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Autore: dontletmeboo    06/02/2013    23 recensioni
«Sono qui Emily. Sono qui accanto a te, ci sarò sempre.»
«Per sempre?» la voce spezzata dai singhiozzi.
«Per sempre.»
[...] Sarei rimasto lì. 
Le sarei stato accanto.
Era una promessa, e quella volta l'avrei mantenuta.
Il sua angelo.
Sarei rimasto per sempre il suo angelo.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carry On.

- Se volte, ascoltate questa mentre leggete: 'In Case.' -

 

 

 
 
 
Sfiorai la sua spalla con un dito, avvicinandomi sempre di più a lei.
La vidi rabbrividire.
«Emily?» tentai di chiamarla; nessuna reazione, come sempre.
Continuava semplicemente a mangiare Popcorn davanti alla televisione accesa.
Segui il tuo cuore”, il nostro film preferito; amavo guardare e riguardare quel film, lei che piangeva stretta a me, mentre le accarezzavo dolcemente i capelli, cullato dal suo profumo.
«Emily, sono Liam. Per favore, guardami» mi sedetti accanto a lei, il divano non si mosse di un millimetro.
Nulla.
Ormai erano passati due mesi, volevo solo arrendermi.
Smettere di sperare in un suo sorriso, in un suo sguardo.
 

* *

 
«Lo sai che mantengo sempre le promesse» dissi abbracciandola più forte possibile.
«Va bene. Ma promettimi che starai attento» mi sorrise e un brivido mi percosse «Te lo premetto» le presi il viso tra le mani, baciandola dolcemente «Ti amo Liam.»
«Ti amo anche io, Emily.»
 
 
Alzai al massimo il riscaldamento dell’auto; l’inverno ormai si era impossessato di tutta Londra, la neve e il ghiaccio coprivano le strade e la nebbia nascondeva le case ai bordi di esse.
Accesi la radio per far passare il tempo, mentre le macchine in coda aumentavano sempre di più.
 
“Now that I’m thinking sober
Don’t you try to get no closer
I’m just gonna get in my car and drive, and drive”

 
Partì ‘Mistakes’ di Demi Lovato.
Cominciai ad intonare le parole, con un sorriso stampato in faccia.
Non sapevo cosa mi avrebbe aspettato, sapevo solo che quello era il mio compito; un’ordine che avevo ricevuto e al quale avrei dovuto obbedire.
 
-
 
Era passato un mese.
Un mese che non la vedevo, mi limitavo a sentirla al telefono una volta al giorno.
«Com’è andata oggi?» la sua voce, più triste del solito «Ti avevo parlato di Harry, non è vero? Il mio compagno?» era in attesa che continuassi, nonostante sapesse cosa le stavo per dire «Non ce l’ha fatta» abbassai lo sguardo a terra, guardando poi intorno la stanza che prima dividevo con il mio amico. 
«Liam, ti prego torna» scoppiò in lacrime e mi si spezzò il cuore, un’altra volta «Amore mio» cercai le parole adatte «Ancora qualche mese e potrò tornare, potrò tornare a casa» ancora singhiozzi dall’altra parte del telefono «E chi mi dice che tra sei mesi non ti richiameranno? Per partire di nuovo?» non avevo una risposta. 
Ovviamente non potevo saperlo.
Era il mio lavoro.
Era quello che dovevo fare.
«Emily, ti prego, abbi pazienza» si soffiò il naso «Ti amo Liam, mi manchi da morire e se solo un giorno…» la interruppi bruscamente «Ti ho detto che non devi dire quelle cose. Me la caverò, me la sono sempre cavata. E’ il mio lavoro, l’ho sempre fatto. Fidati di me, Emily.» 
Tirò su con il naso, bruscamente e trattenni un sorriso.
«Ti amo» finii la frase.
«Payne, giù con i cellulari, la pausa è finita. Deve rientrare, prenda le armi e si vesta» la voce del Capo di Difesa. 
«Amore, devo andare» «Sii prudente» annuii, nonostante non mi potesse vedere «Come sempre.»
Attaccai la telefonata, posando il cellulare sulla branda in metallo della camera e rimettendomi la tuta verdastra.
L’ultima volta.
Come potevo sapere che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei sentito la sua voce? 
E non avevo neanche potuto salutarla di persona, con un bacio, un abbraccio.
 
-
 
Mi ero svegliato di soprassalto.
La luce del mattino mi accecava letteralmente e avrei voluto tornare a dormire.
Mi guardai intorno.
Emily dormiva, accanto a me.
Un sogno.
Era un sogno, doveva esserlo.
Si svegliò anche lei, stiracchiandosi; si alzò dal letto, andando verso il mio armadio, che aprì, per poi indossare una mia camicia.
Gli occhi si fecero lucidi.
«Ti sono mancato così tanto?» le chiesi, mentre si portava la camicia sul volto per ispirare il mio profumo.
Non mi rispose, andò alla finestra per spalancare del tutto le tende, mettendosi a cantare una canzone.
«Em’ mi stai ascoltando?!» mi alzai dal letto, seguendola al piano di sotto.
Fuori dalla porta un rumore, il campanello suonò e andò ad aprire, io dietro di lei.
 
Il suo sorriso si spente.
«Generale Skarf» si presentò il mio superiore «Lei è la signorina Payne?» si tolse il berretto.
Emily annuii, ancora ferma immobile sulla soglia, con solo la mia camicia addosso nonostante il freddo di Gennaio.
Jake Skarf le porse una busta beige, rilegata a molti fogli di carta stracciata; fogli che riconobbi subito.
Spalancai gli occhi, poi un capogiro.
Notai gli occhi lucidi di Em’ che scoppiò immediatamente a piangere, prendendo in mano quella lettera.
«Signorina» fece un piccolo inchino, per poi voltarsi e tornare da dove era venuto; la porta di casa venne chiusa con un colpo secco ed Emily si lasciò cadere di peso a terra, stringendo le gambe al petto e con le mani tremanti aprì la busta.
Mi sedetti accanto a lei, aspettando che tirasse fuori la lettera.
Notai immediatamente le ultime righe:
 

Soldato Liam Payne.
29 Agosto 1993
19 Gennaio 2013
Deceduto in guerra, viene ricordato da tutti i suoi compagni
E dalla sua famiglia.

 
 
19 gennaio.
Diciannove gennaio 2013.
Era proprio quel giorno.
Com’era possibile che io fossi..li? 
Cercai di abbracciare Emily che continuava a piangere, coprendosi il volto con le mani e scuotendo la testa, ma non feci altro che provocare brividi sul suo corpo.
«Emily? Em’ dimmi che mi vedi, ti prego» nessuna riposta, cominciai a singhiozzare «Amore, sono qui. Sono qui accanto a te, non mi vedi, ma io ci sono. Non piangere ti prego.»
 
Le avevo promesso di tornare; doveva passare solo un mese.
Le avevo promesso di essere prudente, l’avevo lasciata sola.
Non mi vedeva.
Non mi sentiva.
Solo brividi, nient’altro.
Ero morto.
 

* * *

 
Mi risvegliai da quei pensieri che mi ricordavano due mesi prima.
Finì il film in televisione, la ciotola dei Popcorn era vuota, guardai Emily che fissava il vuoto.
Fissava il vuoto da due mesi; non faceva altro che guardare quel film, indossare miei vestiti per sentire il mio profumo e mi faceva male vederla così, per colpa mia.
«E’ tutta colpa mia Em’» mi sfregai la faccia «Amore, so che ora non mi stai ascoltando, non mi vedi e nemmeno mi senti. Ma per favore, devi andare avanti. Devi andare avanti con la tua vita, incontrare i tuoi vecchi amici, rifarti una vita senza di me» quelle parole mi facevano stare solo peggio.
«Devi tornare al lavoro, andare a trovare i tuoi genitori, uscire da questa casa. Riprendere la tua vecchia vita!» mi si formò il magone in gola, che cercai di cacciare via, ottenendo solo delle lacrime che mi rigavano le guance.
 
«Liam?» mi voltai di scatto a guardarla, incrociando il suo sguardo, ancora perso nel vuoto.
«Em’ mi senti? Emily!» urlai il suo nome.
Scosse la testa sbattendo gli occhi, confusa.
Mi aveva sentito.
«Emily, mi prometti una cosa?» alzai la voce, all’inizio nessuna risposta, poi ancora il suo sguardo confuso.
«Si..» sussurrò appena.
Altre lacrime uscirono dai miei occhi, dopo due mesi erano lacrime di gioia.
«Emily, promettimi che andrai avanti. Ricomincerai una nuova vita e ti troverai una nuova persona che ti starà accanto» anche i suoi occhi diventarono lucidi «Se io sono morto, non vuol dire che tu devi abbandonare tutto per colpa mia» altre lacrime.
Scosse la testa.
«No, Liam» si guardò ancora intorno, forse credendo di essere pazza «Liam? Liam, dove sei?» ricominciò a piangere.
«Sono qui Emily. Sono qui accanto a te, ci sarò sempre; tu non mi vedrai, ma io potrò farlo.»
«Per sempre?» la voce spezzata dai singhiozzi.
«Per sempre» dissi «Tu promettimi che andrai avanti»
 
«Te lo prometto.»
Sorrisi. Nonostante non potesse vedermi.
Sarei rimasto li.
Sempre.
Le sarei stata accanto.
Era una promessa; e quella volta avrei dovuto mantenerla.
Il suo angelo.
Sarei rimasto per sempre il suo angelo.
 
«Ti amo Emily» dissi a me stesso, consapevole che ormai non poteva più sentirmi.
Si sdraiò sul divano, con le gambe al petto.
«Ti amo anche io, Liam.»

 
 
 




 



In caase..yoou don't find what you're lookin for...

Che tristezzaaaa! Ahahaha...se vi chiedete perchè ho scritto una cosa così deprimente, vi rispondo così: sono depressa cwc

Ma oltrepassiamo la tristezza :DD
Ho scritto questa OneShot in mezz'ora, di fretta, perchè la voglia di scrivere mi perseguita sempre quando non ho mai l'ispirazione.
Questo è il motivo per cui è uscita una schifezza schifezzuolaa :')
Mi chiedo sinceramente anche perchè l'abbia pubblicata...
Pace e Amen.

Liam in versione soldato mi faceva così...deprimere! Ahaha così dolciumezzante(?) Emily...
Va beh, io mi ritiro nella mia caverna e mi dedico ai miei graffiti (?) terminando qui il *BUUUM* azzurro di oggi :'D

Arrivederci gente(?) -devo smetterla con questi punti di domanda tra parentesi ewe-

ps: Sono una banaanaaa -urlo di battaglia :')-
xx
Simo 

   
 
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