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Autore: CinderNella    05/02/2013    1 recensioni
[coppia Jamie Dornan/Keira Knightley]
Osservava preoccupata la figura che la guardava dallo specchio. Non riusciva ad identificarsi, non poteva pensare che era quella ragazza con l’ingombrante vestito bianco… da sposa. Non poteva essere lei. Se mai si fosse sposata, non avrebbe mai indossato quell’ammasso di tulle che tanto sembrava darle la forma di una caraffa. [...] Dieci minuti e avrebbe dovuto attraversare una navata, in una chiesa. E pronunciare il fatidico “sì”.
«Non posso.» mormorò, continuando a guardarsi allo specchio. A guardare il bouquet, il velo, i guanti e il collier. Semplicemente non poteva.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Duuunque rieccomi con un'altra Keimie! Scritta di getto stavolta, quindi perdonatemi se ci sono degli errori, e non esitate ad indicarmeli se sono presenti! Amo troppo questa coppia e non posso non scrivere su di loro se c'è l'ispirazione :3 Non ho specificato bene il contesto nel quale i due si eran lasciati, ma si può ben intendere... come ho già detto, l'ho scritta di getto e non volevo che fosse troppo lunga, volevo solo che catturasse un'ipotetica e utopica situazione del genere. E' sempre presente la cara Sienna, ovviamente :)
Ah, e la canzone di riferimento è questa -> http://www.youtube.com/watch?v=fORAPkfVV_A ... Per il resto, buona lettura!



All we can do is keep breathing.

Osservava preoccupata la figura che la guardava dallo specchio. Non riusciva ad identificarsi, non poteva pensare che era quella ragazza con l’ingombrante vestito bianco… da sposa. Non poteva essere lei. Se mai si fosse sposata, non avrebbe mai indossato quell’ammasso di tulle che tanto sembrava darle la forma di una caraffa.
«Tesoro, devi scendere tra dieci minuti. Papà ti aspetta fuori dalla porta.» Sharman, la madre, era passata ad avvisarla. Dieci minuti e avrebbe dovuto attraversare una navata, in una chiesa. E pronunciare il fatidico “sì”.
«Non posso.» mormorò, continuando a guardarsi allo specchio. A guardare il bouquet, il velo, i guanti e il collier. Semplicemente non poteva.
«Puoi ripetere?» lo sguardo della madre passava dallo sconvolto all’incredulo.
«Ho bisogno di Sienna. Chiamami Sienna.» pronunciò di fretta, cercando di togliersi il collier di diamanti: non riusciva a respirare, non ce la faceva. E quella cosa la strizzava tutta e lei non ce la faceva a respirare, non ce la faceva se non era lui quello che l’avrebbe aspettata all’altare.
La madre corse lungo le scale, per entrare nella chiesa lì sotto, cercando la damigella d’onore: doveva sembrare inusuale che fosse così preoccupata in una chiesa, il giorno del matrimonio della figlia… ma non se ne curò e agguantò Sienna, trascinandola in un lato: «Falla ragionare. Sta sragionando, dice che non può scendere… non può sposarlo.»
«Oh dio. Lo sapevo ci sarebbe arrivata, speravo prima in realtà.» lasciò la figlia al marito e Sharman interdetta in una navata della chiesetta, e si diresse velocemente verso il camerino. Voleva correre, ma avrebbe suscitato troppa curiosità e si limitò ad affrettare il passo, per quanto quello stretto vestito rosa cenere potesse permetterglielo. Aveva la clutch alla mano, quindi sapeva di avere con sé cellulare e chiavi dell’auto… sarebbero sempre potute servire.
Non appena entrò si rese conto della situazione: buttò la clutch in un angolo e raggiunse Keira nell’altro angolo della stanza, piegata a terra e circondata dal tulle sovrabbondante. Non parlava, semplicemente piangeva e si toccava il collo come se non riuscisse a respirare. Ma il collier era buttato sul tavolo, quindi fisicamente ci sarebbe riuscita…
«Keira, tesoro…»
«Non posso andare là dentro, non posso sposarlo. Non ce la faccio…»
«È solo l’ansia pre-matrimonio…» non le stava dicendo la verità, lei per prima sapeva cosa stesse passando, ma non poteva certo fornirle un’auto per scappare.
«Non posso—respirare. Non ce la faccio. Penso solo che questa sia un’immane tragedia e la sposa non dovrebbe sentirsi così il giorno del proprio matrimonio. Sienna tu lo sostenevi da mesi, non mentirmi. Tu sai cosa sta succedendo»
«Ma so anche che non posso fornirti una fuga ora. Non è responsabile, non è da te…»
«Voglio Jamie!» urlò l’altra, non riuscendo a trattenersi «Vorrei solo sapere dov’è in questo momento e correre da lui, e questo non è altrettanto responsabile.»
«Keira…» le stava nascondendo per caso qualcosa? Era evasiva, non la guardava negli occhi…
«Cosa sai?» chiese semplicemente l’amica, immobile nell’angolo. Sembrava calma…?
«L’ho tenuto sotto controllo negli ultimi tempi. Da parecchio, in realtà… e si sposa oggi. Nel Somerset. In due ore.»
«Oh.» Keira si alzò e si diresse alla finestra, guardandoci attraverso per cercare di calmarsi. Ma anche se non ce l’avrebbero mai fatta in quel tempo, non poteva rimanere lì, non poteva semplicemente sposare qualcuno che non voleva. Nella contemplazione del paesaggio cittadino si sentì afferrare per un braccio e trascinare verso le scale: «Cosa stai facendo?!»
«Ho la macchina, andiamo a trovare qualcuno.»
Non ebbe il tempo di riflettere che si sentì scaraventata sul sedile del passeggero, mentre l’amica si metteva al volante e Marlowe le osservava dal seggiolino dietro di loro.
«Viene con noi?»
«È calma solo con me, quindi sì, ce la portiamo.» Marlowe ridacchiò dolcemente, mentre Sienna premeva veementemente il piede sull’acceleratore e lasciava al marito l’onere di spiegare dove diamine fossero finite sposa e damigella.

Si osservava allo specchio, nella stanza del piccolo hotel di campagna dove avrebbero celebrato il matrimonio: era una cosa intima, ma l’hotel era così piccolo che gli ospiti l’avevano praticamente occupato tutto.
Era strano credere che davvero si sarebbe sposato in poco meno di due ore. Era strano pensare che aveva chiesto a qualcuna di sposarlo. Lui non si sarebbe sposato. Certo, avrebbe vissuto la vita intera con qualcuno… ma non era lì in quel momento. Non c’era da ben otto anni, non c’era più, assieme a lui.
E non poteva rompere un giuramento così, dal nulla. Però era anche vero che lui stesso aveva chiesto ad Amelia di sposarlo, era lui il primo ad averlo rotto. Anche se, per quanto ne sapesse… anche lei si era data da fare. Probabilmente era già sposata in quel momento.
Si morse un labbro e ritornò a guardarsi allo specchio: era ancora in mutande e non si era rasato. Perfetto, aveva perso tempo anche il giorno del suo matrimonio.
Si diresse un po’ seccato da quei nuovi pensieri – o vecchi, ma che non si ripresentavano da molto tempo – nel bagno, pronto a radersi e a cercare di esser felice e spensierato almeno per il giorno del suo matrimonio.

«Che cosa sta succedendo? Ho dovuto camminare per metri e metri con le tue mani sugli occhi, dove mi stai portando? Jamie?!» se non le avesse risposto a breve, probabilmente si sarebbe messa a strillare preoccupata, perché magari era stata rapita e anche Jamie assieme a lei.
«Puoi aprire gli occhi.» il ragazzo la fece girare su se stessa e liberò il viso dalle sue mani: «Non mi sono dimenticato del nostro anniversario. Auguri, tesoro.» le stampò un bacio sul collo e osservò la sua reazione, quella di una ragazza profondamente delusa e seccata che si tramutò in strabiliata. Non se lo aspettava, per nulla.
«Cosa… cosa significa?»
«Sono i voli che partono ora. Dove andiamo? Scegli.» indicò il tabellone delle partenze.
«Jamie… sul serio? Insomma, non abbiamo niente con noi, valige… nulla!» Keira lo guardava sconvolto, non poteva crederci lo stesse facendo sul serio.
«Non ci servono. Hai i documenti con te, il passaporto te l’ho preso io… abbiamo tutto. Allora, Amsterdam o Venezia?»
Lei era ancora un po’ titubante… era una cosa così azzardata! «Jamie, io…»
«Amsterdam o Venezia?»
«Io volevo dire—
«Amsterdam o Vene—
«Venezia!» esclamò la ragazza tutt’ad un tratto. Non sapeva se per farlo tacere e accontentarlo o perché avesse finalmente ceduto alla sua idea folle e stupenda contemporaneamente, ma si lasciò trascinare verso un banchetto dal ragazzo, felice come una pasqua.

«Mi manca. Lo voglio. Ed è orrendo, perché mi ha trattato malissimo e lo so—lo so che sono stata io a lasciarlo. Ma mi manca. Lo voglio indietro. C’era una promessa.» era più a se stessa che lo diceva, non a Sienna: che guidava come una pazza infrangendo tutti i limiti di velocità imposti dalla legge per arrivare a destinazione in fretta, cercando di non esser coinvolte in nessun incidente: «Sto guidando più in fretta che posso, Kiki.»
«Lo so. Spero solo che ne sia valsa la pena.»
«La fai valere la pena, perché la multa che mi arriverà a casa il mese prossimo sarà assurda! E dovrò averlo fatto per qualcosa per cui ne valse la pena!»
L’amica non rispose: si limitò ad osservare il paesaggio che correva avanti a lei: erano state fortunate che non stesse piovendo, sennò non avrebbero mai potuto correre così velocemente.
Lei voleva tremendamente che ne valesse la pena, lo voleva con tutta se stessa. Era come se tutti i suoi sentimenti per lui… fossero esplosi di nuovo. Come se li avesse tenuti in un compartimento stagno del suo passato, pronti ad esser riaperti da un momento all’altro… scoppiando. E diffondendosi in lei come se non fosse cambiato nulla in otto anni. Ed era cambiato tanto… ma ci teneva da matti. E aveva offeso più volte la sua dignità, e l’aveva fatta soffrire, l’aveva resa una mezza depressa per del tempo… ma altrettanto, l’aveva resa la donna più felice dell’universo. L’aveva fatta sentire una donna come nessun’altro c’era riuscito. Era l’amore che viene una volta sola nella vita, e lei ci teneva a questo. Ci teneva a tutti i loro momenti. E lui non poteva sposarsi senza rendergliene conto. Senza ripensare a loro nemmeno un momento. Perché lei ci aveva pensato, a loro due, e anche tanto. Sempre, da mesi ormai.

L’aria salmastre pervadeva le sue narici, l’avvolgeva completamente. Certo, la puzza non mancava, ma non poteva considerare solo gli aspetti negativi. Percorsa da un brivido di freddo, si sentì abbracciare da Jamie: «Tutto bene?»
«Oh, a parte il topo affogato che ci osserva da lì» indicò un punto alla loro destra «Tutto bene, grazie.»
«E di cosa?!»
«Di tutto.» si voltò per guardarlo negli occhi azzurri e rischiò di dimenticarsi del fatto che erano su una gondola a suo parere minuscola, dove il gondoliere era a rischio di finire nel canal grande, e poi avrebbero dovuto remare da soli. E si sarebbero dovuti arrangiare, e chissà dove sarebbero finiti, alla deriva…
«Non lasciarmi mai.» non si rese conto di essere arrivata a pensare ciò e soprattutto — a dirglielo. Ma ormai s’era sbilanciata, quindi tanto valeva dire tutto per bene «Promettimi che staremo insieme per sempre, fino alla fine dei nostri giorni… ma promettimelo solo se lo credi sul serio.» tornò a guardare il paesaggio intorno a lei – qualsiasi cosa pur di non guardarlo negli occhi dopo essersi scoperta così tanto.
Ma non dovette sperarci troppo, perché Jamie la prese dolcemente per il mento, costringendola a guardarlo negli occhi: «Ti prometto di non lasciarti mai, staremo per sempre insieme. Anche se le nostre strade ci dovessero dividere per un bel po’ di tempo… saremo sempre insieme. Per sempre.» e poi le diede quell’anello di cuoio che ancora indossava come collana. Ovviamente non diceva chi fosse il mittente di quel regalo a chi glielo chiedesse: non lo sapeva nessuno tranne lei, Jamie e Sienna. E tutti avrebbero tenuto la bocca chiusa: perché chiunque le chiedesse qualcosa aveva come risposta una menzogna, secondo la quale era un regalo di un suo vecchio amico. Be’, molto più di amico a dirla tutta.

Avevano raggiunto l’hotel della cerimonia e avevano strappato il nome della via della chiesetta di paese dove si sarebbe svolto il matrimonio effettivo: poiché le avevano detto che era lì vicino, prese a correre, seguendo mentalmente le indicazioni. Non appena vide la chiesetta sulla collina corse ancora più veloce, mantenendosi il velo sul capo.
«Keira rallenta! Non posso correrti dietro con Marlowe in braccio!» Sienna la inseguiva correndo, con una Marlowe ridacchiante in braccio: doveva divertirsi per via della velocità. Ma la madre era tutto tranne che divertita: era preoccupata, in affanno e voleva solo del cibo nuziale.
Recuperò terreno ed entrò in chiesa poco dopo l’amica: che doveva aver fatto una bell’entrata teatrale, dato il “NO!” urlato e udito fino a fuori e soprattutto gli sguardi degli invitati tutti posati sulle tre intruse. Andò a guardare Jamie e si rese conto che era pallido come un cencio: avrebbe voluto ridere per la situazione ma non le sarebbe sembrato sensato, inoltre le avrebbero prese ancor più per pazze di quanto già non sembrassero agli occhi di tutti.
«Sono arrivata in tempo per la parte: “Se c’è qualcuno che si oppone al bla bla bla”?»
Il pastore parve inorridito più per la sua approssimazione che per l’intrusione in sé per sé: «In realtà avevamo appena iniziato, a dire il vero. E ci si oppone a quest’unione, se ci si deve opporre.» precisò lui, chiudendo la bibbia di scatto per guardare male l’intrusa. Sienna aveva davvero tanta voglia di ridere, ma Marlowe lo stava già facendo abbastanza anche per lei. Non sapeva dove sarebbero finite quella sera, ma ne sarebbe valsa la pena, per quello spettacolo: l’espressione spaesata di Jamie e quella terrorizzata della futura moglie ne valevano già la pena.
«Ah…oh… okay, mi oppongo fermamente a quest’unione. E prima che voi mi sbattiate fuori dalla chiesa credendo che sia una povera pazza gelosa vestita di tutto punto perché sono una stalker vi informo che ho mollato il mio matrimonio per venire fin qui. Comunque…» stava iniziando per caso a porre in essere un monologo per fermare quel matrimonio?! «Ci tengo a dire che ci sono impedimenti veri e propri per questo matrimonio. Perché lui è già promesso a qualcun’altra per l’eternità, non può impegnarsi in questo modo.» Keira fece spallucce, gesto molto inconsueto in quell’ammasso di tulle sgualcito e sporco – era bianco un tempo. Ma con quelle parole aveva conquistato l’interesse di tutti i presenti, che spostavano lo sguardo da una parte all’altra, come se stessero seguendo una partita di tennis attentamente.
«Che cosa?!»
Tante domande simili si diffondevano nell’intera sala, mentre Keira pronunciava più a se stessa che a tutti i presenti che “era sempre stata lei quella dai gesti teatrali nella coppia”.
«È vero quello che lei sta dicendo?» la sposina sembrava molto stressata: non solo era il giorno del suo matrimonio, ma era anche presente la ex del suo fidanzato. Presente per riprenderselo.
«Be’… diciamo che c’è stata una promessa che diceva che sarei per sempre stato insieme a…» era in panico e non sapeva cosa dire: ma forse la verità non era l’opzione migliore, e se ne rese conto solo dopo che la ragazza gli gettò il bouquet addosso dichiarandolo un enorme cretino.
«No! Amelia, aspetta!» Jamie corse via appresso alla fidanzata, scomparendo attraverso una delle porte laterali della chiesa.
«Ooops.» si ritrovò a dichiarare Keira, notando che tutti gli sguardi erano puntati su di lei. Poi, come se stesse tornando alla realtà, si sentì afferrata per un polso e trascinata fuori dalla chiesa.

«E alla fine della giornata siamo finite in un bar.»
«A bere birra. Insieme ad una bambina di appena un anno.»
«Mia figlia, per l’esattezza. Potrei esser definita una madre degenere, e penso che i padroni del locale mi stiano guardando male proprio per questo.» li indicò con un cenno del capo, facendo scoppiare a ridere per qualche motivo sconosciuto l’amica: «Non avrei mai immaginato la sera del mio non – matrimonio così. Chissà come se la stanno cavando a Londra…»
«Probabilmente egregiamente: Sharman alla fine avrà capito. Dovevi compiere un gesto disperato come questo per liberarti di James e correre da Jamie. Anche se non è andato a buon fine…»
«Sai, è un modo per andare avanti. Mi dispiace per lui, ma se davvero era importante si risposeranno prima o poi… magari domani… io ho bisogno di andare avanti. Non potrà ripresentarsi Jamie nella mia testa tra dieci anni, per esempio, e fottermi il cervello.»
«C’è la tua figlioccia che ti ascolta, tesoro. Modera i termini!» la rimproverò fintamente l’amica, battendo una mano sul suo avambraccio ancora inguantato: la ritrasse appena in tempo per non esser coinvolta dal movimento brusco della ragazza, il cui sgabello venne girato verso il resto del bar. Si ritrovò dall’avere di fronte il bancone all’avere Jamie ad un palmo dal naso. La testa le girava per via dell’alcol e della stanchezza, ma seppe distinguere molto chiaramente il sapore del ragazzo, quelle labbra sulle sue, quella lingua tanto conosciuta quanto desiderata che s’infiltrava cercando la sua… fu tutto troppo veloce. Non appena Jamie, tormentato, si staccò da lei, non poté che non guardarlo stupita. E rendersi conto che Sienna e Marlowe erano scappate via.
«Perché l’hai fatto?!» chiese semplicemente l’ex-ragazzo, occupando il posto accanto a lei e ordinando una birra. Si rese conto che, come lei, indossava ancora gli abiti nuziali: ma era lei a dover chiedere spiegazioni! Ancora indicava se stessa e lui ad intermittenza, non credendo a quello che era appena successo. Che giornata che era stata, che giornata!
Ma ancora non rispondeva, così si limitò a sfilare il guanto sinistro: «Per questo. Mai tolto, lo sai vero? Giusto se me lo impediva il lavoro.» disse semplicemente, sentendosi stupida non appena lo aveva confessato, perché lui non rispondeva, aveva indurito la mascella e non distoglieva lo sguardo dalla sua birra.
«Sono separato senza essere ancora sposato.»
«Vi siete lasciati?» non poteva nascondere la curiosità del suo tono e anche Jamie se ne accorse, tornando a guardarla: «Tu cosa dici?! Sei sempre stata per le cose teatrali.»
«Ehi, io ti ho amato tanto, e anche tu. E rivoglio una chance prima che prendi armi e bagagli e ti trasferisci con quella. E non dire che non è quello che vuoi anche tu perché sennò non saresti venuto a cercarmi.»
«Sta’ zitta, scemotta.» si limitò a pronunciare lui, avvicinandosi automaticamente alla ex per baciarla. Gli era mancata, eccome se gli era mancata. Era ancora tutto assurdo ed irreale, la sua presenza lì, non essersi sposato più… era una cosa matta, da certi punti di vista cattiva… ma era quello che si sentiva di fare in quel momento. In più, Amelia non gli aveva dato la possibilità di spiegarsi ed era fuggita via… Le era mancata tanto, la sua Keira. E le cose erano cambiate su tanti fronti, riguardo i loro problemi. Lei era meno impegnato, anche lui. Lei era meno famosa, lui lo era un poco di più. Era qualcosa di più equo… e non poteva negarle un’altra chance, non a lei. Dopotutto, c’era una promessa alla base, una promessa fatta a loro stessi prima di tutto: nulla avrebbero potuto fare Chiesa e comuni per scioglierla e cancellarla.
  
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