Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: elementare watson    05/02/2013    2 recensioni
ambientata dopo la fine dell'ultimo episodio, nel periodo delle feste; questo significa per John un nuovo inizio... da solo...?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era la vigilia di capodanno, tutta Londra era in fibrillazione per gli imminenti festeggiamenti, in poco meno di un'ora sarebbe scoccata la mezzanotte e con lei un nuovo anno sarebbe cominciato; 
un nuovo, triste, anno senza Sherlock Holmes...
 
Questo era ciò a cui pensava John, se ne stava buttato su una poltrona al 221B di Backer Street immerso nei suoi ricordi.
Se ne era andato dalla festa organizzata da Molly circa cinque minuti dopo il suo arrivo, non si sentiva in vena di festeggiamenti, come potevano gli altri esserlo: Sherlock non c'era più!
Era tutto esattamente come il natale appena passato: John, solo, in quell'appartamento che gli riportava alla mente tutti quei momenti passati con il suo migliore amico rimpiangendo il fatto di non averli graditi pienamente vivendoli.
Lui non voleva nulla di nuovo; non voleva che il vecchio anno finisse portando con se tutte le cose passate e tra queste Sherlock Holmes.
John portò lo sguardo al muro segnato dai proiettili e dalla vernice spry; al cuscino sul divano, raffigurante la bandiera britannica; al teschio sul camino, era rimasto tutto uguale, Mrs. Hudson non aveva toccato nulla e John le era grato per non averlo fatto. Quel disordine con un tocco di macabro lo facevano sentire a casa, una casa terribilmente vuota che sapeva non avrebbe mai più potuto riempire.
John si strofinò gli occhi umidi; non poteva piangere.
Abassò le palpebre per qualche secondo, quando le rialzò la porta si stava aprendo 
-Mrs. Hudson, la prego, mi lasci solo-
chiese prima di accorgersi che la persona che stava non era lei
-Che stai dicendo John? Sicuro di stare bene?-
domandò una voce maschile che conosceva bene ma che negli ultimi tempi non aveva avuto occasione di sentire.
Il dottor Watson rimase senza parole, un'espressione incredula dipinta sul volto, davanti a lui sull'uscio della porta una figura slanciata avvolta in un cappotto nero lo fissava interrogativa con i suoi occhi erulei.
A John servì un momento per realizzare cio a cui realmente si trovava di fronte
-Sh...Sherlock?-
balbettò scettico
-Non ti fa piacere che sia tornato?-
domandò l'altro in risposta
-Tu eri... morto! E ora sei... qui... davanti a me! è semplicemente... incredibile, ma che dico? Impossibile!-
Sbottò il medico alzandosi dalla poltrona di scatto guidato dal trasporto del suo monologo
-Non capisco la tua rabbia-
sentenziò Sherlock che intanto si era tolto il cappotto e accomodato al suo solito posto
-Non arrabbiato...-
cominciò riflettendo su quale potesse essere il termine più appropriato
-Impressionato-
sottolineò poco dopo
-Tu eri... morto, mentre ora sei... tranquillamente seduto sulla poltrona di casa-
spiegò John cercando di non urlare per l'emozione
-Mi spieghi che ci fai qui?-
aggiunse massaggiandosi le tempie per il gran mal di testa che gli stava venendo
-Non sembri felice di vedermi-
constatò Sherlock
-Credevo che lo saresti stato; comunque ora devo andare-
disse alsandosi, facendo per raggiungere la porta, senza recuperare il cappotto.
John lo afferrò per un polso
-Non lasciarmi solo si nuovo-
lo pregò sottovoce guardando il pavimento.
Aveva di nuovo gli occhi lucidi e non voleva che l'altro se ne accorgesse.
Sherlock si voltò verso John, lo strinse a se e gli fece una carezza tra i capelli.
Il campanile suonò la mezzanotte, tutto intorno a loro cominciò a farsi buio fino a quando la stanza non scomparve
-Devo proprio andare-
disse Sherlock con la voce attutita dai rumori dei festeggiamenti provenienti da troppo vicino per il nulla che li circondava
-Ti voglio bene-
sussurrò ancora con un sorrisetto sulle labbra prima di sparire anche lui come tutto il resto, John si sentì cadere nel vuoto, aprì gli occhi di soprassalto: era sudato ed ansimava; con lo sguardo cercò il cappotto nero che Sherlock aveva lasciato ma non ce n'era traccia...

 
Era stato tutto un sogno; un terribile sogno che aveva rimarcato il fatto che il suo migliore amico era ormai scomparso e che gli mancava improponibilmente.
  
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