“31.12.2012
Caro Harry,
quando troverai questo biglietto mi auguro che sarai già sull’aereo
che ti porterà da lei.
Giuro, non voglio renderti la cosa più difficile, ma avrei
voluto dirti delle cose allo scoccare della mezzanotte. Avrei voluto dirtele
guardandoti negli occhi, ma non posso.
Così te le scriverò qui, sperando che riescano a farti capire
quanto tu sia importante per me.
L’altro giorno stavi parlando, e mi sono reso conto del modo in cui ti guardano tutti.
Tu li illumini!
Sei così bello, e puro, e buono, che anche la persona
peggiore del mondo, davanti a te, prenderebbe la parvenza di un onesto. Ed è
questo quello che hai fatto con me.
Certi giorni è difficile da mandare giù, ma alla fine è un'altra cosa che mi rende ancora
più orgoglioso di te.
Il mondo è fortunato ad averti, l’hai reso un posto migliore.
Hai reso me una persona migliore. E non troverò mai le
parole adatte per ringraziarti a sufficienza per il modo in cui hai dato un
senso a questa mia vita.
Quindi, mi sa che dovrai accontentarti di un semplice: grazie di tutto, sunshine!
Per quanto possa farmi male non averti vicino, so che lo stai
facendo per noi, e spero che questa notte per te sia speciale e che l’anno
nuovo sia pieno d’amore, gioia e felicità.
Ricorda sempre che i tempi duri di adesso, ci faranno solo
apprezzare di più la libertà che un giorno avremo (Se ancora avrai voglia di
sopportare questo isterico depresso!).
Buon anno, amore mio.
Ti amo da impazzire.
Tuo da sempre e per sempre,
Louis”
Avrebbe comunque fatto
in tempo a prendere quel maledetto volo, avrebbe fatto comunque in tempo a
partecipare a quella farsa, avrebbe comunque fatto in tempo a sentire la
mancanza della persona che lo rendeva felice e per cui continuava a sopportare
tutto lo schifo che era costretto a vivere.
E proprio per questo fece
rigirare il tassista, subito dopo aver ritrovato la lettera del più grande
nella tasca della giacca.
Corse verso la porta
della loro casa, quella che condividevano e in cui passavano gli unici momenti
da persone libere che avevano. Si fiondò in camera, sicuro di trovarlo ancora
lì, raggomitolato sul loro letto, dove lo aveva lasciato poco prima, e così fu.
Si guardarono per un
secondo che parve interminabile e non riuscì a frenare le lacrime che avevano
minacciato di uscirgli da quando aveva letto quello che gli aveva scritto. Così
si avvicinò al letto, sedendosi e stringendolo in un abbraccio stretto e carico
di tutti i sentimenti che provava. Gli baciò una guancia e poi le labbra e il
naso, fin quando, stringendogli una mano, gli disse l’unica verità che
conosceva:
“Sei la mia vita.”
Questo è quello che
succede quando ti metti a chiacchierare di canzoni che ti ricordano Louis ed
Harry: ti intristisci, piangi e scrivi schifezze (Almeno nel mio caso, escono
fuori questi schifi assurdi!)!
Il titolo è tratto
dalla canzone SHIPS IN THE NIGHT, di Mat Kearney.
Un giorno o l’altro
affogherò tra i miei Larry feels, ne sono certa!
Rilletta_