Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: sweet_hyra_97    06/02/2013    4 recensioni
~Questa fanfiction ha partecipato al contest "L'ultima notte" indetto da Vitzi sul forum di Efp~
Essendo quello un contest "di capodanno", questa fanfiction racconta la sera del 31 dicembre della mia coppia preferita.
Lei imbranata ma dolce; lui burbero ma in fondo anche dolce. Vediamo cosa succede ;)
Buona lettura.
{Zoro/Tashigi}
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Tashiji
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore sul Forum: Saruccia97_LTD

Autore su Efp: sweet_hyra_97

Titolo: Non ho bisogno di nient’altro.

Pairing: Zoro/Tashigi

Frase: N°15 (Non ho bisogno più di niente, adesso che, mi illumini d’amore immenso fuori e dentro – Laura Pausini)

Genere: Fluff, Romantico

Rating: Verde

Avvertimenti: AU, One-shot

Note dell’Autore: Questa storia ha partecipato al Contest “L’ultima notte” di Vitzi classificandosi seconda --> http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10454608

{Non ho bisogno più di niente, adesso che
M’illumini d’amore immenso fuori e dentro.
Vivimi – Laura Pausini}


Una ragazza, con ancora l’accappatoio indosso e l’asciugamano tra i capelli, si aggirava per le stanze del proprio appartamento, fortunatamente vuoto: dal balcone aperto del salotto si vedeva il cielo che, nonostante l’orario, era già buio e pieno di stelle.
Cercava gli occhiali, altrimenti non sarebbe riuscita a fare un granché dato che non ci vedeva ad un palmo dal naso. Girò tutte le stanze in preda ad un attacco di panico per poi ricordarsi che li aveva lasciati in bagno sulla mensola più alta.
Di lì a poche ore sarebbe arrivato il suo ragazzo e non era ancora pronta, non aveva preparato la cena e in più, come se lei fosse la calamita di tutte le disgrazie, le stanze erano quasi tutte in disordine, eccezione fatta per la cucina che fortunatamente era rimasta immacolata da quando la madre era uscita, ed imploravano di essere pulite.
Siccome i suoi genitori erano andati a festeggiare il capodanno fuori, da soli per la prima volta da quando erano sposati, ed il fratello era con gli amici chissà dove, Tashigi aveva avuto la brillante idea di invitare il fidanzato ad attendere l’inizio del nuovo anno con lei, peccato che fosse totalmente disorganizzata e in due giorni di tempo non era riuscita a fare nulla.
Era sicura che sarebbe stato un disastro: aveva pensato di passare una serata da sogno, ma probabilmente ancora non aveva capito che le cose peggiori succedono quando si cerca di farle al meglio.
Innanzitutto, dopo aver trovato gli occhiali, si vestì comoda: al vestito ci avrebbe pensato alla fine, dato che era, secondo lei, piuttosto scomodo; poi, in un’oretta circa, cercò di riordinare alla meglio le stanze pur se non soddisfatta del lavoro finale.
«Se mi resta tempo, sistemo meglio ciò che non va bene per niente!» si disse, per poi togliersi l’asciugamano dalla testa, dato che i capelli si erano asciugati da soli, ed entrare in cucina.
Aveva intenzione di provare a prepararla lei la cena, anche se il fidanzato aveva cercato di persuaderla.
«Non ti preoccupare! Possiamo benissimo ordinare una pizza o andare al ristorante!» le aveva detto, sperando che lei accettasse, ma si era ostinata, aveva deciso che avrebbe cucinato lei, e guai a chi glielo avrebbe impedito.
Lui le aveva detto che era carino da parte sua, ma avrebbe preferito che non cucinasse, facendosi fraintendere: lei infatti aveva capito che volesse dire che non sapeva cucinare e che doveva lasciar perdere, ma testarda com’era, non gliel’avrebbe data per vinta pure stavolta.
Infatti non gli aveva parlato per giorni, e lo ignorava ad ogni tentativo di discussione: sapeva che lo stava mettendo a dura prova, soprattutto con quella pazienza limitata che si ritrovava lui, ma in fondo succedeva sempre, ogni volta che dovevano decidere qualcosa si trovavano in contrasto, ma ad averla vinta era sempre lei.
E ora si trovava in cucina, con poche ore di tempo a disposizione, e non sapeva nemmeno dove mettere le mani per iniziare.
Voleva fare qualcosa di speciale, qualcosa che non faceva tutti i giorni, e voleva farlo solo per il suo burbero ma adorabile amato. Innanzitutto sapeva che, anche se lui non l’aveva mai ammesso apertamente, aveva un debole per i dolci, quindi gli avrebbe preparato una bella torta: l’unico problema era che non potevano mangiare solo la torta per cena, quindi iniziò a rovistare nella dispensa per vedere se poteva realmente cucinare tutto quel ben di Dio che si era immaginata quando si era proposta.


***

Dopo due ore la cucina era ridotta davvero male: il tavolo, che inizialmente doveva essere bianco, era diventato di un colore indefinito, la maggior parte di ciò che un tempo era stato cibo era ammucchiato lì in una massa informe, la minima parte stava in forno e nel frigorifero: Tashigi voleva fare il meglio, si era impegnata molto, l’unica cosa di cui non aveva tenuto conto però, era il tempo. Non aveva avuto tempo a sufficienza per fare molto, quindi aveva optato per un pollo arrosto, bello grande,, con delle patatine.
La torta l’aveva fatta, almeno quella c’era riuscita. Aveva esultato quando l’aveva finita: era alla vaniglia, solo ad uno strato, e sopra aveva scritto “Buon Anno nuovo” con della glassa al cioccolato. Si riteneva abbastanza soddisfatta, almeno di quella. Per non dar mostra della sua creatività, pulì in un batter d’occhio il caos che aveva creato, specialmente il tavolo, che ormai era diventato una tela con un disegno astratto sopra.
Quindi si diresse in camera sua per finire di vestirsi e notò che era piuttosto tardi: erano le venti e trenta e alle ventuno si sarebbe presentato Zoro davanti la porta.
Il vestito era poggiato sul letto: era scuro, color della notte proprio come i suoi capelli. Non era corto, lei non amava mettersi in mostra, le arrivava fino alle ginocchia; era stretto in vita ma si allargava alla fine, scivolando sulle sue gambe.
Le scarpe che avrebbe indossato erano basse, delle décolleté dello stesso colore del vestito.
All’improvviso sentì il cellulare squillare : le era arrivato un messaggio da parte del ragazzo che le diceva che avrebbe ritardato di alcuni minuti.
Appena lo lesse scrollò le spalle: «C’era da immaginarselo!» borbottò.
Poi entrò in salotto a sistemare gli ultimi particolari: aveva deciso che avrebbero cenato lì. La porta del balcone l’aveva lasciata aperta, sarebbe stato bello guardare il cielo durante la cena; si appostò davanti al tavolo per controllare cosa non andava, per poi passare le mani ripetutamente su pieghe che non c’erano. Mise un candelabro al centro, per dare un tocco romantico, ma sapeva che non sarebbe servito a molto dato il romanticismo che aveva il ragazzo.
Sentì il campanello suonare e sussultò: aveva paura che avesse dimenticato qualcosa o che comunque c’era qualcosa che non andava. Non ne era convinta, ma il sesto senso glielo suggeriva, peccato però che quella sera aveva deciso di ignorarlo, il suo sesto senso.
Appena aprì la porta, si trovò il ragazzo davanti: in tutta sincerità non immaginava che avrebbe perlomeno cercato di essere elegante, quindi rimase stupita nel vedere come si era vestito.
Indossava una giacca scura e dei pantaloni, anch’essi scuri, ma non erano come i soliti vestiti che indossava giornalmente, no, erano stranamente più eleganti.
Aveva in viso quella sua solita espressione seccata, che raramente si addolciva, e i soliti tre orecchini appesi all’orecchio sinistro. Mai se n’era separato, e non ne aveva capito nemmeno il perché.
Lui non perse tempo dopo che Tashigi aprì la porta ed entrò, ignorandola, come se non ci fosse nessuno. Certo, ormai Tashigi ci aveva fatto il callo, ma non poteva cercare di essere un po’ più dolce quel ragazzo qualche volta?
Restò imbambolata alcuni secondi davanti l’uscio della porta ancora aperta, mentre Zoro si era già impossessato della poltrona presente in salotto, davanti la tv che aveva prontamente acceso.
Quindi si richiuse dietro la porta e lo raggiunse, guardandolo un po’ torvo. Lui non fece nemmeno caso all’espressione della povera ragazza, che da un giorno all’altro le sarebbe venuta una crisi nervosa e, continuando a cambiare canale in tv ininterrottamente, le chiese:
«Quando mangiamo? Ho fame!»
Non era da lei rispondere male o sembrare antipatica, ma non riuscì proprio a trattenersi: si era offerta di regalargli una serata stupenda e si era conciata in quel modo per ricevere quella poca attenzione in più da lui, e così la trattava?
«Mangiati la tv!»
Era sarcasmo, sarcasmo puro, e lei non ne aveva mai fatto uso perché non lo riteneva necessario; pensava che con la calma si poteva ottenere tutto, ma non con quel ragazzo: lui, d’altro canto, era rimasto un tantino sbalordito dall’esclamazione. Si alzò, si guardò attorno e si spostò verso il tavolo.
Dopo aver esclamato questo, Tashigi si diresse in cucina, dove ancora si trovava la cena. Mise la teglia contenente il pollo con le patate sul carrellino che usava solo in occasioni come quelle e la portò in salotto, dove avrebbero pure dovuto mangiare.
Divise il tutto nei due piatti, pensando bene di non guardare negli occhi il proprio ragazzo, e riportò quello che non serviva in cucina. Sul tavolo troneggiava anche una bottiglia di liquore che Zoro notò subito: come poteva mancare quello?
Cenarono in assoluto silenzio, la tensione si poteva benissimo tagliare con le forbici. Gli unici rumori che c’erano, erano quelli che provenivano da fuori, i botti dei fuochi d’artificio anticipati.
Nessuno dei due aveva intenzione di iniziare un discorso: Zoro perché non voleva farla seccare, altrimenti sarebbe diventata una vera palla al piede, come la definiva “amorevolmente”, mentre Tashigi perché voleva evitare a tutti i costi ogni litigio inutile.
Dopo che ebbero finito di mangiare, e Zoro di svuotare l’intera bottiglia di liquore, la ragazza svuotò la tavola in pochi minuti, poi si chiuse in cucina. Lui si stava preoccupando, non voleva litigare proprio l’ultimo giorno dell’anno, ma non voleva nemmeno che Tashigi gli tenesse il broncio, altrimenti la serata sarebbe stata una vera noia.
Cautamente aprì la porta della cucina e vide la ragazza davanti il lavello, intenta a lavare le stoviglie sporcate poco prima: era piuttosto nervosa e si poteva notare dai movimenti che faceva. Si avvicinò con passo felpato, fino ad arrivarle dietro.
Lei sentì immediatamente il suo respiro caldo sul collo, dato che il vestito aveva una scollatura piuttosto bassa e non arrivava a coprirla fin lì. Si girò prontamente, con un piatto tra le mani e le mani completamente insaponate, ma non fece in tempo a dire niente che le sue labbra le furono chiuse con forza.
Era Zoro, che le si era avvicinato e la stava baciando: aveva spinto con forza la sua testa contro quella di lei, per essere sicuro che non arrivasse veramente a fare nulla.
Lei era un po’ contraria a questa improvvisa sua irruzione nella stanza e nella sua bocca, ma non si oppose. In fondo le piaceva e rare erano le volte in cui era lui quello a prendere le iniziative, quindi ne approfittò. Allungò lentamente la mano con cui teneva il piatto all’indietro e lo poggiò nuovamente dentro il lavello, per poi posarle entrambe sulla nuca di lui.
Sobbalzò, Zoro, a contatto con la pelle fredda di lei, ma non smise di baciarla. Sapeva che se ne sarebbe pentito, ma voleva scusarsi: non sapeva di cosa precisamente, perché sinceramente non lo sapeva, ma aveva dovuto sicuramente aver fatto qualcosa per farla arrabbiare a quella maniera.
Si allontanò quindi dalla sua bocca, ma di poco. Quel poco che gli serviva per poter parlare.
«Non so cosa ho fatto di preciso, ma scusa...» poi riprese possesso delle sue labbra.
Lei rimase piuttosto perplessa, perché lui non era il tipo da chiedere scusa, quindi assunse un’espressione interrogativa. Il ragazzo si allontanò di nuovo, ma stavolta un po’ di più per poterla vedere bene in viso.
«Non farmelo ripetere perché tanto so che hai capito!» esclamò semplicemente per poi sorridere.
«Ti aspetto di là, finisci quello che stavi facendo.»
Tashigi rimase a guardarlo nel lasso di tempo in cui uscì dalla cucina, poi sorrise e continuò a fare ciò che stava facendo prima che lui entrasse e la interrompesse.
Quando finì, lo trovò sdraiato malamente sul divano: non è che avesse impiegato poi tutto quel tempo! Erano solo dieci minuti ed era riuscito ad addormentarsi.
Prese il telecomando che lui prima aveva lasciato sulla poltrona e si sedette vicino alla sua testa: accese la tv e iniziò a girare tra gli inutili programmi che trasmettevano quella sera; nel frattempo carezzava dolcemente la testa del suo antipatico ma adorabile ragazzo.
Era così strano: non era un tipo da smancerie e sdolcinatezze varie, ma a modo suo riusciva ad essere romantico, sorprendendola sempre.
Forse era questo che l’aveva attirata, che l’aveva incuriosita di lui; da quando l’aveva conosciuta, aveva illuminato in un modo nuovo la sua vita, aveva sconvolto la sua routine.
Era quasi il suo faro, si amavano. Ma lui non l’avrebbe mai ammesso con le parole. Mai!
Era troppo orgoglioso per fare una cosa del genere e Tashigi se n’era accorta: si era rassegnata, e in fondo sapeva che delle semplici parole non se ne sarebbe fatta assolutamente niente.
Mentre il suo flusso di pensieri continuava ininterrottamente, Zoro si era svegliato e lei non se n’era nemmeno accorta. Era arrossito violentemente appena aveva capito cosa stava facendo, quindi alzò bruscamente la testa, facendola sobbalzare un pochino.
Lei lo guardò, poi sorrise istintivamente.
“Sì, non ho bisogno di nessun altro se non di lui!” si disse, per poi alzarsi dal divano e proporre a Zoro se voleva un po’ di torta che aveva fatto lei, in attesa della mezzanotte imminente.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: sweet_hyra_97