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Autore: AlyTheKitten    27/08/2007    8 recensioni
"Il covo dell’Akatsuki è un luogo già li per sé triste. Già. Triste e desolato, abbandonato, buio…infelice." Breve one-shot su Deidara e Hidan, paring strano? Beh io lo adoro quasi quanto Sasori-Deidara^^ Dopo la morte di Sasori, Deidara si sente "vuoto", un vuoto incolmabile?
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Deidara, Hidan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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hida-dei

Hai solo bisogno d’affetto.

 

 

 

 

Il covo dell’Akatsuki è un luogo già li per sé triste.

Già.

Triste e desolato, abbandonato, buio…infelice.

 

Lo è già a sufficienza anche senza il bisogno di un vuoto nel cuore, quel vuoto che Deidara si portava dentro ormai da un pezzo.

 

Pensava che l’avrebbe divorato dall’interno, prosciugando ogni sua emozione, distruggendolo.

Forse ci stava riuscendo.

Il biondo parlava di rado, o non parlava affatto.

Mangiava poco, appariva infatti scialbo e debole, con il bel viso solcato da due profonde occhiaie.

Gli occhi azzurro cielo, solitamente vispi e brillanti, erano opachi e vacui, inespressivi a tal punto da farlo sembrare un essere inanimato, una bambola.

 

Già, una bambola.

 

Non era il Deidara che i suoi compagni avevano conosciuto, attivo, fiducioso e spesso logorroico, quello stava lentamente morendo, sprofondando lentamente nel tristo mare del suo cuore.

 

Già, un cuore.

 

Sasori era morto da quasi un mese.

O per meglio dire, aveva smesso di funzionare, li per se era già morto da vent’anni.

Come un giocattolo rotto: lo si butta via.

Ma lo si deve rimpiazzare?

Deidara questo non lo sapeva.

No.

Non poteva rimpiazzare Sasori.

 

***

 

Un giorno noioso.

Ordinario.

Niente missioni, solo l’ennesima riunione ordinata dal capo.

Per poi sentirsi dire, come al solito, “mancano 7, 6, 4, 3 biju prima del kyuubi…”

E allora…?

È tanto importante saperlo?

No.

 

Quindi: perché andare alla riunione?

Conclusione: non andarci affatto.

 

Deidara se ne stava spalmato sul letto, semi-raggomitolato scompostamente su se stesso e con lo sguardo fisso dinnanzi a se.

 

Cosa guardasse non lo sapeva nemmeno lui, con esattezza.

Cosa cercasse non lo sapeva nemmeno lui, con esattezza.

Perché diavolo era ridotto così non voleva saperlo nemmeno lui. Con esattezza.

 

Deidara sentì le ginocchia molli, gli bruciavano gli occhi, sentì un formicolio percorrerlo dalla schiena sino alla nuca, gli bruciavano gli occhi, un brivido lo fece scattare in avanti, come quando in sogno cadi nel vuoto…e ti risvegli con uno scatto conscio di essere morto, in quel sogno…

 

Gli bruciavano gli occhi.

 

 

Si mise seduto, portando le ginocchia (ancora molli) al petto, e si strinse in un abbraccio solitario, incassando la testa tra le spalle e nascondendola dietro le braccia conserte.

 

Gli bruciavano gli occhi.

 

Tirò su col naso, chiuse le palpebre più volte, poi si morse il labbro inferiore.

 

Gli bruciavano gli occhi (ancora).

 

Inclinò la testa su un braccio, cercò di cullarsi in quella stretta solitaria, ma riuscì solo ad emettere un singhiozzo, poi un altro ed un altro.

 

Alla fine si sciolse in un pianto solitario quanto amaro, il respiro divenne irregolare e dovette mordersi e rimordersi il labbro inferiore più volte

per imporre a se stesso di non far rumore.

 

Gli occhi non gli bruciavano più.

 

L’ennesimo attacco.

“Attacchi di solitudine” aveva preso a chiamarli, balzi al cuore che da qualche giorno lo coglievano sempre più ravvicinati.

Nel sonno, in missione, alle riunioni.

Cercava di reprimere quelle maledette lacrime, ma sapeva perfettamente di aver bisogno di sfogarsi, una volta per tutte.

 

 

Il punto era, che da solo non ci riusciva.

 

 

Una spalla su cui piangere.

Un volto a cui parlare, con cui sfogarsi…

Sembravano non esserci per lui.

 

***

 

Deidara aveva rinunciato a reprimere le lacrime salate che gli rigavano il viso.

La riunione doveva essere già iniziata…se non finita.

Si era spinto in un angolo a piangere e singhiozzare, premendo il viso contro il cuscino che stava abbracciando.

 

Era tutto ovattato.

Intorno a lui il mondo pareva rimbalzare su uno spesso strato di cotone.

Era denso e umido.

Non gli piaceva.

 

Qualcosa di freddo gli si posò sulla spalla.

 

Deidara sussultò e alzò gli occhi umidi dal cuscino che ormai presentava due larghe chiazze bagnate sul lato interno.

Hidan lo guardava come si guarda un bambino che ha perso la mamma in un aeroporto, che ti fa così tanta pena da proporti d’aiutarlo, anche se sai che dieci minuti fa dovresti essere stato al check in.

 

“Hi-Hidan…cosa ci fai…qui…?”

Balbettò Deidara avvampando per la vergogna e cercando di asciugarsi vanamente gli occhi col dorso della mano, già bagnato da vecchie lacrime.

 

“Non sei venuto alla riunione.”

 

 

Sentenziò freddo Hidan, alzandosi e guardandolo dall’alto, ora con una punta di quello che può sembrare disprezzo.

 

 

“Non mi sentivo…molto bene…stavo…stavo per veni-“

Deidara si zittì quando Hidan lo tirò su di peso e lo fece sedere al suo fianco sul letto.

 

 

“Basta con le stronzate Deidara…”

 

 

Hidan lo guardava serio, con l’espressione di chi non ammette bugie o mezze verità, in quel momento il biondo si sentiva trasparente, un libro aperto.

 

 

Stette zitto a guardare gli occhi ametista davanti a se per quelli che parvero minuti, densi e stopposi che nemmeno un bicchier d’acqua li avrebbe tirati giù.

 

 

“Hidan…io non sto bene…”

Finalmente il biondo sussurrò un esordio di frase.

Hidan gli si fece più vicino.

 

 

“Lo so biondino, lo so…lo sappiamo tutti…ma non abbiamo il coraggio di domandartelo.”

Hidan carezzò la guancia dell’artista, asciugando l’ennesima lacrima col pollice.

 

 

“Abbiamo paura di ferirti domandandoti come ti senti…”

Continuò poi facendo scivolare la mano sulla spalla di Deidara.

 

 

“Ho bisogno…ho bisogno di qualcuno…con cui parl-“

Deidara venne nuovamente interrotto da Hidan, che questa volta lo aveva stretto a se facendogli appoggiare la testa nell’incavo tra la spalla e il collo.

 

“Sei libero di piangere e sfogarti quanto vuoi…”

Soffiò all’orecchio Hidan con voce ferma ma dolce.

Percepì poi un brivido proveniente dall’artista, e sentì la spalla umida.

 

Uno, due, tre singhiozzi.

 

 

Deidara cinse forte Hidan, come se potesse scappare.

 

 

Tra un singhiozzo e un sospiro, o una pausa per tentare di calmarsi, il biondo iniziò un discorso dove malediceva quella “dannata vecchiaccia” e quella “sciocca ragazzina”…dove cercava di spiegare al fanatico religioso cosa fosse per lui Sasori, “una guida”, “un maestro” ed ancora “un compagno d’arte”…dove tentava di descrivere quel sentimento senza nome che provava per lui, “ricerca di sicurezza”, “rispetto e adorazione” e “modello da imitare e superare”.

 

 

Hidan stava zitto ad assorbire le parole e i singhiozzi del biondo.

Solenne e comprensivo…sempre stretto al compagno più giovane.

 

 

Quando Deidara esaurì le parole, e riprese solo a rigarsi il viso di lacrime, Hidan si staccò dall’abbraccio.

 

 

“Come ti senti?”

Disse Hidan distaccato, come se il suo compito fosse finito.

 

“…Vuoto.”

Deidara guardava Hidan.

 

“Vuoto…?”

Hidan si avvicinò al biondino.

 

“Vuoto.”

Deidara sentì il respiro del religioso sul viso.

 

Restarono così, vicino uno all’altro per una manciata d’istanti beffardi.

Così sottile era la distanza da sembrare irreale.

Così vicini i respiri da fondersi.

 

“Deidara…?”

Soffiò Hidan a fior di labbra al biondo.

 

“H’m…?”

Socchiuse gli occhi.

 

“Posso riempire questo vuoto?”

Gli carezzò i capelli biondo grano.

 

“H’m…”

Chiuse gli occhi.

 

Hidan prese tra le mani il volto angelico di Deidara.

Posò le labbra schiuse sulle sue in un bacio lieve.

 

Hidan si staccò da lui, lo guardò aprire gli occhi zaffirei, che brillavano di luce nuova.

Fece scivolare le mani fino al cuore dell’artista.

Poi si avvicinò all’orecchio e sussurrò:

 

“Hai solo bisogno d’affetto.”

 

 

 


 

Mya!

Tornata alla carica con una Deidara-Hidan^^

Coppia strana? Imposibile? Ma adorabile...

Ci sono così tante Deidara-Sasori e Hidan-Kakuzu...mentre di Deidara-Hidan ne ho viste ben poche (e quando dico poche, dico che si possono contare su una mano!), quindi mi sono detta -dato che non sono normale- perchè non scriverne una!?

Eccovi il risultato ^w^

Spero vi possa piacere XD Espandiamo gli orizzonti!!!

 

P.S: "L'Akatsuki in campeggio" & "Teach me art" tornano a Settembre! Per ora solo one-shot e compiti -,-

 

See Ya!

Aly

ArT iS a >>BaNg!<<

  
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