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Autore: _Coco    06/02/2013    6 recensioni
Al giovane Louis Tomlinson la noia non garbava affatto. La considerava una vera e propria tortura psicologica e, se ne avesse avuto la possibilità, sicuramente il giovane cantante avrebbe preferito andare nel deserto a caccia di scorpioni velenosi piuttosto che stare a casa senza fare nulla. Questa peculiare, per quanto bizzarra, caratteristica saltava subito all’occhio solo a colui che stava attento ai piccoli gesti e espressioni del viso di Louis. Non che fosse tanto difficile intuirlo, dato che il suddetto ragazzo aveva la pessima abitudine, nei momenti di noia più assoluta, o di fare cose davvero imbarazzanti per sé e per gli altri o di percorrere con tenacia almeno un milione di volte gli stessi due metri contati, in un infinito andirivieni, ma, si sa, la gente a certe cose non ci fa davvero caso.
IT’S LARRY, YEP!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze: Questa è la mia primissima storia nel fandom, ergo non sono responsabile di eventuali infarti o problemi di salute. Inoltre, ci tengo di nuovo a precisare, è una Larry e, secondo, solo per questo dovreste amarla ma sono punti di vista. Ho messo OOC, perchè ho tanta paura di non farli IC e per non rischiare sono andata sul sicuro. Anche perché, non conoscendoli, ahimé, non posso essere davvero certa che questi sono i loro veri caratteri ma, comunque, è così che me li immagino. 
Un ultima cosa, non voglio chiedervi recensioni perché avete tutto il diritto di scegliere se farmela o meno ( ma se me la ritrovo, posso essere solo felice) ma voglio chiedervi se potete linkarmi una storia in cui Harry viene picchiato da Louis o viceversa, perché davvero voglio leggerne una. E' una cosa strana da chiedervi in un contesto del genere ma...pazienza! Se avete altre domande, son qui!









Questioni di noia

 
 
 
 
 
 
 
 

Al giovane Louis Tomlinson la noia non garbava affatto. La considerava una vera e propria tortura psicologica e, se ne avesse avuto la possibilità, sicuramente il giovane cantante avrebbe preferito andare nel deserto a caccia di scorpioni velenosi piuttosto che stare a casa senza fare nulla. Questa peculiare, per quanto bizzarra, caratteristica saltava subito all’occhio solo a colui che stava attento ai piccoli gesti e espressioni del viso di Louis. Non che fosse tanto difficile intuirlo, dato che il suddetto ragazzo aveva la pessima abitudine, nei momenti di noia più assoluta, o di fare cose davvero imbarazzanti per sé e per gli altri o di percorrere con tenacia almeno un milione di volte gli stessi due metri contati, in un infinito andirivieni, ma, si sa, la gente a certe cose non ci fa davvero caso. Al contrario Harry, che ormai conosceva tutto di Louis, era capace già da parecchio tempo di accorgersi della sottile differenza fra i suoi stati d’animo ma, internamente, in realtà il riccio ne era terrorizzato, non tanto per il ripudio del ragazzo verso la noia quanto per le terribili e nefaste conseguenze. L’ultima volta, si ritrovò a ricordare Harry, entrando in camera dell’amico, erano finiti entrambi nel più vicino locale irlandese, in fondo alla strada, a guardare sconvolti un Niall, in precedenza puro e innocente, ballare una sorta di ballo sensuale sopra il bancone del barman.
Di un barman, per amor di precisione, più compiaciuto che sconvolto.
Harry scosse la testa, cercando di ricacciare indietro quei brutti, bruttissimi, ricordi, poi si guardò intorno, individuando immediatamente la figura del giovane che si trovava completamente spaparanzato su un lampeggiante letto arancione.
- Louis?- lo chiamò, punzecchiandoli leggermente la spalla.
- CAROTE- urlò quest’ultimo, scattando seduto e guardando un perplesso Harry con trepidante aspettativa.
- Ti senti bene, Lou?- chiese l’altro, piegando la testa di lato. Louis si imbronciò, incrociando le braccia strette al petto e fulminandolo con lo sguardo.
 – Non ti spaventi mai, tu – disse con finta irritazione - Non è giusto.
Harry rise piano – Esiste davvero qualcuno che si spaventa per certe sciocchezze?- Un ghigno si fece largo sul volto dell’altro, mentre annuiva con intensa energia e soddisfazione.
- Ah … e chi? – chiese allora il riccio, per poi rispondersi da solo con ovvietà.
- Niall.- dissero, insieme, scoppiando a ridere per diversi secondi.
- Quel ragazzo dovrebbe farsi controllare, davvero – Harry si spinse leggermente con in piedi e si stiracchiò accanto a Louis, sbadigliando vistosamente.
- Che fai?- chiese allora, guardando il foglio su cui Louis stava cercando di lavorare, nel vano tentativo di farsi passare la noia, con il risultato che la noia, maledetta lei, stava solo aumentando.
- Scrivo una stupida canzone- sbuffò l’altro. Harry scosse il capo,  sospirando teatralmente.
 – Lo immaginavo – ridacchiò – E scommetto che ti annoi da morire, vero?-  Louis gli lanciò un’occhiataccia da record prima di imbronciarsi ancora di più e girarsi dall’altra parte.
- Se sei venuto con il solo scopo di constatare l’ovvio, puoi anche andartene.
Harry lo guardò, inarcando un sopraciglio e sorridendo internamente.
 – Vuol dire che mi consolerò con Pascal, il cuscino a pois di Liam. – disse, senza alcuno scrupolo.
 - E tu mi tradiresti così? Senza se e senza ma? E con Pascal, per giunta?! Quel cuscino può essere definito senza ombra di dubbio, l’oggetto inanimato più brutto di tutta l’inghilterra!-
- Pascal mi ama davvero.-
Louis, indignato, si alzò in piedi, sfoderando un invisibile spada da un altrettanto invisibile fodero per poi agitarla in aria con fare guerriero, ignorando inoltre di avere tutti i capelli sparati in aria e di non star sicuramente mostrando un bellissima immagine di sé. Saltellando con finta indignazione all’oltraggio subito, rispose con tono serio.
- Tu, vile canaglia! Traditore di dolci e innocenti Louis! Come puoi tradire me?! Il più bello, il più carismatico, il più talentuoso degli inglesi di questo secolo?!-  urlò, sconvolto, e portandosi un mano all’altezza del cuore, sospirando drammatico, si ributtò sul letto, mettendo su una patetica espressione frastornata e sbalordita. Harry ridacchiò, appoggiando il mento sulla spalla di Louis e solleticandogli il collo con i suoi disordinati ricci.
- Sei veramente un traditore, Styles- mugugnò allora il ragazzo, gonfiando le guancie in un espressione ridicola. Harry continuò a sorridere impassibile, sfregando il naso sulla maglietta dell’amico e stringendogli dolcemente il braccio.
- Peccato che mi consideri tale … - disse, in un sussurro.
- Te lo meriti! – ribatté Louis – PASCAL! Quasi, quasi, avrei preferito Zayn –
- Perché … - continuò Harry, senza prestargli la minima attenzione – io saprei come farti passare la noia- Louis si girò di scatto, con occhi spalancati.
- Dimmelo-
- No, non credo-
- COSA?! Ti prego , dimmelo-
- No.-
- Ti. Prego. Farò qualsiasi cosa, giuro!-  Harry lo guardò attentamente, soffermandosi con uno sbuffo divertito sul un suo ciuffo di capelli che, ancora, puntava in alto in maniera alquanto particolare. Poi si portò una mano al mento e finse di pensarci su.
- Lo farò … – disse, serio, mentre gli occhi di Louis si riempivano di gioia – … a condizione che tu lavi i piatti per un mese – Il volto di Louis sbiancò.
- No, i piatti, no!- scongiurò, unendo le mani in preghiera.
- Oh, sì, invece! – rispose Harry, mentre gli si formavano due leggere fossette ai lati del viso – Niente storie.
Louis si sdraiò, sospirando già di stanchezza e rassegnazione – Mi arrendo, mostro, hai vinto. Ora, fammi passare la noia o, giuro, faccio una strage!-
Harry si fece più vicino, portandosi a un palmo dal suo viso, poi, talmente veloce da sembrare irreale, gli scoccò un veloce bacio sulla fronte. Il cuore di Louis perse un battito.

- Ti annoi ancora?- si sentì domandare.
- Sì ma … Harry!-
Un bacio sulla guancia.
- E adesso?-
Louis sorrise, malizioso.
- Oh, sì, quanto mi annoio!
Un bacio sul naso.

- E ora?
- Ci sei quasi, Styles.
Il ragazzo lo guardò sorridente, avvicinandosi ancora di qualche millimetro al viso rosso di Louis.
Di scatto, sorridendo ancora, Harry eliminò le distanze.
 
 
 
 


Il foglio con la canzone scivolò per terra, incurante delle fresche risate che riempivano la stanza, degli sguardi divertiti, delle loro mani intrecciate sotto la coperta.
Parole dalla scrittura tremolante, indelebili, riposavano.
 
 
“Your hand fits in mine, like it’s made just for me”

 
 
  
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