Si svegliò con un mal di testa allucinante, Ryan.
Non aveva dormito molto anche perchè si era addormentato solo alle quattro del mattino per poi svegliarsi alle sei precise. Aveva delle occhiaie mostruose e faceva fatica a mettere in fila due pensieri coerenti.
Il guanciale era bagnato fradicio, aveva pianto per tutto il tempo che era stato sveglio e aveva sudato per quelle poche ore di sonno.
Il suo stato d'animo era dei peggiori, aveva ancora  avanti agli occhi quella maledetta scena: Raquelle messa sotto da un Suv guidato da un bastardo di merda ubriaco fradicio già di prima mattina.
La botta era stata pesante. La ragazza non aveva mai ripreso coscienza; neppure dopo la corsa in ospedale e dopo l'intervento chirurgico, i suoi occhi non si riaprirono più.
Il coma aveva preso Raquelle. Ryan, invece, aveva aspettato scioccato in sala d'attesa. Barbie era con lui, gli teneva la mano e gli accarezzava i capelli ma lui, in quel momento non pensava altro che a sua sorella gemella.
Il colpo fatale fu poco dopo quando il dottore annunciò che la povera investita era deceduta. Morte cerebrale.
Il mondo gli cadde addosso!
Non era vero!
Non era possibile!
Non voleva!
-NOOOOOOOOOOOOOOO -
Urlò.
Si era appena alzato a sedere, la cosa che trovò irritante fu quella di sentire dei rumori in casa. Ora ricordava, c'era Barbie ! Non lo aveva lasciato solo ma non gli dava fastidio avere lei intorno, piuttosto erano gli altri ad irritarlo. Proprio ora che non voleva vedere nessuno era costretto ad averceli tutti intorno. Sentì lo stomaco brontolare pesantemente. Ora che ci pensava, la sera prima non aveva toccato cibo. E come poteva? Sapeva bene cosa gli sarebbe toccato ora: la massiccia quanto obbligatoria presenza degli amici che sicuramente avrebbero vegliato sul suo temperamento poco propenso a socializzare, distraendolo e aiutandolo in quel momento difficile. Quando, poi, il suo unico desiderio era stare da solo. Da solo, cavolo! Possibile che nessuno capisse? Ryan si avvicinò alla specchiera. Guardandosi allo specchio vide non se stesso ma Raquelle, aveva una foto della gemella appesa alla parete. Il cuore gli si strinse, ebbe l'impulso di sferrare un pugno allo specchio ma dovette placarsi. Doveva farlo, non per se stesso ma per non attirare ulteriori preoccupazioni degli altri. Rivoglio mia sorella! Pensava.