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Autore: bastille    06/02/2013    2 recensioni
[Questa fan fiction partecipa al contest "When the music is your only friend" indetto da _Ryusei Girl_ & Flock] 
 
Kogure ha una foto di loro due che gli piace particolarmente. In realtà, ne ha tante -la loro casa è piena di foto- ma quella è speciale.
Così speciale da tenerla persino sotto il cuscino la notte; dice che gli fa fare bei sogni ma Haruna non gli crede più di tanto. 
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Celia/Haruna, Scott/Yuuya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore/i: mamasita
Titolo: Love goes fast and you stay behind.
Pairing: Kogure Yuuya/Haruna Otonashi -W le pairings non calcolate da nessuno, yee!-
Parole: 1.643 (Word)
Prompt [La canzone su cui si basa la storia]: Indietro - Tiziano Ferro
Note: Ringrazio _Ryusei Girl_ e Flock per avermi dato la possibilità di partecipare a questo contest. È  il mio primo contest, non mi aspetto di arrivare tra i primi tre -arriverò ultima probabilmente sicuramente- ma io sono felice lo stesso perché questa ff è stato un parto e sono soddisfatta di ciò che ho scritto.
Ho scelto la Kogure/Haruna perché, oltre al fatto che sta cominciando a piacermi molto, è una di quelle pairings che quasi nessuno considera ed è un peccato. La ff dovrebbe essere ambientata durante Ie Go, dato che entrambi i personaggi hanno vent'anni -scusate, ma io e le età non andiamo d'accordo-.
E, boh, la finisco qui. Spero solo che questa fanfiction sia degna di partecipare ad un contest♥

 






 

Love goes fast and you stay behind.
[Life waits for nobody, you know. So carpe that fucking diem.]

 
 

Il ragazzo si sveglia con i ricordi della sera prima sulle labbra, come se li avesse riassaporati in sogno per tutta la notte, ma non apre gli occhi. Rimane immobile tra le coperte; i primi raggi di sole gli feriscono il volto, smorzando un sorriso che è come un grido soffocato troppo a lungo. Se solo si voltasse su un fianco troverebbe lei, ancora nel mondo dei sogni e con un dolce sorriso sulle labbra.
Non si sono addormentati abbracciati, né si sono avvicinati durante il sonno, ma a lui basterebbe sporgersi di un soffio per sfiorare le spalle nude della ragazza con un bacio.
Yuuya lo percepisce dal tepore che riempie la distanza tra i loro corpi, dalla sensazione calda e piacevole che lo avvolge.
Continua a restare fermo, in una calma insolita, e i minuti che scivolano via pigri e le memorie che rimangono.

 



"Coglione."
"Acida."
"…"
 "E smettila di fare il broncio! Cos’è, hai il ciclo?"
"Kogure!"
"Ushishishishi!~"

 


Per essere fidanzati, i due non hanno mai avuto questo grande rapporto. Non sono mai stati una di quelle coppiette fatte solo ed esclusivamente di "amoriiiino~" e "pasticciiiina mia~". Affatto.
E a lui va bene così ed è sicuro che anche ad Haruna non dispiaccia più di tanto.
Il fatto è che non possono dire di avere molti interessi in comune, e per certe cose sono proprio all'opposto. Incompatibili.
Ma secondo Yuuya è proprio questo il bello: più lei è diversa e più lui ha voglia di scoprirla. È solo con lei che si sente totalmente a suo agio, che il suo sguardo per un momento si libera da tutto quella diffidenza di cui è intriso.
Kogure riesce ad essere dolce come pochi quando vuole e la ragazza lo sa; sa che in tutti i suoi gesti c’è amore, anche quando la prende in giro, soprattutto in quei momenti, lei percepisce quanto sia importante per lui e sorride. E quando lui la guarda, grattandosi le mani o la nuca, in cerca delle parole giuste da dire, lei sorride. Sorride perché Yuuya ha questa strana capacità di trasmetterle amore anche senza dire una sillaba.
E poco importa se Kogure non vuole ammetterlo, perché Haruna lo sa già.
 


 

"Noi siamo infinito."
“C-Cosa?”
"Noi siamo infinito."
"Haruna, i-io…"
"Ma cos’hai capito, stupido?! È il titolo del film che andremo a vedere domani."
"..."
"Avresti dovuto vederti: eri viola!"
"Ah ah, che simpatica."
"Te la dovevo."

 

Gli piace farla infuriare, la trova ancora più bella con le gote arrossate, i ciuffi ribelli che le ricadono in fronte e le mani che fanno gesti alla rinfusa. Sempre più veloce, su e giù, su e giù.
Si tratta di piccoli dispetti che si scambiano fin da quando lui era poco più di un metro e cinquanta e lei portava la divisa della Raimon, ed è quasi meccanico replicare in sequenza, fino a quando l'uno o l'altra non dimenticano chi ha iniziato per primo.
I loro modi di dimostrarsi affetto sono strani e, nonostante l’età, ancora timidi, insicuri, impacciati.
A prima vista, lo dicono tutti, sembrano fratello e sorella -e, grazie a quei meravigliosi trenta centimetri acquisiti negli ultimi anni, Kogure può essere considerato il maggiore-, ma basta guardarli con un po’ più di attenzione e si capisce che il loro non può essere solo un amore fraterno o una grande amicizia. E a Yuuya piace il fatto che il loro amore passi inavvertito, quasi non esistesse nemmeno. Trova che questo lo renda ancora più prezioso, unico, troppo speciale per essere noto a tutti.
Qualcosa che nessuno potrà mai sciupare.
Solo ora si rende conto che ha chiamato il loro, amore. L’ha fatto davvero.
Non che non lo sia, però, si sente strano a definire il loro rapporto così. Ma in fondo, che cosa ne sa lui dell’amore? Poco o niente.
E lo fa innervosire parecchio, questo sentimento così travolgente e profondo, lo rende ancora più vulnerabile di quanto non lo sia già. Inesperto, non sa come affrontarlo.
Ha paura, Yuuya. Lui non è abituato ad amare, e se mai una volta ne fosse stato in grado, beh, ora ha dimenticato come si fa. Non è capace a dire tutte quelle smancerie -troppo false e senza senso- senza sentirsi un completo idiota, a coccolare Haruna senza che il suo cuore rischi di esplodere e gli prudano le mani, a dirle "ti amo" senza voler scappare lontano o nascondere la testa sotto la sabbia dalla troppa vergogna.
Haruna, d’altro canto, è una di quelle persone che Yuuya definisce "malate di romanticismo", una di quelle che non si stancano mai di blaterare sull’amore vero, quello infinito -non quello dei film-, che sogna di baciarsi sotto la pioggia, e tutte le altre cose che, solo pensarci, il blu ha la nausea.
È questo che a volte, soprattutto in quest’ultimo periodo, fa pensare a Kogure che nel loro legame ci sia qualcosa di sbagliato, che lo fa esitare prima di chiamarlo "amore". È come se lo colpissero con un pallonata nello stomaco più volte, ancora e ancora.
E un po’ -tanto- si sente in colpa, perché sente che comincia a dubitare di nuovo; dubita dei suoi sentimenti, ma, soprattutto, di quelli di Haruna.



 

"Si sta bene qua, vero?"
"Già…"
"Mi piace quando mi abbracci, Yuuya. Fallo più spesso."
"O-Okay." 



Haruna è malata e lui non dovrebbe saperlo, dato che lei non gliene ha ancora parlato e probabilmente aspetterà un bel po’ prima di dirglielo. È successo così, un mese fa, per pura casualità. Si è svegliato nel cuore della notte e, dalla porta semi socchiusa del bagno, l’ha vista rannicchiata sul pavimento a piangere e con un foglio in mano. Il giorno dopo è andato dal suo dottore e gli ha chiesto spiegazioni. E con un "È malata, ha bisogno di te" è tornato a casa, mandando al diavolo il cosiddetto "segreto professionale".
Da quel giorno è peggiorata e Kogure l’ha notato, ma non dice nulla. Forse pensa di riuscire ad evitare il problema.
E in un certo senso, si sente sollevato che non gli dica ancora nulla, vuole continuare a godersi quei giorni di pace ancora per un po’, prima di cadere nel vortice della sofferenza. Codardo ed egoista.
Ha vent’anni e si comporta come se ne avesse cinque, rifiutandosi di guardare in faccia la realtà. Dovrebbe parlargliene e così si sentirebbero meglio entrambi, ma lui non riesce nemmeno più a guardarla negli occhi, gli viene da piangere.
Eppure non può continuare a far finta di nulla, lo sa. Lo sa bene, così come sa che non è più un bambino e che i mostri da sconfiggere non sono quelli sotto il letto, ma quelli che ora stanno rapendo l’anima della sua principessa.
Quale principe lascerebbe che il drago gli porti via la sua dama?

E mentre si ripete "Solo qualche altro giorno", il senso di colpa e di impotenza, per non riuscire ad asciugare quelle lacrime nascoste, lo divorano senza pietà alcuna.



 

"…"
"Haruna, cosa c’è che non va?"
"Le persone che si amano rimangono una a fianco all’altra, giusto? E noi ci amiamo, giusto?"
"Certo, ma io non capisco dove vuoi arrivare."
"Da nessuna parte. Voglio rimanere qui, insieme a te."

 

Kogure ha una foto di loro due che gli piace particolarmente. In realtà, ne ha tante -la loro casa è piena di foto- ma quella è speciale. Così speciale da tenerla persino sotto il cuscino la notte; dice che gli fa fare bei sogni ma Haruna non gli crede più di tanto.
Sono loro due in vacanza, dopo la finale del FFI, lei che gli sta urlando qualcosa contro e lui che ride, come sempre.
La foto è leggermente sfocata, probabilmente l’ha fatta Endou, pensa lui.
Alla Otonashi non piace, dice che ce ne sono altre migliori di quella. E forse è proprio per quello che il ventenne ci è così affezionato.
Sorride con gli occhi ancora chiusi. Porta la mano sotto il cuscino, beandosi di quella sensazione di freschezza che ama tanto, ma non riesce a sentire i contorni della foto. Eppure è sicuro che sia lì.
Apre gli occhi, tirandosi su e mettendosi a sedere. Cerca di ricordare dove l’ha messa ieri sera, ma non gli viene in mente nulla.
Gli prudono le mani.
"Cerchi questa?"
La blu lo guarda, accennando un sorriso stanco che assomiglia ad una smorfia.
"Perché ce l’hai in mano? Pensavo non ti piacesse."
"Non è così orrenda, rimane un bel ricordo." decreta lei, alzando le spalle. "E poi volevo capire perché ci tieni così tanto…"
"L’hai detto: è un bel ricordo."
Haruna si fa seria e scruta con maggior attenzione la foto, mormorando "Eri proprio un nano malefico", e scoppia a ridere.
La sua risata è la miglior melodia per le orecchie di Yuuya, così cristallina e dolce, lo fa rimanere senza fiato, facendogli dimenticare come si respira.
"Ridi, ridi, ma sappi che me la pagherai."
Anche perché mi devi un cuore nuovo. E un cervello nuovo. E un sacco di altri pezzetti di me di cui pensavo di poter fare a meno, ma questo il ragazzo non lo dice a voce alta. Si limita a riprendere la foto e ad infilarla di nuovo sotto il suo cuscino, e sorride, mentre osserva la ragazza chiudere gli occhi.
Haruna è entrata nella sua vita in punta di piedi, e in modo altrettanto silenzioso gli ha messo sottosopra respiro, ormoni, sentimenti e certezze vecchie come nulla fosse. Ha preso il peggio e l'ha tramutato in meglio.
Eppure ora è così stanca e fragile, potrebbe spezzarsi da un momento all’altro, pensa Kogure.
Così, all’improvviso, senza un motivo in particolare -o forse si-, l’abbraccia.
La ragazza è fredda e pallida, sembra morta, e lui sussulta mentre una lacrima scende silenziosa e lenta lungo la guancia.
Kogure Yuuya non crede in Dio, Buddha o Allah -non si fida nemmeno delle persone che conosce, figuriamoci di qualcuno che non vede-, ma ora vorrebbe esserne in grado più che mai.



  


  
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