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Autore: shjne    05/02/2013    5 recensioni
Le fiamme nei suoi occhi. Le fiamme nei miei occhi. La sua mano combaciare con la mia, come se fosse fatte per essere unite, le nostre labbra che si sfioravano, la voglia di vivere per sempre con lui.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentii il suo respiro sul mio collo. Le sue mani sui miei fianchi. I suoi capelli sulla spalla. Sentii lui. Mi girò lentamente verso di lui, i suoi occhi mi trapassarono, un brivido sulla schiena. Le sue labbra così perfettamente rosee sfiorarono i miei zigomi. Sentii il suo amore dentro. Portava ancora la mia collana. Appena intravidi il suo sorrido, accompagnato da quelle meravigliose fossette che solo a lui stavano d’incanto, una lacrima solcò il mio viso. Sembrava acido. Sentivo la pelle bruciare. La asciugò con il suo pollice. Mi strinse fra le sue braccia possenti e per un secondo tutto diventò buoio. Buoio come la notte, sembrava che il nostro amore sprigionasse una luce abbagliante, che solo noi potevamo vedere. Se fosse stata l’ultima volta con lui, non mi sarei lamentata. Il vento alzatosi di sera sembrava scansarci, il suo corpo emanava un calore che avrebbe potuto scaldarmi per tutta la vita. Tutta la vita con lui. Non era possibile. Accarezzai i suoi capelli, poi il suo viso e il suo petto. Lo sentii rabbrividere. Gli facevo lo stesso effetto di sempre. Non pensavo di poter amare così tanto un ragazzo, non credevo possibile che un essere umano come me potesse scaturirmi delle emozioni che nessuno mi aveva mai fatto provare. Non credevo nell’esistenza dell’amore prima di averlo visto al St’ James Park. La sua immagine statuaria, la sua espressione annoiata, i suoi occhi così verdi, i suoi capelli così ricci, il suo sorriso nell’osservare una bambina rincorrere una palla, il suo sguardo puntato verso di me che correvo, con le cuffie nell’orecchie. La sua voce in lontananza che finsi non sentire per avere la certezza che si stesse riferendo a me. Mi appoggiai per terra, con lui che si sedeva al mio fianco, accarezzandomi il braccio. Posai la mia testa al suo petto, sentendo il suo cuore battere a mille, un po’ di pace fra tutto il caos. Le fiamme nei suoi occhi. Le fiamme nei miei occhi. La sua mano combaciare con la mia, come se fosse fatte per essere unite, le nostre labbra che si sfioravano, la voglia di vivere per sempre con lui. Sussurrò nel mio orecchio un flebile “Ti amo” al quale non seppi dare risposta, mi limitai ad accarezzarlo e a baciarlo. Avevamo il bisogno disperato l’uno dell’ altro. Il battito del cuore aumentava a ogni suo tocco, a ogni suo sguardo, a ogni suo sussurro. Osservai la mia collana al suo collo, sapevo che mia aveva portato con se tutto il tempo che il destino ci ha voluto rubare, “Noi siamo artefici del nostro destino” ripeteva la sera prima di partire per l’America. Mi accarezzò ancora una volta e poi caddi in un sonno profondo senza risveglio. Potetti solo sentire le sue lacrime bagnarmi il viso. Ora si sta preparando per trasferirsi da me, sta preparando le sue ultime cose, la nostra foto, nel taschino della giacca, le mie cuffie nella tasca dei pantaloni e il suo cuore, nella cassa toraciaca. Appena entrato, vidi il mondo illuminarsi, il mio universo aveva ripreso un senso. Nessuna America ci avrebbe divisi, nulla c’era ad ostacolarci. Perché in paradiso c’è solo amore. Perché la caduta dell’aereo su cui volavamo, ci ha uniti per sempre. 
  
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