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Autore: M4RT1    07/02/2013    2 recensioni
-Che cosa sai? Dimmi quello che sai!
Ti brucia la gola per il tanto urlare, ma non ti importa.
Sai solo che Kate è morta, che chi l’ha uccisa è qui di fronte a te e che lo ucciderai. Presto.
-Vuoi uccidermi Neal? Coraggio, tira il grilletto!- ti incoraggia lui.
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Vecchia FF che ho ritrovato nel mio pc :))
I dialoghi sono presi dalla puntata della seconda serie "Sulle tracce di Fowler"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Neal Caffrey, Peter Burke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il vetro si rompe sotto il peso del tuo corpo: schegge, frammenti, pezzi di legno…  non ti importa.
Cammini tra i detriti, veloce, e lui è lì: solo, di fretta, intento a costruire qualcosa con della stoffa vecchia.

 Hai sempre odiato le pistole ma ora ne hai una in mano; il metallo freddo preme contro le tue dita tiepide. Tremi ma la impugni saldamente, come se avessi paura che scivolasse via, che abbandonasse quella mano così insicura.

Lui si gira, ti guarda: il motivo per cui tutto è iniziato, per cui tutto è finito e per cui tutto ricomincerà è qui, davanti a te.
Una rabbia sorda si impadronisce dei tuoi pensieri e spari una volta. Gli manchi la testa di pochi centimetri e non sai se sia un bene o un male.

-Ho ancora cinque colpi, questo era solo un avvertimento. Dimmi perché hai ucciso Kate!- la tua bocca parla senza che tu le impartisca alcun ordine, conscia di star sputando fuori quelle parole che ti hanno fatto compagnia per le lunghe nottate insonni: -Hai comprato gli esplosivi!
-Caffrey…- sembra esitare, ma non ti importa. Forse vuole dirti qualcosa, ma non ti importa.
-Hai fatto esplodere l’aereo per liberarti di noi!- improvvisi, forse esageri. È completamente inutile pensarci, tanto. Ora è lì e deve morire.
-No!- urla Fowler.          
                                                            
Dalla porta giungono voci concitate.
Peter è lì fuori e sta per entrare, devi fare presto.
-Che ci hai guadagnato?- chiedi, e per la prima volta ti accorgi di quanto sia incrinata la tua voce; di quanto il freddo penetri attraverso la giacca nera, il gillet, la camicia; di quanto tutto sia insignificante in confronto al volto che ti sta di fronte.
-Caffrey, pensi di essere il solo ad aver perso qualcosa?- ne approfitta Fowler per incalzare: - Pensi che io volessi passare un anno della mia vita ad inseguire te e uno stupido carillon? Io ho pagato molto più di te! La mia carriera è finita! Mia moglie è morta.

La sua voce, ti dici, non è poi così molto diversa dalla tua. È la voce di un uomo disperato che non ha più niente da perdere.
Tu non sei così, però: tu hai Peter, e Mozzie. Hai un lavoro, hai una vita. Una famiglia, forse.

Abbassi la pistola, incerto.
Non devi farlo, non sei un assassino.
Lui però sì.

Rialzi l’arma, deciso. Il suo viso è una maschera di terrore e indecisione. Per qualche motivo quell’espressione ti fa montare più rabbia.
Tremi ancora, incontrollabile. A stento ti accorgi del tonfo e dell’entrata di Peter e Diana.
Sono inutili, loro… due figure in movimento, due voci confuse che non ti distolgono dal tuo obbiettivo.

-Stanne fuori, Peter!- riesci solo a gridare, fuori di te.
-Neal, abbassa la pistola.

È calmo. Peter lo è sempre.

 -Neal non farlo!- questa volta grida, un po’ spaventato.
-Lo so che ha ucciso Kate!
Il silenzio è tombale mentre affermi con decisione quello che è il tuo motivo per tenere una pistola dritta davanti alla testa di un uomo.
-Io non l’ho uccisa!- ribatte ancora lui, con tono fermo ma supplichevole.
-Chi è stato?- chiedi. Una parte del tuo cervello ti dice che potrebbe essere vero, ma un’altra ti dice di ignorarlo.
-Io…
-Che cosa sai? Dimmi quello che sai!

Ti brucia la gola per il tanto urlare, ma non ti importa.
Sai solo che Kate è morta, che chi l’ha uccisa è qui di fronte a te e che lo ucciderai. Presto.
-Vuoi uccidermi Neal? Coraggio, tira il grilletto!- ti incoraggia lui.

Peter trucida Fowler con lo sguardo, e per un attimo vorresti quasi ridere.
-Fowler così non sei molto d’aiuto!- esclama il tuo amico, fissando prima il bastardo, poi te: - Neal, non devi farlo.- ripete ancora una volta. Ti chiedi se non si sia scocciato di dirtelo.
-Lo so che l’ha uccisa… ha ucciso Kate!- mormori ancora, ormai perso in una tiritera senza più senso.
-Ascoltami! Se tiri quel grilletto te ne pentirai per il resto della tua vita, Neal. Tu non sei un assassino.
Vagamente ti rendi conto che siete in fase di stallo: Fowler fermo, supplicante; Peter dietro di te, la pistola puntata; tu lì, pronto a porre fine all’esistenza del poliziotto. Pronto eppure impreparato.

-Voglio che provi quello… che ha provato lei.- fatichi a finire la frase, preso come sei dal riuscire a tenere la pistola diritta.
Stai per uccidere un uomo. Stai per diventare qualcuno che non hai mai voluto essere.
-Guardami Neal.- mormora ancora Peter, approfittando di quel tuo momento di debolezza. Ti conosce troppo bene per non averlo notato: - Neal? Guardami!
Non vuoi. Non vuoi guardare colui che ti metterà delle manette, che ti porterà in galera. Colui che l’ha già fatto. Colui che ha lasciato Kate sola, indifesa, esposta.

-Guardami Neal, andiamo!
La pistola è troppo pesante per tenerla ancora diritta. Le tue dita sono intorpidite, fredde. La abbassi, poi la rialzi. La abbassi ancora di qualche centimetro e, finalmente, ti giri.
-Non è questo quello che sei.- dice ancora Peter, fissando il tuo volto.

Ma il punto è che tu non sei un assassino quanto non sei una casalinga, o un poliziotto, o anche un ladro.
Perché tu non sei più niente, Neal Caffrey.

Abbassi ancora la pistola, mentre l’occasione che aspettavi da un anno sfuma.
Per un attimo provi l’impulso di prendere quel dannato pezzo di ferro e scaraventarlo sulla faccia impassibile di Peter.
Invece ti avvicini all’uomo, gli rendi l’arma e ti allontani, le mani tra i capelli.
  
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