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Autore: Joelle    07/02/2013    0 recensioni
Tutti pensano che il confine tra Bianco e Nero sia così grande, che non è possibile paragonarlo a qualcosa; io ritengo invece che la linea che li separa è così piccola e fragile, che si può scalfire anche con il batter d'ali di una farfalla, perchè in fondo sono così diversi, ma anche così legati.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
Sul Confine





Camminavo tranquilla lungo questo confine, senza curarmi dell'infrazione che stavo commettendo; una leggera nebbia mattutina ricopriva l'orizzonte, lasciando intravedere solo i pochi raggi del Sole, che riscaldavano il freddo di questo inverno. Nessun albero danzava con il vento, e nessun ruscello cantava l'inno del suo popolo: era come se tutta la natura si fosse addormentata, nell'istante in cui il freddo aveva fatto la sua entrata in scena, rovinando lo spettacolo a tutti gli spettatori.
Notai, con estrema curiosità, una formica che cercava di arrampicarsi invano lungo la muraglia: era così testarda, che avrebbe sprecato anche tutta la vita per riuscire nel suo intento. D'altronde lei non poteva rendersi conto del grande passo che voleva fare, ma io ne ero consapevole, e per questo mi faceva una tale pena, che avrei tanto voluto prenderla con me, magari anche come guida nella mia avventura: l'avrei, di certo, trattata con estrema delicatezza come se fosse una regina di carta, come una piccola statuetta di cristallo che raffigurava una colomba in volo; perchè lei era quello, o almeno anche lei, come me, voleva poter esser libera dai dolori che rovinavano la vita.
Era buffo come ogni singola creatura di questo mondo avesse qualcosa per cui lottare, anzi per cui vivere; anche il lavoro di una sola formica contribuiva all'equilibrio della natura, come pure il sistema riproduttivo di una cellula.
Ognuno era destinato ad avere uno specifico obbiettivo nella vita: ma chi, come me, non riusciva ad accettarlo, oppure nel poco arco di tempo non riusciva a trovarlo, di che cosa poteva andar fiero e orgoglioso di se stesso?

Risvegliandomi dai miei pensieri, mi concentrai sulla missione che dovevo compiere, sicura di non aver altra scelta. Guardandomi intorno, rimasi stupita dallo scenario che trovai di fronte a me.

Dall'altezza di questo muro potevo ben contemplare l'immensità della pianura circostante, ormai quasi completamente rasa al suolo, che impotente piangeva i suoi caduti: ma perchè continuano a farsi guerra tra loro? – mi chiedevo spesso – perchè hanno voluto innalzare questa muraglia che li avrebbe divisi per sempre? Perchè siamo giunti ad odiarci?

Per le strade ormai non c'erano più bambini che giocavano, o che rincorrevano divertiti i piccioni mezzi zoppi; d'altronde, come accade nei periodi di guerra, tutti erano rintanati nelle loro case, aspettando con ansia la fine del conflitto. Sembrava di vivere nel deserto del Sahara, dove solo il vento e qualche scorpione dominavano su tutto l'ambiente: l'aria era pregna di grida e pianti, la terra bagnata da lacrime e sangue, la natura martoriata da morti e distruzioni, mentre io, in piedi su questo muro, morivo dal dolore di non poterlo più vedere.

“Signorina White, scenda immediatamente da quel muro!” urlò una guardia dall'armatura nera da una parte.

“Brutta canaglia! Torna al tuo posto!” sbraitò un milite dalla corazza bianca dall'altra.

Odio e amore, quale delle due parti dovrà prevalere? Quale quella forza che dovrà dominare il mondo, annientando l'altra? – pensai tra me e me – ma al diavolo tutto! Se veramente gli opposti si attraggono, oggi sarà il mio giorno fortunato.

  
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