo per ringraziarti.

Capisci che l'hai spaventato a morte e che, probabilmente, da oggi in poi non sarai più in grado di fare un passo senza che qualcuno ti stia attaccato alle costole.

 

-Finalmente sarai fuori gioco per un po', Caffrey!- esclama Diana, sollevata nel vedere che riesci ancora a ridere.

-Per poco, non temete.- rispondi tu, stando al gioco: -E questo pigiama di chi è?

-Mio!- risponde Peter, guardandoti fisso: -Qualcosa da ridire, Caffrey?

-Non se a infilarmelo ci ha pensato lei.- rispondi, accennando a Diana. Lei alza gli occhi al cielo:

-Dio, Caffrey! No, è stato l'infermiere.

-L'infermiere?

-Già. Quello con cui passerai cinque ore al giorno, tutti i giorni, per tre settimane.

 

Sembra sollevata.

 

-Tre settimane?

 

Tu non lo sei. Affatto.

 

Tratta i tuoi amici come se fossero quadri e ponili nella loro luce migliore [Churcill]

  
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