“L'unica persona di cui ho bisogno adesso sei tu. L'unica persona che mi capiva. L'unica persona che era lì per me. L'unica persona che mi ascoltava. L'unica persona che mi chiamava bella. L'unica persona che mi ha cambiato la vita. L'unica persona che mi ha fatta innamorare. Perché sei scappato da me? Perchè sei andato via la mattina dopo la nostra prima notte d’amore? Perché mi stai distruggendo?” Le note del piano si facevano sempre più lente, più tristi, sempre più piene di dolore, tristezza, rabbia, disperazione, odio. Era l’unico che l’ascoltava e esprimeva per lei il suo dolore, attraverso delle semplici note, attraverso una semplice melodia, che la stava aiutando a non cadere nell’abisso della disperazione assoluta. Louis era riuscito per la prima volta a fare in modo che amasse qualcuno, che fosse felice, che vivesse. Ma poi, dopo che lei gli aveva donato tutto, lui la lasciò, lì, su due piedi, rompendo in migliaia di pezzi la sua vita, che oramai aveva imparato ad amare. “Come può il suo viso diventare così sacro da rimanere per sempre impresso nella memoria? Come potevano il suo tocco e il suo profumo essere più preziosi della mia stessa vita?” Immaginando il suo viso, il suo tocco delicato, il suo profumo, i suoi occhi, le sue labbra, immaginando lui, si ritrovò in una pozza di sangue, nella vasca del loro bagno, che aveva assistito al loro amore, che li aveva visti lavarsi i denti e spazzolarsi i capelli ogni mattina, prima che lui l’accompagnasse a scuola, qualla scuola, che lei tanto odiava e che lui tanto rimpiangeva. Ora la vasca conteneva Wendy e il suo sangue. Era stata una morte silenziosa. Nessuno se ne sarebbe mai accorto. Avrebbe marcito lì finchè il padrone di casa, stanco del ritardo dell’affitto non avrebbe buttato giù la porta. Aveva impostato al lettore CD la loro canzone. E si era uccisa, straziata dal dolore di averlo perso. Lui, le disse, prima di inalare il suo ultimo respiro “Tu vivrai ancora per tanto di quel tempo, amore mio, esistere nei tuoi ricordi è l’unica vita che desidero. Sopravvivere in te, Wen, questa è la mia idea di paradiso.” A quelle parole, Wendy trattenne un singhiozzo “Sei tu la parte migliore di me, sempre” gli rispose lasciandogli un leggero bacio sulle labbra. Da quel preciso istante, la sua vita finì. Ma continuò, continuò a frequentare la scuola, a praticare nuoto, lui doveva vivere, doveva vivere dentro di lei. Ma non ce l'aveva fatta, aveva bisogno di lui, delle sue braccia attorno ai suoi fianchi, aveva bisogno del'uomo della sua vita. Lo raggiunse.

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SPAZIO AUTRICE
Amiamo El perchè recensisce tutte le mie OS e FF, graaazie El.
Allora, un'altra OS deprimente, felici non mi vengono, skst lol
Non so che dirvi, se lasciate una recensione, più di dieci parole, mi rendereste davvero felice c: