Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Tyarallis    06/02/2013    1 recensioni
[...]e mi trovai, dopo la mia ricerca infinita, nel luogo dove tutto ebbe inizio. Davanti a quella dolce e accogliente casa ricoperta di terra e foglie secche che, solo io e pochi eletti, trovavano accogliente. E lì, iniziò la mia nuova e attuale vita.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho riuppato il racconto modificandolo leggermente e cambiando la fine del racconto per un concorso letterario :) Buona lettura e speriamo bene! 




"Dolore. Sofferenza. Depressione. Solitudine. Nostalgia. Paura della razza umana."

 La mia mente percepiva solo queste piccole sensazioni.
Non avevo buoni rapporti con nessuno, nemmeno con la mia famiglia. Cercavo di essere la solita ragazza di 16 anni che ama la vita come se fosse un dono di natale costosissimo, di amare la propria famiglia e di sentirsi amata, di avere dei sentimenti umani, ma era tutto un falso.
 Non andavo a scuola, non uscivo con le amiche, raramente tornavo a casa; passavo la maggior parte del tempo nel bosco, ad osservare la natura che mi circondava, sognando di farne parte. Gli uccellini che mi fissavano incuriositi e spaventati, le cerbiatte che proteggevano il loro piccolo cucciolo non ancora in grado di camminare perfettamente, i dolci gufi che dormivano fregandosene di quello che gli succedeva intorno, gli scoiattoli che fuggivano con le loro ghiande, e poi c'erano loro, quelle dolci creature dal pelo color rame e bianco, con gli occhi pieni di paura, euforia, voglia di conoscere e di scappare, le mie amate volpi.
Le volpi sono la luce che illumina il buio della mia vita, il giorno che prende il posto della notte, la mia felicità.
 Non so perché mi attirassero così tanto, ma trovavo in loro qualcosa di me, qualcosa che anche io sentivo e che pensavo sentissero anche loro.
 I loro occhi parlavano per loro. Soffrivano, si sentivano sole e avevano paura, paura di noi umani.
 Non potevo fare niente. Potevo solo osservarle da lontano, sognando una mia vita con loro. Ma un giorno decisi di seguirle fino alla loro tana. La loro casa. Il loro punto di ritrovo.
 Appena arrivai, notai una volpe che mi osservava con una certa aria di superiorità.  Mi sedetti davanti a lei.
Non so quanto tempo passò, ma sentii una voce dentro di me:
"Finalmente, Tyarallis, sei tornata."
Mi voltai, ma non vidi nessuno. Ero diventata pazza. Il non parlare con la gente mi rese veramente pazza? Impossibile. I pazzi lo diventano se non tengono a cuore la loro salute mentale. Ma ecco di nuovo quella voce. Una voce nostalgica, quasi come se mi conoscesse:
 "Non guardarti intorno, sono davanti a te. Esatto, sono io, Pylhe. Sicuramente non ricorderai niente, ma questo non ha importanza. L'importante è che tu sia tornata. Ti abbiamo atteso per quasi due secoli, Tyarallis, e ora, eccoti qua. Su, entra!"
Non poteva essere vero. Ero... una di loro? Ma perché ero un'umana? Perché il fato mi ha fatto nascere in un corpo da umana e non in quello di una volpe? Perché sapevano il  mio nome? Era uno scherzo?
Feci l'errore di non seguire "Pylhe", poiché ero spaventata da quello che disse.
Tornata a casa, incominciai a cercare dei libri con vecchie leggende su un popolo di volpi parlanti o di dei con sembianze da volpe. Non trovai niente, solo stupide favole di cartoni che mandavano in tv in quel periodo o nel periodo dell'infanzia di mia madre.
 Passarono giorni dall'ultima volta che visitai il bosco. Volevo andarci, ma avevo paura. Non so di cosa, ma il mio corpo diceva che avevo paura. Ma dovevo sapere la verità, il mio passato.
La paura di tornare in quel posto entrava in contrasto con la voglia di conoscere di più, conoscere la verità sul mio passato, sulla mia “trasformazione”, su tutto.
Mi sdraiai sul letto, cercando di non pensarci e provando a dormire, ma continuai a rigirarmi pensando a come potesse essere la  mia vita con loro.
 Così mi feci forza e tornai nel bosco, alla ricerca di una qualche volpe da seguire per poter tornare in quella tana.
 Nessuna volpe si fece viva. Sembrava che mi stessero evitando, ma perché? Cos'avevo fatto? Si erano offese per non essere entrata dentro la loro tana? Avevo fatto qualcosa di sbagliato senza rendermi conto? Avevano sentito la mia paura di tornare da loro? Ma dovevo, DOVEVO, finire la mia ricerca. Così cominciai a cercare per tutto il bosco la tana.
Tra rami, foglie, sassi e terra non si vedeva niente, solo piccoli animali che fuggivano via appena mi vedevano. Almeno loro vedevano qualcosa!
 Ad un certo punto, mi trovai davanti ad un albero secolare. Così maestoso e senza paura; era colui che reggeva il bosco, che proteggeva gli abitanti di quel luogo. Un Signor Albero!
Notai un qualcosa, un qualcosa di... familiare. Una scritta. "Il Signor Albero farà memoria di tutto questo e, nei secoli futuri, ci aiuterà a ritrovarci. - Tyarallis" 
L'avevo... scritto io. La storia della volpe era vera, quindi. Io ERO una volpe. Lo sono tutt'ora e lo sarò sempre.
Rimasi a fissare quella scritta per non so quanto tempo, forse secondi o forse ore. Incominciai a piangere. Chiamavo, invano, il nome Pylhe, ma nessuno rispondeva.
"La risposta che cerchi, è davanti a te. Basta cercare."
 Mi guardai intorno ma non vidi niente. Stavo iniziando a congelarmi, la temperatura stava scendendo drasticamente. Caddi in terra senza forze e mi trovai, dopo la mia ricerca infinita, nel luogo dove tutto ebbe inizio. Davanti a quella dolce e accogliente casa ricoperta di terra e foglie secche che, solo io e pochi eletti, trovavano accogliente. E lì, iniziò la mia nuova e attuale vita.
Una vita migliore, che amavo e che desideravo non abbandonare, per nessuna ragione al mondo.
Ogni giorno c’era qualcuno che mi aspettava con grande impazienza, qualcuno con cui passare le giornate a rincorrerci, a scoprire nuovi posti e a proteggerci a vicenda. Una vita colma di amore, fiducia e speranza.
 
L’inverno arrivò e con lui arrivarono nuovi membri della famiglia, nuove amicizie, nuove avventure.
Arrivò anche lui, Kravener,  mio primo amore e padre dei miei figli. Con lui passai ogni mio momento felice e triste. Era il mio amato ma in primis era il mio migliore amico. Quando avevo il morale a terra era sempre lì, pronto a consolarmi e a darmi consigli.
Fu amore a prima vista; mi innamorai subito di lui, ma lui era già di qualcun'altra. Sembravano così innamorati che non potei fare niente, se non rodermi l’animo dalla gelosia. Lei aveva colui che amavo e io avevo solo il freddo della solitudine e l’acidità della gelosia.
Ma, un giorno, tutto finì. Lui si stufò di lei e chiusero la loro storia, per sempre. Mi feci coraggio e cominciai a salutarlo, a parlarci e a prenderci un po’ di confidenza.
Scoprii di avere un mucchio di cose in comune e m’interessavo sempre di più a lui, tanto da pensarlo giorno e notte e a chiedermi cosa stesse facendo quando non parlavo con lui.
Era colui che riempiva il mio cuore di felicità e di amore,  di serenità e di calma. Era il compagno perfetto, perfetto per condividere ogni minuto della mia futile esistenza. Era la mia sicurezza, era tutto ciò che chiamavo “vita”.
Incominciammo a vederci sempre più spesso, fino a frequentarci e a diventare una coppia. Non litigavamo mai, o meglio, discutevamo su chi fosse più premuroso tra i due: le tipiche discussioni tra innamorati, ovviamente. Il nostro rapporto si basava sulla fiducia, sul supportare e sopportare; eravamo la coppia perfetta.
Passavamo giornate intere insieme, dal guardare la beata alba da sopra la collinetta alla fine del bosco al rincorrerci nella prateria durante il rosso e passionale tramonto al dormire insieme nella fredda e calma notte.
Ho sempre paura di addormentarmi alla fine della giornata, perché  quando mi addormento tra le sue calde coccole, mi risveglio nel mio freddo e piatto letto, privo di ogni calore affettivo con davanti a me una lunga giornata piena di dolore, sofferenza, depressione, solitudine, nostalgia e paura della razza umana.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Tyarallis