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Autore: _Eleuthera_    06/02/2013    13 recensioni
«Che compito ingrato, Sif. Non hai mai amato ricamare».
Loki ha voglia di ridere, e di vivere. Sif invece non riesce proprio a ridere, e Loki non può biasimarla.
«Finirà in fretta» dice lei. «Nove punti. Questo è stato ordinato».
[Post Avengers] [Loki/Sif?]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Nine stitches


 

 
I.
«Ti sei fatto male?»
Loki lo guarda, gli occhi pieni di lacrime.
«No».
È la sua prima bugia.

 
II.
«Non ho paura» dice.
Questa, invece, è l’ultima.

 
III.
I mortali sono bugiardi. Per questo gli dèi li amano: sono così simili.
Loki però odia il mortale che disse che una donna colma di amore gli fu accanto nella sua prigionia. È una storia che serve per consolare.
Non la racconterà mai a nessuno.
 

IV.
I ricordi sono il nostro passato. Il primo ricordo di Loki è un grande prato verde.
C’erano aghi di pino e fiori e calabroni.
I bambini giocavano a pungersi le dita con gli aghi di pino, come prova di coraggio. Loki non aveva paura.


V.
«Thor è un codardo» sibila Loki. Sif non reagisce. Tiene in mano un cofanetto di legno, chiuso.
Loki la maledice per il suo silenzio.
«Avrebbe dovuto farlo lui» prosegue allora. Finalmente Sif alza lo sguardo e Loki contempla i suoi occhi, lucidi e neri come la superficie della notte. Spera che non abbia notato il tremito nella sua voce.
Sif si avvicina. I capelli le scendono ben oltre i fianchi. Loki ricorda il momento in cui glieli consegnò, irripetibile dono forgiato dai nani.
Sif se li era cuciti da sola sulla propria testa, senza versare una lacrima.
«La tua voce trema» sussurra Sif. Poi apre il cofanetto.

 
VI.
Il primo ricordo di Loki è un grande prato verde. Il sole è così bello e forte che gli occhi gli fanno male, ma sotto i pini l’ombra è fresca e il rossore sulla pelle non brucia più.
Gli altri si distribuiscono manciate di aghi, e Loki si china per raccoglierli da terra. Anche lui vuole fare la prova di coraggio. Li stringe forte nel pugno.
«Non così» lo corregge la bambina con i capelli d’oro. «Così» gli fa vedere. Prende un ago di pino e preme la punta acuminata sul polpastrello. Loki ripete con precisione. Prima vede fiorire la goccia di sangue, tonda e perfetta, poi sente il dolore, un dolore piccolo piccolo come un sussurro.


VII.
«Su Midgard raccontano che una donna colma d’amore mi fu accanto nella prigionia» dice Loki, e lo sguardo di Sif fugge il suo.
«Hai sprecato quel dono molto tempo fa» replica lei. Il contenuto del cofanetto è tra le sue mani.
Il cuore di Loki è forse sempre stato pesante come il piombo, ma solo adesso lo sente così, un ammasso di ferro dentro al petto.
 

VIII.
Loki si ficca il dito in bocca con una smorfia disgustata. Le lacrime che pizzicano negli occhi sono un altro tipo di dolore, e lui è confuso.
«Ti sei fatto male?» chiede Thor. La bambina con i capelli d’oro è accanto a lui e fissa Loki con la sfida nello sguardo.
Le lacrime che pizzicano negli occhi sono un altro tipo di dolore, e Loki non riesce più a distinguere l’uno dall’altro.
Aggrotta la fronte, poi si toglie il dito di bocca. «No».

 
IX.
«Che compito ingrato, Sif. Non hai mai amato ricamare».
Loki ha voglia di ridere, e di vivere. Sif invece non riesce proprio a ridere, e Loki non può biasimarla.
«Finirà in fretta» dice lei. «Nove punti. Questo è stato ordinato».
Loki la fissa in silenzio. Conserva le proprie parole. Sono le sue ultime parole, lo sa bene. Almeno, lo saranno per un bel pezzo. E comunque, dopo sarà tutto diverso.
«Fu la gelosia a spingerti a tagliarmi i capelli?» chiede Sif all’improvviso.
«Non ricordo».
«Io sì» replica lei, e Loki sorride. Naturalmente, anche lui ricorda.
«So perché hai accettato questo incarico, Sif. Ti vuoi vendicare».
«Non mi voglio vendicare».
Per un attimo, Loki pensa che vorrebbe che le storie dei mortali fossero vere. Sarebbe bello, per una volta. Ma è un solo attimo feroce. L’ago riluce tra le dita di Sif e tutto svanisce.
«Nove punti. Finirà in fretta».
La sua voce è gelida, ma sembra lo stesso che parli a sé stessa, e non a lui. È così da quando è tornato. Anzi, è così da molto prima. Sif è andata perduta molto prima che lui tornasse a casa con la bocca serrata da un morso di metallo, prima ancora che cadesse dal ponte color dell’arcobaleno. Sif è andata perduta, e il dono dei nani non è servito a portarla indietro.
Loki osserva l’ago e il filo che cuciranno le sue labbra sapendo che non è un momento a cui può sfuggire, che deve vivere ogni istante del supplizio. E poi forse un giorno la racconterà, la storia del padre che cuce le labbra al figlio traditore, e sarà quella la sua vendetta, e allora gli uomini conosceranno una delle vere storie degli dèi, non una storia per consolare, ma per atterrire.
Loki vorrebbe ancora dire parole, ma non è più il momento. Vorrebbe anche pensare, ma non è più il momento neppure per questo. La punta dell’ago gli punge il labbro ma non lo lacera ancora, e il dolore è piccolo piccolo, come un sussurro, e c’è un ricordo che la sua mente trasporta come neve nel vento. Loki lo afferra, e prima che possa sfuggirgli sente nella memoria il profumo dei pini.
«Non ho paura», dice.

 
 
 

 
 
X.
Non finirà in fretta. Ma, come tutte le cose, finirà.

 















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Questa storia rientra nella categoria di tutte quelle altre storie che sono state scritte in treno senza alcun segno premonitore. Vale a dirsi che non è stata pensata a lungo. Si è presentata così e tanti cari saluti.
Mi chiedo tuttora di che cosa parli veramente.
A parte gli scherzi, è stato bellissimo scrivere questa storia, perché è bello quando, per una volta, l'aver voglia di scrivere coincide veramente con lo scrivere qualcosa. Spero che vi sia piaciuta così come a me è piaciuto scriverla.
Ah, se potete considerarla in qualche modo un prequel di The Price? Ne avete tutto il diritto.
Loki/Sif? Un po' sì e un po' no.
A proposito, che fine ho fatto? Sono soffocata dagli studi, ma i viaggi in treno mi lasciano un po' di respiro. Mi mancano tanto i tempi in cui scrivevo Hymeneal. Cerco di esserci come posso e a chi mi segue chiedo scusa per la discontinuità.
Un grazie speciale a Darma, che è doppiamente invischiata nella faccenda (in quanto divinità dei treni, e beta reader).
Per la cronaca, le recensioni mi fanno tanto tanto tanto contenta, e vi ringrazio in anticipo se mi vorrete far sapere cosa pensate  :)
Un abbraccio,
Eleu

   
 
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