Sono un mostro ...
Tu sei deforme
Sono deforme
Sei gobbo e brutto
E sono brutto
E il mondo fuori
la pietà non la conosce
ma lo capisci che...
Siete la salvezza
Che ti chiameranno tutti mostro
Sono un mostro
Ti odieranno e rideran di te
Sono un mostro
Tu non far che accada mai
non dargli modo,resta qui a me fedele
Dalla canzone "Via di qua" del film Il Gobbo di Notredame.
Ho passato tutta la mia infanzia rinchiusa qui. In questa torre di mattone isolata dal mondo e nascosta dalla foresta.
Ma so che questa mia punizione ha una ragione: nessuno potrebbe mai accettare di voler bene a ... a ...
ad un mostro come me.
Non è possibile. Sono nata deforme.
Il mio occhio sinistro è nero come le piume dei corvi, mentre quello destro è lilla come il più bel fiore della primavera.
Il braccio destro è più corto e sono storta sul lato destro del corpo: orribile.
Lo specchio non mente, anche se vorrei potesse farlo. Sono un mostro ...
Ma allora perchè vivo ? Non ha senso ...
Guardo il riflesso della mia immagine: se non fosse per le mie deformazioni, sarei anche una diciotenne piuttosto carina, ma storto sul lato sinistro del corpo.
Ho dei bellissimi capelli corvini che sono il mio unico orgoglio e un corpo magro dalle curve ben proporzionate.
Ma sono storta e deforme. Che speranze avrei ?
Indosso il vestito lilla che mi diede mia madre da ... mesi ? Ma a me, sembrano anni.
Mi copre bene, è un abito lungo con un'ampia gonna ed ha dei bellissimi ornamenti floreali.
Tanti fiorellini rosa chiaro ...
Vorrei tanto essere libera, in un prato fiorito ...
Sento i passi della madre, che sale le scale e mi chiama a gran voce: "Giselle ! Ci sei, vero ?"
Che domanda assurda !
"Certo, madre, sono nella mia stanza. Entrate, vi prego ..." rispondo io, con la mia voce roca.