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Autore: Alexiel_Slicer    06/02/2013    2 recensioni
"Nella viscere della terra, oltre la vita, oltre la luce vi era l'Oltretomba. Un mondo abitato dalle creature delle tenebre, i vampiri.
I vampiri si dividevano in due ranghi: i purosangue e i mezzosangue. I primi erano dotati di poteri devastanti e facevano parte di casate nobiliari che regnavano l'Oltretomba, la casata del Dragone Rosso che era la dinastia regnante, la casata del Cavaliere Bianco dinastia formata da nobili vampiri corrotti in combutta con i Dragone Rosso e per ultima la casata della Rosa Nera, dinastia ormai estinta da secoli il cui ultimo e glorioso esponente fu Vladimir Thepes Draculea.
I secondi, invece, derivavano dall'unione di un vampiro e di un umano o dal morso di un vampiro nobile su un essere umano e questi formavano la maggior parte della popolazione dell'Oltretomba."
...Una ragazza che ha una catena che parte dal polso e finisce nel cuore...
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Black Soul"
 


Prologo

Nella viscere della terra, oltre la vita, oltre la luce vi era l'Oltretomba. Un mondo abitato dalle creature delle tenebre, i vampiri.
I vampiri si dividevano in due ranghi: i purosangue e i mezzosangue. I primi erano dotati di poteri devastanti e facevano parte di casate nobiliari che regnavano l'Oltretomba, la casata del Dragone Rosso che era la dinastia regnante, la casata del Cavaliere Bianco dinastia formata da nobili vampiri corrotti in combutta con i Dragone Rosso e per ultima la casata della Rosa Nera, dinastia ormai estinta da secoli il cui ultimo e glorioso esponente fu Vladimir Thepes Draculea.
I secondi, invece, derivavano dall'unione di un vampiro e di un umano o dal morso di un vampiro nobile su un essere umano e questi formavano la maggior parte della popolazione dell'Oltretomba.

L'aria era più fredda e pungente del solito e l'eterna oscurità sembrava ancora più impenetrabile.
Il re Nicolay era seduto sul suo trono, dal quale governava con saggezza e imparzialità il regno.
Improvvisamente l'enorme porta della sala del trono si spalancò, accompagnata dal cigolio dei cardini arrugginiti e dallo sbattere dei pesanti anelli di bronzo contro il legno, scoprendo la figura di uno dei suoi funzionari dal viso stravolto e pallido dalla paura.
"Ma-maestà" balbettò, ma furono le uniche parole che riuscì a pronunciare, prima che il suo petto si tingesse di rosso e il sangue gli invadesse la bocca.
Il re lo vide accasciarsi a terra, per poi essere calpestato da un esercito di bambole sfigurate, dall'aspetto terrificante. Avevano braccia e gambe cucite sul corpo, ad alcune addirittura mancava qualche arto superiore o inferiore e in quest'ultimo caso si trascinavano. I loro bulbi oculari erano cavi o assenti perchè cuciti, in altre, invece, gli occhi pendevano al di fuori. Erano veri e propri piccoli mostriciattoli.
Queste iniziarono ad avanzare verso di lui.
Nicolay scattò in piedi "Che diamine sta succedendo?! Guardie! Guardie!" urlò, ma nessuno accorse in suo aiuto.
Capendo di essere solo si privò del mantello con un gesto felino, lanciandolo lontano. Digrignò i denti scoprendo i canini perfetti ed affilati e fece per spiccare un balzo, ma subito, senza che riuscisse a rendersene conto, fu fermato da dei sottili e quasi invisibili fili che gli si erano intrecciati attorno al collo.
"Ah-ah-ah". Una risata acuta e gelida si levò per tutto il salone rimbombando sulle pareti riccamente decorate da affreschi raffiguranti scene di anima dannate torturate da demoni e le prodezze sul campo di battaglia di Vladimir Thepes Draculea.
"Chi sei? Cosa vuoi? Fuori dal mio castello!" cercò di urlare Nicolay, ma ciò che ne derivò furono solo parole strozzate a causa dei fili che gli attanagliavano la gola.
Sentì questi stringersi ancora di più, finchè la sua testa non venne definitivamente staccata di netto dal resto del corpo, rotolando sugli scalini che conducevano al trono, fino a fermarsi davanti ai piedi di una ragazza.
"Tu" biascicò il re prima di morire con un filo di voce di fronte a quella figura che ai suoi occhi era offuscata, ma che riconobbe ugualmente.
La ragazza scostò la testa disgustata dal suo cammino con la punta del piede, come fosse una palla, poi con passi lenti, quasi solenni si avvicinò al trono d'oro dai piedi intagliati con foglie d'acanto e l'imbottitura rivestita dal velluto di un rosso intenso, come il sangue.
Vi si sedette e con un ghigno soddisfatto disse "Finalmente, ciò che mi spetta di diritto!". 

  
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