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Autore: SweetAlice    27/08/2007    1 recensioni
Sono una giovane donna che convive con Nathan il suo compagno, da cui ha avuto una bimba, Hope. Durante una notte insonne mille pensieri e mille ricordi tornano alla mia mente.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il roseo indice della mia mano destra delinea delicato il profilo del tuo volto. Si sofferma sul tuo naso, per sentirti respirare tranquillo e sereno; indugia sulla tua bocca chiusa in un sorriso dolce e meraviglioso.
Ora la mia mano destra si solleva e le dita scorrono leggere e veloci tra i tuoi lisci capelli dorati. Forse non sono stata abbastanza attenta e il mio gesto disturba il tuo placido riposo. Apri appena i tuoi bellissimi occhi celesti, quel tanto che basta per scorgere la mia figura sopra di te.
-Shhh..- Dico sottovoce avvicinandomi al tuo orecchio -Sono solo io amore. Continua a dormire-
Con la mano sinistra raccolgo i riccioli dorati dietro alla nuca, affinchè nell'abbassarmi non ti solletichino il volto. Quando giungo abbastanza vicina poso le mie dolci labbra sulle tue e ti dono un bacio, gesto d'amore, promessa di pace.
Un boccolo sfugge alla mia presa e scivola leggero su di te, che vigile solo in parte, sorridi e lo prendi tra le dita.
-Vieni a dormire anche tu, cosa fai ancora sveglia?- Mi chiedi con voce assonnata sorridendomi con quel sorriso che mi ha fatta innamorare e con quello sguardo che doni a me e a nessun altra.
-Non riesco a dormire, e ti guardo- Dico piano sorridendo -Proteggo il tuo sonno tesoro, quindi continua a dormire, o mi priverai dell'unico modo che ho per trascorrere la notte insonne- Una lieve carezza ora sfiora la tua guancia,e le tue mani svelte impediscono alla mia di allontanarsi da te. Con dolcezza la stringi e la guidi sino alle tue labbra per baciarla.
-Buonanotte mio tesoro. Ricordati che se desideri compagnia nella tua veglia, non hai che da chiamarmi- E con un ultimo sorriso richiudi i tuoi occhi e riprendi a riposare.
Dopo alcuni istanti di silenzio mi allontano dal tuo fianco per scendere dal letto e dirigermi verso la culla dove la nostra bimba dorme serena. Anche lei riposa, mentre solo io nella nostra casa sono desta. Osservo la piccola Hope e non posso non sorridere. E' il perfetto esempio della nostra unione, con i capelli dorati di entrambi e i tuoi occhi blu come il cielo. Ma i riccioli sono i miei, e la dolcezza.. beh, credo che quella nasca dal nostro sentimento.
Mi ricordo quando ho scoperto di essere incinta, oramai vivevamo assieme da diversi mesi, ma non eravamo sposati. Dentro di me provai mille emozioni differenti, dapprima la gioia più emmensa che si possa provare, perchè io e lui ci amavamo da morire e sentivamo di essere l'uno il completamento dell'altra.
Poi sopraggiunse la paura. Sapevo che la sua famiglia non mi vedeva di buon occhio, poichè non approvavano il fatto che vivessimo insieme senza essere sposati; inoltre io non avevo famiglia e tutto ciò per loro era segno di disonore.
Nonostante questo Nathan impose la sua scelta di stare con me alla famiglia, e mi promise che mi avrebbe sposata non appena fosse stato in grado di mantenermi. Ricordo che protestai, dicendo che io ero una donna indipendente e che non c'era alcun bisogno che lui mi mantenesse, poichè avevo intenzione di lavorare.
Per tutta risposta, ricordo che Nathan mi guardò con quel suo sguardo dolcissimo che sapeva farmi sciogliere le gambe e il cuore e disse che se anche non mi avresse mantenuta materialmente voleva avere la consapevolezza di poterlo fare. Poi il suo sguardo si fece buio e corrugò le sopracciglia, quindi mi chiese se per caso non ero disposta ad attenderlo tutto il tempo necessario, ed io scoppiai in una fragorosa risata dicendo che non lo avrei lasciato per nulla al mondo e lo avrei aspettato anche tutta la vita.
Da quel momento cominciò la nostra convivenza, e si ridussero gli incontri di Nathan con i suoi genitori che si rifiutavano di venire a casa nostra.Rapporti che cessarono quasi del tutto quando seppero che aspettavo Hope.
La piccola rappresentava la goccia che faceva traboccare il vaso e che macchiava definitivamente di disonore il nome della loro famiglia.
Ma nonostante tutto questo Nathan era raggiante all'idea di divenire padre, e ogni volta che accarezzava dolce la mia pancia o che parlavamo dei progetti per il futuro, i suoi occhi blu come il cielo si illuminavano quasi come se dentro vi fossero mille stelle.
Per me era diverso. Anche io ero felice di avere un bambino, ma l'idea di non avere una famiglia che mi supportasse mi spaventava come la notte più buia e desolata spaventa un bimbo. Per questo motivo abbiamo chiamato la nostra piccola Hope; infatti ella rappresentava la nostra speranza di un futuro più roseo e sereno.
Smetto di osservare la piccola e mi dirigo rapida e silenziosa verso la specchiera dove tengo i cosmetici; qui prendo un barattolo chiaro dalla forma circolare. Con gesto rapido e sicuro lo apro svitando il coperchio rivelamdo il contenuto all'aroma di vaniglia del contenitore. Affondo nella crema idratante le dita della mano destra, e comincio a spalmarla su entrambe le mani massaggiandole con delicatezza. E' un rito questo che mi paice fare quando non riesco a prendere sonno o quando il mio animo è afflitto da pene o preoccupazioni, poichè la morbidezza della crema e la dolcezza del suo aroma mi mettono una tranquillità che può essere superata solo da quella che mi dona una abbraccio del mio Nathan.
  
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