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Autore: Vengeance_Christ    06/02/2013    1 recensioni
Zacky è una delle persone più importanti della mia vita, se non la più importante. E’ sempre stato con me, non mi ha mai abbandonato, mi ha sempre sostenuto nelle scelte, giuste o sbagliate che siano. E’ il mio raggio di sole. E’ la mia salvezza nelle giornate più grigie. Con lui mi sento protetto, al sicuro. Quando lo guardo negli occhi mi sento sereno, l'unica cosa a cui aggrapparmi quando tutto intorno sembrava andare male. Quei due occhi verdi che riuscivano a cogliere ogni mia emozione, ogni sentimento e mi dicevano "va tutto bene, ci sono io. Sono qui, non me ne andrò per nessun motivo al mondo".
Ed è vero, perché quando ne ho bisogno, lui era lì. E’ sempre stato lì, ogni fottuto istante. Non mi ha mai abbandonato, anche per la più stupida delle cose e so che non lo farebbe mai. Non c’è Vengeance senza Christ. Siamo inseparabili.
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Johnny Christ, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hate and anger in the air
The atmosphere reflects a sorrow
So unreal…

 
9.00 am.
Sono pronto a partire. La valigia è sistemata ai piedi del mio letto ad una piazza e mezza, lo stesso che avevo nella mia vecchia casa in riva al mare.
Ho vissuto lì per parecchi anni, fino al giorno in cui con Zacky abbiamo deciso di progettare una casa nella quale avremmo potuto vivere tutti insieme, noi Avenged Sevenfold.
Affacciato alla finestra, guardo il giardino, il cortile, la piscina e tutto ciò che abbiamo realizzato e che sto per lasciare, una volta per tutte.
Lo faccio perché sono impulsivo.
Se mi sento soffocare, se mi sento oppresso, sento il bisogno di andare via, di restare solo con i miei pensieri, di riflettere, di fare chiarezza. La maggior parte delle volte, questo non porta a niente perché risolvo poco.
Ma è più forte di me, devo.
Quindi eccomi qui, pronto per patire alla volta di San Francisco, la città che più amo.
Spengo il mozzicone nel posacenere in vetro e prendo la mia fida giacca nera di pelle. Me la sistemo per bene, guardandomi allo specchio. 
Fuori sono sempre io: un ragazzo di ventotto anni, basso. Sì, sono alto solo un metro e sessantasette. I capelli scuri, solitamente dritti sulla mia testa a mò di cresta, che fanno risaltare i miei occhi verdi con riflessi castano chiaro. Il viso piccolo e paffuto, che trasmette tenerezza a chiunque mi guardi. Il fisico piuttosto robusto, ma ho la mia dolce pancetta da alcolizzato senza la quale non potrei vivere, ormai fa parte di me.  
Ma dentro non so più chi sono.
Non so più cosa voglio.
Non so più cosa cerco, cosa sto facendo.
So solo che l’ennesima delusione mi ha spezzato il cuore in mille pezzi. E fa ancora male, nonostante sia passato parecchio tempo. Non riesco più a stare ad Huntington Beach senza pensare a quello che ho passato con la mia ex, a quello che ho vissuto.
Tutto sta diventando sempre più difficile e doloroso.
Respiro profondamente, ad occhi chiusi, poi li riapro e con un cenno sicuro della testa mi lascio alle spalle lo specchio, prendo il mio trolley e lo tiro fino all’uscio della porta. La apro e mi blocco sulla soglia. Do un’ultima occhiata alla mia camera e con passo deciso esco, lasciando il passato alle mie spalle.
Avevo già salutato tutti la sera prima, tutti tranne uno. 
 

Breeze is cold, the taste of winter
Long and sad just like a faithless death
But my sun can make things better
Shine over me, shine over me

 
Mi fermo davanti alla porta di camera sua e rimango qualche istante a guardarla. La conoscevo bene quella stanza, ci avevo passato tante serate.
Sapevo che oltre quella porta, avrei trovato lui. Sarebbe stato lì, sul suo letto, pronto ad accogliermi, in qualunque momento, per consolarmi, per farmi compagnia, per starmi accanto.  
Ma ora ho quasi paura a varcarla.
Paura di incrociare il suo sguardo seccato, da questa decisione presa all’ultimo momento. So per certo che cercherà in tutti i modi di non farmi partire, di non lasciarmi andare, ma devo essere forte, mandare giù il rospo e lasciarmi tutto alle spalle. Anche le persone che amo.

Lascio la valigia accanto alla porta e busso. Affino l’udito e sento le molle del letto muoversi sotto il suo peso. Perfetto, era in camera e si stava alzando.
Tiro un respiro di sollievo e aspetto, impaziente.
Dopo qualche istante sento la sua voce «Avanti!»
Apro lentamente la porta ed entro in camera sua.
Eccolo lì, seduto sul suo letto, a gambe incrociate con la sua fida Schecter tra le braccia, che strimpella qualche nota lasciando correre delicatamente le dita sulle corde. Varco la soglia sorridendo nervosamente, chiudo la porta e mi avvicino al letto. Ed ero ancora una volta davanti a lui.
Alto pochi centimetri più di me, il fisico massiccio ma morbido, ricoperto da tatuaggi di svariati colori, i capelli neri spettinati che gli incorniciavano il viso tondo, un po’ pallido, dal quale spiccavano quegli indistinguibili occhi azzurri, più tendenti al verde. Il naso dritto un po’ grosso, dalle cui narici facevano capolino le due palline in argento del septum. Il labbro inferiore, più carnoso rispetto al superiore, era contornato dai due fidati snake bites che non si sarebbe tolto per nulla al mondo.
Rimango a guardarlo negli occhi e sorrido appena, giocando nervosamente con le mie stesse dita «Ciao Zacky» inizio timidamente il discorso «sono qui per salutarti» abbasso appena lo sguardo mentre pronuncio quelle parole, come se avessi paura della sua reazione.
Smette di suonare e mi guarda dritto negli occhi.
Lo sguardo fisso sul mio viso ma impassibile, inespressivo. «Ciao, divertiti» mi risponde serio, senza muovere un muscolo e torna a suonare, come se niente fosse successo.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente «Zacky, per piacere. Non voglio andarmene sapendo che ce l’hai con me.» parlo senza distogliere lo sguardo da lui.
Sospira scocciato concentrando lo sguardo sul manico della chitarra «Ti ho salutato, cosa vuoi ancora?» mi guarda negli occhi con quello sguardo deluso, amareggiato, nervoso, che io odiavo.  Annuisco lentamente e mi avvicino a lui «So che non accetti la mia scelta, ma ti prego, fallo per me. E’ meglio così, fidati». Inarca un sopracciglio facendo una risata ironica «Meglio? E cosa risolvi andandotene? Lasciando tutti i tuoi problemi alle spalle? No dimmelo, sono davvero curioso» lascia la chitarra al centro del letto e si allunga verso il comodino per prendere il suo fido pacchetto di sigarette «perché io davvero, non ci arrivo» continuava a guardarmi accendendo la sigaretta, senza cambiare di una virgola l’espressione sul volto.
Prendo fiato e mi avvicino alla sponda del letto «Voglio solo prendermi un po’ di tempo, stare lontano da tutto e da tutti per qualche giorno e…» mi zittisce e mi guarda minaccioso, puntandomi il dito contro «Bugiardo. Ti ho sentito ieri mentre parlavi con Brian e gli dicevi che non saresti più tornato».
Stringo le labbra e sposto lo sguardo sul pavimento in parquet. Osservo ogni singola venatura del legno cercando di rimanere tranquillo. Non volevo sbottare con lui, non in quel momento. «Allora lo ammetti» abbassa il braccio, tornando a concentrarsi sulla sigaretta «e quando volevi dirmelo?» si gira a guardarmi con aria strafottente. Sapeva che così mi avrebbe zittito, sapeva che in quel modo non avrei più parlato. Mi appoggio con le mani alla sponda in legno bianco laccato del suo letto e stringo la presa, cercando di mantenere la calma. Lui mi guarda divertito, quasi come se fossi uno show comico.
«Immaginavo» finisce la sigaretta e lancia il mozzicone, che finisce dritto nel posacenere.
Alzo lo sguardo verso di lui «Mi dispiace Zacky. Non volevo che lo sapessi. Immaginavo ci saresti stato male e mi avresti impedito di partire» parlavo con voce ferma, decisa, guardandolo negli occhi, cercando di sostenere il suo sguardo il più possibile.
Cosa non facile, quando di parla con Zacky Vengance.
Il chitarrista si alza di scatto dal letto e si avvicina a me «Ah beh, perché venire a sapere che invece non saresti mai più tornato mi avrebbe fatto star meglio? La pensi davvero così? Johnny, cazzo, dici di essere il mio migliore amico però fai di tutto per farmi star male» si passa nervosamente una mano tra i capelli e sospira chiudendo gli occhi per pochi istanti, tornando poi a guardarmi «Vai. Sei grande e vaccinato, sai fare le tue scelte» lo guardavo allibito. Non mi aspettavo quel tipo di reazione da parte sua. «Zacky…»
Mi zittisce per la seconda volta «Fai quello che vuoi, io non posso impedirti di partire» si stringe nelle spalle tornando sul letto «fallo per te stesso e non pensare a me. Tante volte l’ho fatto anch’io e tu l’hai accettato. Lo farò anche io».
Rimango in piedi a guardarlo per pochi secondi, prima di avvicinarmi e sedermi accanto a lui «Non proveresti a fermarmi?» giro la testa per guardarlo, grattandomi il sopracciglio. «Ti direi che non cambierebbe niente, che non risolveresti nulla, ma non posso impedirti di farlo, tutto qui».
Annuisco lentamente, guardando verso il basso «Se lo faccio è perchè agisco d'istinto. So che non cambierebbe nulla. Ma sai quando ti sembra di non essere...giusto?» mi giro a guardarlo  «quando ti senti fuori posto? E andare via sembra la soluzione migliore. Però poi ti accorgi che anche se ti senti sbagliato, anche se non sei quello che vorresti» distolgo lo sguardo da lui e mi siedo incrociando le gambe «l'unico posto in cui vorresti essere davvero è casa tua. E' un discorso strano e insensato, lo so» rido nervosamente grattandomi la nuca.
Si gira verso di me, mettendosi seduto al mio stesso modo e mi guada di rimando «Lo sai che sono sempre pronto e disposto per farti stare da me, per starti vicino, per consolarti e tutto il resto» si gratta il naso «Ma…» chiude gli occhi respirando profondamente «se ti senti così vai e torna quando ti senti pronto» continua a guardarmi irrigidendo la mascella.
Alzo lo sguardo su di lui e noto la sua reazione alle mie parole.
Come al solito cercava di contenersi, di reprimere ciò che stava provando. Mi avvicino di più ed appoggio un mano sul suo braccio, stringendolo un pochino «Ehi, non t’innervosire. So benissimo che tu sei sempre qui per me e non so ancora come ringraziarti per tutto quello che fai, davvero. Una vita intera non basterebbe» gli prendo una mano e, guardandola, gli accarezzo delicatamente il dorso con i polpastrelli, disegnando involontariamente quelli che erano i contorni del teschio che aveva tatuato, scendendo verso le dita, non molto lunghe e cicciotte.
Gioco distrattamente con ognuna di esse, osservando in dettaglio le lettere tatuate appena sotto le nocche. Senza che me l’aspettassi, mi ritrovo tra le sue grandi braccia, se confrontate alla mia corporatura. A mia volta lo stringo, accarezzandogli lentamente la schiena Sentivo il suo respiro sul mio collo e le guance umide aderivano alle mie. «Zacky…» lo stringo sempre di più a me e salgo con la mano ad accarezzagli la nuca.
Bravo Johnny, l’hai fatto piangere. I miei più sentiti complimenti.
«Nel caso verrei con te, non ti lascerei andare da solo» resta immobile e tira su col naso, cercando di non farsi sentire, di non farmi notare che sta palesemente piangendo «e non ringraziare, dovrei ringraziarti anch'io e passeremmo la nostra vita a ringraziarci»
Mi allontano di qualche centimetro per riuscire a guardarlo in viso, ma subito se lo copre con la mano, sfregandosi gli occhi ripetutamente «No Zacky, non piangere, non volevo arrivare a questo» gli sorrido accarezzandogli le guance, asciugandogliele come potevo «Non sto piangendo» si allontana anche lui da me guardando in alto «è che sono stato sulle colline di Hollywood, sai com’è…» ride e mi guarda, sorridendomi dolcemente «Ti voglio bene, Johnny».
Gli prendo il viso tra le mani, accarezzandogli gli zigomi con i pollici «Anche io ti voglio bene Zacky, non immagini quanto. E sai benissimo che puoi venire con me tutte le volte che vuoi, sai benissimo che amo stare in tua compagnia». torno serio e la mia voce diventa ferma e decisa. Per quanto bene volessi a Zacky, quello era un viaggio che dovevo intraprendere da solo «ma non questa volta. Mi dispiace».
Il suo sguardo s’incupisce, il sorriso si spegne e mi osserva, studiando ogni singolo lineamento del mio viso. Capitava raramente di vedermi così serio, non era cosa da tutti i giorni. Ma soprattutto, non mi capitava quasi mai con lui. Stringo le labbra e mi alzo dal letto, sistemandomi il giubbotto in pelle «Allora, io vado» giro a stento il viso verso di lui, nascondendo gli occhi lucidi infilandomi gli occhiali da sole e cerco di sorridere «stammi bene, Zacky» respiro profondamente e mi avvio verso la porta.
Non faccio in tempo a girare la maniglia, che sento la sua mano afferrarmi il polso e tirarmi con forza verso di lui per stringermi di nuovo tra le sue braccia. Senza esitare lo stringo a mia volta, chiudendo gli occhi, cercando di assaporare fino all’ultimo quel momento.
Zacky è una delle persone più importanti della mia vita, se non la più importante. E’ sempre stato con me, non mi ha mai abbandonato, mi ha sempre sostenuto nelle scelte, giuste o sbagliate che siano. E’ il mio raggio di sole. E’ la mia salvezza nelle giornate più grigie. Con lui mi sento protetto, al sicuro. Quando lo guardo negli occhi mi sento sereno, l'unica cosa a cui aggrapparmi quando tutto intorno sembrava andare male. Quei due occhi verdi che riuscivano a cogliere ogni mia emozione, ogni sentimento e mi dicevano "va tutto bene, ci sono io. Sono qui, non me ne andrò per nessun motivo al mondo".
Ed è vero, perché quando ne ho bisogno, lui era lì. E’ sempre stato lì, ogni fottuto istante. Non mi ha mai abbandonato, anche per la più stupida delle cose e so che non lo farebbe mai. Non c’è Vengeance senza Christ. Siamo inseparabili.
«Mi vuoi spiegare perché vuoi andare via?» mi bacia la fronte alzando gli occhiali da sole per guardarmi dritto negli occhi. Mi guarda dispiaciuto, impotente. I suoi occhi, come sempre cristallini, erano coperti da un velo di rammarico. Questo mi faceva male. So che con la mia decisione stavo per far soffrire entrambi, ma non ce la facevo, Huntington era diventata troppo stretta per me.
«Zacky, è troppo complicato e….e non ho tempo per spiegartelo, sul serio» sto iniziando ad innervosirmi, parlo velocemente e sudo freddo.
Il motivo principale della mia partenza sì, era l’ennesima delusione che ho avuto. Ma ce n’era un altro.
«Dimmelo, Christ» mi guardava accigliato, sperando che quello sguardo mi facesse sputare il rospo.
 

All the things that you do
Bring to me something new
A continuous surprise
You have coloured my life
Like an uncommon ray
You make the world so less grey
And I'll never,
Never let you go away

 
 
Volevo provare a dimenticare, a frenare i miei sentimenti. Perché non è possibile provare certe emozioni, come l’amore, per quello che è il mio migliore amico.
Può essere strano, insensato, ma mi è sorto questo dubbio.
Da quando sono stato tradito dalla mia ex ragazza, Zacky mi è stato vicino come mai aveva fatto e sentivo dentro di me che il nostro legame si era rafforzato.
Sì, ma quanto? Mi ero innamorato di lui? Volevo capirlo.
Ormai esasperato, getto la testa all’indietro sospirando. Dovevo trovare un diversivo «Cosa vuoi che faccia? Che rimanga qui a piangere il passato? Quello che non avrò mai più? Quello che pensavo fosse il mio futuro ed invece si è rivelata un’ennesima delusione? Sono stanco Zacky, io non ce la faccio più a star qua. Ogni cosa che faccio, ogni singola cosa, si ritorce contro di me. Penso di far del bene, penso di fare la cosa giusta e invece» apro le braccia in segno di resa «chi sta male? Chi soffre? A chi viene spezzato il cuore? A me. Ogni. singola. volta.» scandisco le parole picchiando il palmo della mano sul mio petto « e sono stanco, sono stufo. Basta, davvero. Non ce la faccio più».
Zacky mi guarda mordendosi il labbro inferiore, facendo saltellare i suoi due piercing «lo so che sei stanco, tesoro» adoro quando mi chiama così «ma non ti devi arrendere. Devi capire che andar via peggiorerà soltanto. Mi hai detto che ci saresti sempre stato per me, e ora cosa vuoi fare? Mh?» mi guarda dolcemente, sciogliendo quello sguardo severo che mi aveva riservato pochi istanti prima e mi prende una mano, stringendola tra le sue «vuoi abbandonarmi qua così? Pensi che io starò bene sapendo che il mio nanetto preferito è a chissà quanti chilometri di distanza da me e non potrò coccolarlo tutte le sere prima di andare a dormire?».
Intreccio le mie dita alle sue stringendo la presa e lo guardo. I suoi occhi sembravano risplendere di nuovo, speranzosi, fiduciosi, come se fosse riuscito finalmente a cavarmi le parole di bocca «Non sarai solo. Ci sono Brian, Jimmy, Matt…ce la farai anche senza di me». Strinse la presa della mano, quasi volesse rimproverarmi «No. Non è lo stesso. Tu sei importante per me, sei indispensabile.  Sono tue le braccia che mi stringono quando ho bisogno di piangere, quando ho bisogno di supporto, quando ho semplicemente voglia di coccole.».
Le lacrime che prima non sono riuscito a trattenere, ormai mi rigano il viso.
Gli stringo la mano e gli stampo distrattamente un bacio sull’ angolo della bocca. Non avrei dovuto farlo, se n’è accorto, ha capito, ma non ha detto nulla.
Dovevo andare via, se fossi rimasto un minuto di più sarei scoppiato «E lo saranno sempre».
Detto ciò, raccolgo il poco coraggio che mi è rimasto e gli sorrido, lasciandogli lentamente a malincuore la mano.
Mi incammino con passo deciso verso la porta, l’apro e mi fermo sul ciglio, girandomi a guardarlo
«Mi farò sentire, e tornerò presto non ti libererai di me facilmente» gli sorrido debolmente e chiudo la porta alle mie spalle, lasciandolo solo, nella sua stanza che ora sembrava più fredda e vuota.
I suoi occhi si spensero di nuovo, come se avessi portato via con me una sua parte.
 
 
 

 I'll never let you go my ray of light.


 

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Eccomi di nuovo qui con una SongFic. Tra l'altro è la prima che scrivo e spero di aver azzeccato xD La canzone è "Ray of Light" dei Finley, che ho dedicato a Zacky diverso tempo fa. La ritengo la 'nostra' canzone, quindi ho deciso di usarla. Ho preso solo alcune parti della canzone, quelle che ritenevo più significative e che rispecchiavano maggiormente quello che provavo. 
Anyway, questa OS è incentrata tra me e Zacky *you don't say* ed è tratta da una 'storia' vera, diciamo. Avevo voglia di scrivere una Zohnny che non fosse qualcosa di mieloso, diabetico e che finisse male, diciamo. Ed eccola qua! 
Ovviamente finisce così, non c'è un continuo, non c'è nient'altro. E' a libera interpretazione il finale. 
Secondo voi, cosa farò? Tornerò da Zacky o lo lascerò forever alone? Scrivete un commento o lasciate un video risposta <3
No vabè, scherzo xD Però mi piacerebbe sapere cosa ne pensate ù.ù

Alla prossima!
xoxo
J.C. <3 

  
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